Storia discussa, analizzata, amata ( dai più ) e detestata ( dai meno...). Per una volta la Strega va con la massa ( spero ) pensante. Storia assoluta, che forse sarebbe piaciuta a Sclavi nonostante dipinga un DyD diverso da quello evoluto sin a questo numero 280. Malattia che appare palpabile, dialoghi scritti con abilità assoluta, personaggi assolutamente perfetti nella loro drammaticità ( su tutti il ragazzino...) e anche nella loro sensualità ( Mater Morbi, naturalmente ). La raffigurazione della malattia come sensuale femme fatale, vamp quasi, domina, mistress, accende i desideri, stuzzica dolci torture, andando contro l'idea consueta della malattia come orrenda, deforme, vecchia, ributtante. Ma la bravura di Roberto sta proprio nel farci odiare la malattia impersonata da Mater Morbi a dispetto del suo fisico, delle sue movenze sinuose, del suo amore erotico e sensuale. La bravura di Roberto è quella di immergere il lettore in un disagio fisico, palpabile, stordendolo. L'ospedale sudicio, popolato da dottori grotteschi, inumani, è simile ai corridoi lerci del tribunale de Il Processo di Kafka, castello di incubi profondi, ancestrali. Confesso, dopo questa lettura assoluta, di aver frequentato altri nosocomi, altre cliniche....ed inevitabilmente il mio sguardo andava negli angoli, negli interstizi fra i corridoi di linoleum, per cercare sporcizia, luridume, segni di abbandono... Dylan non è forse Dylan qui....ma forse. Forse in verità, è il Dylan più intimo e indifeso, più abbandonato ad un destino cui sfugge solo per desiderio di lei, Mater Morbi, vera dominatrice della storia. La morte del piccolo protagonista colpisce al cuore, stordisce, cancella ogni pietà dalla malattia, come forse c'eravamo illusi di poter trovare. Da questa storia si dipanano disegni magnifici, incisivi, angoscianti e diretti, come ad esempio nella scena dell'anestesia, che fanno tornare Dylan Dog in una dimensione corposa, antica, classica. Pare di scorgere le tetre atmosfera de L'Isola Misteriosa, il cupo disagio di Dal Profondo, la solitudine di Ti Ho Visto Morire.
Capolavoro, fra i più belli di sempre. E' Dylan Dog. Forse non quello di Sclavi, ma per questo ancora più profondo e assoluto.
_________________ " Il locale è triste e sta sempre qua ! "
" Dylan Dog è arrivato allo scontrino fiscale "
Oriana Fallaci ti amo.
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