Cravenroad7

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 Oggetto del messaggio: Re: Being Dylan - Essere Dylan Dog
MessaggioInviato: dom giu 02, 2013 11:40 am 
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 Oggetto del messaggio: Re: Being Dylan - Essere Dylan Dog
MessaggioInviato: dom giu 02, 2013 5:53 pm 
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Il cinismo di Dylan mi pare lo specchio di quello di Bloch, sebbene maggiormente positivista...
O lo vedo io sola ?
Poi mi pare che l'autoironia di Dylan poco si accompagni con il disincanto.
Pagine come il finale de " I Vampiri" non sono certamente disincantate....anzi ferocemente cupe e critiche verso la società e il modo di pensare generalizzato.

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" Il locale è triste e sta sempre qua ! "

" Dylan Dog è arrivato allo scontrino fiscale "

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 Oggetto del messaggio: Re: Being Dylan - Essere Dylan Dog
MessaggioInviato: dom giu 02, 2013 7:33 pm 
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Paranoise ha scritto:
Sarebbe troppo facile dire che Dylan Dog non può essere altro che quello dei primi cento numeri.. ed infatti a me piace vincere facile e lo dico. Anzi direi che il mio Dylan Dog è quello dei primi due speciali, pieno di vita, ironico all'ennesima potenza e con una vitalità ed un dinamismo che ti fanno innamorare del personaggio. Eterno adolescente si, ma anche malinconico senza però cadere nella depressione. . per carità non mi dite che Dylan é un depresso, anche sottilmente! x come lo vedo io, é un personaggio disincantato, ma senza cinismo e senza cadere nella rassegnazione, d'altronde come potrebbe affrontare i suoi ed i nostri incubi, senza alla base uno sconfinato amore x la vita? Ha tutte le fragilità dell'essere umano, l'imperfezione é il suo marchio di fabbrica, però lui é sempre là che almeno ci prova, non si rassegna, ama e vive la realtà malata che lo circonda e ci circonda. O almeno lo faceva.

. . . poi vorrei che Dylan NON fosse quello del numero cento, ma vabbè sono gusti personali. . .

ti quoto pure le virgole!!!

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 Oggetto del messaggio: Re: Being Dylan - Essere Dylan Dog
MessaggioInviato: lun giu 03, 2013 12:05 pm 
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Iscritto il: ven mar 18, 2005 12:15 pm
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tommaso ha scritto:
Per me Dylan deve essere...

- un fancazzista squattrinato
- un solitario (per quanto pieno di figa) che vive con un matto, forse un po' matto anche lui
- un loser alla Marlowe, senza alcool e sigarette, ma dotato della stessa ironia
- un sognatore un po' romantico e un po' depresso, spesso incapace di distinguere tra realtà e sogno
- un detective più per hobby che per mestiere, che indaga in modo irrazionale e improvvisato
- un filosofo del dubbio. Sempre con molta ironia.


Concordo quasi su tutto, con un paio di precisazioni: com'è già stato puntualizzato, più che come leggermente depresso identificherei Dylan come un personaggio incline alla malinconia ma fondamentalmente vitale, pienamente consapevole dell'amarezza e della futilità dell'esistenza ma non per questo restio a godersi il bright side of life.

In quanto al quinto punto, sono sì dell'idea che Dylan non vada dipinto come un indagatore metodico e professionale ma piuttosto come un istintivo e un "umorale", per così dire, ma è anche vero che ha un passato in polizia e che ha un ottimo intuito: insomma, gli manca il metodo (o la voglia di attennervisi), non il talento inventigativo. Conoscendolo, credo che Tommaso volesse dire proprio questo, ma ho comunque ritenuto opportuno precisare. 8-)

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È la mia opinione, e la condivido.

Ciao,
Teo


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 Oggetto del messaggio: Re: Being Dylan - Essere Dylan Dog
MessaggioInviato: lun giu 03, 2013 12:55 pm 
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Iscritto il: dom ott 29, 2006 4:00 am
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Concordo con Rimatt - e con Tommaso.

Credo che Dylan sia il tipo di cui la mia vecchia maestra direbbe: "E' sveglio, ma non si applica" XD

Non è certamente Sherlock Holmes, ma possiede comunque buone qualità investigative.
Per questo non digerisco molti albi recenti (tipo Blacky... perdonate l'insistenza, ma quell'albo è proprio atroce a mio giudizio!) dove il suo metodo investigativo consiste in "fare domande a caso a persone incontrate per caso", NON interrogare le uniche persone che invece dovrebbe davvero interrogare (tipo il fantino) e infine non cavare un ragno dal buco.
Tant'è che per ben DUE volte nel giro di una manciata di pagine deve arrivare qualcuno a prenderlo per la manina e condurlo alla soluzione (prima Seabiscuit, poi lo spettro cavallino).

