Cravenroad7

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 Oggetto del messaggio: Re: Il coccodrillo come fa...
MessaggioInviato: mar lug 23, 2013 2:29 am 
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 Oggetto del messaggio: Re: Il coccodrillo come fa...
MessaggioInviato: mar ago 06, 2013 11:41 pm 
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Saranno un pajo di scarpe (al morto) di coccodrillo molto fuori-moda perché tardive...
ma non lo sapevo proprio che fosse morto, mannagghia alla pupazzaccia :cry:

Immagine

Qualche minuto fa ho fatto la sgradevole scoperta mentre rinfrescavo la memoria su certi personaggi persi nel (mio) tempo.
Mi ricordo una trasmissione che faceva su VideoMusicquando non ero ancora un adolescente: rimasi impressionato dalla sua comicità... affabulatoria, sottile, garbata, giovanile, elegante senza essere snob, dinamica senza scalmanarsi.
Non per nulla era di british-origine, anzi irish :g: .

Poco prima di passare a "miglior commedia" stava lavorando ad un blog sul sito del FattoQuotidiano.

Questa era la sua intro:
"Sono nato in Irlanda a mia Insaputa. Ma con il senno di poi, ne sono estremamente orgoglioso.
Educazione al Trinity College, corso di Letteratura anglosassone moderna con indirizzo aggiunto di costruzione bombe per l’I.R.A. (Serve Sempre…). Figlio di musicisti, negli anni sessanta sono venuto a Roma, non per scelta mia (ancora!) ma dei miei che vedevano nel paese del sole, pizza & mandolino una svolta epocale… Non andò proprio così, ma mi salvai grazie ai miei cinque zii che sempre mi accompagnano: lo zio Buster (Keaton), lo zio Jimmy (Joyce), lo zio Miles (Davis), lo zio Stanley (Kubrick) e lo zio Willie (Shakespeare). Sono tutti morti, ma non per me. È per loro che cerco di fare ridere la gente. Ed è meglio
".


Ciao Daniele , e perdonami il ritardo, anche se non ero incinta.


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 Oggetto del messaggio: Re: Il coccodrillo come fa...
MessaggioInviato: mer ago 07, 2013 10:17 pm 
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Mai apprezzato. Molto elegante, si, ma non mi coinvolse mai più del dovuto.
Ammetto che fosse sagace e dotato di una buona cultura, cosa poco richiesta nella italica tivvù odierna, ma non lo trovai mai particolarmente divertente. Diciamo che, come Stefano Satta Flores, apparteneva ad una serie di comprimari quasi sempre ignorati tranne dopo la dipartita.
Piuttosto ricordo un programma tv di cartoni su RaiDue presentato da Satta Flores, ma non rammento il titolo...

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 Oggetto del messaggio: Re: Il coccodrillo come fa...
MessaggioInviato: gio ago 08, 2013 1:11 am 
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dogares ha scritto:
non mi coinvolse mai più del dovuto... non lo trovai mai particolarmente divertente.
...apparteneva ad una serie di comprimari quasi sempre ignorati tranne dopo la dipartita.


Non mi sembra che essere coinvolgente fosse il suo punto d'arrivo :roll:
Apparteneva un altro genere di comicità, non da mattatore ca(ba)ratterista, ma più da ironista teatrale.
Ed infatti di cinema e tv ne ha fatti pochissimi, alla fine.
E poi mi pare che anche dopo la morte sia stato completamente ignorato, come molti di quelli che vivono dell'effimero del palcoscenico, non registrato né registrabile :| .


Sui cartoni di Satta Flores non mi viene in mente propio nulla.
Forse non ero nemmeno nato.

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 Oggetto del messaggio: Re: Il coccodrillo come fa...
MessaggioInviato: gio ago 08, 2013 9:49 am 
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wolkoff ha scritto:
Sui cartoni di Satta Flores non mi viene in mente propio nulla.
Forse non ero nemmeno nato.


:evil: :evil: :evil: Probabile.... :evil: :evil: :evil: :evil:

Cmq era un programma che andava in onda se non erro dalle 18.30/19.00 per un'oretta....presentava cartoni di Bruno Bozzetto, sperimentali, anche eros ( rammento i gemiti suadenti delle protagoniste...)

Trovato: si chiamava Drops e qui vi posto tutto....cos'erano i cartoni a quell'epoca...Rimane il dubbio di come possa ricordare la trasmissione, essendo io nata nel 1974...ma a questo credo non vi sia soluzione...

