wolkoff ha scritto:
Il tono del comico fallito, come il suo modo di esprimersi, non è spiccio proprio perché proprio a lui, in senso retorico, piace rigonfiare le frasi, apostrofarsi con un certo stile, e compiangersi in modo artefatto - almeno fin quando è sobrio, passeggiando per vialetti.
Per questo usa un frasario come quello, a rilento, anche per fare il verso ai parrucconi che lo ospitano nell'ospizio.
Per questo il suo discorso non sembra, ma è declamato con una certa pedanteria poco dinamica e simil-pomposa.
Se avesse usato una frase (sacrificabile e riempitiva), di pura circostanza en passant, come quella proposta dopo da Bertuccia, non ci sarebbe stato quell'effetto di patetismo sarcastico cercato qui dall'autore.
Neanche a me piace, ma in questo caso non stona col contesto di auto-commiserazione più volte ripetuto, poco brillante e depotenziato di un ex-mattatore in stato di depressione.
Wolkoff, il tuo ragionamento è correttissimo. Resta però il fatto che una certa fetta di pubblico (maggioritaria o minoritaria, poco importa)
si annoia a leggere pagine e pagine di dialoghi scialbi e depotenziati.
E NESSUNO compra un albo di Dylan Dog con lo scopo di "annoiarsi". Nè il lettore occasionale, nè quello di lunghissima data.
Faccio un esempio di altro tipo.
In teoria Groucho dovrebbe raccontare sempre e solo barzellette brutte e noiose, visto che tutti -da Dylan a Bloch a qualsiasi cliente- lo considerano un pessimo comico.
Tuttavia Sclavi negli albi d'oro non gli ha mai fatto raccontare barzellette davvero brutte. Anzi, il suo Groucho era molto divertente! Mai e poi mai avrebbe raccontato la barzelletta del Fantasma Formaggino
neppure se lo sceneggiatore fosse stato in carenza cronica d'idee.
Il Groucho più recente invece racconta spesso barzellette molto noiose (tipo quello della
Legione degli scheletri, storia peraltro non disprezzabile). Forse è più vicino alla natura di "comico fallito" che gli è stata appioppata, ma di certo
annoia anche il lettore, non solo Dyd o Bloch.
E un lettore annoiato alla lunga si trasforma in lettore perduto.
Insomma, c'è modo e modo di rappresentare un comico senz'anima. Farne un personaggio pedante e noioso non è l'unico modo. E di sicuro non è il modo migliore, perlomeno se non si vuole che il lettore sbadigli dalla noia - annoiato dall'albo e dalla storia in sè oltre che dal personaggio.