Quello non è Dylan. E' l'apprendista del Commissario Lo Gatto!

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Ti mostrerò la paura in una manciata di pixel...


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 Oggetto del messaggio: Re: Being Dylan - Essere Dylan Dog
MessaggioInviato: lun giu 03, 2013 1:35 pm 
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Iscritto il: gio ago 20, 2009 12:26 pm
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Località: Inverary 2.0
tommaso ha scritto:
[...] un filosofo del dubbio. Sempre con molta ironia.


Giusto, ma fino ad un certo punto.
Nel senso che lo scetticismo ed inconcludenza di Dylan spesso sono motivati dal suo ondivagare nel dubbio&indefinito... per esperienza personale, e quindi segnati anche della capacità di scherzarci sopra, con sguardo ironico e a-sistematico.

Però anche lui presenta delle incrollabili certezze, che in alcuni casi sono state smontate e messe in discussione (v. Corvo recchioniano), ma a cui poi è tornato a rifugiarsi nel giro di qualche pagina, contro ogni relativismo.
Anche questo con una certa ironia, ovviamente :g: .

dogares ha scritto:
Poi mi pare che l'autoironia di Dylan poco si accompagni con il disincanto.


Vedi sopra.
L'autoironia è generalmente proprio il frutto principale del disincanto, di quello non troppo inacidito e che non si piange addosso.
E' il sorriso amaro di chi si guarda allo specchio e sa che è meglio non prendersi troppo sul serio.
Anche per onestà rispetto agli altri :g:

ALOHA UMORISMO NERO, VERDE O ROSSO

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 Oggetto del messaggio: Re: Being Dylan - Essere Dylan Dog
MessaggioInviato: mar giu 04, 2013 1:44 pm 
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rimatt ha scritto:
In quanto al quinto punto, sono sì dell'idea che Dylan non vada dipinto come un indagatore metodico e professionale ma piuttosto come un istintivo e un "umorale", per così dire, ma è anche vero che ha un passato in polizia e che ha un ottimo intuito: insomma, gli manca il metodo (o la voglia di attennervisi), non il talento inventigativo. Conoscendolo, credo che Tommaso volesse dire proprio questo, ma ho comunque ritenuto opportuno precisare. 8-)

Certo. Banalmente, pur privo di metodo, deve essere più intelligente e sveglio della media.
Uno dei peggiori danni fatti dai tanti scialbi gialletti che hanno inflazionato la serie da fine anni 90 ad oggi è l'aver fatto perdere il carisma investigativo a Dylan, dato che in quelle storie le trame e i relativi colpi di scena sono talmente telefonati che Dylan finisce fatalmente per essere sempre un passo indietro rispetto al lettore.


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 Oggetto del messaggio: Re: Being Dylan - Essere Dylan Dog
MessaggioInviato: gio giu 06, 2013 9:05 pm 
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dogares ha scritto:
Cmq parto dal fatto estitico/fisico.

Non dico con questo che le immagini e disegni altri non mi piacciano. Dico che il viso di Dylan esprime una sofferenza interiore, una sfacciataggine anche. Bello ma non stupendo, rude ma non granitico. Dylan è la bellezza dello sguardo cupo di Roi e la solarità di Stano. Alto, circa 180, snello, atletico nel senso di agile.

Cita:
" Secondo quanto affermato da lui stesso a pagina 71 dell'albo numero 250, Dylan è alto 185 cm . "

Fonte:
http://it.wikipedia.org/wiki/Dylan_Dog#Aspetti_salienti


rimatt ha scritto:
La domanda che voglio provare a porre è questa: quali sono, dal vostro punto di vista, le caratteristiche fondanti di Dylan? Gli aspetti della sua personalità e del suo modo di agire che connotano inequivocabilmente il personaggio? Sarebbe bello provare a discuterne, magari albi alla mano, per capire se si potrà mai riuscire, di comune accordo, a definire l'identikit di UNO E UN SOLO Dylan o se l'indagatore dell'incubo è destinato a rimanere schizofrenico e indefinito come in fin dei conti è oggi (e non è detto che sia un male...).