Drops (prima parte)
10 commenti Pubblicato da telememorie su 9 dicembre 2009

Uno dei significati della parola inglese drops è “gocce”, ed è forse per indicare delle “gocce” di animazione che venne scelto questo strano titolo per una particolare rubrica trasmessa dalla RAI sul finire del 1976. Dropsè stata infatti una trasmissione unica, oggi dimenticata, che costituì il culmine di una serie di iniziative della tv pubblica rivolte ad animazione e fumetti.Per anni il cartone animato non godette di particolari trattamenti da parte della RAI. Riservato dai programmatori a bambini e ragazzi, proposto in netta minoranza rispetto a telefilm, film, documentari e rubriche, era trasmesso nello spazio pomeridiano dedicato ai più giovani e raramente ne usciva. A parte trasmissioni speciali in occasione delle feste natalizie le eccezioni furono più uniche che rare. Va ricordata quella di Disneyland, la rubrica Disney che dall’inizio delle trasmissioni del secondo canale nel 1961 per qualche anno prese possesso della prima serata. Ma si trattava sempre di un programma non specificamente rivolto all’animazione che proponeva per lo più documentari e telefilm.Le cose cominciarono a cambiare nel 1968, lunedì 15 gennaio, quando venne inaugurata la fascia meridiana della programmazione. Sui pochi schermi accesi alle 12,30 apparve il volto dell’annunciatrice Gabriella Farinon che introdusse le prime trasmissioni: la rubrica culturale Sapere, Le meraviglie della natura e il TG delle 13,30, per la prima volta condotto da giornalisti – nell’occasione Piero Angela – e non da speaker, che esordì con le drammatiche notizie del terremoto del Belice. In questa fascia nacquero due programmi che per anni allietarono l’ora di pranzo di milioni di italiani: Oggi le comiche dal 16 gennaio e Oggi cartoni animati dal 20 febbraio, che propose nella prima puntata alcuni episodi di Gustavo.
Con Oggi cartoni animati l’animazione uscì stabilmente dal limbo della tv dei ragazzi, disponendo di uno spazio tutto suo in cui fu possibile proporre più o meno organicamente serie intere.
Il passo successivo si ebbe il 3 aprile 1970 con Gli eroi di cartone, la storica trasmissione condotta prima da Lucio Dalla, poi da Francesco Mulè e infine da Roberto Galve, che esordì nella tv dei ragazzi ma ebbe un successo sufficiente per poter occupare la prima serata del sabato, riuscendo a mantenere un più che dignitoso share nonostante la concorrenza del seguitissimo varietà del primo canale. Fu l’esordio di un tipo di programmi di nuova concezione, in cui il cartone animato non era più mero spettacolo a se stante ma veniva discusso, analizzato e trattato come un genere dalla dignità non inferiore a quella di programmi fino ad allora considerati più seri. Gli eroi di cartone si sviluppò in 4 tornate per un totale di decine di puntate e al suo interno passarono cartoni che difficilmente avrebbero avuto altrimenti la possibilità di essere trasmessi. Seguirono Mille e una sera di Mario Accolti Gil – due serie -, un paio di cicli di Sapere dedicati ad animazione e fumetto e, nel 1972, Gulp!, l’invenzione di Guido De Maria e Bonvi dedicata ai fumetti da cui discese nel 1977 quella che è probabilmente la più famosa e tutt’oggi ricordata trasmissione del genere: Supergulp!.

Supergulp! concluse il lavoro di anni di proposte e sperimentazioni, spazzati via in pochi mesi dall’invasione di anime giapponesi che a partire dal 1978 si imposero sugli schermi e nelle preferenze dei bambini, aiutati in ciò anche dalla modalità di trasmissione quotidiana che era diventata la norma per i programmi seriali dopo la riforma del ’75.
In mezzo a tutto questo, quasi timidamente, il 7 settembre 1976 fece la sua comparsa Drops.

Drops è stato un programma decisamente originale. Ennesima invenzione di Nicoletta Artom, la funzionaria RAI già ideatrice de Gli eroi di cartone (e successivamente responsabile dell’approdo sugli schermi italiani di Atlas Ufo Robot, l’anime che più di ogni altro diede il là all’animazione giapponese nel nostro paese), prodotto con la consulenza di un peso massimo del settore come Sergio Trinchero, esperto di fumetti e cartoni animati, affidato all’agile parlantina di Stefano Satta Flores, per la prima volta utilizzava il cartone animato non come centro focale o momento di svago della trasmissione ma come strumento per portare avanti un discorso. Infatti, a differenza di tutti i suoi predecessori, in Drops ogni puntata era sviluppata intorno a un tema diverso e in base a questo venivano scelti e trasmessi alcuni cortometraggi – in genere 4 o 5 – attinenti all’argomento.

