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 Oggetto del messaggio: Re: Being Dylan - Essere Dylan Dog
MessaggioInviato: mar mar 04, 2014 8:08 pm 
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Mi trovo d'accordo con gli elementi citati da tommaso e rimatt. Forse è brutto dirlo, ma un altro elemento secondo me è che dylan dog deve, spesso, soffrire. In molte delle storie migliori, dylan ci ha fatto vivere la sua sofferenza, spesso spezzata da una battuta (sua o di groucho). E altra cosa: il soprannaturale. Mi piace il soprannaturale in dd. Sarò ancora ragazzino a 32 anni, ma mi piace vedere zombi, vampiri, mostri delle fogne, mummie e spettri sumeri nel frigorifero. Mi piace il dylan che si scontra con queste cose, non il poliziottino.

Per le donne: per me il dylan di una botta e via è il migliore, e credo anche io che in fondo si innamori tutte le volte. Un po'. Ma ho adorato bree. E detesto morgana in ogni manifestazione..soprattutto materna...

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Gli uomini colti sono superiori agli incolti nella stessa misura in cui i vivi sono superiori ai morti.


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 Oggetto del messaggio: Re: Being Dylan - Essere Dylan Dog
MessaggioInviato: mar mar 04, 2014 9:18 pm 
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dogares ha scritto:
Rispondo solo ora ad Alvise e Wolkoff scusandomi, ma la mia salute è parecchio peggiorata e non mi riesce di esser sempre presente, ( per lo meno questa è una novità lieta ) nelle discussioni e seguirle come vorrei. Poi sono costretta a tornare al "lavoro" e questo mi rallenta e mi incupisce...


Nessun problema. :wink:

dogares ha scritto:

Che manchi la sensibilità che apparteneva a Sclavi e quel suo periodo, Alvise, è certamente vero.
Il motivo è capire perché. Per una parabola discendente degli autori ? Forse, ma abbiamo visto come molti di questi, via dalle pagine di DyD, nelle storie ad esempio, sappiano fornire un prodotto valido, a volte ottimo.


Ti menziono parte di un mio messaggio, purtroppo cancellato, che avevo rivolto a wolkoff all'interno dell'altro topic:
La sensibilità è un argomento che mi sta a cuore in quanto ritengo che sia pressoché impossibile, pure per un autore capace, scrivere una bella storia su un personaggio verso il quale non prova affinità o che non è capace di comprendere.
Ritieni che Martin Scorsese, per quanto eccezionale, sarebbe stato capace di dirigere una pellicola come: Il senso della vita ?
E, di contro, avrebbe potuto Terry Gilliam dirigere Casino ?


dogares ha scritto:

Quindi è la testata che, nel suo universo costruito e stabile, con i suoi paletti e i suoi blocchi, imbriglia la libertà degli stessi.
Il dover creare un prodotto in serie, invece, con queste caratteristiche, senza potersene mai allontanare nemmeno sotto tortura, ha prodotto storie ripetitive, vuote, tirate via. Non ha caso la produzione recente ha regalato solo il ciclo di Bilotta, come alternativo e creativo, rispetto al paludato mondo di Dylan Dog.


Oh, ma qui sono d'accordo.
Del resto, il principale difetto della serialità è proprio la sua struttura ciclica impostata su degli schemi flessibili ed, al contempo, rigidi e rigorosi.
Ed è proprio per questo che, ora e più che mai, si avverte la necessità di scrittori che presentino una sensibilità che li renda idonei a scrivere questo personaggio.

dogares ha scritto:

Occorre, per me, cambiare questo status quo, gettare il sasso nello stagno e creare delle onde. Potrebbero anche spazzare via tutto, ma al tempo stesso dare linfa ad un eroe ormai irriconoscibile e scontato.


Tutto cambia affinché nulla cambi.

dogares ha scritto:

... troppe, esagerate, pubblicazioni a partire dal numero uno.


E ti posso assicurare che l'Italia è un paese felice, in questo senso.
Basta gettare uno sguardo oltreoceano per rendersi conto di quanto noi ci troviamo in una situazione, tutto sommato, positiva.
Ad ogni modo, sono contrario anche io all'eccessivo numero di pubblicazioni che hanno sempre contribuito ad alimentare il fenomeno degli speculatori di mercato [ Crisi USA '90 docet ].

dogares ha scritto:

E in più, creare situazioni nuove, in scenari più tipi di Londra, ma aggiornati, partecipi, nemici nuovi che non ritornino sempre alla solita nostalgica rappresentazione di Xabaras o allo spauracchio della morte, è un passo imprescindibile se si vuole fruire ancora di un prodotto "alto" com'era Dylan Dog anni fa.


