Dopo la parentesi manfrediana, la storia in doppio formato torna tra le mani di Sclavi come fu per le prime 2. Del binomio Ananga/L'urlo del giaguaro va ricordato in primis che trattasi di, caso unico, sorta di crossover tra 3 serie bonelliana, in cui vengono citati precedenti albi di tutti i protagonisti, compreso il fu secondo crossover "DD&MM". Altro dato di rilevanza per così dire "storica" è la rivelazione del nome di Jenkins, mai più accennato successivamente se la memoria non mi fa difetto.
Al di là di questi relativamente importanti dati statistici ci troviamo di fronte a una storia di ampio respiro che ha nei disegni di Freghieri il vero punto di forza. Il buon Giovanni realizza uno dei suoi migliori lavori, tra acrobazie, momenti onirici e l'indimenticabile Yuma probabilmente la donna più sensuale che abbia preso vita dalle sue matite.
Dal canto suo Sclavi scrive una sceneggiatura aritmica, con una prima parte imbottita di flashback ma più affascinante e una seconda più lineare, in cui scene oniriche si alternano a quelle da giallo classico; trama gialla a cui Sclavi non crede probabilmente fino in fondo in quanto tanti sono gli interrogativi lasciati in sospeso (perché uccidere Yuma? dove ha imparato l'assassino a fare quelle evoluzioni se prima
) a favore dell'elemento soprannaturale. Non ci viene purtroppo risparmiata la tirata su circhi, animali e zoo. Ricordo sempre con piacere, invece, l'indovinello di Merlin.
Votato buono, arrotondando per eccesso per merito dei disegni. Delle prime 4 "doppie" è quella che meno ho gradito.