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# - Color Fest 10
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Accettabile (6) 13%  13%  [ 9 ]
Buono (7-8) 43%  43%  [ 30 ]
Ottimo (9-10) 43%  43%  [ 30 ]
Voti totali : 70
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 Oggetto del messaggio: # Color Fest 10
MessaggioInviato: sab apr 20, 2013 11:50 pm 
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Quattro passi nell'Altroquando per l'Indagatore dell'Incubo!

Immagine

Color fest n° 10, semestrale

Copertina: Davide De Cubellis

Addio, Groucho
Soggetto e sceneggiatura: Alessandro Bilotta
Disegni e colori: Paolo Martinello

In un ipotetico e oscuro futuro, un Dylan Dog stanco e invecchiato accetta quello che sembra un facile incarico: eliminare uno zombie che terrorizza le strade di Londra. Le cose vanno nella maniera peggiore e Groucho, morso e contagiato, comincia il suo lento cammino verso la morte eterna!

La banda maculata
Soggetto e sceneggiatura: Antonio Serra
Disegni: Alessandro Bignamini
Colori: Overdrive Studio

Una bella e giovane ragazza suona al sette di Craven Road. Ad accoglierla Groucho, assistente del più famoso indagatore di Londra. All’apparenza una storia come tante altre per l’Indagatore dell’Incubo, se non fosse che ci troviamo sul finire dell’ottocento e che il nostro si comporta come se fosse uscito dalla penna di Sir Arthur Conan Doyle, il creatore di Sherlock Holmes.

I giorni oscuri
Soggetto e sceneggiatura: Chiara Caccivio
Disegni: Raul & Gianluca Cestaro
Colori: Overdrive Studio

Cosa sarebbe successo se il piccolo Dylan, che come sappiamo, è nato nel 1600, non fosse mai giunto ai giorni nostri, ma fosse invece cresciuto con Xabaras come padre in una isolata dimora della Scozia, circondato da zombie come servitori? È quello che scopriremo in questa storia raccontata in prima persona, sulle pagine del suo diario, da un inconsueto cacciatore di mostri.

Doppia identità
Soggetto e sceneggiatura: Giovanni Gualdoni
Disegni:Luca Raimondo
Colori: Overdrive Studio

Ha trentatré anni, non studia e non lavora, vive ancora in casa con i suoi genitori, con cui non fa altro che litigare, trascorre tutto il suo tempo su internet, legge fumetti splatter, colleziona action figure, conosce a memoria trame e battute delle sue serie televisive preferite. Ha persino un'amica del cuore, che però lo sfrutta e che è perdutamente innamorata di un altro. Di chi stiamo parlando? Di un perfetto “nerd” di nome Dylan.


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Per rendere il topic delle ultime uscite più consultabile da chi volesse avere pareri in anteprima, tutti i commenti relativi all'attesa dell'albo, fatti prima di avere comprato e letto l'albo, andranno spostati nei topic dell'area ANTICIPAZIONI in modo che, almeno le prime pagine, siano una serie abbastanza pulita di commenti.

Se qualcuno continua a postare qua non è grave, ma sappia che dopo qualche tempo i suoi post saranno spostati senza preavviso.

Inoltre si ricorda a tutti di segnalare gli SPOILER, ove presenti.


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 Oggetto del messaggio: Re: # Color Fest 10
MessaggioInviato: dom apr 21, 2013 12:07 am 
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Iscritto il: lun nov 21, 2005 1:08 pm
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Località: Eternia
copertina: molto bella e dipinta meravigliosamente. questa è la via, non colorazione da esterni.

prima: come nella precedente avventura del dd futuristico, in pochissime pagine tonnellate di informazioni e personaggi illustri ma questa volta il tutto funziona meno beno. molte ritorni ma poca trama e la
Spoiler!
perdita di groucho
non commuove come dovrebbe. la sensazione è che si poteva utilizzare molte più pagine e sviluppare meglio il tutto. piacevole ma ci si aspettava di più. disegni semplicemente splendidi grazie ad una colorazione divina. anche qui dico che questa è la via, disegnatore che colora in stile dipinto.

seconda: ottima storia, peccato che i disegni veramente belli e dettagliati siano rovinati dalla colorazione. non molto riuscita l'interpretazione del viso di dylan, ma ci sta, ne preferisco una personale ad una copia e incolla.