Io invece lo farei tornare, Xabaras.
In tutta onestà, la Barbato gli ha riservato un finale tanto inglorioso che andrebbe cancellato seduta stante dagli annali della testata.
[ Io cancellerei pure il fantomatico numero cento da me mai digerito, ma questo è un altro discorso ]
Consideriamo inoltre che questo cattivo è comparso fin troppo di rado all'interno della serie all'interno della quale non è riuscito ad esprimere, a mio avviso, tutte le sue potenzialità.
Quanto sarebbe interessante, per esempio, una storia in cui Xabaras riesce a conquistare Londra con un'armata di zombie coronando il suo sogno distopico ?


Ultima modifica di Alvise Mocenigo il mer mar 05, 2014 7:26 pm, modificato 2 volte in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: Being Dylan - Essere Dylan Dog
MessaggioInviato: mar mar 04, 2014 9:58 pm 
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Alvise Mocenigo ha scritto:
Quanto sarebbe interessante, per esempio, una storia in cui Xabaras riesce a conquistare Londra con un'armata di zombie coronando il suo sogno distopico ?



Enorme ! Io adorerei questo tipo di svolta !
Per Xabaras inconcludente, intendevo proprio il modello posto dalla Barbato.

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 Oggetto del messaggio: Re: Being Dylan - Essere Dylan Dog
MessaggioInviato: mar mar 04, 2014 11:39 pm 
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dogares ha scritto:
Alvise Mocenigo ha scritto:
Quanto sarebbe interessante, per esempio, una storia in cui Xabaras riesce a conquistare Londra con un'armata di zombie coronando il suo sogno distopico ?



Enorme ! Io adorerei questo tipo di svolta !
Per Xabaras inconcludente, intendevo proprio il modello posto dalla Barbato.


Questo è accaduto poiché la Barbato non sentiva il personaggio né aveva la sensibilità adatta per trattarlo in maniera adeguata.
A tal proposito, desidererei porre a tutti un quesito: siamo davvero convinti che i personaggi facenti parte del cast della serie [ Lord Wells, Madame Terlkovski, Dr. Hicks, Kim, Xabaras ... ] non abbiano più nulla da raccontare ?
Intendiamoci.
Io non contesto l'introduzione di nuovi elementi all'interno della testata, specialmente se essi apportano un beneficio alla stessa.
Quel che vorrei sapere è se la carica innovativa di quelli vecchi si sia realmente esaurita o meno.


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 Oggetto del messaggio: Re: Being Dylan - Essere Dylan Dog
MessaggioInviato: mar mar 04, 2014 11:56 pm 
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Personalmente, odio l'uso che si è fatto della Trelkovski; mi dà sempre fastidio quando Dylan si trasforma in Wanna Marchi.


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 Oggetto del messaggio: Re: Being Dylan - Essere Dylan Dog
MessaggioInviato: mer mar 05, 2014 12:09 am 
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TheByronicMan ha scritto:
Personalmente, odio l'uso che si è fatto della Trelkovski; mi dà sempre fastidio quando Dylan si trasforma in Wanna Marchi.


In effetti, pure a me sembra che il personaggio della Trelkovski sia stato sfruttato sino all'eccesso.
E concordo anche sul fatto che risulti a dir poco insopportabile, in numerose circostanze.
Ma potremmo dire lo stesso dell'eccentrico Lord Wells ?
Risulterebbe indigesto o, peggio ancora, inutile se venisse calato in una storia simile a Sogni ?
Sarebbe tanto disonorevole la reintroduzione del precedentemente menzionato Xabaras e, già che ci siamo, della bella Kim ?
E com'è possibile che il folle Dr. Hicks sia stato dimenticato tanto presto ?


