Fra il serio ed il faceto, prima di affondare definitivamente, inserisce la Strega il commentino ( ben sapendo che farà rizzare le antenne a qlc...per fortuna, a volte, qualcosa si rizza, cmq...)
Come prendere spunti di sublime intelligenza, e miscelarli assieme malamente, rovinando tutto.
Qui Paola pare affondare di fronte allo scoglio che si trova innanzi ed inizia una pericolosa parabola discendente, che salvo rare e future eccezioni, la depone dallo scranno d'olimpo ove era ascesa.
Le idee sono diciamo molto, very multo, buene: un figlio incompreso e drogato, che ha visioni terrificanti; Dyd che è ancora ciucco perso di Lillie, Xabaras che fa capolino, Groucho che si lega al dog per non lasciarlo più, catarsi con ammazzamento doloroso finale.
Eppure non funzia....Sebbene sia, IMO, superiore al tragico ventennale ( totalmente privo di idee...) Barbato annega tali idee in scene esageratamente strappalacrime, con un finale da Liala ( in cui Dylan è assolutamente melenso e piagnucoloso ) strozzando personaggi al limite dell'irritante ( la comparsata di Xabaras, per quanto assolutamente buona, è fuori sincronia e vale per quel che é: mera paraculaggine automasturbatoria ).
Si apre, in questo numero, il velo sul passato di DyD e come sempre o quasi accade, le rivelazioni sono deludenti, scadenti, approssimative, per nulla capaci di elevare il personaggio ai vertici dell'epicità.
Numero dimenticabile se non per i colori e i superbi disegni di Brindisi, va da se. la copertina di Stano, invece, è di rara bruttezza, senza alcun minimo accenno di fantasia.
Il resto è il Dylan della Barbato: romanticone, un poco cialtrone, piagnucoloso e un po' cojone, se vi piace....
Ps :
Desmond ha scritto:
Si tratta di un albo ben scritto e ben sceneggiato; del resto le capacità della Barbato non si discutono.
Discutiamone, invece...