# Maxi 15 - L'avamposto perduto-La nave nera-Il vigilante

Gabriele79 · **Iscritto il:** dom dic 02, 2012 1:36 am **Messaggi:** 270

ilMaLe ha scritto:

Una bella copertina di Stano apre il Maxi.

"L'avamposto perduto" perduto è una storia discreta. La trama è gustabile, i disegni di Montanari e Grassani gradevoli come sempre. Il loro tocco anni '80 ben si presta per i volti dei militari (alcuni con il baffo alla David Niven). Nella nebbia della campagna inglese per l'ennesima volta Dylan Dog si perde verso il mistero.

SPOILER

Non si capiscono bene le interrelazioni tra il fantasma Gus e i malcapitati chiusi nella cella e lasciati morire di stenti. Anche perché le armi dei militari fantasmi non uccidono. E il cibo preso da Dylan di che tipo era: fantasma o no? Queste incongruenze non minano più di tanto la storia. Il finale non è per nulla deprecabile e la scena finale punta (e forse riesce ad ottenerla) alla lacrimuccia. Bravo Gualdoni.

"La nave nera" ci riporta dal mistero all'horror. Montanari e Grassani tornano a teste mozzate e corpi infilzati con annessi schizzi di sangue. Ci voleva. Marzano scrive una storia dedicata al Tamigi, fiume poche volte posto al centro delle storie di Dylan (a parte il mitico n. 49 "Il mistero del Tamigi").

SPOILER

Marzano esagera nel farci scoprire il colpevole delle stragi. Gli operatori ecologici del fiume ce li presenta troppo simpatici e fessacchiotti perché un lettore possa sospettare di loro. Graziosa la scelta di far interagire Dylan con i due anziani pescatori uccisi nel flashfoward iniziale. Incongruenze: come faceva Dylan a sapere che il rito si sarebbe compiuto sul barcone? E i due anziani pescatori a pag. 154 hanno un'auto con il volante a sinistra! M&G stanno molto attenti a questi particolari, ma magari l'avevano comprata in continente. Resta una storia discreta, con poca suspance e delle belle uccisioni. Non ci sono slogan ecologisti gratuiti ma il messaggio di amore per la natura passa tra sacrifici umani e dee rinate.

concordo sul tratto anni '80 che Gualdoni sapientemente rispetta con quell'ambientazione. Era il maggior pregio di Gualdoni e a me questo piaceva, ma vabbe'. Comunque due cose, le armi dei militari non facevano male, per questo Gus chiudeva i malcapitati viaggiatori, loro vivi come Dylan, nel magazzino, in modo da farli morire di fame visto che non poteva ucciderli in altro modo. Quanto al cibo, forse ti è sfuggito che Dylan non mangia nulla, dichiarando di non aver fame.

Anche io nella seconda storia ho notato l'auto con guida a sinistra, molto strano. Le cose migliori sono le uccisioni che rievocano lo splatter di un tempo, e il finale in tipico stile dylaniato, almeno quello di un tempo.

tommaso · **Iscritto il:** lun mar 01, 2010 4:23 pm **Messaggi:** 913

Per me l'effetto vintage è del tutto involontario e determinato dal pressapochismo.
Infatti il tocco della storia di Gualdoni è talmente tanto anni 80... che la storia è palesemente ispirata ad un episodio di "Agente speciale", "The Hour That Never Was", cioè la serie anni 60 che più anni 60 non si può.

Immagine

Tra l'altro quell'episodio era per certi versi molto più "sclaviano" della lineare storiella di Gualdoni.

Triss · **Inviato:** lun nov 18, 2013 1:06 pm

Gualdoni era oleografico.

Gabriele79 · **Iscritto il:** dom dic 02, 2012 1:36 am **Messaggi:** 270

oleografico?

comunque ho letto anche la storia di recchioni, la storia non è male ma a mio parere così come confezionata è troppo lunga. Già dopo pagina 30 il caso sembra risolversi con un emulatore, a pagina 40 il killer si sputtana sparando in mezzo ad una folla, avrei preferito che continuasse lungo una sottile linea di sangue come per mister fear, una storia a cui, almeno parzialmente, mi è sembrato fosse ispirato questo racconto, sarà stato forse il comune tratto di M&G.

Nella prima storia, forse l'effetto vintage non è voluto ed è dovuto a pressapochismo, però ammetterai che l'ambientazione, in mezzo ad una nebbiosa foresta, niente riferimenti a computer, telefonini, navigatori e cazzatine tecnologiche varie, gli stessi volti, le uniformi e le armi dei personaggi, rimandavano a quel periodo.

Triss · **Inviato:** lun nov 18, 2013 10:06 pm

Gabriele79 ha scritto:

oleografico?

Riproduce(va) un Dylan stereotipato e banale con una scrittura priva d'originalità (e scadente). Meglio: rinunciava alla sua sensibilità narrativa cercando di riprodurre con lo stampino il Dylan sclaviano degli anni '80.

