Cravenroad7

Mexican Standoff - SPOILER

Cos'è che funziona in questo albo di Cajelli e Cremona? Il mix di generi, l'alieno che emana un olezzo sconcertante, la presenza di più esseri di diverse specie, con scopi e principi opposti.
La lettura è stata piacevole, ma la sensazione che la storia raccontata sia stata troppo veloce nella sua struttura, mi è rimasta. Forse questo è uno di quei racconti che avrebbe dovuto avere più pagine, per sviluppare certi momenti e alcune determinate situazioni.
I disegni sono molto belli e la copertina è disegnata in modo sempre impeccabile, ma strutturata in maniera non ottimale.

devo dire che anche per me la serie è in calo ma per ora non c è ancora di che lamentarsi per davvero. Cmq direi di arrivare a 12 e poi vedere se continuare con tutte le uscite o solo con le chicche (principalmente per questioni di spazio)

effettivamente se i primi 5 erano veramente belli gli altri sono abbastanza deludenti.
gli ultimi 3 mischiano il soprannaturale per non rendere troppo banale la storia però perdono totalmente di credibilità.
il prox nell' incipit mi attira..speriamo.

Per me questo mexican standoff è scritto bene, e si lascia seguire con molto piacere, i personaggi sono semplici ma carismatici, la trama ha bei momenti e racchiude idee interessanti, il vulnus è invece a livello di soggetto: le due trame non si coniugano benissimo, e il finale seppur ugualmente piacevole finisce per lasciare troppo di inconcluso, senza un epilogo che tiri i fili della narrazione e renda il senso del tutto.
La trama da gangster movie si chiude con una rivelazioen finale un po' buttata lì, che non sembra incidere molto nel momento in cui il gioco passa a un livello superiore, e e la trama da ufo movie è troppo abbozzata per essere davvero memorabile... non che volessi spiegoni, ma almeno qualche elemento in più che desse il senso del tutto al di là dello stabilire chi sono i buoni e chi i cattivi... qualche pagina in più sarebbe servita, ed è un peccato, visto che cajelli era stato davvero bravissimo dell'introdurre la storia a dare tante informazioni senza mai appesantire la narrazione.

Con tutta la carne al fuoco che c'è, si poteva praticamente imbastire una miniserie.

SPOILER con riflessione annessa:

Letto questo ultimo numero e devo dire che non mi ha colpito, la storia non è noiosa però non mi ha lasciato niente a fine lettura. Belli i disegni. Voto 5

secondo me non lo sapeva prima, e non lo a neanche dopo, a giudicare dalla sua reazione.
però effettivamente non è chiarissimo.

Letto con colpevole ritardo "Il boia di Parigi".
Non un capolavoro, ma un opera di pregevole fattura. Interessante perché racconta il periodo del Terrore in Francia alla fine del Settecento da una prospettiva diversa, ovvero quello del boia Sanson, in maniera originale. Sanson è un personaggio molto potente e carismatico. Quindi brava Paola.

"Il lato oscuro della luna" rimane sempre il top di questa giovane collana.

somebody :

in conclusione a mio parere un occasione sprecata per poter fare un albo memorabile.

ehm...nobody

non mi è è piaciuto...nemmeno i disegni. copertina superba come al solito.

Nobody: capolavoro. Una lettura entusiasmante, come lo era stata Il lato oscuro della luna: siamo su quei livelli. La musica è pressapoco la stessa, ma quanto è bravo a suonarla, Bilotta!

Condivido fino all'ultima parola: Bilotta è in questo momento uno degli autori più ispirati del panorama nazionale.
Quest'albo vola altissimo, così come il precedente che aveva sceneggiato.
Con una sicurezza davvero notevole, l'autore riesce a fondere nella sua scrittura SPOILER Conrad, Stevenson, Verne, Omero, DeFoe, tradizioni folkloristiche, Salgari e tanto altro ancora. E il risultato non è un qualcosa di derivativo, no, perché il soggetto non è solo un potpourri di avventure altrui, ma una rielaborazione metaforica. Vi sono più livelli di lettura ed i personaggi descritti diventano vivi nella forma ricreata dall'autore: qui non siamo davanti ad una rappresentazione positiva, quello che il poeta De André aveva definito con il verso: "per la stessa ragione del viaggio: viaggiare". No, qui i personaggi posti in scena sono quasi tutti accomunati da un'ossessione. E non per niente si capiscono a vicenda e s'influenzano a vicenda. E il filo conduttore diviene Melville: la lotta di Ahab (a cui il protagonista finisce per assomigliare sempre più) ed il maledetto Mostro Bianco non è la lotta tra il bene e il male, ma quella tra un uomo e se stesso.
Tanta roba davvero.
Carlo Maria

È arrivato il Re, ed è pure d'accordo con Rimatt!