Al suo interno passarono cartoni animati spesso pluripremiati nei vari festival internazionali, di autori italiani, dell’est Europa in particolare jugoslavi, comunque di scuola prettamente europea. Totalmente ignorati i giapponesi, cosa comprensibile data la allora scarsissima conoscenza di quel mondo, appena intravisto nelle rare occasioni in cui in precedenza era stato trasmesso qualche cartone del Sol Levante; proposti invece in poche occasioni e per lo più in contesti negativi i cartoni americani, come accadde nella puntata dedicata ai superuomini. Fu una scelta precisa. Come dichiarò la Artom, la scuola d’oltreoceano nonostante la lunghissima tradizione non era riuscita a rinnovarsi, continuando a proporre personaggi poco credibili e temi non più adatti alla vita degli anni 70′, con gli autori stretti nei lacci delle esigenze commerciali che impedivano nuove sperimentazioni. In Europa invece il diverso modo di concepire l’animazione aveva portato a produzioni meno numerose che però riflettevano la realtà del mondo moderno in modo più vario, innovativo e intelligente. Il discorso può essere più o meno opinabile ma va tenuto conto del contesto sociale in cui la trasmissione venne concepita, nonché del fatto che il cartone americano era stato fino ad allora ampiamente trattato e mostrato.

Ebbero così spazio autori come Pino Zac (Giuseppe Zaccaria), famoso oltre che per la corrosività delle sue opere, anche per utilizzare un genere di animazione definibile come “insalatone”, dal momento che riusciva a infilarvi dentro di tutto, dal disegno alle fotografie agli oggetti più vari; Manfredo Manfredi, che oltre ad essere stato il creatore di sigle famose di programmi RAI – una su tutte: Carosello -, fu anche autore di opere che colpivano come un pugno nello stomaco per la potenza del messaggio veicolato; Dusan Vukotic, fondatore della cosiddetta scuola di Zagabria (si veda la Zagreb Film), un collettivo cui parteciparono tantissimi autori che purtroppo dopo Drops sparirono dagli schermi RAI, e altri ancora, tra cui ovviamente non poteva mancare Bozzetto, allora decisamente considerato dal servizio pubblico. Va detto che diversi cartoni erano già stati trasmessi negli anni precedenti, ne Gli eroi di cartone, in Mille e una sera e in altre occasioni; probabilmente con il tempo era diventato più difficile trovare opere inedite che comunque non mancarono.

Che Drops fosse qualcosa di diverso dal solito lo si capiva immediatamente dalla sigla iniziale. Una lunga sequenza di immagini psichedeliche, quasi tutte tratte dal cartone animato Ego di Bruno Bozzetto, rappresentanti il sogno del protagonista. Un fantasma si formava dal nulla al centro dello schermo fino a occuparlo tutto per poi apparire con un volto inquietante visto di profilo. Un frate redarguiva un omino per poi trasformarsi in un minaccioso cavaliere con una lunga lancia. L’omino si trasformava in tigre e il cavaliere ritornava frate. La tigre in primo piano strizzava l’occhio allo spettatore e poi divorava il frate. Una immagine di Batman, una sequenza con Biancaneve e i sette nani che apparivano prima vestiti e poi nudi, immagini dalla sigla dell’Uomo Ragno, un’altra donna nuda, l’immagine del protagonista di Ego mentre lavora in fabbrica, trasformando delle sfere in cubi e dei cubi in sfere, altre immagini della tigre, di una donna e altro ancora. Tutto rapido e indefinito, vagamente inquietante, sottolineato dal tema musicale omonimo al cartone, “Ego” di Franco Godi , musicista famoso oltre che per le sue composizioni per i cartoni animati anche per numerosi jingle pubblicitari in Carosello. Da notare che anche il brano Ego prima di diventare sigla ebbe il suo passaggio pubblicitario in questo carosello della Zucchi del 1972 .

La sigla introduceva in uno studio decisamente minimale. Un sipario scuro (drop) sullo sfondo, pavimento scuro, uno schermo gigante in cui venivano proiettati i cartoni e poco altro. Un vuoto che faceva decisamente risaltare Satta Flores, abile nel riempire lo spazio con la sua presenza scenica. Nel corso della serie Satta Flores scherzò più volte sulla scenografia che comprendeva una serie di cubi bianchi grigi e neri, un po’ squallidi a dire il vero, ammucchiati in vari modi e spariti dopo alcune puntate (presi in prestito dalla BBC ironizzò il conduttore), sostituiti nientemeno che da uno sgabello.

