Cravenroad7

Allora largamente condivisibile... sarà che saremo tutti lettori mediocri o come preferisci, ma i gusti prescindono da ciò.

votato 7.
la storia è sicuramente un ritorno all'horror ,i dialoghi "svegli" e freschi però i disegni sinceramente non li ho digeriti..

Non condivisibile, invece, e persino autoconfutantesi, poiché l'affermazione che oggettivi sono solo i fenomeni matematici non è un fenomeno matematico. Così come, più banalmente, non è un fenomeno matematico che io abbia scritto questo post e che Dall'Agnol e Enna siano gli autori dell'albo in edicola.

Signori, signori, non entriamo nella metafisica, per cortesia...

Parole santissime... Vai così, Roberto!

"Tirato via" significa disegnato in fretta, senza star lì a perderci troppo tempo. Dall'Agnol è tutto tranne che veloce, anzi, è lentissimo! A me pare che perda molto tempo su ogni vignetta, lo ribadisco. Detto questo, una vignetta che sembra - SEMBRA - tirata via c'è anche per me, ma non vi dico quale.

Più che metafisica è un'ovvietà ovvia.

Ragazzi, mi dite secondo voi cosa fa Tehamaru a pagina 42 prima vignetta? E dov'è finito il corpo del padre di Easy?
Qualcuno di voi ha inoltre capito di chi è il figuro a pagina 40 della prima vignetta?

Noon direi. Ma non è attinente all'argomento, quindi non continuo.

Io credo si stia dando la spinta per sferrare il calcio della vignetta successiva. Il padre di Easy è stato semplicemente rimosso, perché non è funzionale alla scena. Quanto al figuro di pagina 40... Bella domanda! Non lo avevo notato!

OoET

Più che altro mi sembrano (non-)affermazioni vicine al nominalismo Triss-ino...

... con una spruzzata di Gorgia e Protagora, che notoriamente se ne spernacchiavano della metafisica.

[...]

Tornando alla storia del mese: stamattina sono riuscito a leggere con attenzione soltanto le prime 20 pp.
E la cosa migliore mi è sembrata l'editoriale del RRobe.
Davvero bello .

ALOHA ALL SAINTS (IN PARADISE)

Rrobe ringraziandoti per la tua disponibilitá nel rispondere, volevo chiederti se ci potevi far vedere la copertina originale dell'albo? o magari il titolo, sono troppo curioso!

Dopo l'impennata dell'albo scorso, questo mese si è rientrati nella norma. Ovvero: mediocrità assoluta.

Peccato. Evidentemente per la VERA ripresa di Dyd dovremo aspettare ancora un po'.

Aggiungo che il mio disappunto NON dipende dai disegni di Dall'Agnol, che pur imperfetti a tratti mi hanno avvinto non poco.
Per i miei gusti personali, prediligo il vecchio Dall'Agnol in stile Il buio e Lontano dalla luce, ma questi disegni sono comunque più coinvolgenti della mediocrità dei recenti Piccatto/Roi/Freghieri ecc ecc.

seguono
S
P
O
I
L
E
R

Il soggetto, con il tatuaggio come 'metafora' del disegno puro, poteva avere del potenziale, ma la sceneggiatura non lo sfrutta.

Innanzitutto, l'equazione "indigeno polinesiano = magia nera" è banale e antiquata. Sembra di essere tornati ai tempi degli horror Universal degli anni '30, dove non appena vedevi uno zingaro (o una qualsiasi minoranza etnica) potevi star certo al 100% che era un praticante di magia nera.

Ma ai tempi della Universal, quella era ancora una relativa novità. Oggi è un luogo comune puro e semplice.
Non è un problema di politically correctness, è che proprio il concetto è usurato, visto e stravisto. Per rivitalizzarlo sarebbe stata necessaria una caratterizzazione potente e originale dell'indigeno (come aveva fatto Sclavi con Nonplus all'epoca del sublime Maledizione nera).
Niente di tutto ciò in Sulla pelle: Tehamaru si segnala solo per il sadismo e per una fastidiosa petulanza. Serve ben altro perchè un serial-killer lasci il segno! Così il personaggio non si schioda dalla routine.

Anche la trama in sè non riserva sorprese. Si sviluppa in modo fin troppo lineare, seguendo le indagini di Dylan (perlomeno più "attivo" del solito) nell'attesa che il cattivo venga sgamato. Insomma, il classico scontro "buono" contro "cattivo", senza particolari risvolti o sfumature. Tutto nella norma - una banale norma.

Qualche personaggio secondario è ben caratterizzato, ma non basta a far emergere l'albo. Discutibile, poi, che i tatuaggi vengano presentati come roba da svalvolati, se non addirittura da carcerati o criminali (ma quanti anni fa è stata scritta la sceneggiatura?!).

Un'occasione fallita.

L'enciclopedico Wolkoff esaurisce già l'argomento; ma le mie - preciso - sono considerazioni ancor più semplici, senza chiamare in causa eminenti filosofi.
Faccio un esempio: se un disegnatore canna l'anatomia di un personaggio, la canna, punto ( a scanso di equivoci, non mi riferisco a Dall'Agnol). E non stiamo parlando certo di fenomeni matematici.

Disegni e copertina non mi sono piaciuti!!!
Dove sono i tatuaggi??? Porca miseria si parla di tribali ma io ho visto solo segni e graffi indistinguibili. Le macchinette per tatuare sembrano penne/siringhe, non ne è stata disegnata una decentemente, a partire da quella in copertina che ha un Grip che termina con un cono al posto dell'ago, e poi lo sanno tutti che i tatuatori usano guanti neri...
A parte queste cose che mi hanno fatto storcere moooolto il naso (mi dispiace per gli autori ma sono un tatuatore) la storia mi è pure piaciuta (Adoro Enna e sto recuperando tutti i saguaro) ed i disegni di dall'agnol li ho sempre amati (resta sempre un pilastro della serie) ma penso che prima di consegnare una sceneggiatura si debba ponderare bene la scelta del disegnatore; voglio dire sclavi chiese a casertano cosa gli piacesse sisegnare e subito dopo gli consegno una sceneggiatura ricca di costumi ottocenteschi (attraverso lo specchio)...