Storia tutt'altro che memorabile, ma perlomeno superiore dal mio punto di vista alle più recenti prove di Di Gregorio (parlo di
Leggende urbane e della storia su Maxi disegnata da M&G, che proprio non ho digerito
).
Ciò non toglie che l'insieme sia piuttosto fiacco.
S
P
O
I
L
E
R
Ormai non c'è dubbio che DiG ADORI le storie "collettive" in cui viene posto sotto i riflettori un gran numero di personaggi. E' stato così anche nelle sue sceneggiature più recenti.
Il guaio è che i suoi personaggi sono sempre (dico : SEMPRE ) nient'altro che stereotipi e clichè.
Non è molto interessante leggere per pagine e pagine le disavventure di gente indistinguibile, se non per il fatto che una ha un bel fondoschiena e l'altro no, uno ha la barba e l'altro no.
La cosa si rileva soprattutto nei dialoghi. Come fa giustamente notare Bertuccia, siamo in presenza di banalità che
si sforzano di apparire brillanti, senza riuscirci. Il risultato è un incrocio tra fiction Rai e telefilm poliziesco tedesco.
Mi spiego: quando uno parla di "strizzacervelli lautamente stipendiato" non è brillante; semplicemente si sforza di apparire brillante ma finisce solo col pronunciare un diverso tipo di banalità (la parola strizzacervelli ormai è usata solo da chi ha visto troppa cattiva fiction).
Dylan è più attivo che in altre sceneggiature digregoriane (dove addirittura si limitava a una comparsata, dato che le tavole in cui appariva si contavano su due mani - e avanzavano delle dita!) ma ancora una volta è soprattutto vittima degli eventi.
In fondo, se il diavolo fosse stato più sveglio, la faccenda si sarebbe risolta da sè.
L'idea del patto col diavolo è trita e ritrita, ma questa storia, se non altro, ha il buono spunto di far rilevare che il diavolo non è un ingannatore, anzi rispetta fedelmente i contratti firmati.
Freghieri è interessante nelle tavole in puro bianco-e-nero contrastato, ma il suo stile nel complesso è stucchevole
as usual.
La copertina di Stano è fuorviante e poco memorabile.
Non so quante modifiche abbia fatto Recchioni rispetto alla stesura originale, ma è evidente che serve più di qualche dialogo ritoccato per trasformare una rana in un principe azzurro.
Detto ciò, ripeto che l'albo una sufficienza risicata la strappa.