Cravenroad7

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# 325 - Una nuova vita
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 Oggetto del messaggio: Re: # 325 - Una nuova vita
MessaggioInviato: sab set 28, 2013 2:30 pm 
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 Oggetto del messaggio: Re: # 325 - Una nuova vita
MessaggioInviato: sab set 28, 2013 2:33 pm 
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Concordo pienamente con Rimatt, anche per quanto riguarda La bomba!.
Un conto è giudicare l'aria di rinnovamento, un conto è valutare una storia.
Sono, dovrebbero, essere atti ben distinti.
Il rischio è quello di sopravvalutare qualunque cosa porti il marchio a fuoco recchioniano, anche se il suo spettro aleggia solo in fase di supervisione [tipo appunto il recente Speciale].

Non un capolavoro, non il migliore Ambrosini, neanche ai disegni. Per l'entusiasmo c'è tempo.
Anzi, mi spingo oltre: in questa storia ho visto ben poco di ambrosiniano.
Il procedere a freno a mano tirato ha prodotto una sorta di via di mezzo fra la Barbato e Chiaverotti.

Fase barbatiana --> ho trovato quasi inedito questo Ambrosini così lineare e comprensibile, almeno fino a pagina 94.
Intendiamoci, è sicuramente una storia complessa e ricca di piani di lettura [anche perché si sviluppa e intreccia nell' arco di tempo di circa un secolo], ma alla fine, complice anche qualche spiegazionismo laterale, tutto torna bene o male al suo posto, diavolaccio compreso.
Personaggi di grande spessore, vitalità e fascino, tranne i due principali. Mi duole rilevare che si tratta di una storia con Dylan Dog, e non di Dylan Dog. L'indagatore dell'incubo, oltre ad essere marginale e poco attivo, è a tratti poco riconoscibile, immerso in un'ironia che gli gravita attorno senza appartenergli direttamente [vecchietta di pag. 21, tizi al bar].
Groucho, per il poco che appare, è piuttosto pimpante, ma è dotato di battute davvero deprimenti. Non ho mai condiviso il pensiero paraculo "Groucho non deve far ridere, deve inorridire". Il Groucho di Sclavi faceva [anche] ridere. Ricordo di aver sorriso anche con qualche Groucho rujano, e pure Faraci lo gestiva con una certa agilità. La Barbato stessa, che urla spesso all'impossibiltà di utilizzarlo, lo rende assolutamente devastante nella prima parte de Il pifferaio magico.
Qui, semplicemente, non ci siamo.

Fase chiaverottiana --> Questa è evidente: il controfinale.
Se Chiaverotti veniva spesso criticato per il twist nonsense che chiudeva i suoi albi, qui non siamo molto distanti.
Con una differenza: i finali di Chiaverotti comunicavano, ma comunicavano in un'altra lingua rispetto a quella dell'albo; questo finale è completamente muto. Nulla aggiunge, nulla toglie, nulla intende comunicare direttamente e con chiarezza al lettore. L'ultimo pezzo della composizione rimarrà vita natural durante in un angolo della mente brillante di Ambrosini: affascinante, ma questa non è comunicazione.
Ce n'era davvero bisogno, alla luce di quanto scritto sopra, cioè della sostanziale trasparenza della storia principale?
Un conto è Morgana, o Il guardiano della memoria, albi che dichiarano subito l'intento a-comunicativo e lo lasciano palesemente sulle spalle del lettore. Qui, forse, si poteva evitare.
Anche perché la panacea radical chic dei geni incompresi [cioè la facile equazione "non si capisce una sega = CAPOLAVORO"] non sempre funziona, e soprattutto [e questo sembra il caso] non sempre è atta alla scopo.

Disegni: l'espressività ambrosiniana ha sempre una certa potenza, e alcune figure rimarranno certo indelebili nella loro angoscia prettamente "fisica": il disagio di Antoine è anche dichiaratamente "estetico", sbattuto con forza in faccia all'utente. Il disegno è parte delle linee più nascoste della narrazione, in questo caso.
Mi stupisce il fatto che, ultimamente, non pochi autori abbiano qualche problema con il viso di Dylan [vedi anche l'albo precedente]. Pag. 13, 18, 23, 50 e altrove: Dylan è bruttissimo.
Credo che Ambrosini, con il tempo, sia addirittura migliorato; qui è un pelo sotto i suoi standard recenti, già evidenziati da qualcuno sopra di me.


