wolkoff ha scritto:
Ma 'nzomma.
Il cosiddetto "rilancio" con lieve re-boot di
Nathan Never dell'ultimo anno ha lasciato molti perplessi, per usare un eufemismo
.
Dipende sempre da quali idee si hanno e da che linea editoriale si vuole imprimere per provare la svolta... perché in certi casi questa svolta può portare ad una curva cieca ed un bel frontale (di fesserie) .
Non posso che essere d'accordo.
Da qualche anno leggo Nathan Never solo saltuariamente, e solo perchè me lo faccio prestare. Ma l'andazzo recente della testata mi ha lasciato MOLTO perplesso...
Omega alla sua prima apparizione sembrava un nemico degno dei Gormiti!
Il suo nuovo design è meno ridicolo, ma ancora non mi convince. Pare una versione pompata di Freezer (il cattivo di Dragonball Z).
Forse ai giovani adolescenti può piacere, ma è un dato di fatto che con Nathan Never c'entra poco o nulla. Sia considerando il Periodo d'Oro (i primi 50 albi) che quello che è venuto dopo.
Un rinnovamento sbagliato è già stato fatto a suo tempo con Mister No.
Non essendo un gran lettore di Mister No, posso dire poco dal mio punto di vista. Ma so che i vecchi lettori a suo tempo non apprezzarono affatto la gestione di Masiero e Mignacco, che aveva abbandonato l'Amazzonia per sfornare storie pulp pseudo-tarantiniane basate su guerre tra gang metropolitane
Neppure il buon Sergio Bonelli era molto convinto di quell'andazzo (lo diceva spesso nelle interviste), ma lasciava fare. Pensava che i suoi gusti personali fossero vecchi, superati, e che gente come Masiero fosse più in sintonia coi ggggiovani.
Avrebbe dovuto fidarsi più di se stesso! Forse Mister No non avrebbe chiuso.
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Tuttavia io di Recchioni mi fido.
Perchè quando ha potuto lavorare come voleva lui, cioè senza guinzaglio e redattori arcigni a fissare paletti, ha sfornato storie che valeva la pena leggere, tipo Il Giudizio Del Corvo e Mater Morbi.
Forse non capolavori (riservo questo termine per opere come La Casa Degli Uomini Perduti e Memorie Dall'Invisibile), ma che comunque trasmettevano molto: emozioni, riflessioni, autentico senso di disagio (indispensabile in un fumetto horror).
Altre, come il Modulo A38, non mi sono piaciute, ma ho la netta sensazione che in quel caso il buon RRobe avesse il fiato del supervisore sul collo, che gli impediva di sbizzarrirsi come avrebbe potuto e voluto.
In conclusione, attendo molto fiducioso.
Peccato che da qui al 2015 manchi ancora un sacco di tempo.