Cravenroad7

Doppio post.

Appena letta per la prima volta. Storia che si legge in fretta. La trama non e' granche' intrigante, poco dylaniana, e gli eventi si susseguono con una certa facilita'. Punto forte dell'albo: i disegni. Superbi, grande Celoni.

Secondo me, "I quattro elementi" è una storia semplice, scritta bene, non fa riflettere, ma fa divertire.
Non c'è incubo, ma c'è avventura mischiata in un insieme di situazioni chiaramente ispirate al film per ragazzi "Jumanji".
A condirla c'è Celoni che obbliga a una lenta lettura per ammirarlo.

io questa storia non la sopporto, per colpa di tutto l'impianto in stile gioco e per una trama limitata al proseguimento nel gioco. Se non ricordo male la storia è di De Nardo, sceneggiatore che non amo proprio a causa della sua fissa per storie fitte di trappole e giochetti di deduzione

Non male in verità. Benchè come Daryl non ami molto le storie stile gioco e quelle impostate a livelli, questa non la giudico malvagia. Buoni tutti i comprimari, che torneranno in seguito con minore impatto, bene Dylan.
Celoni è un maestro delle prospettive mai banali, che in una storia così, servono a rendere il prodotto appetibile.
Buona.

Diciamo la verità: se questo albo funziona il merito è di Fabio Celoni, qui al suo sfavillante esordio. Un peccato che le sue opere dylaniate siano così poche, davvero da mangiarsi le mani.
Il giochino di De Nardo e le sue implicazioni fantasy sono qui accettabili perché costituivano all'epoca un'eccezione. I problemi arriveranno più avanti nei mesi con l'insistenza in questo filone e la creazione dell'antipaticissimo personaggio del nanerottolo mago. Gli indovinelli e le filastrocche sono divertenti, ma Dylan, che sì sappiamo essere un ragazzo sveglio, si dimostra fin troppo svelto di intelletto e dotato di cultura enciclopedica manco fosse il Robert Langdon di Dan Brown.
Beffardo e carino il finale. Considerato il tema e la presenza di quello che a conti fatti è un demone si poteva osare molto di più, se non con lo splatter, almeno con la violenza e situazioni più horror di quanto proposto dal buon Peppe.
Discreto.

"Piatto" è l'unica parola che mi viene in mente per descrivere quest'albo. La struttura è troppo scontata, gli avvenimenti troppo prevedibili e lo sbadiglio sale dopo le prime trenta pagine. Buono solo Celoni. Il resto è noia. Albo oltretutto poco dylandoghiano, esattamente come la doppia uscita qualche anno fa in cui ricompare quell'inutile professore di statistica.

Ma allora è vero.

Ieri sera ho visto solo due tuoi commenti, ma c'era in entrambi

Da buon appassionato di giochi di società, non posso che dire che questa è una bella storia, con un po' di enigmistica, che personalmente diverte parecchio.
Un po' stupido il finale con lo scontro con il signore degli elementi.
Inoltre come è possibile che il cervellone bill si dimentichi la regola "evita il tocco" ?
Dylan molto più intelligente e colto del solito: punto a favore. Per me è un 7 pieno.

L'ho trovata terribilmente noiosa, mal sceneggiata e anche un po' ripetitiva post Bangoris labirintum.
Quando dico "noiosa" intendo telefonata: a parte lo spunto narrativo preso da Jumanji, che già indirizza la storia, si capisce dopo il primo round che ce ne saranno altri tre pressochè identici.
Quando dico "mal sceneggiata" intendo che i dialoghi sono terribilmente surreali e Dylan che fa la telecronaca mentale di quello che sta facendo pure fastidioso.
Ripetitiva perché già c'era stato il Labirinto di Bangor a portare in auge il gioco in scatola.

Celoni bene, ma l'abbiamo visto recentemente molto meglio.

Non la rileggerò mai

Posso far parte del club?

Molto banale, noiosetta.

Sono sopreso dai commenti positivi.

Neanche i disegni disneyani di Celoni aiutano a dare un po' di verve a questa storia.

Ma soprattutto perché De Nardo ha fatto di molto meglio. Solo che in quei (molti) casi nessuno pare essersene accorto.

Quoto tutti quanti i commenti di ieri