A voi la parola! :wink:


Cita:
Dylan Dog


Aspetto

Immagine
Immagine

Immagine


Personalita'

Immagine


.


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 Oggetto del messaggio: Re: Being Dylan - Essere Dylan Dog
MessaggioInviato: gio giu 06, 2013 11:22 pm 
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Iscritto il: lun feb 28, 2011 3:20 pm
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Cristiano ha scritto:
dogares ha scritto:
Cmq parto dal fatto estitico/fisico.

Non dico con questo che le immagini e disegni altri non mi piacciano. Dico che il viso di Dylan esprime una sofferenza interiore, una sfacciataggine anche. Bello ma non stupendo, rude ma non granitico. Dylan è la bellezza dello sguardo cupo di Roi e la solarità di Stano. Alto, circa 180, snello, atletico nel senso di agile.

Cita:
" Secondo quanto affermato da lui stesso a pagina 71 dell'albo numero 250, Dylan è alto 185 cm . "

Fonte:
http://it.wikipedia.org/wiki/Dylan_Dog#Aspetti_salienti





Avevo dimenticato i tacchi.... :cry:

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 Oggetto del messaggio: Re: Being Dylan - Essere Dylan Dog
MessaggioInviato: mar mar 04, 2014 12:16 pm 
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Iscritto il: gio nov 07, 2013 10:29 pm
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Concordo con le opinioni da voi, mirabilmente, espresse, eccetto su questo aspetto:

dogares ha scritto:
le donne sono solo un mero strumento di passaggio, non solo fisico.
Capace anche di scaricarle, forse senza durezza ma con decisione se queste si mettono troppo di traverso con il suo mondo.


Io ritengo invece che Dylan si innamori realmente delle donne che incontra.
La lontananza dalla madre Morgana gli arreca un dolore così profondo da spingerlo a cercare il suo volto in tutte le donne e al contempo in nessuna, una ricerca che prosegue, incessante, eppur destinata a concludersi senza successo.
A dimostrazione di ciò, innumerevoli son state le circostanze nelle quali, una volta separatosi, volontariamente o meno, da loro, l'old boy ha dato manifestazioni di una grande tristezza.
E' forse il caso di ricordare l'ineluttabile destino della bella e sfrontata Lillie Connolly o la tragica morte della matura Bree Daniels ?
E che dire di quella Marina Kimball che, con un gesto di stupida ribellione, ha squarciato un abisso nel cuore dell'indagatore dell'incubo ?
Alla luce delle letture passate, possiamo difatti notare che Dylan non le ha mai scaricate trattandosi di un inguaribile romantico con l'animo puro e sognante di un fanciullino un po' troppo cresciuto.
Ed infatti Dylan si configura una vittima in balia di una realtà che lo disorienta e affievolisce le sue speranze mutando costantemente le proprie fattezze, un Proteo moderno che sembra provare un'insano godimento nell'imbastire questo diabolico teatrino di equivoci ed inganni.
Le donne cambiano, tragici eventi si verificano, eppure Dylan rimane, conscio di non poter portare sulle proprie spalle i lutti e i tradimenti dei quali è stato bersaglio nel corso del tempo.
L'unica soluzione resta la dimenticanza dei propri dispiaceri, dimenticanza che verrà mitigata dallo sbocciare di una nuova, eppur delicata, ginestra sulle ceneri del suo cuore.


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 Oggetto del messaggio: Re: Being Dylan - Essere Dylan Dog
MessaggioInviato: mar mar 04, 2014 1:24 pm 
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Alvise Mocenigo ha scritto:

Io ritengo invece che Dylan si innamori realmente delle donne che incontra.



Questo è vero, ma solo in parte :oops: .
Non sempre dall'attrazione consegue l'innamoramento, neache per Dylan.
Un esempio abbastanza plain è nella storia di De Nardo sul Maxi di Piccatto (Il processo): lì troverai un Dylan che va a letto con una ricercatrice molto intraprendente, a livello di rimorichiaggio, ma tra le lenzuola pensa sempre ad un'altra... che si fa molto negare. E lo dichara espressamente alla ricercatrice, che molto femminilmente ne era già consapevole :roll:

Alvise Mocenigo ha scritto:

E che dire di quella Marina Kimball che, con un gesto di stupida ribellione, ha squarciato un abisso nel cuore dell'indagatore dell'incubo ?


