Cravenroad7

Buon esordio di Recchioni sulla serie regolare, dopo il gustoso antipasto di Fuori Tempo Massimo. Storia grottesca e surreale, in stile Sclavi post-100, con un incipit che ricorda Gente che scompare per poi decollare (quasi letteralmente ) nella seconda parte. Tra parentesi "Le dodici fatiche di Asterix", platealmente omaggiato anche nel Club, è il film del gallico che preferisco. Nella sceneggiatura c'è qualche scricchiolio (il killer armato d'arco, una cliente poco interessante), però ci si diverte. Leggendo i commenti precedenti ho notato un apprezzamento moderato per Brindisi.. a me invece è piaciuto, in particolare nelle tavole in cui Groucho appare a Dylan.

Debbo quotarti pienamente anch'io ho adorato "Le dodici fatiche"!

Potessi rivotarla non arriverebbe al 5.
Mille i motivi, sebbene possegga una grande capacità di immedesimare chi legge alla vicenda. Nel senso che pare un incubo finirla.

Buon albo, che sarebbe potuto essere ottimo con qualche accortezza in più... A parte l'assassino con le frecce che sembra proprio buttato lì a caso e serve solo a introdurre Dylan in una classica situazione di "lavoro", ho trovato abbastanza inutile la ricerca del famoso "modulo A38" che da il titolo alla storia...
Non capisco tutta l'enfasi che gli viene data visto che il tema dell'albo non è quello del paradosso della burocrazia, e sembra più una "storia nella storia" introdotta per fare "massa"...
Invece l'idea dell'irrazionalità dell'uomo come fonte di entropia e della correzione di tale difetto come se fosse il bug di un software altrimenti perfettamente funzionante mi è piaciuta!
Insomma, soggetto ottimo, sceneggiatura così così, e belli come sempre i disegni di Brindisi.

Credo si tratti di un classico McGuffin (ma non ho letto la storia, quindi posso solo ipotizzarlo, e darmi delle arie da intellettuale facendolo)

Altro albo dai sentimenti contrastanti che puo' suscitare le reazioni piu' differenti e agli antipodi.Dipende dai punti di vista,e dall'approccio individuale verso il personaggio.
Io ho trovato "Il modulo a38" veramente bello.Un divertissement inquietante nella sua apparente atmosfera goliardica.Anche qui,incubo fuori dagli schemi.Recchioni e' un'autore a suo modo raffinato,gli piace abbattere i canoni del rassicurante gia' visto e sentito,o al limite metterci comunque del suo.Non a caso,lo trovo un'autore dallo stile riconoscibile come pochi.Magari c'e' qualche incertezza e qualche situazione non sempre appagante ai massimi livelli,ma tutto sommato la trama scorre bene,ed e' consapevole della propria dimensione d'intrattenimento senza particolari pretese considerando la tipologia di storia.
Avercene...

Tra le storie scritte da Recchioni per la serie regolare, era l'unica che mi mancava.

Ho trovato l'albo di recente in un negozio di fumetti usati, ad € 1,50.

Storia molto carina, tra il surreale e il paradossale. Certo è curioso vedere come colui che sarebbe poi diventato il futuro curatore della testata e avrebbe rotto gli schemi eliminando certi clichè, non disdegnasse di usarli (Dylan che va a letto con la cliente di turno oppure che usa il distintivo per accedere nell'azienda e parlare con il dirigente)

Brindisi ai disegni si conferma la solita garanzia.

Mulholland Drive con Groucho <3

Bella storia, a me è piaciuta. Forse avrei messo un finale un po' meno sbrigativo e lineare ma, bel complesso, ad averne di storie così!

brutta, poi copia/cita la scena comica di asterix e le 12 fatiche

il modulo a38
recchioni all'esordio fa subito capire di avere idee, talento, rispetto del personaggio... c'è molta differenza con le altre storiacce del periodo....
interessante soprattutto la presenza-assenza di groucho, messo da parte già in questo periodo seppur ufficiosamente..... recchioni riesce a rilanciarlo non tanto nelle battute, piuttosto immergendolo in una situazione surreale che regala qualche sprazzo di vitalità e vigore anche nella caratterizzazione di dylan...
molto buoni i disegni di brindisi, da segnalare il volto particolare della "cliente" e il cameo di harry dean stanton, forse ce ne sono di altri attori...
bisogna dire che i testi rimangono nell'ambito della pura teoria "burocratese", di sostanza ce n'è poca, un nonsense virtuale un pò rompicapo, un pò sonnifero... si intravede un restyling dell'immaginario dylaniano, ma non si capisce ancora se è bene o male...
copertina insipida

voto 6+