Gabriele79 · **Iscritto il:** dom dic 02, 2012 1:36 am **Messaggi:** 270

trovi che sia così negativo cercare di rifarsi all'ideatore? semmai gli va attribuito di non essere stato capace di essere sufficientemente creativo per instillare nuova vita ai vecchi schemi. La sceneggiatura peraltro fila bene, può piacere o non piacere ma si vede di peggio. Riuscirà Recchioni a fare di meglio con dei cambiamenti di trama e di schema narrativo? tutto da vedersi, intanto come procedono le vendite?

MandarinoFish · **Inviato:** mer nov 20, 2013 12:55 pm

Triss, grazie per aver ampliato il mio vocabolario :mrgreen:

Triss · **Inviato:** mer nov 20, 2013 1:30 pm

A te!

Gabriele79 ha scritto:

trovi che sia così negativo cercare di rifarsi all'ideatore?

Tutt'altro. Riprendere il modello concettuale del personaggio è il fondamento per scrivere una serie come Dylan Dog. Tuttavia, è necessario anche metabolizzare la lezione sclaviana per potersene servire, e questo non può avvenire senza l'ausilio della propria sensibilità narrativa.
Gualdoni prendeva di peso quel personaggio e lo riversava nelle storie rinunciando persino alla tecnica ( ci sono divese sue storie profondamente carenti in questo senso). Il risultato è stato - paradossalmente - quello di coglierne l'epidermide banalizzandone tutti i cliché.

Cita:

semmai gli va attribuito di non essere stato capace di essere sufficientemente creativo per instillare nuova vita ai vecchi schemi.

No, o almeno, non solo. Gualdoni pur di assolvere alla sua 'missione' ha rinunciato persino alla buona scrittura. È questo il fatto più grave.

Cita:

La sceneggiatura peraltro fila bene, può piacere o non piacere ma si vede di peggio.

Al di là delle preferenze, la sceneggiatura de "L'avamposto perduto" è mediocre. È una storiella priva di spessore e anche un po' retorica che riprende lo spirito del personaggio soltanto nelle intenzioni. Per dire: se il livello delle storie fosse rimasto questo, credo che Dylan Dog sarebbe scomparso in breve tempo.

Cita:

Riuscirà Recchioni a fare di meglio con dei cambiamenti di trama e di schema narrativo? tutto da vedersi, intanto come procedono le vendite?

Questo si vedrà. Ora, la cosa più urgente da fare è migliorare il livello delle sceneggiature incentivando la libertà creativa degli autori, senza opprimerli con restrizioni prive di senso; per farlo, però, Recchioni dev'essere in grado di entrare in sintonia con il personaggio in modo da scegliere anche una squadra di sceneggiatori di alto livello (e quest'ultima cosa mi sembra l'abbia già fatta).
Riguardo alle vendite: nessuno può sapere come andranno, ma la speranza è quella di riuscire a ridurre le perdite.

Gabriele79 · **Iscritto il:** dom dic 02, 2012 1:36 am **Messaggi:** 270

be' dal 325 qualche numero è già uscito e le vendite credo ormai contabilizzate, magari non siamo ancora al corso del tutto nuovo che ha in mente RRobe, ma alcuni cambiamenti ci sono stati, sarebbe interessante capire come procedono le vendite. Di solito quando sono annunciati dei cambiamenti sono fisiologiche delle salite, poi bisogna vedere se ci si assesta su nuovi livelli o si declina e se si declina quando ci si ferma, ad un livello maggiore o minore di prima?

Triss · **Inviato:** ven nov 22, 2013 1:56 am

Anche con la vecchia gestione c'erano delle oscillazioni fisiologiche. Bisognerà vedere sul lungo periodo se l'emorragia tende a diminuire.

il RRobe · **Inviato:** lun nov 25, 2013 10:15 pm

Gabriele79 ha scritto:

be' dal 325 qualche numero è già uscito e le vendite credo ormai contabilizzate, magari non siamo ancora al corso del tutto nuovo che ha in mente RRobe, ma alcuni cambiamenti ci sono stati, sarebbe interessante capire come procedono le vendite. Di solito quando sono annunciati dei cambiamenti sono fisiologiche delle salite, poi bisogna vedere se ci si assesta su nuovi livelli o si declina e se si declina quando ci si ferma, ad un livello maggiore o minore di prima?

Ci sono segnali timidi ma positivi. Nel senso, il segno meno è stato sostituito con il segno più.

Altair · **Inviato:** dom feb 09, 2014 12:12 pm

Maxi abbastanza soporifero, salvo solo la storia di Recchioni e in parte quella di Marzano. Per il resto quoto il commento di N.6 che condivido in toto, a parte la valutazione totale dell'albo a cui affibbio un mediocre.

