Cravenroad7

non credo siano commenti superficiali, forse non esaustivi!
spiego il mio:

SPOIILER
un bimbo (non ricordo in nome) vede massacrare la sua gente e sua madre da un gruppo di vampiri; vent'anni dopo vede sul giornale la foto della vampira in questione e la riconosce.
corre a praga e dopo pochi giorni incontra la vampira suddetta (intenta nel suo hobby serale), semplicemente girando random per la città (che non sarà una metropoli, ma nemmeno un paesotto).
dopo essere entrato (casualmente) nella libriria di harlan e dopo essersi armato fino ai denti la reincontra (sempre nella suddetta città non metropoli-ma nemmeno-paesotto).
sempre casualmente viene ripreso mentre riemerge dalla moldava e sempre casualmente il video viene visto dalla bimbetta che smanetta col cellulare.
mi fermo qui, giusto per farti notare alcune cose che prevedono un massiccio investimento di sospensione dell'incredulità, (anche perchè a me basterebbe "incontrare tesla mentre gira per la città a casaccio" per pensare a qualcosa di improbabilissimo e mal sceneggiato).
nonostante ciò lo considero un albo sufficiente, che mi ha fatto passare del tempo in ottimo relax.

Beh, concordo che quella delle coincidenze è la parte debole della storia.
Credo che per altro la cosa sia voluta e consapevole, anche perché accennata persino in un dialogo e un autore come Cajelli mi sembra sempre molto attento a certi meccanismi narrativi, ma effettivamente se tutte quelle coincidenze volevano dare l'idea di una specie di arabesco del destino la cosa non ha abbastanza fascino per dirsi davvero riuscita.

questo mese non esce

In che senso?

albo sufficiente che scorre.

in fondo non era male

La storia "Odio implacabile" non mi è piaciuta.
La vera protagonista non è Tesla, non è Radovan, ma la coincidenza! Non so se ciò sia frutto del soggetto di Cerfogli o dell'adattamento in sceneggiatura di Cajelli, fatto sta che non l'avrei inserita nella serie mensile ma nascosta nel Maxi.

Letto Nella città dei morti. Voto 8,5. Soggetto 8, sceneggiatura 9, disegni 8.
Il mondo onirico che creano Boselli e Genzianella è una perla che impreziosisce una storia già ricca di fascino dalle prime pagine.

quoto

"Nella città dei morti" inizia lentuccio e tipicamente boselliano, per poi prendere un ritmo pazzesco!
Molto bello questo prologo di una nuova probabile sottosaga.
Disegni di Genzianella sempre di altissimo livello: è di una versatilità e un vigore grafico strabilianti!

Che albo, il vero Maestro (della notte e del giorno) è Boselli!
questa si chiama maturità di scrittura e sceneggiatura, l'ho pensato ad ogni pagina che giravo.
e contemporaneamente mi dicevo: "ma se questo è dampyr ed è scritto così, perchè dylan dog dev'essere scritto regolarmente coi piedi invece?".
la risposta non me la sono saputa dare.

Eppure è semplice: Dylan Dog e Tex, comunque siano scritti, avranno sempre e comunque i favori dell'editore che li pubblicizzerà molto meglio (come se ne avessero bisogno per vendere) delle altre testate di quel mese.
Perché il Giornale Bonelli non pubblica mai una tavola di anteprima di Brendon quando ci sono tavole di Spadavecchia a mezzatinta, mentre invece non fa economia dei Color Fest? Perché quando il Gigante Dylan Dog divenne contenitore di una sola lunga storia, la cosa fu pubblicizzata molto, e si fece altrettanto quando tornò a contenerne 3 o 4? Perché quando esce ogni numero centenario di Tex (inedito o ristampa che sia!) se ne scrive nel Giornale Bonelli (cartaceo prima, online ora) mentre per altri traguardi importanti (tipo l'inizio e la fine di una qualunque saga su Nathan Never) nulla o quasi.
Ogni occasione per mettere in risalto Dylan Dog e Tex è buona; ogni occasione per togliere visibilità alle altre serie idem.

quindi è come dire che se vendessero vestiti di carta igienica, ma griffata YSL, andrebbe bene lo stesso perchè comunque lo venderebbero ad un pubblico affezionato.
mentre un vestito normale non griffato (equivalente di un dampyr) deve essere fatto davvero bene per vendere?

[quasi OT, di thread simili ce ne sono a bizzeffe...]

Non credo sia (sol)tanto un discorso promozionale, da Prada al robivecchi del giovedì.

Certo, le politiche editoriali hanno influenzato parecchio nell'accomodare Dylan in un lettuccio ovattato di comodi cliché da rispettare per accontantare i suoi nostalgici fan... consapevoli di quello zoccolo granitico d'esborsatori seriali che ti permette di pubblicare anche l"impubblicabile"... tanto...

Il problema è quei cliché sono suppurati nella peggiore cancrena retorica, creando barricate di paletti e ricattini pudicosi, entro cui è - o era, ormai? - diventato davvero difficile scrivere una storia decente per l'Old Boy senza prima bagnarla nel (ri)stagno di questi tormentoni presunti fan-friendly .
Hanno congelato Dylan in pasto ai suoi luoghi comuni per costruirci storie sempre più banali, annacquate, rassicuranti, fasulle, semoneggianti, infantili e patetiche.
E sono stati questi luoghi comuni a tenerlo in vita - zombesca&comatosa - piuttosto che la qualità delle storie .

...cose che non avvengono per testate come Dampyr che godono di minori aspettative referenziali, e non sono tenute a rispettare il "canone" di sé, qualsiasi cosa esso sia.
In più aggiungete che non è stato orfano di padre come per quasi un ventennio il nostro Dylan...
E metteteci pure che imbastire una storia per Dylan è dannatamente difficile, visti certi precedenti...: non c'è da meravigliarsi se su altri lidi gli stessi sceneggiatori sfornano capolavori, o quasi


ALOHA ANCORA DUE GIORNI IN SCIOPERO

io, semplicemente, non ci credo.
non ci credo che quelle porcate che chiamiamo clichè siano imprescindibili in ogni storia, che non si possa scrivere una buona storia senza ingolfarceli dentro e che non si possano scrivere su DD ottime storie come vengono scritte su Dampyr.
io credo più semplicemente che considerino il lettore medio di DD un adolescente, fruitore di teen movie scadenti, mentre i lettori di altre testate appartengano ad un target più adulto.