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 Oggetto del messaggio: Re: Being Dylan - Essere Dylan Dog
MessaggioInviato: mer mar 05, 2014 12:30 am 
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Lord Wells: onestamente mi manca, l'ho sempre amato, ma molti lo trovano irritante. Mi piacerebbe rivederlo ma non troppo spesso. Comunque sia è così bizzarro che gli autori potrebbero veramente farci quello che vogliono.
Xabaras: secondo me è stato sfruttato malissimo, e la cosa mi dispiace. Non so cosa può dare ora, ma un suo utilizzo più sapiente avrebbe potuto dare molto.
Hicks: ormai ha il sapore dello stereotipo, ma magari, inserito in un contesto ben definito, con una serie di rapporti personali ben sviluppati, come conflitto con altri camici bianchi, potrebbe dare qualcosa.


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 Oggetto del messaggio: Re: Being Dylan - Essere Dylan Dog
MessaggioInviato: mer mar 05, 2014 12:37 am 
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TheByronicMan ha scritto:
Lord Wells: onestamente mi manca, l'ho sempre amato, ma molti lo trovano irritante. Mi piacerebbe rivederlo ma non troppo spesso. Comunque sia è così bizzarro che gli autori potrebbero veramente farci quello che vogliono.


Pienamente d'accordo.

TheByronicMan ha scritto:
Hicks: ormai ha il sapore dello stereotipo, ma magari, inserito in un contesto ben definito, con una serie di rapporti personali ben sviluppati, come conflitto con altri camici bianchi, potrebbe dare qualcosa.


Sarà anche un personaggio stereotipato, eppure le storie in cui è comparso [ quanto meno quelle che conosco ] sono stupende.
Fra l'altro, e non vorrei scrivere una sciocchezza, credo che per la sua realizzazione Sclavi e Ferrandino si siano ispirati al seguente film:

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 Oggetto del messaggio: Re: Being Dylan - Essere Dylan Dog
MessaggioInviato: mer mar 05, 2014 1:28 am 
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Alvise Mocenigo ha scritto:

A tal proposito, desidererei porre a tutti un quesito: siamo davvero convinti che i personaggi facenti parte del cast della serie [ Lord Wells, Madame Terlkovski, Dr. Hicks, Kim, Xabaras ... ] non abbiano più nulla da raccontare ?

Quel che vorrei sapere è se la carica innovativa di quelli vecchi si sia realmente esaurita o meno.


Sembra facile a parole, ma utilizzare quei personaggi non è per niente semplice. E lo stesso dicasi per comprimari ancora più ricorrenti come Groucho e Bloch. Ci vuole una maestria (rispettosa/coerente) non da poco, e un'oculatezza mirata nel non uscire dal selciato pur inventando nuove storie con loro presenti.
Molti degli attuali autori non ne sono capaci, e preferiscono sorvolare o aggirare al minimo la loro presenza :roll: .

Manipolare ad capocchiam Madame Trelkowsky ogni volta che sbucava un'anima persa ho prodotto solo forzature & presenzialismi fuori posto... modello jolly comodocomodo da calare per pararsi le chiappe, a livello narrativo :( .

Gualdoni invece era un maestro nel ripescare dal magazzino - per mancanza d'idee :?: - gli antagonisti/personaggi di vecchie storie per sbatterli in comparsate patetiche quanto inutili, pensando di compiacere gli aficionados o di creare una sorta di circolarità forzosa per il mondo di Dylan, finendo soltanto per mordersi la coda pulciosa e cameo-izzare il pretestuoso :? .
Se questi devono esser i risultati, tanto vale lasciarli perdere in soffitta piuttosto che riesumarli, perché dato il loro spessore è più probabile combinare pasticci che ridargli lustro.

Questo vale ancora di più per i nemici del calibro di Hicks e Xabaras, i cui filoni la redazione ha voluto in un certo momento sopprimere. Il secondo nel ventennale, il primo nella saga dei fanta-zombi di Bilotta, a cui ha dato lo starting point solo a livello nominale.
E poi non dimentichiamoci che la serie diluisce la serialità in tanti episodi random, non amando una fauna di riferimento troppo folta.
La manca proprio alla radice il bisogno di confrontarsi col "nemico storico" o il "mascalzone mai domo", di cui si ansima il ritorno, magari come superboss di una nuova sfida all'ultimo incubo.
Forse nei primi otto/dieci anni sembrava potessero costruirsi questo genere di premesse, ma ormai quei riferimenti si sono persi nel tempo.
E se Mana Cerace deve tornare come nel Color Fest di Chiaverotti, speriamo che cali su di lui molto bujo... anzi, luce :tc:

ALOHA VILLAIN-ZONI

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 Oggetto del messaggio: Re: Being Dylan - Essere Dylan Dog
MessaggioInviato: mer mar 05, 2014 11:20 am 
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Avevo una mezza idea di aprire un topic praticamente identico a questo, ma per fortuna qualcuno l'ha riesumato evitandomi l'imbarazzo :roll:

Adesso come adesso non riesco a leggere tutto (mannaggia quanto scrivete!), ma dopo aver letto la prima risposta, non posso che essere d'accordo con dogares: anche nella mia testa Dylan è così
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Di solito ho da far cose più serie, costruir su macerie o mantenermi vivo.


