rimatt ha scritto:
Dylan è nato come personaggio ben calato nel proprio tempo, e non è certo un caso che - per esempio - certe tematiche tipicamente sclaviane (e quindi dylaniane) quali l'attenzione per il diverso e l'emarginato, il mantra "i mostri siamo noi" e tutte le caratteristiche (anche) patetiche del personaggio siano state sviluppate proprio negli anni Ottanta, il decennio tutta apparenza e niente sostanza dell'"edonismo reaganiano". Scelte narrative che avevano una precisa valenza politica e che nascevano proprio in contrasto alla realtà dell'epoca. Poi non voglio certo dire che Dylan debba essere sempre "sulla notizia", per così dire, ma per essere efficace sono convinto che debba comunque rivolgersi alla contemporaneità, e che proprio guardando alla contemporaneità gli autori debbano cercare gli spunti per le proprie storie. Poi va da sé che anche storie "neutre" sono ben accette, quando scritte con sapienza, passione e mestiere.
Sono d'accordo, ci mancherebbe.
Ma quello è il Dylan di Sclavi, non per niente. Il Dylan del suo creatore-padre autoriale, di chi lo ha sfornato dalla propria fantasia collegandolo al contesto storico (ed anche personale) da cui è emerso.
E' un frutto dei suoi tempi, ma non l'esito dovuto... altrimenti anche senza Sclavi un personaggio così sarebbe dovuto venire a galla prima o poi, germogliando spontaneamente da quell'epoca
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Come ha detto poi
Dogares, una delle grandezze del Dylan sclaviano era quella di poter presentarsi come attuale in qualsiasi momento, anche a decine di anni di distanza. Una cosa mica da poco, e per cui bisognerebbe solo inchinarsi di fronte al maestro
.
Adesso, vista la situazione in cui è precipitata la testata, l'ultima cosa che ci serve è un pugno di autori che si cimenta nello scimmiottare quello Sclavi, tentando di riprodurne gli splendori... diventando rinnovato "classico" di se stesso
Le problematiche e le priorità sono altre.
Ed anche le potenzialità del team virano verso altri versanti, mi pare. E variando tra loro, per fortuna.
Attualizzare non significa rinccciovanire, ma saper proporre
qualcosa di nuovamente intenso, vibrante, sottile, complesso, profondo e credibile... cose che da molto tempo sono venute meno su queste pagine.
Cogliendo anche stimoli che vengono dalla contemporaneità - sia socio-storica che artistica... vedi fillm, libri e web - ma soprattutto investendo nel coraggio della qualità... che tanto ha latitato.
Anche a costo di scalfire qualche totem/mostro sacro, di tanto in tanto, per esigenze narrative, o di riconfigurare certi parametri ormai ammuffiti nel vuoto cliché ad oltranza
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ALOHA WHATTSUP TO ME... AND TO YOU?