Cravenroad7

ma che fine ha fatto il post premiato col post del mese?

Nebbia undicesimo "miglior Dylan Dog di sempre"? Fammi fare due conti... vediamo... no... impossibile...
Mi hai spinto anche a rileggerlo.

SPOILER
E' un (mezzo) pasticcio. Sono tutti fuori parte. Bloch urla e basta. Groucho è irritante nel voler scardinare la propria immagine. L'incipit non è che un gioco di parole tirato avanti per due tavole. Barry spunta a metà albo e instaura un rapporto con Dylan talmente forzato a livello di sceneggiatura che lo fiuterebbe anche un anosmico che qualcosa c'entra. E tutti questi omertosi condannati a me sembrano la tipica (grossolana) "morale figurata" stile Barbato. E la natura del delitto di Barry, che è delicata, lasciata orfana di qualsiasi richiamo narrativo. Brindisi Bravo, ma non nella sua prova imprescindibile. E poi gli alberi! Gli alberi testimoni! Gli alberi testimoni! Delle due fai che la nebbia erano gli spiriti di tutti i bimbi violentati, chennesò, ma gli alberi no, via!
Voto 5
Per il resto la tua classifica è OK

Bello ! Finalmente un DD dal vecchio sapore di buon fumetto, inquadrabile cmq in un periodo di storie buone ( Resurrezione e Il Tempio della seconda vita ), che fotografa personaggi credibili, in un contesto avvincente. Semmai a destare un poco di perplessità è la soluzione finale, cmq migliore del solito demone o fantasma, però liquidata in poche righe.
Belli i disegni, ottima la sceneggiatura, Barbato Style.

Non lo metterei nella top eleven, ma il mio parere è più vicino a quello di Kramer che non di joe. E' il mio preferito (forse non il migliore) fra quelli della Barbato, e il miglior lavoro di Brindisi. Bloch è usato molto bene, si incazza come si incazza sempre quando Dylan prende troppe iniziative, ma non mi sembra si limiti a questo. Groucho mi sembra usato in maniera abbastanza standard, l'unica cosa anomala è che stia zitto quando è minacciato. La gag iniziale non è la migliore di tutti i tempi, ma mi pare eccessivo che si perda tempo a parlarne fra i difetti della storia. Che Barry c'entri qualcosa è prevedibile, ma in storie d'impatto come questa la prevedibilità è l'ultima cosa di cui preoccuparsi... capisco che ce ne si lamenti in storie gialle in cui tutto si riduce alla ricerca del colpevole, ma qui non mi sembra proprio il caso.
E mi limito a confutare quelli che hai considerato difetti, ma potrei parlare anche dei pregi...

Ok, Imp. Ma la mia non era una lamentela per l'assenza di finezza gialla. Anzi. Il problema risiede, imo, nella fatto che proprio mentre si è certi che Barry sia implicato non si è consapevoli del perché e del percosa, non si sa quale sia il peccato, non si sente il peso di un discorso morale. E quindi tutto rimane inerte, si perde il dramma. Se si fosse saputo a metà albo che un bimbo era stato violentato e ucciso e piano piano questo peccato fosse emerso tra le battute e i comportamenti del massaggiatore, con Dylan straziato da questa agnizione (che Barry gli sta pure simpatico). Qui c'è solo un lettore (che poi sono io, mica gli altri) che dice: "Ok, vedrai questo c'entra qualcosa. Ma in cosa? Che cazzo avrà combinato?". Non c'è un'investigazione psicologica, in soldoni.

Forse, per me, non ha l'undicesimo posto in classifica, ma è un bellissimo sicuramente in posti avanzati nella top-100, situazioni bellissime, groucho in forma, wells, trelkovskij (se non sbaglio), forse un po'prevedibile, ma bellissimo lo stesso. Un grandissimo brindisi.
9+

Una soluzione finale che effettivamente ha dell'improbabile ma che tutto sommato ci può stare..

La grandezza di questo albo sta nell'atmosfera creata, sembra che la nebbia fuoriesca dalle pagine (disegnate ottimamente da Brindisi)...è altissima la tensione e interessanti sono i personaggi..

