Cravenroad7

Storia capolavoro. Tra i migliori albi degli anni '90 e probabilmente di sempre.

Sono stato attirato dal titolo e dalla copertina di quest'albo e una volta letto sono rimasto molto soddisfatto. Storia molto bella che raggiunge il culmine nelle tavole finali che alternano le battute di un Groucho in formissima allo scontro fra Dylan Dog e Adrian Mehis; degno di nota anche il risveglio di Bloch

Veramente bella... una storia da 9 ma che si merita un 10 per

P.s.: comunque - ora che ci ripenso - è una storia da 10 che si merita la lode per

Letto ieri sera.
Un'opera fantastica, in cui è inevitabile partire dai disegni.
Andrea Venturi è straordinario. Sembra Castellini, ma a mio giudizio è anche meglio, perché mentre secondo me Castellini è un po' manierista dello stile americano, Venturi riesce a personalizzarlo e a renderlo più europeo.
Un mix strepitoso, e in questo senso, leggendo i post precedenti vengo a scoprire che è definitivamente sparito dallo staff di Dylan Dog.
Ecco, questa secondo me è una perdita colossale.
Venendo alla storia, l'ho trovata assolutamente coinvolgente.
Per due terzi del racconto non si riesce a trovare il bandolo della matassa.
Poi l'albo si chiude senza una vera e propria spiegazione, e sono d'accordo con chi dice che non è certamente necessaria.
Peraltro, non è nemmeno vero che il racconto non abbia un filo logico, e infatti Altair offre una interpretazione che condivido appieno.
Ricordo che quando l'ho letta per la prima volta, all'epoca in cui uscì, ero davverotimoroso che Bloch potesse anche non farcela.
A conferma della tensione che certe storie riuscivano a creare.
Per me 9 (un voto in meno solo perché la copertina non mi piace molto).

Specchio nello specchio, nel quale la reale profondità dell'essere si perde nell'infinito del non essere e della follia.
Forte come un pugno nello stomaco, disegnato superbamente, alterna scene di crudezza assoluta ad altre di grande linearità e semplicità e dolcezza.
Il diabolico essere che esce dalla tomba, come sviscerandosi dalla psiche umana, assurge nell'olimpo dei crudeli di DyD.
Finale assolutamente perfetto, sconvolgente e crudo, che lascia interpretazioni svariate e variegate, come si confà per un vero Dylan Dog.
Ottimo.

Numero molto ben disegnato, ma con una trama "stretta", dallo svolgimento breve e senza una vera soluzione. Mancano gli approfondimenti del caso e il personaggio protagonista ne esce molto poco caratterizzato. Senza contare che non è chiaro perché dovrebbe essere diventato una sorta di Electro dei poveri.

sempre piaciuta questa storia.

Comprata ieri in fumetteria e letta questa mattina: stupenda.Davvero stupenda...Un soggetto secondo me originale e sceneggiato e disegnato da (Ronnie James)Dio! A me ha davvero impressionato le pagine finali ambientate nella baracca del custode del cimitero...
Poi, sarà che mi diverto anche io a raccontare le barzellette, ma la scena con Groucho che ne spara una dietro l'altra con Bloch in coma finchè questo disperato non si sveglia mi ha fatto piegare in quattro...
Albo magnifico...

ma Venturi a cosa si è dedicato dopo Dylan? il suo tratto sulla serie mi piaceva davvero tanto.

A Tex. Dove ha modificato sensibilmente il suo tratto.

Sigh, un disegnatore simile sprecato a disegnare cavalli, ruscelli e cespugli nel deserto

Dai adesso...Tex ha il suo perchè. Se disegni bene il west ne hai di cose da metter dentro...

capolavoro

Bellissima! Quest'albo lo trovai a fianco di un bidone dell'immondizia in provincia di Lucca. Condivido quanto ha scritto Altair, riguardo la spiegazione. Pascal nel 1985 sparisce nel nulla creandosi una nuova identità, quella di Mehis. Per sette anni conduce un'altra vita, nel 1992 muore. Nello stesso anno l'anima (in carne ed ossa) di Pascal si ritrova davanti alla porta di Dylan Dog con in testa un buco di sette anni. Nello stesso tempo Mehis (cioè il corpo di Pascal) esce dalla tomba e comincia ad uccidere in attesa di ricongiungersi con la propria anima. Semplice, no?

A me questa storia, invece, non è mai piaciuta granchè.


Sclavi voleva realizzare, è palese, una specie di "versione horror" del Fu Mattia Pascal di Pirandello.
Ma alla resa dei conti il risultato -forse inevitabile- è l'ennesima rilettura del risaputissimo tema "Jekyll/Hyde". Il guaio è che siamo lontani dalla complessità e dalle sfumature dell'indimenticabile n.33 (Jekyll!). Qui ci sono la personalità "buonissima" e quella "malvagissima", con ciascuna che prova a prendere il sopravvento sull'altra. Insomma, la solita solfa.
Il fatto che la personalità malvagia esista anche come corpo separato NON basta a rendere la vicenda più originale.

Alla resa dei conti, l'albo si segnala solo per gli scoppi di furibonda violenza, che coinvolgono anche il povero Bloch. Ma la trama in sè è davvero minestra riscaldata.