Chiaro, è un albo che rientra facilmente fra i top di questo 2013, fra i primi tre almeno.
Da una parte è un "ti piace vincere facile"; dall'altra, è l' ennesima [in rapporto alla sua scarsa produzione] dimostrazione della grande maestrìa, della grande personalità con cui Ambrosini riesce a manovrare la creatura di Sclavi.
Difficilmente qualcuno può tenergli testa, anche quando si limita a buone storie come questa.




[P.S.: ma se qualcuno fonde Chiaverotti e Barbato, significa che ha chiavato? :mrgreen:
Basta, dopo questa mi ritiro nell'ignominia]


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 Oggetto del messaggio: Re: # 325 - Una nuova vita
MessaggioInviato: sab set 28, 2013 2:40 pm 
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Bob Cooper ha scritto:
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 Oggetto del messaggio: Re: # 325 - Una nuova vita
MessaggioInviato: sab set 28, 2013 3:07 pm 
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 Oggetto del messaggio: Re: # 325 - Una nuova vita
MessaggioInviato: sab set 28, 2013 3:09 pm 
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MandarinoFish ha scritto:
@rimatt: Sono consapevole del fatto che questa non sia la migliore di Ambrosini. Anzi, è proprio distante anni luce dai suoi capolavori del passato. Allora ti chiederai, perché tutto questo entusiasmo? Perché siamo anche distanti anni luce dalle nefandezze pubblicate degli ultimi anni. Meglio mille volte un Ambrosini stanco che un Gualdoni in formissima, almeno per me. E ti dirò di più, la tua analisi, come al solito, è perfetta ma questa volta ho preferito focalizzarmi più sui pregi della storia del mese che sui difetti. Una nuova vita dovrebbe essere la prassi, non l'eccezione. Da qui ne deriva il mio entusiasmo sfrenato :D


Sull'assunto di base potrei essere d'accordo con te, infatti non ritengo Una nuova vita una brutta storia; quel che ritengo è che vada semmai ridimensionata, contestualizzata. Per me non è niente di memorabile, né come storia di Dylan Dog né come storia di Ambrosini. Non era certo un albo da rinchiudere nel cassetto per anni, questo; ma, dal mio punto di vista, non è neanche un albo da esaltare. Poi io ho dei problemi con l'Ambrosini degli ultimi anni; ma non credo di essere prevenuto, perché gli ultimi Jan Dix mi sono piaciuti molto.

_________________
È la mia opinione, e la condivido.

Ciao,
Teo


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 Oggetto del messaggio: Re: # 325 - Una nuova vita
MessaggioInviato: sab set 28, 2013 3:17 pm 
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L'ho appena riletta. Confermo i pareri positivi (anche perché quando leggo qualcosa da capo a fondo - per di più due volte - vuol dire che mi piace molto), però non ho ancora ben chiaro il finale.

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«Io non mi considero qualcosa di particolare: io mi considero unico.»
(Max Stirner)


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 Oggetto del messaggio: Re: # 325 - Una nuova vita
MessaggioInviato: sab set 28, 2013 3:36 pm 
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Iscritto il: gio mar 31, 2011 5:22 pm
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Località: Rovigo
Ottimo numero sotto parecchi punti di vista, una bella storia complicata ma comunque comprensibile alla fine con delle atmosfere inquietanti che da parecchio tempo mancavano, personaggi ben caratterizzati e approfonditi come si deve il tutto condito dai grandissimi disegni di Ambrosini.
Perfetto il nuovo corso per quanto riguarda le copertine, finalmente uno stile originale che ci voleva dopo le pessime cover degli ultimi mesi.
Qualche punto debole ce l'ha pure questa storia:
Spoiler!
l'inserimento del prete e il suo omicidio sembrano un pò pretestuosi, poi il fatto che il semi-fantasma decida di apparire prorpio a Dylan.. beh la storia del predestinato a cui tutto succede per caso ha un pò stancato, spero che una delle cose che verranno corrette con la nuova gestione sia questa, Dylan è un investigatore e la cosa più logica e che qualcuno lo assuma per investigare non perchè ogni volta per caso si trova in zona
.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 325 - Una nuova vita
MessaggioInviato: sab set 28, 2013 3:42 pm 
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Iscritto il: gio lug 28, 2005 10:13 am
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non sono d'accordo con te rimatt, io non leggevo un dylan tutto di seguito da mesi e mesi.
e se togliamo la parte

