Cravenroad7

scusate per l'OT. la mia era una curiosità riguardante proprio quest'albo e non gli albi in generale e ho pensato fosse il topic più consono per parlarne.

il fatto è che è una tendenza di tutti gli albi, e non di questo in particolare, di essere meglio accolti su fb che non sul forum

Ho letto la prima storia. Bleah!
Penso sia il peggior episodio che io abbia mai letto su Dylan Dog!

Cioè, il soggetto (banalissimo) non è altro che un susseguirsi di dialoghi inutili tra miliardi di personaggi inutili con Dylan che ricopre un ruolo inutile all'interno di una storia inutile. Incommentabile. Voto: 0. Inutile.
La sceneggiatura è pessima anche quella, anche se penso che non è che sarebbe cambiato molto con una base del genere. Voto: 3,5.

E non mi dilungo un'altra parola. L'inutilità fatta storia.

Letto ieri, dopo averlo recuperato usato (la Bonelli non avrà più i miei soldi per i Maxi, a meno di unanimi entusiasmi).

Sarò breve: il solito Maxi. Non una catastrofe, ma tre storielle dimenticabili seppure non indecenti la cui principale caratteristica è quella di presentare dei soggetti poco dylaniani (o meglio: poco canonici). Il che non è in sé un difetto imperdonabile, ma fa comunque sì che durante la lettura si avverta una sensazione di straniamento provocata (almeno per me) dal fatto che un personaggio noto (e neanche mal caratterizzato) si muova in un contesto meno noto.

Comunque: la palma di anti-dylanianità la vince Di Gregorio, che - se non altro - quando si muove in territori poco dylaniani se la cava benino (i danni li fa quando tenta di scimmiottare Sclavi), cosa già dimostrata dalla divertente storia di un Maxi passato in cui il nostro indagatore si trovava rinchiuso in un centro commerciale. Qui c'è una storia che funziona, sceneggiata con un certo mestiere e scorrevole quanto basta; è però un soggetto che è appiccicato a Dylan con la colla, e la sceneggiatura non è abbastanza brillante e vivace da farlo dimenticare.

Al secondo posto Gualdoni, che però sceneggia in maniera più pesante e meno scorrevole di GdG, infarcendo le vignette di inutili nuvolette spiegazioniste in cui Dylan pensa assai poco spontaneamente a ciò che ha fatto e a ciò che sta facendo. Così, giusto per rimarcare l'ovvio (e per non costringere lo sceneggiatore a sforzarsi un po' di più). Una storia curiosa e, nella sua mediocrità, neppure dannosa, che scorre come l'acqua e non lascia il segno. Un ipotetico voto oscillerebbe tra il 5 e il 6-, a seconda dello stato d'animo del professore/recensore.

E poi Ruju, che ci mette una discreta dose di mestiere e che, nonostante parta anch'egli da un soggetto non propriamente dylaniano, lo sviluppa correttamente e lo sceneggia con discreta sapienza. I dialoghi mi sono sembrati meno artificiosi del solito e quindi più credibili, nella loro asciuttezza. Niente di che, ma comunque una storia che si aggira intorno alla sufficienza e che, nel contesto cumulativo del Maxi in cui la qualità fa media con la quantità, fa la sua figura.

A conti fatti, Ruju si impone (di poco) su Di Gregorio, relegando Gualdoni al terzo posto. Rimangono da commentare i disegni, che oscillano tra il sufficiente e l'inguardabile (con più puntate verso il basso che verso l'alto). Alcune tavole sono decenti, soprattutto quelle ariose che poggiano sull'indubbio fascino vintage e visionario del tratto di M&G, ma appena le vignette si rimpiccioliscono e si scende nel dettaglio sono disastri: facce sghembe, anatomie incerte, espressioni indefinibili. Non dico che sia ora di pensionare il duo, ma urge un calo di produttività che possa portare a un aumento della qualità: RRobe, per favore, pensaci tu.

Parliamo di un Maxi disastroso. Ma salvare Kidnapping? Verrebbe quasi voglia di rivalutare in positivo i superpoteri disposti da Gualdoni..