Satta Flores invariabilmente esordiva con la frase “Amici buonasera e benvenuti alla vostra trasmissione” per poi partire in quarta con racconti e aneddoti che introducevano il tema della puntata. A volte divagando e perdendo il filo del discorso, a volte interrotto da improbabili cartelli con la scritta “la trasmissione sarà ripresa il più presto possibile” che scomparivano solo quando si rimetteva in riga, a volte richiamato da un inesistente “direttore” che Satta Flores, autocensurandosi se il discorso toccava troppo a fondo temi piuttosto delicati come la politica, il potere o i potenti che ne abusavano, faceva fintamente intervenire fuori campo per essere redarguito, con la scusa che i bambini erano interessati ad altro che a quei discorsi.
Come disse più volte il suo obiettivo era di proporre ai telespettatori degli argomenti di discussione, “sfiorando” attraverso i cartoni animati i temi non certo banali scelti in ogni puntata, in modo da fornire materiale su cui riflettere.
Tra una chiacchiera e l’altra, una divagazione e un aneddoto, la lettura di una poesia e una frecciata contro il sistema erano trasmessi i cartoni, presentati brevemente (a volte ne veniva detto solo il titolo, a volte si raccontava qualcosa dell’autore), che costituivano una selezione notevole di opere. Spesso però indigeste ai più piccoli che potevano rimanerne annoiati o impressionati. Tra un lavoro di Grgic e un cartone di Bozzetto fecero comunque capolino anche opere più commerciali, come La pantera Rosa o I fantastici quattro e l‘Uomo Ragno, che ebbe in Drops la sua prima tv italiana.

L’orario di trasmissione e il tipo di animazione proposta tennero probabilmente lontano la maggior parte dei bambini dell’epoca ma attirarono l’interesse di una discreta fascia di ragazzi e adulti. In assenza di dati di ascolto ufficiali restano gli articoli di allora, che parlano di un buon successo e di una conduzione brillante e riuscita. Satta Flores lesse in un’occasione una lettera in cui un nonno raccontava di come seguisse la trasmissione con il nipote, come a voler dimostrare che l’obiettivo di parlare a tutta la famiglia fosse raggiunto, ed era ai più piccoli che si rivolgeva a volte durante i suoi monologhi cercando, a mio parere riuscendoci, di discutere di argomenti decisamente impegnativi con naturalezza e semplicità, come nel caso della puntata dedicata al sesso. Del resto aveva alle spalle una discreta attività, sconosciuta ai più, come autore e narratore di storie per bambini trasmesse negli anni precedenti nei programmi a loro dedicati: sapeva evidentemente come rivolgersi a quel genere di pubblico.

Una conduzione adatta quindi a una trasmissione non facile, che Satta Flores portò avanti con la giusta dose di ironia e con tutto il mestiere di cui era capace, rendendo piacevoli tematiche fino ad allora trattate dalla tv pubblica in maniera ingessata e istituzionale. A volte riuscendo talmente bene da far passare in secondo piano il cartone animato che avrebbe dovuto sottolineare i concetti espressi; molte volte facendo trasparire le proprie convinzioni politiche con punzecchiature che colpivano senza troppi riguardi i potenti, e con affermazioni con cui si poteva o no essere d’accordo, ma che erano esposte con un certo garbo. Naturalmente, vista oltretutto la situazione politica e sociale dell’epoca, prestando il fianco a critiche che in qualche occasione pare non siano mancate.

Dopo l’ultimo cartone animato la puntata terminava con un breve intervento del conduttore che salutava gli ascoltatori e rimandava alla settimana successiva. Quindi partiva la breve sigla finale, composta da una immagine fissa su cui scorrevano i titoli di coda con la stessa musica dell’inizio. L’immagine variava da puntata a puntata: una volta era una caricatura di Hitler nudo in piedi su una svastica ritratto come Venere sulla conchiglia, la volta dopo una foto di Marylin Monroe, fino all’ultima puntata dove apparve una vignetta dei Peanuts con Lucy sdraiata sulla cuccia di Snoopy che esclamava con aria triste “probabilmente non li vedrò mai più…”. Frase profetica dato che la maggior parte dei cartoni mostrati in Drops non sono più stati proposti dalla televisione italiana.