SPOILER
"ho paura a dormire da sola", che ho trovato veramente squallida per non dire pretestuosa, non c'è stato un solo calo nell'albo.
qualche ingenuità c'è, ma lo considero un inciampo di piccola entità.
per conto mio una volta che verranno limate queste parti non proprio fluide, cioè i passaggi temporali e i salti logici in alcune sequenze (es. qui si doveva trovare il pretesto per far si che la ragazza entrasse nella vita di dylan dopo averlo rimpallato; ci voleva un modo un po' meno arrafazzonato di farla passare dalla porta al letto nel giro di un quarto d'ora, secondo me), saremo di fronte al dylan davvero rinato dalle sue ceneri


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 Oggetto del messaggio: Re: # 325 - Una nuova vita
MessaggioInviato: sab set 28, 2013 4:41 pm 
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Iscritto il: lun feb 28, 2011 3:20 pm
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X Nikolaj:

Che Ambrosini sia migliorato, a me non pare proprio. Il suo Dylan efebico e dalle orecchie a sventola, qui è svanito, con un faccione clamoroso ( vedi pag.23 ) ed altre volte poco espressivo.
Difetti che erano apparsi nello speciale pure.

Sulla non comunicabilità: non quoto. Credo che Ambrosini il finale ce lo spiattelli in faccia, mostrandoci la vendetta di una madre, o peggio di una compagna, lasciando come dice Caven, un finale amaro e inquietante.
Magari son la sola a vederlo così ma tant'è.
In generale mi sento di quotare Rimatt sulla bontà, elevata ma non eccelsa, della storia di Ambrosini.
Cmq ad avercene.

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" Il locale è triste e sta sempre qua ! "

" Dylan Dog è arrivato allo scontrino fiscale "

Oriana Fallaci ti amo.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 325 - Una nuova vita
MessaggioInviato: sab set 28, 2013 8:53 pm 
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Sui disegni stiamo dicendo la stessa cosa, credo: negli ultimi anni Ambrosini si è in qualche modo evoluto, mentre qui si segnala qualche passo indietro.
Se invece non credi proprio si sia evoluto, esprimi un parere soggettivo più che legittimo, ma che non condivido.

Sul finale: mi sembra che tu tenda ad identificare la ragazza nella foto con Ester, cosa che a me pare piuttosto inverosimile.
In primis perché sono proprio disegnate diversamente, non mi pare vi sia somiglianza. E, in questo caso, non si tratterebbe decisamente di fallimento comunicativo fra sceneggiatore e disegnatore :mrgreen:
Poi, la presenza di Ester in quella foto sarebbe un grande colpo di scena, ma nell'ultimissima vignetta è tagliata via, a favore dell' assistente e del bambino. Non si capirebbe il motivo di questa esclusione, se valesse la tua identità. Probabilmente è solo la madre naturale del bambino, e basta. Una figura marginale, come marginale viene resa dallo stesso Ambrosini nell'ultima vignetta.
Infine, mettiamo anche che fosse Ester.. Quindi? A che pro? Cosa apporterebbe alla vicenda, se non ulteriori grattacapi?

Ma poniamo anche che l'interpretazione immediata da te fornita sia quella corretta: il fatto che solo tu l'abbia azzeccata, non è un grande punto a favore dell'albo. È una scena che fornisce pochi elementi, e al massimo ha comunicato qualcosa solo a te. Per questo l'ho definita "muta". Magari poi è fondamentale, e cambierebbe del tutto la lettura dell'intera vicenda; ma, ahinoi, non ci è dato saperlo.
Il problema di fondo non è la minore o maggiore comprensibilità, noi tutti abbiamo apprezzato certi voli pindarici di Sclavi, e Lynch è fra i miei registi preferiti; semplicemente, a chiusura di un albo tutto sommato trasparente che ha una naturale chiusura a pagina 94, stona un po'. C'entra poco, è scritto in una lingua diversa, non abbisognava di essere così oscuro.
È un vero e proprio punto debole, secondo me, come lo erano certe trovate chiaverottiane.

Poi oh, magari è chiaro come l'acqua, e solo a me risulta così criptico ed evitabile.. Non sarebbe certo la prima volta!