"Alla ricerca della felicità" è una bella storiella di Di Gregorio. Carini i battibecchi e le gelosie di Groucho e Danielle, bello il personaggio del venditore ambulante (ricorda un po' per fisionomia il commerciante de "Il cristallo arcobaleno") e interessanti i personaggi coinvolti nelle vicende. Però non emoziona più di tanto e il finale ricorda troppo il monologo della Morte in "Blackout".
Insomma, Di Gregorio sembra voler scopiazzare da altre sue storie e questo indebolisce la trama. Montanari & Grassani, bravi. Curiose le tante vignette con personaggi seduti nelle auto. Possono piacere o meno. Però i visi dei tanti comprimari sono uguali ad altri incontrati in passato. Anche loro dimenticano di aggiornare il repertorio e la storia ne risente. Difficile riconoscere tutte le ex di pag 62. Ho riconosciuto la giapponese de "I sei corvi", la scultrice di "La donna urlante" e la mora di "Notte senza fine". Le altre?

"Kidnapping" di curioso ha solo il titolo. Carina l'idea del ragazzino con poteri soprannaturali, però Ruju non si sforza certo in originalità. Sembra abbia scopiazzato, e parecchio, da "L'uomo nero" di De Nardo, commovente storia su un rapimento di un bambino. C'è la stanza buia, il personaggio misterioso, Dylan che pedina la servitù. Divertente averci inserito la mitica giornalista Geraldine Rowling, una buona spalla per Dylan. Ma forse non basta.
Ruju sa utilizzare Groucho al meglio, però siamo davvero di fronte a un già visto. Ringrazio Montanari e Grassani per i tanti corpi squartati: era da un po' che i due esperti disegnatori non ci davano dentro con lo splatter. Pessima la battuta "Si è arrabbiato davvero" pronunciata da Dylan dopo che Skinner ha massacrato una dozzina di persone. Idem l'atteggiamento irritante del nostro contro il maggiordomo che vuole solo divertirsi al Casinò. Anche la canzoncina l'avevamo già "ascoltata" nel capolavoro "Il mistero del Tamigi".

Splendida la copertina di Stano che fa riferimento alla terza storia. Gualdoni con "L'eroe" la butta sugli X-Men. Qualcuno dirà: c'entra come i cavoli a merenda nell'universo di Dylan Dog e forse è un soggetto più adatto a Martin Mystere (come lo stesso indagatore dell'incubo fa notare). Le due citazioni di Mystere potrebbero venir considerate due sotterfugi di Gualdoni per pararsi le natiche, dicendo "Non c'entra nulla, è vero. Ma io l'ho fatto notare nei dialoghi". Ogni tanto però fa piacere uscire dall'universo più classico dylandoghiano. Quindi approvo la storia di Guladoni, aldilà di incongruenze e stranezze (dall'incubo con Dylan ragno alla fobia dei triangoli).
La sceneggiatura con tante morti assurde e la spiegazione finale per me è un modello che funziona e dà quasi più importanza all'irrazionale che al razionale. Cosa che delude sono i disegni. Montanari e Grassani non mi sono per nulla piaciuti nella scena dello studente che massacra professore e compagni. La testa esplosa poteva essere fatta molto meglio (vedi Dall'Agnol ne "La Mummia") e pure gli studenti che acchiappa sembrano bambolotti. Peccato, perché delle tre storie era la più intrigante. Belle le battute di Groucho che non invecchia mai.

SPOILER PROBABILI (anche se vi consiglio gli spoiler piuttosto che il maxi )

Alla ricerca della felicità
Posto che di Dylan Dog questa storia ha solo il nome in copertina e che solo per questo meriterebbe 3, l'idea iniziale non è neanche brutta, i personaggi sono presentati in maniera discreta e le vicende, ottimisticamente parlando, potrebbero evolversi in maniera interessante. E invece? Invece non succede niente, non c'è quella tipica tessitura di vicende che alla fine si uniscono. Eventi potenzialmente casuali vengono fatti passare per predeterminati... ma determinati da chi? Dal venditore cinese? Era più credibile una caricatura di Galeazzi come "evento soprannaturale". E il cinese mi fa pure lo spiegone finale
Montanari and Grassani come sempre niente di trascendentale e i primi piani sì che sono horror!
E sì che le prime 50 pagine le ho lette di gusto e con interesse. Occasione persa, la storia nel complesso (e nel contesto Dylan Dog) oltre il 4.5 non può andare.