Effettivamente l'identità del colpevole risulta un po' telefonata visto come l'autrice ce lo propone...

Ottimo comunque....voto 8.5/9

La non soluzione spieghista e forse un po troppo accennata, è invece punto di forza. Alberi come entità silenziose, dotate di armonia con la natura e turbati da un evento/orrore innaturale.
Grande, epico capolavoro di Paola.

Riletto proprio ieri...mi sbilancio dicendo che forse questo è il miglior Brindisi mai visto su Dylan Dog..

L'atmosfera nebbiosa è perenne...persino nelle scene ambientate in luoghi chiuse pare di scorgerla...

Questo è un albo che potrei citare nel topic "storia amata da tutti e che voi detestate". Di odio però è esagerato parlare, mi limito a una semplice avversione. Quello che non riesco a digerire qui è il comportamento di Dylan nel finale; quando leggo l'ultima battuta sulla "giustizia che è stata fatta" mi chiedo sempre chi è il personaggio che la pronuncia, perché davvero non può essere Dylan Dog. Un'uscita del genere me l'aspetterei dal Dylan degli "Uccisori", non da quello che ho conosciuto nei 200 albi che stanno in mezzo. E' sacrosanto che ogni autore con la A maiuscola abbia la propria visione del protagonista, ma qui la sensazione è che Paola si sia spinta troppo oltre.
Per il resto la storia è praticamente inattaccabile, scritta in modo perfetto. Non vedo alcun difetto nel puntare i fari su Barry a metà albo, la storia (vivaddio) non è un gialletto e il mistero è legato al parco, non all'identità del presunto serial killer. Lodevole che Barbato non si abbandoni né agli eccessi spiegazionisti del passato né a facili moralismi, tenendo delicatamente in ombra l'argomento pedofilia.
Concordo con chi definisce quest'albo il capolavoro dylaniato di Brindisi, con alcune tavole, molte delle quali avvolte nella nebbia, da slogamento di mascella.
In sintesi una storia ottima sotto quasi tutti i punti di vista, a mani basse la migliore dell'annata 2003, che però non riesco ad amare.

Il Dylan de "Gli Uccisori " è invero il Dylan che preferisco.
A ciò, aggiungo che altre volte DyD si è spinto a crociate di vendetta privata quando di mezzo c'era un bambino ( vedi l'osannato, e per me illeggibile, Orrore Nero ).
Cmq il messaggio finale resta forte e contro corrente, quindi assolutamente encomiabile. Una della storie più belle di Paola.

Ecco, sì, vendetta privata. Ma qui? Del bambino non sa nulla, praticamente neppure ci indaga. Pensiamo al finale del Marchio Rosso, con Dylan che non vorrebbe che i poveracci si facessero giustizia da soli, ma non riuscendo fisicamente ad opporsi.

Posso presumere che l'empatia con gli alberi gli abbia fornito, se non informazioni dettagliate, almeno una sorta di anima condivisa con la vittima, che penso sia poi la cosa che porta tutti gli altri a suicidarsi.
La forza degli alberi è stata quella di far provare agli indifferenti, all'assassino e per altri scopi a Dylan stesso, ciò che la povera vittima deve aver vissuto, scatenando così sensi di colpa, rimorsi e collaborazione.
Quoto sull'abilità spaventosa di Brindisi in questo numero. Alcune tavole posseggono una forza visiva assoluta.

Sta di fatto che non si fa giustizia da sé, ma quasi da bravo ignavo, consegna Barry agli alberi perché si facciano giustizia da soli, salvo poi appiccicarci quella battuta finale. Intendiamoci, io non critico la scelta in senso assoluto, per come si sviluppa l'albo la soluzione ci sta (anche perché Dylan subisce una sorta di costrizione da parte degli alberi), ma a me non piace, è un Dylan in cui non mi ritrovo.

Un albo bellissimo, la Barbato crea una grande atmosfera, bellissima l'idea dell'omerta. Bellissimi anche i disegni di Brindisi. Voto 8