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 Oggetto del messaggio: Re: # 325 - Una nuova vita
MessaggioInviato: sab set 28, 2013 9:43 pm 
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Nikolaj:

Spoiler!
La ragazza nella foto mi pare Ester senza occhiali, abbastanza chiaramente.
Se fosse una figura marginale, Ambrosini non la metterebbe nella scena ed il fatto che la escluda nel taglio finale serve sia per confondere il lettore, sia per concentrarci sulla nonna e il nipote, meri strumenti della mente che avrebbe organizzato il tutto.
Se così é: il bambino nella foto è nipote della veggente armena, forse una sorte di demonio, del resto lo vediamo divorarsi dei topi vivi ( che schifo ! ).
Dunque Ester ne sarebbe la madre o la sorella.
Propendo che abbia utilizzato le capacità della madre e del piccolo Arlequin per creare tutta la vicenda allo scopo di far uccidere il fratello di Jeffrey e la cosa le riuscirà cmq visto che alla fine il piccolo viene affidato proprio a lei.
Da ciò la frase della Trelskosky sul diavolo manovrato da chi è più furbo di lui ( una donna....)
Ma sono mere congetture, sia chiaro.
La struttura che rende buono l'albo è anche la sua non facile lettura, sebbene Rimatt abbia ragione non ritenendolo un capolavoro.

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 Oggetto del messaggio: Re: # 325 - Una nuova vita
MessaggioInviato: sab set 28, 2013 10:11 pm 
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E a chi interessa, ecco il parere del Lord... :?

E siccome mi scoccia stare qua a centellinare le parti leggibili e quelle spoilerabili, prima di nascondere il mio piccolo pensiero faccio una piccola premessa che va a favore dell'albo: dopo 1 giorno e mezzo pieno di lavoro (dalla mattina alla sera) intervallato da una nottata conclusasi alle 3.30 del mattino (con sveglia per riaprireil negozio 3 ore dopo) e nonostante un emicrania da farmi sbattere la testa spigoli spigoli per lenire la sofferenza, nonostante tutto questo dopo pranzo, coricto nel mio letto, mi sono divorato la storia senza sbadigliare e né tantomeno perdere un minuto a far altro per spezzare un eventuale monotonia narrativa. E questo è un ottimo segnale. E ora... "ammucciamoci"

Spoiler!
Come al solito, parto dalla copertina. Mi è piaciuta. La trovo molto "catturante" tra le altre copertine fumettistiche della mia edicola (Lord Tarus, io ancora i fumetti li tengo in bella esposizione in uno scaffale tutto loro :D ) e il soggetto non mi pare così fuorviante. Ovviamente il titolo è, praticamente, ciò che succede nei "cambi" dei personaggi e la copertina, che mette Dylan in una situazione similare (si sta "scoprendo" per rivelarci ciò che potrà essere) è una paraculata/genialata da applausi. Non è la prima volta che Dylan Dog, in copertina, prende il posto o rappresenta simbolicamente ciò che succede ad altri personaggi nella storia (un su tutte: "Alfa e Omega" che viene inseguito dal lucertolone volante che durante la storia non incontra mai). La genialata sta nel fatto che la copertina, oltre che alla storia, si lega perfettamente al nuovo corso. E come nella copertina, il nuovo corso è in un inizio di "mostramento" ma ancora tutto è celato. Se l'idea è del Rrobe, tutti i miei ossequi.
Andiamo al soggetto. Mi è piaciuto. E' forte. Ed estremamente originale. Ben sviluppato e dal finale discutibile (nel senso che ognuno dice la sua per come lo ha compreso).
La sceneggiatura: non so, in questo caso, quanto sia stata "rivisitata" (stavolta mi pare quasi tutta farina di Ambrosini) ma scorre che è un piacere. Si vede che chi scrive conosce il personaggio (e vorrei vedere... ha esordito con il n°15 ... )
Quindi ho votato buono...
Ora piccola, personale, dietrologia :roll:
Credo fortemente che "una nuova vita" sia quasi tutta farina di Ambrosini perché Gualdoni doveva averla scartata. O magari, gli aveva chiesto di semplificarla e modificarla e, il buon Carlo, dopo l'ultima esperienza si sarà rifiutato facendo rischiare l'ergastolo anche a questa storia (insieme a chissà quante altre, se penso all'Enna del prossimo mese spuntato dal nulla su una sceneggiatura, detto dallo stesso autore, di parecchio tempo fa). Pertanto sarà finita in un cassetto così com'era... e così com'era il Rrobe l'ha resuscitata. E a sua volta mi chiedo quanto Ambrosini abbia subito l'auto-censura, di Mossiana-Sclaviana memoria, che si pongono gli autori quando sentono troppo "peso" addosso. E Gualdoni (e ci metto pure altri capoccia della redazione) doveva pesare parecchio. A lui come ad altri. A me è sempre sembrata "strana" la lettera di Recchioni (d'accordo con Sclavi) per i vari autori. Mi è sembrata come una sorta di liberazione ufficiale del fardello censorio che bloccava la loro creatività. Come la firma di una Costituzione Liberale per un popolo oppresso :)
Se il nuovo corso parte dalla libertà creativa degli autori e da supervisioni sapienti e intelligenti, penso che ritroveremo un caro amico ormai scomparso quale era Dylan Dog.


