Cravenroad7

Io lo trovo particolarmente brutto per diversi motivi, nessuno dei quali di ordine semantico [l'aggettivo magnifico ci sta tutto per restituire l'idea della bellezza, anche umana]:

1) Mi suona malissimo l'articolo determinativo;
2) Ancora peggio l'accostamento fra "magnifica" e "creatura", due parole che, rispettivamente, terminano e iniziano con una sillaba guidata da una consonante dura come la c, e la seconda è composta addirittura da due consonanti. Posporre l'aggettivo probabilmente avrebbe aiutato [ra-ma suona meglio di ca-cr].
Quindi, sintetizzando i due punti, avrei accolto con più favore qualcosa come Una creatura magnifica.
3) Detto ciò, comunque, rimane un titolo molto banale e didascalico: si parla di una magnifica creatura, e l'albo si chiama La magnifica creatura. Sarebbe un po' come rinominare i precedenti albi La bizzarra isola [Trash island], o Il pericoloso tatuaggio [Sulla pelle].

Fra l'altro, secondo me, avevi a disposizione una soluzione facilissima e di grande impatto: visto che la creatura, se non erro, si chiama Neve, e si parla di una Londra innevata, il titolo Neve sarebbe stato fulminante e carico di significato [abbracciando con sole quattro lettere la creatura in questione, l'ambientazione fisico-climatica e probabilmente anche il mood gelido e malinconico di quella che sarà la storia].

Mi dirai che sarebbe stato troppo simile a Nebbia, ma i titoli simili ormai si sprecano, e qui secondo me sarebbe stato praticamente perfetto.

@Nikolaj

Sono d'accordo sull'articolo di troppo e la pregnanza/appeal maggiore del titolo, fra i denti, puramente Neve.

Meno sull'inversione Una creatura magnifica che, allitterazioni a parte, s(t)uona abbastanza ironico come tono (v. Uno strano cliente, se non altro), e ricorda un'inflessione tipica di chi davanti ad un interlocoture debba ribadire un concetto, perso nel tempo o in una lista, o ricordarlo enfatizzandolo .
ES. "(Era proprio) una creatura magnifica" ... "(Sembra davvero) una creatura magnfica"
La versione finale a stampa invece ha un carattere meno circostanziale e più incisivo/altisonante per esprimere l'unicità della fiocco-ninfa in questione
Ma parliamo sempre di sfumature, eh (di grigio?)




Temo di sì... anche perché Dylan l'ha dolcemente ribattezzata Neve per l'occasione e - come di rito, a tiritera - dovrà proteggerla dal finire cavia da laboratorio, fenomeno da baraccone, o icona per giornalettisti in cerca di scoop.

(v. seconda pagina dell'anteprima http://www.sergiobonellieditore.it/scheda/18003/La-magnifica-creatura.html )

Con queste premesse ho già il sospetto di dover rimpiangere il DiGregorio più scazzato modello Leggende Metropolitane...

ALOHA I MOSTRI SIETE VOI


EDIT: in realtà DiGregorio non centra un tuppero perché la storia sarà di Marzano... mi sono confuso.
Vorrà dire che comincerò a rimpiangere il PummaròSanMarzano più genuino di La Cara Mamma, rispetto al paladino dei diversi intravisto qui, dalle anteprime

Intervento del tutto gratuito il mio, lo so... a maggior ragione visto che intervengo pochissimo pur leggendo spesso, ma... raga... fermatevi un attimo, vi prego...
Non vi sembra che con ste dissertazioni ai limiti della filologia su titoli, copertine, colori, loghi e quant'altro si stia rasentando il pericoloso territorio delle "pippe mentali colossali"?

Abbiate pazienza e ignoratemi pure, ma quando leggo post come quelli di Nikolaj (in particolare, ma anche altri) su UN TITOLO, un semplice, banalissimo, insignificante titolo, non riesco a trattenermi........

Come direbbe Mughini... eddai...

Mah... alla fine si parla tanto per parlare, di congetture, charlando liberamente/oziosamente di cose che usciranno tra quasi due mesi.
Insomma, mica un simposio di fantasie iniziatiche, ma più che altro del comodo divagare tra comari .
Non tutti quelli che chiaccherano in un caffè sono tenuti ad interessarsi di quello che dicono i vicini di tavolo, tra l'altro.
Poi è normale che ognuno - a proposito di pippe - sfoderi alcuni degli strumenti a sua disposizione per risultare più convincente.

Ed in questo caso si tentava di rispondere (a gusto) anche ad una domanda abbastanza specifica fatta dal non-pare-l'ultimo dei redattori, un po' interessato alla questione, forse anche nelle sue derive più neuro-divaganti.
Dopotutto ogni caso non va a caso.
E Mughini sarebbe il primo a partire per la tangente... pur di non parlare di Bettega e Giraudo .

E COMUNQUE...
RIVOGLIAMO IL GIALLO-BLU

A me suona male, sembra che scimmiotti il titolo della canzone della Nannini. Tutto lì.

A me suona male Wolkoff che termina il suo intervento senza dire aloha a nessuno.

A me il titolo piace.
In generale preferisco titoli classici, alla Poe per intenderci, tipo 'La scogliera degli spettri', o 'L'ultimo plenilunio' a titoli più elaborati, presi da proverbi (tra moglie e marito), o da canzoni (e lasciò un bel cadavere)... per cui 'La magnifica creatura' mi suona bene.
Poi ogni tanto possono pure esserci delle eccezioni, per dare un po' di varietà e se si adattano bene alla storia (cosa che per me è fondamentale: il giudizio definitivo su un titolo lo do sempre a storia letta).

molto bella la copertina,il soggetto sembra interessante,forse ci sarà il fatidico acquisto dopo la solita lettura a scrocco. Il titolo non é brutto, é solo piuttosto didascalico . . .

Grazie, Nikolaj, per aver espresso il mio pensiero meglio di quanto avrei mai potuto fare io.

Infatti, personalmente, non avrei optato neanche per Una creatura magnifica, dal momento che sarebbe rimasto intatto il più "grave" dei problemi, quello esposto al punto 3.
Però, se proprio avessi dovuto usare quelle medesime parole [tranne l'articolo determinativo, che proprio non mi va giù], avrei preferito.



Ecco, se invece dovessi accostare degli aggettivi al peso specifico del titolo di un'opera, questi non sarebbero sicuramente "semplice, banalissimo, insignificante".
Tutto concorre all'equilibrio generale.
È un po' come avere a che fare con una bellissima [magnifica?] ragazza vogliosa con un naso alla Ibrahimovic.. Probabilmente ci andresti lo stesso ignorando il semplice, banalissimo e insignificante dettaglio, ma rimarrebbe una punta di fastidioso rammarico.

E comunque...





... Grazie a voi.

vabbè, però un po' talebani lo siete eh

Copertina magnifica e titolo carino..per me suona bene.

Essendo una storia di Marzano non mi aspetto un bell'albo, spero di sbagliarmi.

Ma quando arriva una soria della Barbato? Lei si' che con il nuovo corso potrebbe davvero tirare giu' dei capolavori.

Un post su due di David è dedicato a me, per dire che non gli piaccio. Che dolce! In fondo, anche questo è Ammore!

Ha detto che spera di sbagliarsi..magari imbocca la strada del ripensamento....chi lo sa ?

In effetti, rispetto a frasi tipo (vado a memoria) "una storia di Marzano non la augurerei nemmeno al mio peggior nemico", siamo sulla buona strada. Massì, è l'alba di una nuova era, volemose bene.