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MessaggioInviato: mer mar 05, 2014 7:15 pm 
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wolkoff ha scritto:

Sembra facile a parole, ma utilizzare quei personaggi non è per niente semplice.


Non l'ho mai negato.

wolkoff ha scritto:

E lo stesso dicasi per comprimari ancora più ricorrenti come Groucho e Bloch. Ci vuole una maestria (rispettosa/coerente) non da poco, e un'oculatezza mirata nel non uscire dal selciato pur inventando nuove storie con loro presenti.
Molti degli attuali autori non ne sono capaci, e preferiscono sorvolare o aggirare al minimo la loro presenza :roll: .


E qui ricadiamo proprio sul discorso della sensibilità.

wolkoff ha scritto:
Manipolare ad capocchiam Madame Trelkowsky ogni volta che sbucava un'anima persa ho prodotto solo forzature & presenzialismi fuori posto... modello jolly comodocomodo da calare per pararsi le chiappe, a livello narrativo :( .


http://it.wikipedia.org/wiki/Deus_ex_machina

wolkoff ha scritto:
Gualdoni invece era un maestro nel ripescare dal magazzino - per mancanza d'idee :?: - gli antagonisti/personaggi di vecchie storie per sbatterli in comparsate patetiche quanto inutili, pensando di compiacere gli aficionados o di creare una sorta di circolarità forzosa per il mondo di Dylan, finendo soltanto per mordersi la coda pulciosa e cameo-izzare il pretestuoso :? .
Se questi devono esser i risultati, tanto vale lasciarli perdere in soffitta piuttosto che riesumarli, perché dato il loro spessore è più probabile combinare pasticci che ridargli lustro.


Ed infatti esiste una distinzione ben precisa tra l'erudizione e la cultura. :wink:

wolkoff ha scritto:
Questo vale ancora di più per i nemici del calibro di Hicks e Xabaras, i cui filoni la redazione ha voluto in un certo momento sopprimere. Il secondo nel ventennale, il primo nella saga dei fanta-zombi di Bilotta


A tal proposito, è valida la saga in questione ?

wolkoff ha scritto:

E poi non dimentichiamoci che la serie diluisce la serialità in tanti episodi random, non amando una fauna di riferimento troppo folta.
La manca proprio alla radice il bisogno di confrontarsi col "nemico storico" o il "mascalzone mai domo", di cui si ansima il ritorno, magari come superboss di una nuova sfida all'ultimo incubo.
Forse nei primi otto/dieci anni sembrava potessero costruirsi questo genere di premesse, ma ormai quei riferimenti si sono persi nel tempo.


Quello che tu menzioni a me sembra un falso problema.
Io non dico che si debba abusare di questi antagonisti, ma che li si usi quantomeno con criterio.
Nei primi cento numeri, il Dr. Hicks e Xabaras sono comparsi, complessivamente, sette volte, eppure la memoria sul loro conto non è sbiadita poiché le storie che li hanno visti protagonisti erano notevoli al punto da non poter essere dimenticate.

wolkoff ha scritto:
E se Mana Cerace deve tornare come nel Color Fest di Chiaverotti, speriamo che cali su di lui molto bujo... anzi, luce :tc:


A Dylan Dog Chiaverotti ha smesso di pensare da quando ha cominciato a scrivere Brendon.
Sono felice di non aver letto la storia da te menzionata, dato che ero rimasto nauseato pure da Lo spettro del buio.


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 Oggetto del messaggio: Re: Being Dylan - Essere Dylan Dog
MessaggioInviato: mer mar 05, 2014 9:55 pm 
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Quello della sensibilità è un modus che non rientra necessariamente nell'atto creativo: si può essere sensibili quanto vuoi, in percezione... ma poi mancano spesso le capacità di rendere/tradurre/esporre/rappresentare quella sensibilità su carta.
O ci si rinuncia secondo direttive precise, non solo per sufficienza & negligenza :| .

