Mi spiego meglio:
Nikolaj Stavrogin ha scritto:
Far passare il colpevole per innocente va benissimo, ma un conto è farlo montando ciò che è realmente avvenuto in modo furbo [e lì tanto di cappello allo sceneggiatore]; un conto è farlo mostrando cose che non sono mai accadute.
Un conto è fornire al lettore degli elementi incompleti, cosa usuale in tutti i gialli, un conto è mostrargli elementi fasulli.
Bastava non disegnare quella scena e far ricostruire tutto verbalmente alla colpevole/finta innocente, ma appunto, la mia impressione è che sia stato fatto appositamente per infilarci la scena di sesso, che infatti è completamente inutile anche nell'economia della scena stessa [potevano semplicemente dormire senza trombare, per dire].
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Cose "
che non sono mai accadute" (ma rappresentate) sono il pane quotidiano di incubi, sogni, illusioni, autosuggestioni, macchinazioni, ed altro materiale obliquo che costituisce la parte fondante di storie horror e thriller più o meno psicologici.
Non ci vedo nulla di strano o tremendamente scorretto verso il lettore, e molti gialli giocano proprio sui continui sgambetti tesi in questi scivolosi (s)cambi di prospettiva tra reale e raccontato/rappresentato... non siamo mica a
Professione Reporter .
Rilancio:
ristrutturare la scena come dici tu le farebbe perdere molto del suo mordente ed appeal, e non alludo al
peep-show da camera da letto che sarebbe venuto a mancare ai nostri occhi - ...
maschili; mi chiedo cosa ne pensino le lettrici. Bertuccia so già cosa risponderà...
Voglio dire, non credi che sarebbe abbastanza
più piatto/stiratamente neutro un semplice urlo standard lanciato nella notte, una cameriera (di colore) che accorre - quindi rimarrebbe solo pag.5 - e poi una ricostruzione abbastanza verbosa del resto in questura, a pathos sgonfio? Magari, invece di limitarsi al solo lato "verbale" si potevano aggiungere anche delle vignette illustrative durante il (falso)resoconto con Dylan, ma questo non cambiava la partitura complessiva.
Qui, invece, nelle
prime 4 pp ci viene concesso un primo excursus - falsato, d'accordo
... ma significativo - attraverso la dimensione domestica del quadretto di coppia:
proprio quello che vuole rappresentare Elizabeth a Dylan nella sua versione dei fatti.
Ecco dunque projettata l'amorevolezza da spot-casalinga di lei mentre strofina la camicia dell'amato, l'allergia di quest'ultimo alla visione del sangue, una epistassica fontana spruzzante, il senso di sicurezza in un abbraccio notturno a sangue caliente, ed il perdersi nei sogni... sempre di sangue.
Un quadretto ambiguo ed un po' inquietante, perché ci fa sembrare la (per)poco vestita signora Mills una mezza sciroppata modello donna-di-plastica, o una paranoica latente... o forse persino un'ipocrita mica tanto credibile
.
Detto questo sono d'accordo sul fatto che l'insistenza sul nudo iper-concentrato sia in buona parte
fanservice-accattiviamoceli, ma la scena va oltre la sfera dei bei globi di Lady Mills, in full screen a ripetizione