Kidnapping
Penosa. L'unica cosa che si salva è la pagina finale, quantomeno strappa un sorriso.
Dylan Dog sembra Stallone e picchia a destra e a manca, la Dylan-girl di turno sembra l'assistente del protagonista e a Groucho nel finale è addirittura lasciato il ruolo di diario di Dylan Dog. Che fosse un esperimento mal riuscito?
3.5, e il disegno non aiuta.

L'eroe
A confronto con le altre due, sembra quasi una buona storia. Effettivamente a tratti (brevi) scorre via godibile e di sicuro è la migliore delle tre, nel complesso, anche se non di molto. Gualdoni pesca qua e là e cerca di dare un senso logico ad una storia sovrannaturale che si prende troppo sul serio e troppo sul realistico. Tutti i topoi dylaniati sono qui presenti, a partire dalla pensione di Bloch fino ad arrivare al dopobarba di Dylan. Il soggetto è vagamente decente ma con troppo salti logici non spiegati, la sceneggiatura è pessima (ho perso il conto delle pagine che si chiudono con un primo piano di Dylan, e ho come l'impressione che non sia una cosa positiva) e aggiungici che i disegni sono fatti con lo stampino (Dylan di 3/4 è una fotocopia tipo Groucho in Horrorpoppin) e in maniera imprecisa (ad un certo punto Bloch c'ha delle sopracciglia tali che sembra uno dei Kiss truccato).
Ciliegina sulla torta, pagina 282, "un'arma" senza apostrofo (secondo errore ortografico nel maxi in questione, il primo era una E con un accento di troppo).
I TRIANGOLI? MA STIAMO SCHERZANDO? CIOÈ, A QUESTO QUI SE GLI FAI VEDERE IL TEOREMA DI PITAGORA GLI VIENE UN INFARTO?!
5

Voto totale al maxi, 4.
Sono felicissimo di averlo preso in biblioteca!


Già che ci sono, mi sbilancio anche sulla questione "frivolezze estive".
Non capisco perché le uscite estive debbano essere più simpatiche (ammesso che questo maxi susciti simpatia in qualcuno), più leggere e più disimpegnate per poter essere lette sotto l'ombrellone. Il caldo vi dà alla testa, per caso e necessitate di una bella non-sceneggiatura per rinfrescarvi?
E per par condicio delle belle storie disimpegnate anche in inverno per gli sciatori che devono farsi dieci minuti di seggiovia non le vogliamo?
Scherzi a parte, se io compro Dylan Dog mi aspetto determinate storie con determinate caratteristiche, estate o inverno che sia. E trovare sotto l'ombrellone La casa degli uomini perduti non penso sia stato un grande problema per i lettori di vent'anni fa

"Alla ricerca della felicita'"
Al netto di qualche spunto accettabile e quasi divertente,la storia di Di Gregorio non affonda mai un colpo deciso e anzi si rivela mediocre,stanca e con personaggi privi di spessore.Qualche citazione piu' o meno voluta,ma la sensazione forte di un gia' visto e sentito e una narrazione con il pilota automatico rendono il tutto poco digeribile.

"Kidnapping"
Ruju al suo peggio.Mostro della settimana,narrazione scontata,personaggio mediocri e poco interessanti.Una storia che fondamentalmente si tende a scartare,e che ci ritroviamo sul maxi cosi'...giusto per non buttare via niente.

"L'eroe"
Conclude in bruttezza Gualdoni,con una storia ricca di strizzatine d'occhio e richiami al passato,quanto povera di contenuti e sostanza.Trama pretestuosa per giocare agli eroi,con capovolgimenti di fronte e caratterizzazioni poco credibili.Piatto,senz'anima.

In definitiva,uno dei peggiori maxi che io ricordi.