Cravenroad7

A Londra quello che trovi aperto 24h su 24 sono i Tesco...tipo dei supermercati, dove trovi alimentari, alcolici, sigarette, piccoli elettrodomestici, apparecchi elettronici, libri paperback, trucchi, qualche capo di abbigliamento di base, farmaci da banco...beh stanno dappertutto e se ti serve qualcosa in piena notte lì la trovi, ma non è che siano centri commerciali in piena regola...sono i nostri supermarket con più roba.

Appunto
Era proprio quello che prima intendevo come categoria instant di acquisti da supermercato.

Right, mi sa che a questo punto abbiamo chiuso la questione sul...



ALOHA ALONG THE (WATCH)TOWER

SPOILER

Per essere originale è abbastanza originale, ma non ha basi per poter essere considerato interessante. Si lascia seguire e scorre, ma alla fine non rimane. La diavolessa è un personaggio accattivante però.
Le donne di Freghieri sono sempre più belle! In generale l'apporto del disegnatore è stato notevole, alcune tavole sono bellissime, sopratutto in alcuni casi dove le inquadrature le ho trovate davvero efficaci.

Buona storia che unisce l' animo horror di Marzano con le incursioni nel comico-grottesco con cui già si è misurato altre volte e che si basa su un' idea un po' artificiosa ma che alla fine risulta gradevole così com' è contestualizzata in una sceneggiatura scorrevole e ricca di dialoghi brillanti. Ci sono praticamente tutti, da Madame Trelkovski a Jenkins, con Bloch e Groucho in grandissima forma (un paio del baffone sono veramente di alto livello).

Eccomi, buon ultimo, a commentare l'Almanacco. Storia discreta e sceneggiata con un certo brio, per quanto manchino momenti di forte impatto e l'albo scorra abbastanza piatto. Parlerei di aurea mediocritas: una storia che sul momento risulta piacevole e non annoia ma che è pur sempre destinata a essere dimenticato abbastanza in fretta. Comunque la sceneggiatura è fluida e contiene diversi passaggi gustosi (uno scambio di battute fra Dylan e Bloch, alcuni dialoghi fra l'indagatore e la ragazza del mese, un paio di sequenza con la "cara mamma"...), quindi la sufficienza è abbondantemente superata. Ma ci vorrebbe una maggiore incisività, questo sì.

Buono il lavoro di Freghieri, che non sarà al top ma che è comunque in discreta forma: in passato è stato molto peggio di così. La carta patinata aiuta a far risaltare il tratto, elegante e suggestivo come al solito.

Mi ero scordato poi di commentarlo. Quoto Rimatt. Una storia divertente, bravo Jan.

Mi togliete una curiosità: sul sito sbe c'è un errore, lo chiamano almanacco 27 e se andate col mouse sulla copertina, si gira leggermente mostrando la costa, che reca la scritta "N.27, annuale". Sulla costa vera c'è scritto 27?!? Non doveva essere il 23... o mi sono perso 4 almanacchi??

Sul costa c'è scritto "Almanacco della paura 2013 Dylan Dog" e basta.
All'interno c'è scritto "collana almanacchi n°120" vuol dire che tutti gli almanacchi, western giallo e fantascienza,fanno parte della stessa collana.
Questo numero 27 non capisco da dove arriva.

Marzano questa volta ha fatto centro. "La cara mamma" mi ha divertito. Bei personaggi, un Dylan Dog che cerca di risolvere il caso tra clarinetto e galeone (toppando clamorosamente), Bloch immerso nella sua indagine e Groucho abbastanza in forma.
Il tutto condito da ottime tavole di Freghieri. Disegnasse sempre così sarebbe il top. La grande mole di lavoro non glielo permette.

SPOILER

Le tirature di capelli non mancano. Non conosco i negozi di Londra, ma da me pare impossibile uscire nel bel mezzo della notte per comprare cappellini. Un'altra forzatura è quella di far combaciare gli orari degli acquisti del signor Lang con quelli degli omicidi. Così però si trova lo stratagemma, non molto originale, di disorientare il lettore.

Il personaggio della madre della prima ragazza uccisa ricorda pari pari quello della madre di Tony White (la signora Lo Bianco), arrivata a Londra e incompresa da tutti (Speciale 3 "Orrore Nero". Anche Freghieri la disegna simile. Sarà un caso?

Sui servizi quest'anno ho delle riserve. Non conoscevo Neil Gaiman e la sua rubrica mi è stata certamente d'aiuto, però il servizio sugli horror da antologia mi sapeva di cose già lette (anche sugli stessi almanacchi passati).
Da anni non si vede più la rubrica "Paura Musica", eppure certo rock dal sapore demoniaco continua a impazzare. La ripropongo.

Non fa schifo, ma la sceneggiatura è veramente atroce dal mio punto di vista. Intollerabile per me la solita galleria di macchiette meschine e personaggi che di britannico hanno molto poco. Lo stesso mammismo è una rarità nel mondo anglosassone. Freghieri molto buono.

Effettivamente, quel regista ciccione con quella faccia un po' cosí, Psycho poteva proprio risparmiarselo...

Beh, a mio parere uno dei punti di forza del Dylan di Sclavi era che spesso nella sua Londra e nella sua Inghilterra si respiravano atmosfere provinciali o comunque molto italiane, del resto protagoniste assolute nei suoi romanzi.

Ecco, quello è un elemento del Dylan che fu che Recchioni, Barbato, Medda & co e nessun altro sceneggiatore delle nuove generazioni, per quanto talentuoso e bravo, riuscirà mai replicare. Tutti troppo esterofili, televisivi, globalizzati.

Il problema è che gli attuali autori non sanno neanche ricreare un atmosfera provinciale di tipo inglese, mentre Sclavi ci riusciva pur senza averci messo piede (v. Rambyln, ed infiniti altri casi).
L'unico brodino che riescono a rifilare è sempre la solita cittadina remota di brontoloni/amiconi, modello Don Matteo (v. L'odio non muoremai ), che ormai risulta intollerebile anche ai meno scafati.
Nessun carattere, nessuno spirito .

ALOHA VILLAGE PEOPLE

Già. Comunque la mia non era tanto una critica quanto proprio la constatazione di un mutamento generazionale, un radicale cambiamento di gusti e di riferimenti culturali, indipendente dal talento del singolo autore e dalla riuscita delle storie.

A me non sembra tanto un problema generazionale, legato al singolo autore, o al multiglobalismo di questi tempi... che non sa più "de-scrivere" la provincia. .

Basti vedere lo stesso Mignacco citato sopra: nella storia dei nazi-vampiri di Settembre riporta un villaggio patetico degno della peggior fiction per ottantenni esangui.
Mentre 25 anni fa sapeva dipingere la provincia oscura in piena brughiera con Una voce dal nulla
Colpa dell'esterofilia o della teledipendenza edulcorata?

Non direi: mi sembra più un indirizzo redazionale - il solito, da anni - appioppato a questa testata, anche nelle atmosfere.
E fuori Londra si sentono molto di più.
Il nuovo corso recchioniano sembra puntare molto in una ri-concettualizzazione più attuale della capitale. Spero sappiano fare lo stesso anche per le storie fuori porta, che ormai danno di gitarelle degli scouts ciellini .

ALOHA LUPETTI (mannari)