La sovraesposizione della Trelkowsky più che una diva ex machina la rende una matrona ex nihilo, di ripiego per l'occasione.
Meglio per te se non hai letto come l'hanno sfruttata in storie come La Piramida Capovolta.
A quell'età meglio dosare le uscite... :D

Quella di Gualdoni non era solo erudizione. Lui aveva proprio un feticismo nerd-iano per le precedenti uscite di Dylan. Una cultura profonda del personaggio e di tutto il mondo a lui collegato. Piena di amore sincero, probabilmente. Ma questo non basta per produrre nuove storie degne di questo nome, purtroppo :roll:

Sulla memoria sbiadita, mi riferivo a quella degli autori che ha appannato certi personaggi pur di non reimpiegarli in nuove storie.
Non certo a quella dei lettori-elefanti, come me.

Lo spettro nel bujo ha nauseato pure me... ma di sana goduria trash :P :P :P
Questo però è un altro discorso...

ALOHA MAESTRO 8-)

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MessaggioInviato: mer mar 05, 2014 10:55 pm 
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wolkoff ha scritto:
Quello della sensibilità è un modus che non rientra necessariamente nell'atto creativo: si può essere sensibili quanto vuoi, in percezione... ma poi mancano spesso le capacità di rendere/tradurre/esporre/rappresentare quella sensibilità su carta.


E difatti Chiaverotti ha scritto anche alcune schifezze, sebbene ammetta di non aver letto tutte le storie.
Ciononostante, ho sempre avuto la sensazione che rispettasse il personaggio a differenza, per esempio, di Paola Barbato la quale, pur essendo un'autrice più solida, ne ha tradito spesso e volentieri lo spirito.

wolkoff ha scritto:
O ci si rinuncia secondo direttive precise, non solo per sufficienza & negligenza :| .


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wolkoff ha scritto:
Quella di Gualdoni non era solo erudizione. Lui aveva proprio un feticismo nerd-iano per le precedenti uscite di Dylan. Una cultura profonda del personaggio e di tutto il mondo a lui collegato. Piena di amore sincero, probabilmente. Ma questo non basta per produrre nuove storie degne di questo nome, purtroppo :roll:


Ecco, qui desidererei aprire una piccola discussione alla quale spero partecipino più utenti.
Di recente si parla molto di come diversi autori odierni rispecchino quei canoni che i mezzi di comunicazione definiscono spregiativamente nerd: scarsa eleganza nel vestire, passione per videogiochi e fumetti, sindrome da pc ...
Alla luce di questa descrizione viene spontaneo pensare a Gualdoni e a molte altre personalità del fumetto mondiale.
Al contrario, gli autori di un tempo quasi mai corrispondevano alle caratteristiche sovra menzionate ed in molte circostanze davano l'impressione di esser tutto, fuorché degli autori di fumetti.
Questo l'ho sempre considerato aspetto che contribuiva a cementare la credibilità di questo settore il quale sembrava affidato più a dei liberi professionisti che non a degli appassionati.
Ritenete che questo cambiamento sia stato un bene per il settore ?

wolkoff ha scritto:
Lo spettro nel bujo ha nauseato pure me... ma di sana goduria trash :P :P :P


Oddio ! Io la storia dell'ordigno atomico non riesco a proprio a digerirla. :?


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 Oggetto del messaggio: Re: Being Dylan - Essere Dylan Dog
MessaggioInviato: gio mar 06, 2014 12:03 am 
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Il Chiave ( 8-) ) se ne infischiava della sensibilità aulica perché disponeva del buon senso di confezionare storie adeguate ai personaggi... e a Dylan soprattutto, la cui ossatura come "identità" deriva per un buon 25-30% anche dal Maestro con gli Occhiali da Sole... che all'epoca era molto supervisionato da Sclavi, testone a testone, consultazione per consultazione :D

Sul fatto dell'ondata nerd... è un argomento abbastanza complesso.
Le etichette non piacciono neanche a me, e sinceramente la camicia o la console di Gualdoni sono l'ultima cosa che ha influito su un certo tracollo verticale della testata :x: .
Come detto prima non basta l'onniscienza fidelizzata sino all'idolatria.
Però anche sapere di un professionista non appassionato al/nel suo lavoro mi rassicura poco :(

