Cravenroad7

Mmm... ora che ci penso è molto probabile! Dato che Sclavi non voleva svelare il passato di Dylan ci potrebbe stare come cosa.

oddio non esageriamo... allora 500 numeri di tex sono il sogno di chi, del cavallo?

Forse...Sempre che di cavallo di razza si tratti, sennò se fosse ronzino, avremmo storie a livello di certi autori attuali...

Cmq lo dico perché vedendo certe tavole, pare proprio che sia così ( almeno a me..)
Tipo l'ultima, oppure quella di pagina 60/61 ad esempio, che poi sarebbe nelle corde dell'idea sclaviana espressa già in Morgana e Storia di Nessuno.

Continuo a pensare che questo albo sia stata la vera rovina per il personaggio, e quello che più mi fa arrabbiare è l'irremovibilità di Sclavi sul mantenere la biografia di Dylan in linea con quanto raccontato qui. Il giorno (capitasse mai, ma non credo) che si decideranno di cancellarlo per sempre e ridisegnare la vita del personaggio (so che la parola reboot non piace quasi a nessuno, ma quando ci vuole ci vuole!) festeggerò adeguatamente.

anche io bo.82, ed è quello che ho sempre espresso.
Io non voglio una biografia chiara di dylan, voglio qualcosa che lasci molto all'immaginazione, come nei primi numeri, solo pochi caposaldi: il passato da poliziotto, l'alcolismo, l'amicizia con Groucho e Bloch che perdura, la perenne ricerca di un amore che non arriva mai, il maggiolone non si sa come e perché acquistato, proprio quello e con quella targa, ecc. Fine. Sclavi ha iniziato la china del personaggio, e la sua, quando ha voluto imprimergli la sua visione in maniera troppo indelebile.

Lo dico, finora non ho mai letto il numero 100 di Dylan Dog, seppur ce l'abbia nella mia collezione.
Non saprei dire perché, ma ho sempre avuto paura di scoprire certe cose che forse sarebbe bene lasciare sepolte, e scoprire che non ne valeva la pena, e magari rimanere con un pugno di mosche in mano.
Non so proprio che fare, se leggerlo o meno.

fai come abbiamo fatto noi "in diretta" prima leggiti gli altri 99

Scelta coraggiosa eppure discutibile.
Nel senso che, leggendo la chiosa iniziale del numero un questione, era una delle ipotesi che la Bonelli, Sclavi o chi per loro, aveva posto come introduzione.
Sarà, ma penso che operazioni di questo tipo siano in realtà simili alle esche sistemate sulle tagliole: attirano gli animali per imprigionarli. Qui si attira il lettore tentandolo a non arrivare a conoscere eventuali, enormi, segreti e rivelazioni che, alla fine della fiera, si dimostreranno poca o nulla roba ( il massimo, cmq, di questo trucco lo si raggiunge con il ventennale...).
Se non ci sei cascato, hai la mia stima. Io son troppo curiosa...

ci ho messo un "buono" perché la storia di per se mi ha sempre affascinato molto, però non mi ha mai davvero convinto e credo abbia rappresentato una sorta di forzatura sul lungo periodo

Non ha le cariche horror onirico/disturbanti che (per citare altri fondamenti della storia di Dylan in senso stretto) ho amato visceralmente in Morgana e nel primissimo L'Alba dei Morti Viventi...per me è più come una specie di biografia/finale fantasy corale apprezzabile solo se giudicata in se stessa senza prendere in considerazione tutto l'universo narrativo di Dylan Dog.

