Cravenroad7

Roy Mann

Firmate da due dei più grandi protagonisti del fumetto italiano, le straordinarie avventure di Roy Mann – eroe di una realtà “capovolta” – finalmente raccolte in volume.

“I personaggi di Micheluzzi sono come una calamita: ne incontri uno e vorresti conoscerli tutti. L’incanto, grazie al suo disegno limpido e superbo, sta nell’entrare in un mondo in cui ti sembra ci sia un angolino per te in ogni vignetta.” — Vincenzo Mollica

Roy Mann nasce dalla collaborazione tra Tiziano Sclavi e Attilio Micheluzzi: in tre episodi – In uno strano mondo, Orizzonti di gloria, Quante volte tornerai – pubblicati dalla rivista “Comic Art” tra il 1987 e il 1991 (anno della morte di Micheluzzi), la serie racconta le assurde vicende di uno sceneggiatore di fumetti che a New York, negli anni Trenta, dopo lo scoppio della propria caffettiera si ritrova catapultato in dimensioni parallele basate sulle storie che ha scritto per la Wonder Comics dove i personaggi da lui inventati – come la conturbante Lara o il diabolico principe Ling – irrompono prepotentemente, a guardia di un oscuro e cupo segreto. In un irresistibile gioco di specchi, il protagonista vivrà così le trame dei propri fumetti, in un mondo popolato da minacciosi cinesi che parlano napoletano in groppa a scooter volanti, principesse dal bikini trasparente e astronavi travestite da nuvole. Finalmente raccolto in volume, il tributo a Flash Gordon e all’immaginario di Fredric Brown scritto dal papà di Dylan Dog e disegnato dall’indimenticabile Attilio Micheluzzi.

L’edizione contiene cinque tavole inedite realizzate dal maestro Magnus, che era stato scelto in un primo momento per disegnare Roy Mann.

E' giusto che su un forum di Dylan Dog, si dia il giusto risalto anche ad altre opere del Tiz, forse oscurate dal successo incredibile di Dylan Dog. Questo, a quanto leggo in giro, pare un capolavoro. Io l'ho comprato giusto ieri. La Rizzoli ha fatto un grande lavoro: bel editoriale, cartonato e grande formato. Presto posterò le mie impressioni

Non ho capito, è uscita un'edizione recente di Roy Mann?

di Roy Mann ho l'edizione della comic art a puntate e il monografico. Ricorda molto il primo Dylan Dog, il Dyd 1.0 che vorremmo rivedere ma che soltanto Tiz può scrivere.

Sì, è uscita a fine Aprile.

editore? Cmq un monografico con le tre storie già esisteva. Anzi, è la volta buona che lo rileggo e ci faccio una scheda wikidyd

Mi manca. Lo devo recuperare.

Rizzoli. Edizione bellissima, ma... in bianco e nero, dannazione! Una scelta dovuta all'impossibilità di reperire le pellicole per i colori, ma è comunque una decisione che penalizza molto il risultato finale (Roy Mann è nato per il colore).

Da profano: secondo me anche in b/n non è male.
Probabilmente perché Micheluzzi l'ho conosciuto per la prima volta e ammirato in b/n su quel capolavoro de Gli orrori di Altroquando. Un bellissimo tuffo nel passato.

Però sarebbe opportuno, per correttezza, specificare in copertina : Edizione in bianco e nero.
Io personalmente ci rimarrei male se venissi a sapere dopo l’ acquisto che originariamente era a colori.
Comunque anche io ho il volume di Comic Art (Best comics n. 22) comprato a suo tempo : io consiglio di cercare eventualmente prima quello, anche se immagino non sia una cosa facile.
Perché immagino che senza colore perda molto, per me sarebbe come l’ Incal di Moebius in bianco e nero …

Finito ieri sera.
Consigliatissimo ai fan del Tizianone e di Dylan Dog. Davvero un proto-Dylan senza la componente horror, in un non-sense puro e folle. Dimensioni parallele, l'uomo come fabbricatore di sogni ed incubi, talvolta di universi interi (vedi Storia di Nessuno), fantasia sfrenata, storie di fumetti raccontate all'interno di altre storie a fumetti (vedi Morgana). Una sceneggiatura incalzante e perfetta nei tempi. Uno Sclavi in stato di grazia: pauroso, ironico e onirico. In uno strano mondo, Orizzonti di gloria, Quante volte tornerai, tre storie magnificamente illustrate da Attilio Micheluzzi (alcuni personaggi molto simili graficamente a quelli de Gli orrori di Altroquando, soprattutto la vecchia apparsa in La notte nella casa dei fantasmi). La mia preferita è, comunque, la kubrickiana Orizzonti di gloria, che racconta l'inutilità della guerra in una maniera che solo Sclavi sa fare: tanto humor e sana follia.

Capolavoro.