Dopo aver parlato della trasmissione in generale passiamo a una descrizione più dettagliata.
La rubrica è composta da 13 puntate di poco meno di un’ora ciascuna, trasmesse sulla Rete 2 in bianco e nero. Quest’ultimo punto è meno scontato di quello che potrebbe sembrare. Infatti, sebbene la RAI abbia ufficialmente inaugurato le trasmissioni a colori solo dal primo febbraio 1977, già dall’estate precedente aveva iniziato a mandare in onda alcuni programmi a colori per un totale di 15 ore la settimana. Drops però ne restò, purtroppo – o per fortuna? – fuori.
Ideata da Nicoletta Artom con la consulenza di Sergio Trinchero, la realizzazione di quasi tutte le puntate fu merito di Elisabetta Billi, mentre almeno una puntata, la sesta, venne realizzata da Lidia Cattani. Sette puntate sono visibili per intero alle Teche Rai.

Una riproposizione completa in televisione a occhio non pare probabile. La conservazione dei nastri, perlomeno di quelli resi pubblici, non sembra eccezionale: mentre le sequenze da studio rimangono comunque a un livello accettabile, le immagini di alcuni dei cartoni appaiono così rovinate da essere improponibili. Sarebbe quindi necessario recuperarli e rimontarli ma a parte il problema del bianco e nero – andrebbe mantenuto? -, si deve tenere conto dei diritti di trasmissione che probabilmente per molti di essi non saranno più disponibili.

Sperando in futuro di essere smentito riporto di seguito i contenuti di ogni puntata con i titoli e se possibile le descrizioni dei cartoni trasmessi quando identificati. L’ordine di trasmissione dei cartoni è quello verificato alle Teche Rai se la puntata è visibile, altrimenti è preso dai palinsesti dell’epoca che però spesso erano curiosamente tutt’altro che precisi, in almeno un caso poi assolutamente sballati. Vengono inoltre riportati anno di produzione, durata e autore. Chi volesse farsi un’idea del genere di animazione proposta può trovare molti di questi titoli su youtube.

Puntata n. 1:La donna
Trasmessa martedì 7 settembre 1976 alle 19,00 – Non visibile alle Teche

Il tema della prima puntata toccò subito un argomento all’epoca molto delicato, ovvero la donna e il suo ruolo nella società. Venne quindi proposta l’evoluzione dell’immagine della donna attraverso i cartoni animati, a partire dai più vecchi provenienti dall’America, dove le erano riservati solo ruoli caricaturali, basti pensare a Olivia, o sexy – Betty Boop -, fino ad arrivare ai più recenti cartoni europei che trattavano l’argomento in modo originale e realistico, per non dire drammatico. E’ questo evidentemente uno dei casi in cui i cartoni americani servirono come esempio non proprio positivo.

1 – Popeye e Olive Oyl
In mancanza di visione diretta non è possibile stabilire di quale episodio si tratti. Popeye era comunque uno dei cartoni di maggior successo in quegli anni e veniva proposto molto spesso, non era quindi una novità per gli spettatori.
2 – Bibì e Bibò
1938 - Metro-Goldwin-Mayer – USA
Almeno un episodio prodotto dalla Metro-Goldwin-Mayer era stato già trasmesso ne Gli eroi di cartone del 9 gennaio 1973, è logico quindi supporre che venne proposta un’altra puntata della stessa MGM, e non della precedente serie muta del 1917 della W.R. Hearst International Film Service.
3 – Betty Boop
- - Studio Fleischer – USA
Anche alcune puntate di questa famosa serie vennero proposte in precedenza ne Gli eroi di cartone
4 – Madame Kabal
- - Walerian Borowczyk – Francia
Non ho potuto stabilire se si tratti di Le Théatre de Monsieur et Madame Kabal: Le concert, un surreale cartone di pochi minuti del 1963 che fu la base del film Le Théatre de Monsieur et Madame Kabal del 1967, o se venne trasmessa una scena tratta da quest’ultimo. E’ da rilevare che anche questo personaggio era già stato proposto ne Gli eroi di cartone. Per maggiori informazioni su una delle rappresentazioni più assurde della figura femminile in animazione rimando alla pagina dedicata su Wikipedia
5 – Italian Motor Lover
1965 11′ Pino Zac
Caricaturale rappresentazione del “pappagallo” italiano che importuna le turiste straniere. Uno di questi segue per tutta la penisola una turista, simboleggiata dalla foto di una giovane donna, fino a conquistarla all’interno della sua auto. Finirà arrestato mentre la turista tornerà a casa esclamando “I love Italy!”
6 – Cenerentola
1966 12’12″ Pino Zac
Caustica rappresentazione della favola di Cenerentola. Una ragazza comune di una famiglia comune, oppressa dal peso delle convenzioni rappresentate da parenti e parroco, passa il tempo tra i lavori di casa e la chiesa. Un giorno incontra il suo Principe Azzurro che riesce, nonostante l’opposizione familiare, a sposare. Finirà in un minuscolo appartamento con sette figli oppressa dal peso dei lavori domestici.