La prima impressione che offre questo albo è che la montagna abbia partorito un topolino.
Tuttavia, al pari di ciò che avviene quando si guarda un vecchio film, oppure si ascolta un vecchio disco, ogni cosa va contestualizzata.
E non tutto quello che oggi può apparire scontato, lo era anche vent'anni fa circa.
Ricordo, infatti, nel lontano 1994 l'incredibile hype suscitata dall'uscita di quest'albo, e il sincero terrore che proveniva dall'ipotesi, non creduta ma mai del tutto esclusa a priori, che potesse essere anche l'ultimo albo di Dylan Dog.
Tralasciando, infatti, per un attimo la storia in sé, quel che è certo è che:
- si trattava (uscite speciali su altre riviste a parte) del primo albo a colori di Dylan Dog;
- dell'idea, assolutamente innovativa, di pubblicare una storia che costituiva la conclusione ideale di tutta la serie, da posizionare all'estremità destra della collezione;
- della prima volta in cui si davano chiaramente informazioni sul passato di Dylan Dog.
Ci sono sicuramente altri aspetti innovativi, ma al momento mi vengono in mente questi.
Diciamo, quindi, che il #100 se, forse, non ha una elevata importanza qualitativa, la ha sicuramente dal punto di vista di quella che si potrebbe definire "storiografia fumettistica", e questo non solo limitatamente alla testata, ma più in generale.
Intendo dire che, ad esempio, se oggi possiamo confrontare i colori del #100 con quelli di altre uscite di Dylan Dog (escluso, ripeto, quelle "fuoriserie"), al tempo quel colore rappresentava un unicum, sempre ovviamente, con riferimento all'old boy, e come tale aveva evidentemente un peso assai maggiore.
Detto questo, è innegabile che quello Sclavi fosse sicuramente un autore stanco.
Ma forse anche per questo quell'albo va rivalutato.
Perché è il diario di un rapporto controverso con il proprio personaggio, ed è forse proprio quel distacco dell'autore dalla sua creatura a fornire una tensione poetica e per certi versi anche drammatica.
Proprio per questa ragione, ho votato Ottimo (per me un 9, che non diventa 10 perché vorrebbe dire soffrire della Sindrome di Stoccolma).

Sei sicuro di quello che scrivi ?
No perché, scusa se te lo dico, credo che tu abbia errato e di grosso.
L'albo in questione sarà stato pure il primo a colore di DyD, ma a parte che era dalla notte dei tempi che gli albi centenari della Bonelli erano a colori ( Tex, Zagor e compagnia cantante....) e quindi questo non provava e non portava a niente di più che una celebrazione fine a se stessa, le rivelazioni tanto sbandierate erano solamente anticipate come curiosità atte a stuzzicare il lettore ( nè più, nè meno che le anticipazioni del frontespizio di ogni numero ) c'era realmente qualcuno che pensasse alla possibilità che la Bonelli troncasse la pubblicazione di una delle sue testate più vendute, acclamate e di successo del suo panorama editoriale ?
Sclavi più che stanco, qui, appare volutamente capace di creare suggestioni e rimandi a soluzioni impossibili, che lascia volentieri, sadicamente, nelle crape degli eredi ( Barbato su tutti, ad esempio....) incapaci di capirci una fava.
Il colore era e rimane scadente, sebbene all'epoca fosse un unicum, un errore grossolano non imputabile a Sclavi ma che ne mina fortemente l'impatto visivo ( anche oggi i disegni di Stano sono quanto meno imbarazzanti, visti chi li ha fatti ed il numero e il personaggio che ritraggono ).
Il voto all'albo non lo discuto, visto che anch'io lo reputo positivo, ma non eccelso ( anzi deludente ).
Lo reputo buono per le domande cui, volutamente, non da risposta fingendo di annunziarne a iosa, ma resta colmo di assurdità narrative, personaggi fuori calibratura, scene madri, frasi ad effetto senzionalistiche.
Eppure, visto che lo ritengo un sogno di Groucho e nulla più, perfettamente comprensibili.

Si Dogares, sono sicuro di quello che scrivo.
Perché all'epoca ero molto piccolo, non c'era internet e la possibilità di confrontarsi (e di conseguenza imparare) con altri lettori era molto più scarsa, non leggevo altre testate perché non avevo soldi e quindi non potevo confrontare il colore con altri celebrativi.
Nella mia stessa situazione c'erano altri miei coetanei di scuola.
E' proprio quello che scrivevo in termini di contestualizzazione.
Poi è ovvio che se mi capitasse ora per le mani per la prima volta il #100 la mia opinione sarebbe diversa.
Quello che tu scrivi è tutto vero, e io ho semplicemente scritto il mio punto di vista basato su esperienze anche e soprattutto extra albo che in relazione al contenuto dello stesso.

L'idea era volutamente inserita anche nella presentazione, che era, è e rimarrà assolutamente ingannevole.
Il "porre l'albo alla fine di ogni numero futuro" è stata una mera genialata di sclavi, ma anche una operazioni degna di Moriarty, per le implicazioni che ha avuto sulle altre storie della "mitologia".
Che tu pensassi realmente che fosse l'ultimo numero, poi, a vederlo oggi, sarebbe stata anche una panacea, altro che bubbole.

tante spiegazioni..e tanti interrogativi che vengono poi richiusi nel numero 200... love it!