Io condivido pienamente la tesi troppe uscite = scarsa qualità.
Dylan Dog ha, praticamente, una quantità circa di 94 tavole ogni 15 giorni. Se facciamo il paragone con il Topolino (che è un uscita settimanale) siamo praticamente nella stessa quantità di tavole prodotte con una differenza di base non da ignorare: Topolino mica è solo... ci sta pure Paperino e tutto il suo mondo. E ogni personaggio ricorrente è talmente forte che a sua volta può essere protagonista di ulteriori storie. E data la mancanza di mono-tema (se non quello di evitare d'offendere la sensibilità dei bimbi), gli autori possono spaziare in varie e svariate tematiche. Ma a sua volta, dopo 80 anni di storie prodotte in quantità industriale e in tutto il mondo vi sono personaggi e universi paralleli (Paperinik, Paperin Paperotto, Super Pippo, Pk, Le grandi parodie, etc... etc... ) che fanno da spunto per ulteriori idee.
Tutto questo il nostro Dylan non lo ha. E' il solo e unico imprescindibile protagonista. I personaggi ricorrenti non hanno un loro filone (e comunque sono veramente pochi). La tematica, con tutte le sue sfumature, è sempre quella (o per lo meno dovrebbe essere quella): horror. Magari thriller o giallo. Ma là siamo. Insomma... un Dylan che si parte all'avventura per trovare un tesoro è difficile immaginarlo (anche se Faraci, similarmente, ci ha provato con risultati disastrosi). Quindi, nella sostanza, la fantasia può arrivre fino a un certo punto. Dopodiché si cade nella ciclica riproposizione dei medesimi argomenti, delle medesime situazioni e, pure, delle medesime battute di Groucho. Cosa che non può durare senza provocare una sensazione di noia nel lettore. Per quanto ci possano essere autori validissimi, prendendo l'esempio prossimo venturo della rivoluzione sclavi-recchioniana, dopo l'euforia iniziale con soggetti e sceneggiature da urlo (facendo l'ottimista) si ritornerà alla meccanica timbratura del cartellino. E temo che anche in quel caso Medda, Barbato, Recchioni, Ambrosini, e chi più ne ha ne metta, calano in qualità. Lo stesso Sclavi si ritrovò nella stessa situazione.
A questo punto, fossi in Davide Bonelli, smaltirei le tavole già eseguite sotto la direzione di suo padre (ma tutte... anche le prigioniere ergastolane, dato che non penso che un Chiaverotti anni '90 abbia scritto roba peggiore di quel che ci propinano da una decina d'anni a questa parte) e taglierei un Maxi, l'Almanacco e un Color Fest. I supplementi devono essere annuali. E l'Almanacco, con l'avvento di Internet, è pure in ritardo nelle sue segnalazioni. I Color fest li affiderei solo ed esclusivamente ad ospiti con i contro ca**i (è ancora mio desiderio una storia di Manara dalle tinte erotiche stile Dylan anni '80) e la serie regolare, a parer mio ne gioverebbe di gran lunga.
E' inutile continuare a spremere il personaggio.. quel che ha potuto dare, ha dato. E' ora di ridargli un po' di mangiare sano e controllato