Puntata n. 2: Il consumismo
Trasmessa martedì 14 settembre 1976 alle 19,00 – Non visibile alle Teche

Viene descritta la degenerazione del consumismo che da fenomeno tipico della società moderna, nonché indicatore del grado di benessere, può trasformarsi attraverso la martellante persuasione pubblicitaria, in un comportamento distruttivo e autodistruttivo.

1 – Il signor Rossi al camping
1970 12′ Bruno Bozzetto
2 – Il signor Rossi compra l’automobile
1966 12′ Bruno Bozzetto
Il signor Rossi è ormai un’icona universalmente conosciuta, il marchio di fabbrica di Bruno Bozzetto, il suo creatore. Non c’è quindi bisogno di troppe spiegazioni su questi due episodi animati che raccontano le disavventure del povero omino alle prese con situazioni tipiche della società dei consumi. Per la descrizione di questi e altri lavori di Bozzetto rimando al suo sito ufficiale.
3 – Come on in! The water’s pink
1968 5’50″ De Patie-Friz Freleng – USA
Episodio n. 40 dei 128 prodotti con il celebre personaggio inventato per la sigla di apertura del primo film dell’ispettore Clouseau. Qui la Pantera Rosa passa una giornata in spiaggia, continuamente infastidita da un palestratissimo bagnante che vuole l’ammirazione delle ragazze tutta per se. Grazie ai suoi numerosi accessori gonfiabili alla fine la spunterà il felino rosa.
4 – Campagna contro il fumo
1971 2′ Bruno Bozzetto
Breve filmato che miscela animazione tradizionale e sequenze dal vero con protagonista Maurizio Nichetti, in cui sono proposte varie situazioni che dimostrano la pericolosità del vizio del fumo.
5 – Ars gratia artis
1969 9’9″ Dusan Vukotic – Jugoslavia
Collage di disegni e immagini dal vero rappresentante un uomo che divora in continuazione qualsiasi oggetto gli capiti davanti.

Puntata n. 3: L’intolleranza
Trasmessa martedì 21 settembre 1976 alle 19,00 – Non visibile alle Teche

Ecco come la stampa dell’epoca introdusse la puntata (testo evidentemente ricevuto direttamente dalla RAI visto che era praticamente identico su riviste diverse): “Nel 1916 David W. Griffith diede vita all’idea di unire in film quattro storie che potessero testimoniare dello spirito d’intolleranza attraverso i tempi. Molto più modestamente Drops dà stasera alcuni esempi di cartoni animati dedicati a quel sempre immotivato atteggiamento che è l’intolleranza.”

1 – La tolleranza [Tolerancija]
1967 9’9″ Zlatko Grgic e Branko Ranitovic – Jugoslavia
Storia di una emarginazione narrata con lo stile semplice e immediato delle strips a fumetti
2 – Oppio per oppio
1972 12′ Bruno Bozzetto
Cortometraggio dal vivo interpretato da Maurizio Nichetti alle prese con l’intolleranza tra le mura di casa, padre di famiglia maltrattato dalla moglie e deriso dal figlio ancora in fasce.
3 – Terun
1967 17′ Guido Gomas e Manfredo Manfredi
Il viaggio della speranza di un giovane emigrato meridionale in una città industriale del nord si conclude con un disperato ritorno a casa dopo l’inutile tentativo di crearsi una nuova vita.
4 – A feud there was
1938 8′ Tex Avery – USA
Questo cortometraggio può essere considerato il secondo di una serie di tre, aventi come filo conduttore una gag introdotta per la prima volta in animazione da Avery. Nel primo, Duffy Duck and Egghead, Egghead, prima versione del più famoso Elmer Fudd rinominato in Italia “Taddeo”, ometto perennemente a caccia di anatre e conigli, uccide uno spettatore rappresentato da un’ombra che appare sullo schermo (questi cartoni erano creati per il cinema, ed è appunto l’ombra causata dal proiettore di un cinema che viene abbattuta) che continuava a infastidirlo mentre cercava di catturare Duffy Duck. In A feud there was, prodotto un anno dopo, Taddeo è impegnato a pacificare due clan rivali di uomini dalla lunga barba, caricatura degli abitanti di una certa tipica grezza campagna americana, impegnati in una sfida a suon di fucilate. Coinvolto in una gigantesca rissa ne uscirà vincitore per poi finire impallinato dall’ombra di uno spettatore dalla lunga barba.
5 – Willy il coyote [Wile E. Coyote & Road Runner]
- - Chuck Jones – USA
Episodio non identificato della universalmente conosciuta disfida tra Willy e Bip Bip.