In ogni caso, secondo me, ci vuole una base di talento... che non è data a tutti e neanche inesauribile, sulla stessa piattaforma.
Apprezzo molto il lavoro degli onesti mestieranti che ajutano a tirare avanti la carretta delle 30 e passa storie annuali, ma a lungo andare la mediocrità della loro pallida produzione semianonima (col pilota automatico, di rivisitazione in rivisitazione) finisce per inficiare la qualità di tutta la cricca :| .
Se si parla di storie di alto spessore e sulle righe, di tanto in tanto, mi vanno bene anche gli stravolgimenti della Barbato... che qualcosa da dire ce l'ha ancora, come idee, e sa metterlo in scena con passione e professionalità.

ALOHA BRODINO O IMPEPATA?

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MessaggioInviato: gio mar 06, 2014 12:35 am 
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wolkoff ha scritto:
Il Chiave ( 8-) ) se ne infischiava della sensibilità aulica perché disponeva del buon senso di confezionare storie adeguate ai personaggi... e a Dylan soprattutto, la cui ossatura come "identità" deriva per un buon 25-30% anche dal Maestro con gli Occhiali da Sole... che all'epoca era molto supervisionato da Sclavi, testone a testone, consultazione per consultazione :D


Credo che ci sia un fraintendimento.
Per te la sensibilità è un concetto astratto che presuppone una trattazione di alta levatura dell'argomento trattato, laddove io mi riferisco più che altro al fatto che uno scrittore debba essere naturalmente incline ad affrontare determinati argomenti.
Un razzista, pur dotato di un intelletto eccelso, non sarà capace di scrivere un saggio che descriva in maniera esauriente le condizioni di lavoro disumane delle persone ingiustamente sfruttate.
E' come se Herbert Spencer avesse scritto un saggio nel quale denunciava apertamente la sottomissione dei neri impiegati nelle piantagioni di cotone della South Carolina.
Allo stesso modo, se uno sceneggiatore non riesce a figurare nella sua mente quella frammentazione della realtà che, arrotolandosi su se stessa, permette la connessione fra reale ed immaginario, non sarà mai in grado di sfruttare Dylan Dog al meglio.

wolkoff ha scritto:
Sul fatto dell'ondata nerd... è un argomento abbastanza complesso.
Le etichette non piacciono neanche a me, e sinceramente la camicia o la console di Gualdoni sono l'ultima cosa che ha influito su un certo tracollo verticale della testata :x: .


Mi riferivo perlopiù all'immagine esterna che danno gli addetti al settore e non alle vendite. :wink:

wolkoff ha scritto:
Come detto prima non basta l'onniscienza fidelizzata sino all'idolatria.
Però anche sapere di un professionista non appassionato al/nel suo lavoro mi rassicura poco :(


Un eminente disegnatore che ha lavorato a lungo per la Marvel Comics, il leggendario John Buscema, ha più volte dichiarato di disegnare fumetti per il solo fatto che la vita del pittore non gli avrebbe consentito di pagarsi l'affitto.
Eppure, questa sua mancanza di passione non gli ha impedito di deliziare intere generazioni di lettori:

Spoiler!
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wolkoff ha scritto:
In ogni caso, secondo me, ci vuole una base di talento... che non è data a tutti e neanche inesauribile, sulla stessa piattaforma.


Mai negato tutto ciò.

wolkoff ha scritto:
Apprezzo molto il lavoro degli onesti mestieranti che ajutano a tirare avanti la carretta delle 30 e passa storie annuali, ma a lungo andare la mediocrità della loro pallida produzione semianonima (col pilota automatico, di rivisitazione in rivisitazione) finisce per inficiare la qualità di tutta la cricca :| .


A me basta che non si limitino al solito giallo usa e getta come se ne leggono a caterve al giorno d'oggi.

wolkoff ha scritto:
Se si parla di storie di alto spessore e sulle righe, di tanto in tanto, mi vanno bene anche gli stravolgimenti della Barbato... che qualcosa da dire ce l'ha ancora, come idee, e sa metterlo in scena con passione e professionalità.


Purché siano belle storie. :wink:


Ultima modifica di Alvise Mocenigo il gio mar 06, 2014 5:12 pm, modificato 1 volta in totale.

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