terza: gran bella storia che farà sicuramente felici i fan di dylan.
anche qui, come nella prima però c'è la sensazione che tutto sia compresso e che con più pagine e uno sviluppo maggiore si avrebbe potuto avere una resa molto migliore.
la pessima colorazione riesce solo in parte a rovinare il lavoro dei cestaro bros che ci regalano i disegni più belli mai visti su dylan dog. semplicemente due fuori classe, dei maestri.

quarta: giocare con il dylan versione nerd è pericoloso e rasenta la bestemmia ma nel finale le carte sono ben giocate e la storia risulta valida.
disegni buoni, come al solito i colori rovinano invece di impreziosire.

nel globale mi è piaciuto. molto bene per tutti i disegnatori ospiti e per la copertina. peccato per la prima e la terza che meritavano uno sviluppo di almeno 94 tavole. se la prima è colorata divinamente con le altre come al solito non ci siamo, basta overdrive studio e facciamo colorare ai disegnatori stessi. a livello di trama tutte le storie sono sopra la sufficienza e quindi non mi lamento. esperimento da ripetere sicuramente ma cambiate il logo che non si può vedere.

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Here Lies Our Beloved Skeletor
Born 21 November 2005
Left us 23 June 2021
R.I.P.
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 Oggetto del messaggio: Re: # Color Fest 10
MessaggioInviato: dom apr 21, 2013 12:36 pm 
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Iscritto il: dom apr 21, 2013 12:27 pm
Messaggi: 232
ho votato accettabile, in fondo sono storielle da 30 pagine. Perlomeno la prima e la terza sono disegnate splendidamente.


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 Oggetto del messaggio: Re: # Color Fest 10
MessaggioInviato: dom apr 21, 2013 12:58 pm 
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Iscritto il: ven ott 08, 2010 7:20 pm
Messaggi: 3171
Località: La Montagna del Nord
Per quanto mi riguarda la terza storia trascina tutto il color fest,STREPITOSA
complimenti alla caccivio per aver gestito alla grande un tema così importante
è diventata di diritto la mia seconda preferita di quel filone. Fantastica
la prima è ottima
la seconda è simpatica
la quarta sarebbe stata bella se non fosse stato per quel finale stonato
un 9 solo per "i giorni oscuri"

_________________
Al mondo non vi sono felicità né dolore assoluti, la vita di un uomo felice è un quadro dal fondale d'argento con delle stelle nere: la vita di un uomo infelice è un fondo nero con delle stelle d'argento


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 Oggetto del messaggio: Re: # Color Fest 10
MessaggioInviato: dom apr 21, 2013 7:55 pm 
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Iscritto il: mer mag 30, 2012 10:42 am
Messaggi: 859
Votato BUONO 8-)

Un bel color fest, sia per i testi che per i disegni, tra l'altro azzeccatissima la riesumazione del titolo ALTROQUANDO! Mi soffermo soprattutto sulla prima e la terza storia che secondo me sono le migliori.

POSSIBILI SPOILERS

La storia di Bilotta l'ho trovata ben fatta e gradevole anche se al momento clou manca un po' di impatto. Groucho, l'inseparabile e miglior amico di Dylan che viene perso per sempre dovrebbe far commuovere veramente, cosa che non mi è successa. Forse è mancato un po' di spazio (30 pagine di storia sono pochine), però a sto punto io avrei sacrificato qualche passaggio per rendere al meglio quella scena. Considero comunque positiva la prova di Bilotta, Martinelli invece è mostruoso! I disegni sono superlativi (tra gli altri vedi il primo piano di Dylan nell'ultima vignetta a pag. 6, l'espressione terrorizzata della Trelkovski, gli zombie sanguinolenti....) e la colorazione è azzeccata, mooolto meglio di quella dell'Overdrive Studio.

La Caccivio ci regala invece la storia del Dylan seicentesco, che considero più che buona ma che forse necessitava pure lei di un maggior numero di pagine, si sarebbe potuto così sviluppare un po' di più il rapporto tra Dylan e Lisiana così da suscitare emozioni maggiori al momento dell'epilogo.
Anche qui i disegni, questa volta dei Cestaro bros sono super, anche se la colorazione dell'Overdrive Studio (pur essendo migliore degli altri 2 episodi) non li valorizza al meglio. Vedere i le fantastiche tavole in bianco e nero per credere!

Le storie di Serra e Gualdoni sono carine ma inferiori alle altre due. Devo dire però che entrambi i finali a sorpresa mi sono piaciuti :) buoni anche i disegni.