Puntata n. 4: I superuomini
Trasmessa martedì 28 settembre 1976 alle 19,00 – Non visibile alle Teche

Anche questa puntata non è attualmente visibile ed è un peccato, perlomeno per gli appassionati di fumetto e animazione, perché a differenza delle altre l’argomento trattato è stato molto più attinente a questi due mezzi di comunicazione di massa. Inoltre, sin dalla presentazione sulle riviste d’epoca, appare chiaro come il mito del superuomo fosse visto in maniera particolarmente negativa (e dal momento che 3 dei 4 cartoni proposti sono americani si ritorna al discorso dell’animazione cattiva proveniente da oltre oceano), fino ad arrivare ad affermazioni su quei personaggi come “con il loro intransigente americanismo finiranno per incarnare proprio le teorie canonizzate dal nazismo”. L’attuale mito del superuomo che ha attraversato il novecento imponendosi in tutto il mondo nasce negli USA come reazione ai momenti più critici passati da quella società. Così viene fuori Braccio di Ferro, portato alla ribalta nel 1929, l’anno del famoso crollo di Wall Street, poi “arruolato” durante la seconda guerra mondiale contro i giapponesi. Così accadde per altri supereroi nati negli agitati anni 60′, quasi a voler dare coraggio alla popolazione proponendo modelli americani invincibili e sempre pronti ad aiutare il più debole. L’unico esempio di supereroe non americano proposto nella puntata fu Dick Fulmine, creato nel ’38 in pieno fascismo da Carlo Cossio, che ebbe addirittura modificati i lineamenti del volto, pare su richiesta di Mussolini, per sfoggiare una mascella che assomigliasse a quella di Maciste e Carnera. L’Unità scrisse in proposito che attraverso Dick Fulmine “al mito del superuomo ricorse, nel modo più rozzo, il fascismo”, lasciando ben capire come simili opere venissero giudicate da quella parte politica. Sarebbe stato quindi molto interessante sentire come Satta Flores condusse la puntata e cosa disse di questi cartoni animati. Si può ragionevolmente supporre che le sue affermazioni siano state abbastanza in linea con quanto riportato dalla stampa; in assenza però di riscontri diretti, l’unica notizia certa, ricavata da una dichiarazione dello stesso Satta Flores nell’ultima puntata durante un riepilogo, è una battuta su Umberto Fiat-Man, modello di superman moderno evidentemente tirato in ballo durante una delle solite critiche del conduttore ai potenti della società.
Mi chiedo cosa sarebbe successo se i vari Goldrake e Mazinga, che negli anni seguenti furono presi a modello del Male – con la emme maiuscola -, fossero all’epoca già sbarcati sugli schermi italiani.

1 – Spider-Man
1967 - Grantray-Lawrence Animation – USA
Prima tv italiana di questo cartone animato che sarebbe stato reso famoso da Supergulp! alcuni mesi dopo. Una sequenza di qualche secondo della sigla iniziale come già detto era stata inserita nella sigla iniziale di Drops. Senza visione diretta non è possibile stabilire il titolo, o i titoli se gli episodi proposti furono due, mandato in onda nell’occasione.
2 – Dick Fulmine
Di questo personaggio non mi risulta esistere una serie animata, resta quindi il dubbio di cosa sia stato trasmesso. Potrebbe trattarsi di tavole di fumetto commentate nello stile di Gulp!/Supergulp!.
3 – I fantastici quattro
1967 - Hanna & Barbera – USA
L’esordio italiano della serie risale a Gli eroi di cartone del 13 febbraio 1973, dove vennero proposti due episodi, ma anche I fantastici quattro conobbero i loro fasti italiani successivamente attraverso Supergulp!
4 – Braccio di Ferro
Supereroe sui generis, si può pensare che probabilmente nella discussione venne considerato il personaggio allora conosciuto attraverso i cartoni animati, decisamente – e inevitabilmente – semplificato rispetto alla complessità dell’originale nei fumetti di Segar. Questo potrebbe aver portato a una comprensione piuttosto deformata del suo carattere, ma siamo sempre nel campo delle ipotesi.