Perdonami, ma a quale gesto ti riferisci :?:
Se alludi al volo dalla scogliera... si tratta di un equivoco bello che buono, e non poco diffuso: Marina non si suicida in quell'occasione, dopo la scena del treno, a quindici anni.
Attenderà lo stagnare dei rimpianti e fallimenti da trentenne per commettere quel gesto. E di certo non per fare un torto a Dylan :cry:


ALOHA ...

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 Oggetto del messaggio: Re: Being Dylan - Essere Dylan Dog
MessaggioInviato: mar mar 04, 2014 2:27 pm 
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wolkoff ha scritto:
Alvise Mocenigo ha scritto:

Io ritengo invece che Dylan si innamori realmente delle donne che incontra.



Questo è vero, ma solo in parte :oops: .
Non sempre dall'attrazione consegue l'innamoramento, neache per Dylan.
Un esempio abbastanza plain è nella storia di De Nardo sul Maxi di Piccatto (Il processo): lì troverai un Dylan che va a letto con una ricercatrice molto intraprendente, a livello di rimorichiaggio, ma tra le lenzuola pensa sempre ad un'altra... che si fa molto negare. E lo dichara espressamente alla ricercatrice, che molto femminilmente ne era già consapevole :roll:


La storia da te menzionata non l'ho letta, e non ho problemi ad ammettere di avere ancora delle lacune su Dylan Dog.
A mia discolpa, posso solamente dire che nell'antica Grecia il concetto di amore poteva essere espresso tramite quattro vocaboli differenti: éros (amore carnale) , filìa (amicizia) , stèrgho (affetto) ed aghàpe (amore platonico).
E' pertanto possibile che Dylan provi diverse tipologie d'amore a seconda della donna che incontra.
Nel caso di Morgana si tratta di amore affettivo, in quello di Madame Trelkovski amicizia, in quello della ricercatrice puro sesso ... :lol:

wolkoff ha scritto:

Alvise Mocenigo ha scritto:

E che dire di quella Marina Kimball che, con un gesto di stupida ribellione, ha squarciato un abisso nel cuore dell'indagatore dell'incubo ?


Perdonami, ma a quale gesto ti riferisci :?:
Se alludi al volo dalla scogliera... si tratta di un equivoco bello che buono, e non poco diffuso: Marina non si suicida in quell'occasione, dopo la scena del treno, a quindici anni.
Attenderà lo stagnare dei rimpianti e fallimenti da trentenne per commettere quel gesto. E di certo non per fare un torto a Dylan :cry:


ALOHA ...


Sì, ho sbagliato.
Lessi la storia alcuni anni fa e ne conservo un ricordo sbiadito, seppur meraviglioso.
Chiedo perdono.


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MessaggioInviato: mar mar 04, 2014 3:07 pm 
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Alvise Mocenigo ha scritto:

Sì, ho sbagliato...
Chiedo perdono.


Maffigurati :wink:
L'unico a chiedere perdono dovrebbe esser Dylan, che per quasi 15 anni si è ben visto dal fare neanche una capatina in quel di Moonlight.
Ma forse, a livello inconscio, lo ha fatto perché sapeva che una volta lì non sarebbe più tornato (- a Londra / -se stesso... o meglio, l'Indagatore che noi conosciamo)

ALOHA E TERMINATA CHE... LA MATUR' ETA'?

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 Oggetto del messaggio: Re: Being Dylan - Essere Dylan Dog
MessaggioInviato: mar mar 04, 2014 6:30 pm 
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Rispondo solo ora ad Alvise e Wolkoff scusandomi, ma la mia salute è parecchio peggiorata e non mi riesce di esser sempre presente, ( per lo meno questa è una novità lieta ) nelle discussioni e seguirle come vorrei. Poi sono costretta a tornare al "lavoro" e questo mi rallenta e mi incupisce...

Wolk la mia analisi era in parte riferita al tuo rifiuto per i super eroi, sebbene non ti riguardasse in prima persona e non avesse nulla di critico. Ad ognuno piace quel che gli piace.
E' anche un fatto abbastanza consueto che chi predilige il tratto e le storie Bonelli, ritenga abbastanza superficiali il discorso Marvel/DC sebbene non sia una regola. Io non amo i manga, ma per una mia mancanza di approccio, non per una scadente qualità degli stessi, essendo il prodotto giapponese variegato e completo come pochi altri.