In conclusione sono soddisfatto di questo Color Fest, soprattutto per la parte grafica con i Cestaro e Martinello sugli scudi, spero di poterli vedere un giorno sulla serie regolare :mrgreen:

_________________
Per velenoso che sia, non c'è serpente che non possa essere addomesticato da una convincente pallottola calibro 45!


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 Oggetto del messaggio: Re: # Color Fest 10
MessaggioInviato: dom apr 21, 2013 11:04 pm 
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Iscritto il: lun feb 28, 2011 3:20 pm
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Località: Milano
Allora, apro la disanima sulla prima storia, penso la più attesa del Color Fest, premettendo una cosa:
Quando vuole la Bonelli sa regalare prodotti come questo Fest, davvero ad ottimi livelli.
A parte l'impaginazione iniziale, ho dato una sbirciata alle varie storie e le commenterò sebbene mi sia ripromessa di non farlo.
Conosco i miei limiti, lo faccio notare subito, e questo mio piccolo ritratto non vuol essere nulla più che un parere personale.
Poi esco a bere e a festeggiare, quindi lo posto oggi perché magari domani non ci son più....conoscendomi.


Spoiler!
Non si tratta di una analisi della storia in questione, almeno non nel suo essere prequel, cosa che ho sempre detestato a parte certe cose di Valentina, che a ogni buon conto raffiguravano una serie di emozioni, più che di eventi.
La Bonelli ha spesso toppato in questo genere di storie, non tanto per la complessità delle trame raccontate ( vedi il Numero Duecento, oppure Finché Morte non ci Separi ) quanto per non aver mai catturato, in quelle vicende, lo spirito di Dylan Dog o di averlo fatto soffocandolo in una enorme e prolissa serie di eventi e spiegazioni.
Bilotta ha il merito enorme di non farlo, di prendere di petto un avvenimento futuro e metterlo agli occhi dei lettori per quel che è, senza menate o eccessivi sensi di colpa.
I colori e i disegni mi sono piaciuti molto. Anche qui si parla di impressioni soggettive, che forse hanno una minima parvenza di esperienza data la lunga lettura di fumetti vari, ma che ripeto, non intendono assurgere a niente di definitivo e critico.
Fra l'altro, ho avuto modo di considerare, dopo la lettura, una piccola questione.
Arrivata a questo punto dell’immensa saga di Dylan Dog, ho realizzato ( forse in ritardo ) che è possibile focalizzare due punti, due snodi principali ( due crossover se è corretto dire così…) in quasi 27 anni di storie, pubblicazioni, sogni e speranze editoriali.
Il primo, anzi più correttamente i primi due, sono Morgana e Storia di Nessuno, l’altro La Storia di Dylan Dog e le inevitabili vie parallele che ne sono scaturite ( Finché Morte non ci Separi, Il Numero Duecento, Xabaras/In Nome del Padre ecc…ecc… ).
Non so se per linea editoriale, o per altri motivi, si è scelto di prolungare il secondo snodo, di dare spazio e costruire su di esso ricami, ricerche, introspezioni, analisi, in un continuo avvitarsi su se stessi che ha prodotto più danni che altro.
E’ finito quasi dimenticato il primo, immenso, cruciale, sclaviano crossover.
Quello che il sogno/realtà, incubo/predizione di Morgana aveva spalancato: il mondo dei non morti, degli immemori, dell’apocalisse assoluta, dell’abisso dell’anima.
Le fotografie di un’umanità perduta, distrutta dal morbo dei non morti, come il geniale Romero aveva predetto nella sua trilogia sugli zombie.
Bilotta nelle sue due storie capolavoro, coglie appieno questo punto cruciale, anche se non direttamente collegato ad esso, regalandoci due storie ( Il Pianeta dei Morti e Addio Groucho ) che possono essere discontinue ( la seconda non all’altezza della prima, indubitabilmente ) ma che sottraggono, immergendo in una sorta di dantesco contrappasso l’umanità nella stasi eterna della non vita, Dylan ad una vacua staticità, ad una cristallizzazione eterna del ripetersi degli avvenimenti che tanto fossilizzano i prodotti Bonelli ( da Tex a Zagor ).
E’ un Dylan invecchiato, stanco, affaticato, disilluso come non mai, quello che ci appare in queste tavole stupende, in cui i colori donano volutamente apatia, sonnolenza quasi, facendo emergere i protagonisti da sfondi metafisici.
Come forse avrebbe voluto vederlo Sclavi se la sua creatura si fosse evoluta in un arco narrativo temporale, se si fosse percorsa la strada disegnata da Morgana/Storia di Nessuno, piuttosto che l’altra. Eppure questa mini saga ha enormi punti di merito:
Possiede un horror forte ed austero, che arriva allo stomaco non tanto per la curda rappresentazione degli zombie, comunque a volte presente, quanto per la non speranza che la lotta di un mondo contro se stesso genera.( Matheson insegna ).
Riprende Hicks che è ( non se ne capisce il triste motivo ) finito nel dimenticatoio da eoni, e con poche tavole lo rappresenta terrificante, orrendo, pazzo, epigono di una distruzione senza freni.
Ci mostra un rapporto amicizia/rispetto, enorme, profondo, solenne, più nel primo capitolo che in questo prequel a dir il vero, che la non morte non riesce a scalfire.
Ci mostrerà il dramma di un amore senza speranza, in una società che come dice Dylan a pagg 7, si trascina senza più sperare ed amare.
La società che tante volte Sclavi aveva magistralmente denunziato nei sogni tristi di Nessuno, nella sua solitudine agghiacciante. E l’amore fra Dylan e la prostituta del inizio de Il Pianeta dei Morti, non può non far riemergere l’amore fra DyD e Bree Daniels, in una disperata simbiosi di ricerca e donazione, affetto e indifferenza, dare e avere.
La morte, presenza solenne alla stregua delle passate opere di Sclavi ( presenza assoluta in Morgana, presenza consolatoria in Storia di Nessuno ) appare ora farsesca ( intenta, in una tavola di rara bellezza, a vendere ombrelli ) ora solenne ( l’ineluttabilità del messaggio a Groucho ) ora entità solenne, quasi divina nel guardare le inutili tragedie umane ( il finale meraviglioso de Il Pianeta dei Morti rasenta la perfezione narrativa ).
Ogni singola tavola ci appare come un mero messaggio di malinconia, un tetro viatico per ciò che realmente e magistralmente poteva diventare DyD se si fosse percorsa questa strada, forse impervia e meno facile di certo più narrativa, piuttosto che l’altra.
Non ci si chiede chi è l’amore di Dylan, chi è suo padre, dove nasca la sua storia. Qui siamo alle prese con un futuro senza futuro, un mondo senza vita, vinto dall’umana e occidentale presunzione di vincere la morte, vincere su Dio, vincere su tutto.
Gli immemori, diceva Sclavi, pallidamente si cullano in ricordi di un mondo che non esiste più. I Nessuno, ci diceva sempre il Tiz, ne creano uno quando questo, quello reale, fa schifo.
Qui, dice Bilotta, non esiste che il tetro sistema di un regime, per controllare l’incontrollabile, arginare una piaga suppurata, estirpare l’inestirpabile, alla stregua di una cura peggiore del male. Un mondo senza speranza che, ha ragione Skeletor, meriterebbe ben più ampia saga, magari qualche numero, forse una dozzina, per emergere in tutta la sua terrificante crudezza.