Mancano altre parti che non riesco a reperire. Mi pare cmq interessante.
La Strega.

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 Oggetto del messaggio: Re: Il coccodrillo come fa...
MessaggioInviato: mer ott 02, 2013 1:09 am 
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"È una questione di principio!"

"Poi ti spiego..."

"Se c'è una cosa che non sopporto..."

"Eh, glielo avevo detto di non superare il muretto!"

:cry:



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 Oggetto del messaggio: Re: Il coccodrillo come fa...
MessaggioInviato: mer ott 02, 2013 9:50 am 
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Iscritto il: ven mar 18, 2005 12:15 pm
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Brutta notizia davvero. Un altro pezzo del mio immaginario che se ne va. :cry:

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È la mia opinione, e la condivido.

Ciao,
Teo


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 Oggetto del messaggio: Re: Il coccodrillo come fa...
MessaggioInviato: mer ott 02, 2013 9:57 am 
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Cavoli!!!!!
Il nostro Tex cinematografico!!!!!!

Non mi ha mai fatto impazzire come attore, ma come per rimatt, ha fatto parte del mio immaginario western dell'adolescenza! Sella d'Argento, Ringo, Arizona Colt, lo stesso Tex... svaniti in uno stupido incidente d'auto.

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 Oggetto del messaggio: Re: Il coccodrillo come fa...
MessaggioInviato: mer ott 02, 2013 4:11 pm 
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Iscritto il: dom lug 26, 2009 2:08 pm
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ho letto la notizia ieri notte, inizialmente riportata come quasi in fin di vita. Mi dispiace molto, personaggio sobrio e distinto.

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fidatevi di me,ho un piano.beethoven.

http://www.flickr.com/photos/36689923@N06/


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 Oggetto del messaggio: Re: Il coccodrillo come fa...
MessaggioInviato: ven ott 25, 2013 8:22 pm 
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Iscritto il: gio ago 20, 2009 12:26 pm
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Oggi se n'è andato uno che come indagatore faceva ridire, ma sul serio.
Intanto però almeno commissario lo era diventato, a differenza di Bloch... che fino alla pensione rimarrà soltanto un ispettore.

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Voleva combattere "il male" lavorando sul palcoscenico.
Adesso ha cominciato un lungo tour di ironica ribalta :) .

CE L'HO QUI LA BRIOCHE (E L'ALOHA)

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Io no capito, io no capito

(anta baka?! [...] kimochi warui)


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 Oggetto del messaggio: Re: Il coccodrillo come fa...
MessaggioInviato: dom ott 27, 2013 2:39 pm 
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Iscritto il: gio ago 20, 2009 12:26 pm
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Località: Inverary 2.0
Aggiungo immagine fumettosa e minisketch per un disegno amarcordico:
(solo per chi ricorda i biscotti anni 80s)

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ALOHA SE FACCIO UN FIGLIO
ALOHA LO CHIAMO EMIGLIO
SEMPRE MEGLIO DI PASTIGLIO
SE E' UNA FEMMINA
(E'-MIGLIO CHE) NON SO

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 Oggetto del messaggio: Re: Il coccodrillo come fa...
MessaggioInviato: dom ott 27, 2013 8:33 pm 
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Iscritto il: lun mar 01, 2010 4:23 pm
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:cry:


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 Oggetto del messaggio: Re: Il coccodrillo come fa...
MessaggioInviato: dom ott 27, 2013 11:30 pm 
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Iscritto il: ven mar 18, 2005 12:15 pm
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Questa è una perdita ENORME per il mondo della musica e dell'arte in generale. :cry:
Paragonabile alla scomparsa di Tezuka per il fumetto. :cry:

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È la mia opinione, e la condivido.

Ciao,
Teo


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 Oggetto del messaggio: Re: Il coccodrillo come fa...
MessaggioInviato: lun ott 28, 2013 12:09 am 
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Grandissima perdita...ogni volta che penso a Trainspotting mi viene in mente perfect day

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 Oggetto del messaggio: Re: Il coccodrillo come fa...
MessaggioInviato: lun ott 28, 2013 1:26 am 
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Iscritto il: dom lug 26, 2009 2:08 pm
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sono veramente tristerrima per la morte di Lou Reed, lo ricordo così bene al concerto di Pescara nel 2011...e soprattutto lui, Bowie e Iggy Pop rappresentano la colonna sonora della mia adolescenza e di quella delle mie amiche cresciute a Trainspotting e Velvet Goldmine :cry:

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fidatevi di me,ho un piano.beethoven.

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