Che manchi la sensibilità che apparteneva a Sclavi e quel suo periodo, Alvise, è certamente vero.
Il motivo è capire perché. Per una parabola discendente degli autori ? Forse, ma abbiamo visto come molti di questi, via dalle pagine di DyD, nelle storie ad esempio, sappiano fornire un prodotto valido, a volte ottimo.
Quindi è la testata che, nel suo universo costruito e stabile, con i suoi paletti e i suoi blocchi, imbriglia la libertà degli stessi.
Ed è una cosa di estrema gravità, che ad esempio un autore come Crepax, padre e padrone della sua Valentina e di tutti i suoi personaggi, non ha mai sofferto.
Il dover creare un prodotto in serie, invece, con queste caratteristiche, senza potersene mai allontanare nemmeno sotto tortura, ha prodotto storie ripetitive, vuote, tirate via. Non ha caso la produzione recente ha regalato solo il ciclo di Bilotta, come alternativo e creativo, rispetto al paludato mondo di Dylan Dog.
Occorre, per me, cambiare questo status quo, gettare il sasso nello stagno e creare delle onde. Potrebbero anche spazzare via tutto, ma al tempo stesso dare linfa ad un eroe ormai irriconoscibile e scontato.
Dylan/zombie era proprio questo concetto. Un eroe che ormai sappiamo a memoria cosa dirà, come, cosa farà e come lo farà, senza sussulti, errori. E' lo stesso destino di Sherlock Holmes, che ormai a memoria sappiamo come e in che maniera condurrà la sua indagine. Può interessare la forma, a volte presente in molte storie e che salva il prodotto, ma la sostanza è usurata dalle troppe, esagerate, pubblicazioni a partire dal numero uno.
Certo se scrive Paola, se scrive Roberto, qlc di buono, di ottimo, te lo tira sempre fuori. Ma penso che lo stesso RRobe si sia reso conto che aggiungere personaggi nuovi, con le loro storie, i loro conflitti, i loro punti di appoggio ma anche di diversità con Dylan, non potrà che fare bene a questo personaggio.
E in più, creare situazioni nuove, in scenari più tipi di Londra, ma aggiornati, partecipi, nemici nuovi che non ritornino sempre alla solita nostalgica rappresentazione di Xabaras o allo spauracchio della morte, è un passo imprescindibile se si vuole fruire ancora di un prodotto "alto" com'era Dylan Dog anni fa.

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 Oggetto del messaggio: Re: Being Dylan - Essere Dylan Dog
MessaggioInviato: mar mar 04, 2014 7:16 pm 
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Iscritto il: gio ago 20, 2009 12:26 pm
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:wink: Non ti preoccupare per i supereroi in tutina ! :wink:
Non è che uno e tenuto ad interessarsi a tutto. E questa è una rinuncia che mai mi peserà... per quanto immagino ci sia grande qualità dietro a molte di quelle storie/disegni... ma se non parte il feeling a pelle, tanto vale girare al largo, per rispetto reciproco.


Cita:
Una parabola discendente degli autori ? Forse, ma abbiamo visto come molti di questi, via dalle pagine di DyD, nelle storie ad esempio, sappiano fornire un prodotto valido, a volte ottimo.
Quindi è la testata che, nel suo universo costruito e stabile, con i suoi paletti e i suoi blocchi, imbriglia la libertà degli stessi.


Questo è un problema da far tremare ancora adesso i polsi :? .
Però si spiega anche col fatto che mentre scrivono - o scrivevano? - una storia di Dylan Dog, negli ultimi quindici e passa anni, gli autori sono stati soggetti ad una insostenibile serie di pressioni sul "come" scriverlo, a partire dai paletti, il questosì/questono, il purismo didattico, chiarezza dei contenuti, talebanismo sermoneggiante, semplificazione delle sfaccetture, divieti sul non-detto, e struttura lineare.
Insomma, hanno finito quasi per distruggerlo in preda al falso mito di se stesso ed alle convenzioni radicate da rispettare :tc: .

Ciò non toglie, che a parte questa castratura dall'alto, ci siano altri fattori niente male nel concorso in Dylan-cidio.
Uno rilevante, secondo me, è che alcuni autori non abbiano più nulla da dire su questi lidi, e per sopravvivere si ritorcono su una comoda produzione d'ufficio che rimesta dal "genere" spunti stravisti, con risultati insignificanti.
Altrove possono ancora far bene, ma qui hanno esaurito le loro carte, ed adesso continuano a barare con un mazzo taroccato di due di briscola in serie :x: .

ALOHA SAVARRONE

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