Il fatto è che per certi versi, di quel che pubblicava, a Bonelli... non piaceva niente!
In tanti anni di interviste, editoriali e pagine della posta l'ho visto entusiasmarsi per due sole delle sue serie: Mister No (comprensibilmente, visto il forte elemento autobiografico) e soprattutto per Storia del West di D'Antonio, più volte indicata come la serie che più lo aveva reso orgoglioso come editore (pur non essendo mai stato un gran successo).
Persino Zagor sospetto che tutto sommato non lo facesse impazzire. Gli era affenzionato come personaggio, ma ne ha sempre parlato come una sua creazione nata per puro calcolo commerciale (doveva andare ad intercettare il pubblico di ragazzi che il troppo maturo Tex non attirava) e non ricordo particolari entusiasmi per la serie in sé.
Che Bonelli non abbia mai neppure amato Tex come personaggio, risulta chiaramente dalle sue storie (comunque meravigliose), probabile specchio del rapporto complesso e non sempre facile avuto col padre.
E che dire di Castelli che ha sempre scherzato sul fatto che con Martin Mystére aveva tirato un bello scherzo a Bonelli, il quale si aspettava una serie avventurosa alla Brick Bradford per trovarsi invece tra le mani una serie para-scientifica al limite del didattico?
E si ptrebbe continuare...
A Bonelli non piacevano gli spaghetti western, ma ha pubblicato Judas.
A Bonelli non piaceva (come a tutti) la commedia western e ha pubblicato Bella & Bronco.
A Bonelli non piaceva il giallo, ma ha pubblicato Nick Raider.
A Bonelli non piaceva la fantascienza, ma ha pubblicato Nathan Never.
A Bonelli non piacevano le miniserie, ma ha pubblicato miniserie.
A Bonelli non piacevano i fumetti a colori e ha pubblicato fumetti a colore (scrivendo negli editoriali degli stessi che comunque i colori non gli piacevano e fosse stato per lui...
)
E non bisogna essere dei biografi per intuire quanto potessero piacergli serie come Gea, Julia, Brendon, Jonathan Steele...
Anche per questo era il personaggio ENORME che era.