PS Horror Club all'antica... che comunica con i lettori senza anticipare nulla ma accogliendoli come fa un buon ospite nella propria terrorizzante casa. Bravo Recchioni. Però un appunto lo devo proprio fare: nella parte "E della storia di questo mese non ce ne parli?" il termine "Intepreti" tra il quinto e il sesto rigo, nun se po' vedè... anche se è un ovvio piccolo errore di battitura che qui, io per primo, faccio a iosa. Ma perdoniamo anche queste quisquilie... rende tutto più umano :D

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 Oggetto del messaggio: Re: # 325 - Una nuova vita
MessaggioInviato: dom set 29, 2013 12:50 am 
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Iscritto il: mer feb 29, 2012 8:36 pm
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Spoiler!
La ragazza nella foto mi pare Ester senza occhiali, abbastanza chiaramente.
Mah? Non vedo proprio la somiglianza. Sarò l'unico?

Se fosse una figura marginale, Ambrosini non la metterebbe nella scena ed il fatto che la escluda nel taglio finale serve sia per confondere il lettore, sia per concentrarci sulla nonna e il nipote, meri strumenti della mente che avrebbe organizzato il tutto.
Non avrebbe molto senso confondere il lettore estromettendola dall'ultima vignetta, visto che appunto, qualche vignetta prima è in bella vista. Il finale a sorpresa dovrebbe servire proprio per introdurla in maniera eclatante, non per concentrarsi sulla nonna e il nipote, su cui già ruota tutto l'albo. Non so, non sta proprio in piedi.
Oppure sono costruite male le ultime vignette, è anche probabile. Neanche Ambrosini sarà infallibile.

Propendo che abbia utilizzato le capacità della madre e del piccolo Arlequin per creare tutta la vicenda allo scopo di far uccidere il fratello di Jeffrey e la cosa le riuscirà cmq visto che alla fine il piccolo viene affidato proprio a lei.
Per uccidere il fratello di Jeffrey [i cui contrasti con Ester durano un paio di tavole al massimo oltretutto, non credo siano un fattore rilevante] "assume" il diavolo in persona per scambiare le identità di Jeffrey stesso e di un soldato della Prima Guerra Mondiale? Cioè, capisci? Potrebbe anche essere eh, ma sarebbe uno snodo che intricherebbe la sceneggiatura a tal punto da farle perdere addirittura di qualità e valore.

La struttura che rende buono l'albo è anche la sua non facile lettura
Ripeto, non sono di questo partito. Il pregio dell'incomprensibilità è un assunto che mi lascia sempre molto perplesso, o almeno, non vale sempre. Questo è uno di quei casi, a mio avviso.

In generale, ciò che sostieni, oltre a essere per me molto debole e poco probabile, gode di davvero troppi pochi indizi per essere formulato compiutamente a lettura conclusa. Come sa chi è appassionato di gialli, non offrire al lettore gli strumenti necessari per ricostruire personalmente la vicenda, è a tutti gli effetti un difetto di scrittura.
Anche tu le etichetti come congetture fantasiose, e questo è emblematico. A prescindere dalla loro effettiva attendibilità.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 325 - Una nuova vita
MessaggioInviato: dom set 29, 2013 2:34 am 
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Iscritto il: ven feb 17, 2012 12:14 am
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anche io ho pensato che la ragazza nella foto fosse Ester a dire il vero....però non si può esserne certi :/


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 Oggetto del messaggio: Re: # 325 - Una nuova vita
MessaggioInviato: dom set 29, 2013 3:01 am 
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Iscritto il: sab lug 10, 2010 11:33 pm
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Allora, vorrei molto dare anche la mia opinione su questo albo, comprato ieri pomeriggio e letto tutto d'un fiato stanotte, in questo nostalgico sabato sera che sembra così uguale a tutti gli altri giorni.
Anche se sono iscritto da ormai 3 anni, sono praticamente ancora un newbie, visto che per motivi vari non sono molto presente.

