Aleksandr ha scritto:
Fa riflettere il fatto che per molti di noi il meglio di oltre un centinaio di albi è da ricercare soprattutto in autori che Dylan lo scrivono poco, come Ambrosini, Accatino, Bilotta...
E nello Sclavi di Dopo un lungo silenzio, che secondo me rimane il migliore dei suoi albi dylaniati da Il progetto, ma l'ho un po' ridimensionato, comunque molto superiore al ben poco entusiasmante Nel mistero.
Condivido pienamente.
Infatti, la maggior parte degli albi citati godono di una certa libertà espressiva e creativa che oggi, invece, parrebbe soffocata da un asettico e programmato piano editoriale, in nome di una continua ed esasperante voglia di sorprendere a tutti costi il lettore ma perdendo irrimediabilmente la voglia di costruire e raccontare una buona storia.
Proprio dalle storie elencate, è chiaro che i pareri sono tendezialmente positivi verso quegli autori dotati di una fortissima identità che hanno dato una loro personale impronta al personaggio.
Motivo per il quale, ritengo
Spazio profondo una bellissima dichiarazione di intenti che purtroppo, ai tempi, avevo inteso come "esistono tanti Dylan Dog tante sono le voci degli autori" ma che invece si è limitata ad una creazione di archi narrativi dove sostanzialmente si è autorizzati a scrivere quello che ci pare tanto l'universo narrativo di Dylan Dog ce lo consente.
In sintesi, ci siamo focalizzati più sul
cosa che sul
come.
Aleksandr ha scritto:
- Il prezzo della carne (anche se è finora la storia di Accatino per Dylan che meno mi è piaciuta)
.
Questa storia, secondo me, è splendida.
A partire dai dialoghi fino alle magistrali caratterizzazioni di Bloch e Groucho.
Poi la trasferta in Kent e l'atmosfera tipicamente
eighties che permea tutta la storia.
E poi il finale, dove Accatino ricorda con quelle ultime 20 pagine di puro orrore come Dylan Dog dovrebbe "raccontare" la società contemporanea.