N.6 ha scritto:

Ho votato accettabile, nonostante la prima storia abbassi notevolmente la media. Le storie, comunque, a mio parere vanno in crescendo, all'interno dell'albo.

L'avamposto Perduto
Storia iper-telefonata, che sembra essere sceneggiata per puro dovere, senza il minimo interesse da parte dell'autore verso ciò che sta raccontando. In qualche storia breve, Gualdoni mi aveva lasciato un'impressione positiva ("Blatte" o "L'uomo che non c'è", per esempio) ma qui non c'è un minimo guizzo, nemmeno una scena che non sia costruita in maniera standard, e lo sceneggiatore si limita a shackerare un po' di tipici cliché dylaniani assortiti e a tirarne fuori un compitino innocuo e alquanto soporifero. L'unica battuta che ha destato il mio interesse è "...chi inventa le mie storie dev'essere a corto di idee!", che un sorriso me l'ha strappato. Tutto il resto è noia...

La Nave Nera
Un episodio classico e purtroppo eccessivamente prevedibile, ma quantomeno sorretto da una sceneggiatura solida, con la giusta dose di atmosfera e con dei dialoghi sufficientemente vivaci. In genere non apprezzo molto Marzano, ma questa volta secondo me ha fatto un lavoro più che discreto e la storia l'ho letta con piacere. Peccato per il soggetto fin troppo semplice e lineare.

Il Vigilante - Attenzione, qualche SPOILER
La migliore del mazzo. Certo, anche in questo caso, come accade spesso su Dylan, l'identità del colpevole è fin troppo facile da intuire, dato che ci sono solo due personaggi sospettabili e lo sceneggiatore sembra fare di tutto per appuntare i sospetti su uno, rendendo quindi evidente che il colpevole è l'altro. Però c'è azione, dialoghi brillanti e incisivi, un finale anomalo e qualche riflessione sulla caratura dell'eroe. Certo, ci sono delle sbavature... per esempio, comprendo poco la scelta di Recchioni di lasciare fuori scena il ferimento di Groucho e di non mostrarlo nemmeno in ospedale, cosa che toglie pathos alla sequenza, dal mio punto di vista. Il risultato, comunque, per me è decisamente godibile.

Su Montanari e Grassani niente di particolare da dire: non li apprezzo più da anni, ormai.

Piccatto · **Inviato:** dom mar 23, 2014 4:42 pm

Un mio commento sarebbe superfluo, quoto i due signori qua sopra

LestatDeLioncourt · **Iscritto il:** ven ott 10, 2014 1:54 pm **Messaggi:** 532

"L'avamposto perduto"
Storia che scorre via leggera con il pilota automatico senza mai destare grande interesse nel lettore.Gualdoni inizia con una sorta di ironia\autoironia un po' fine a se stesse,che sembra voler fare una premessa alla vicenda poi raccontata.Che ribadisco essere leggera,senza guizzi e originalita' e con un finale prevedibile.Si legge tranquillamente,e' veloce.Ma altrettanto velocemente si dimentica.Atmosfera non valorizzata,personaggi poco interessanti.

"La nave nera"
Anche qui,poco materiale di sostanza per cui valga la pena entusiasmarsi.Quache spunto interessante che si perde in una narrazione incostante,con pochi alti e troppi bassi,e un utilizzo del tema ecologista e del personaggio che rappresenta il fiume non proprio capace di coinvolgere e convincere.Marzano usa 100 parole dove ne bastano 50,e i suoi personaggi non creano quell'interesse tale da proseguire con la lettura per capire come andra' a finire e perche'.

“Il vigilante”
Non entusiasmante,anche se superiore alle prime due storie di questo maxi…se non altro per ritmo e voglia di essere anche eccessivi,a tratti caricaturali…cosa che mi ha alquanto divertito.Non importa tanto la risoluzione del caso,per altro nemmeno centrale alla narrazione…Recchioni lo rivela senza grossi sussulti,concentrandosi piu’ sulla caratterizzazione di Anita e sulla sua sofferenza distruttrice.Alcuni passaggi di sceneggiatura un po’ telefonati,ma niente che vada a compromettere il tono della lettura,volutamente esagerato e a suo modo goliardico.
Non il miglior testo di Recchioni.Il migliore pero’ di questo maxi.

Risultato finale…un maxi mediocre.Le prime due storie abbastanza piatte,e una terza piu’ vitale che pero’ non basta a risollevarne le sorti.

Kramer76 · **Inviato:** ven nov 20, 2020 4:28 pm

l'avamposto perduto
storiaccia di gualdoni, così insulsa che non pare neanche vero...
la più brutta che ho letto finora di gualdoni, meglio blacky...
disegni e copertina nella media, cioè scarsi

voto 4

Cravenroad7

# Maxi 15 - L'avamposto perduto-La nave nera-Il vigilante

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