Allora, finalmente posso tirare un sospiro di sollievo, e finalmente posso concludere la lettura di un albo disorientato, confuso, soddisfatto e con un piccolo sorriso sulle labbra, invece della rabbia con cui ormai eravamo abituati a provare leggendo certe cose, e non rabbia a causa di immedesimazione nella storia, ma tutt'altro.
Siccome ho sempre un gran disordine nella mente, e non so mai da dove cominciare, prendo esempio da Lord Blendings ed inizio anch'io dalla copertina.
Bella, si, e come stile sembra richiamare un po' i periodi delle copertine con quel sapore legnoso che tanto mi piacevano, ma al tempo stesso viene resa innovativa dallo stile puntinato adottato, che sinceramente non mi ispira molto.
Il titolo rappresenta bene quella che sarà la storia, ed il soggetto beh sembra ormai palese che come dice Blendings simboleggi la nuova e progressiva direzione che la testata prenderà.
Le due cose sono orchestrate molto bene.

Spoiler!
La storia è buona. Non è un capolavoro, ma al confronto con ciò che eravamo abituati in questi ultimissimi anni è normale che si tenda a crederlo.
Sicuramente non è monotona, è originale e soprattutto è ben sviluppata, e nemmeno di difficile comprensione, anche se devo ammettere che mi sono perso ad un certo punto della spiegazione di Doinel - Walcott, e nel finale, che è ovviamente fatto per disorientare e a far ragionare. La sceneggiatura è ottima, scorrevole e mai così enormemente buonista, o retorica, o melensa come spesso e volentieri era nelle storie recenti.
I personaggi sono tutti caratterizzati benissimo, a parte forse Edmond, ma ci sta, ed anche la dottoressa Dalsen, il che è una peccha, perché è una dei personaggi principali.
La sensazione che si prova lungo tutta la storia non è angoscia, non è orrore, è inquietudine.
Sensazione che è sempre viva, dal momento del ricovero di Doinel - Walcott alla fine, dove raggiunge l'apice.
Non scema nemmeno nel momento dello sfogo di Jeffrey a Myriam.
L'ombra di qualcosa che non è giusta, che non si dovrebbe trovare lì, ovunque sia lì, che fa calare il freddo sia nell'ambiente in cui lascia la propria traccia, sia nell'anima, ci soffia sempre flebilmente sul collo, non ci abbandona mai.
Sembra tutto ricondurci, secondo la Trelkovski, al Diavolo, che non ha bisogno di mostrarsi direttamente, se non attraverso un tramite, che osserva tutto sotto le sempre inquietanti sembianze di un bambino mascherato, che si diverte a tormentare ignari spettatori che non sanno, a detta della medium, la fortuna che hanno avuto nel avere al loro cospetto nessun altro che il Diavolo, che una volta morto Jeffrey, l'ennesima anima posseduta, ha potuto sbarazzarsi del tramite Myriam ed andare in altri remoti luoghi in cui stendere il suo velo oscuro ma al tempo stesso fulgente.
Non mi è chiaro chi possa essere la donna in fotografia insieme a Myriam.
Una somiglianza con Ester c'è.
Ci penserò su.

I disegni non sono male, a parte l'inconfondibile segno di Ambrosini (che qui comunque non mi sembra al massimo delle sue capacità) sembra un miscuglio nelle atmosfere di Mari (a tratti) ed ancora più a grandi tratti ed in alcune vignette mi ha ricordato Tacconi.
Non mi è piaciuto il volto di Dylan, sempre diverso e troppo confuso.
Inquietantissima Myriam nella penultima vignetta a pag. 33.

Bello lo scambio di battute tra Dylan e Groucho, finalmente una sagoma piacevole da leggere e con il rispettoso spazio che merita, non come le recenti storie, che quando appariva arrivavo a saltare le battute da lui pronunciate.
Molto bello lo sguardo che si scambiano loro 2 a pag. 54.
Bello anche il monologo finale di Dylan e della dottoressa.


Una bella storia, una ventata d'aria fresca di cui si aveva veramente bisogno.

Copertina: 7
Soggetto e Sceneggiatura: 8,5
Disegni: 7,5

_________________
E' nel momento in cui dubiti di volare che perdi per sempre la facoltà di farlo.


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