Sono in definitiva storie come questa che hanno creato, cementato, edificato il simbolo di Dylan Dog nella storia, nell'empireo del fumetto italiano ed Europeo.
Storie che possono anche dire poco a livello di intreccio, ma dicono tutto a livello emotivo, grafico, concettuale. Storie che ti fanno pensare, immaginare, sognare, tremare, cui vorresti dar tu un seguito.
Storie di Dylan Dog, insomma.

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" Il locale è triste e sta sempre qua ! "

" Dylan Dog è arrivato allo scontrino fiscale "

Oriana Fallaci ti amo.


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 Oggetto del messaggio: Re: # Color Fest 10
MessaggioInviato: dom apr 21, 2013 11:42 pm 
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Iscritto il: sab nov 27, 2010 11:35 pm
Messaggi: 18
io ho votato ottimo; è la prima volta che do tale voto e ci credo fortemente.
premettendo che aspettavo da molto la prima storia e l'ho letta in un sol boccone e con la pelle d'oca (anni addietro mi innamorai della "prima parte")...innanzitutto grandi disegni; la storia per me ha tenuto bene, nonostante sia stata velocizzata per stare in quelle poche pagine che assicura il color fest...e poi
Spoiler!
fa sempre piacere vedere tanti personaggi conosciuti insieme
...buonissima la 2a storia (dylan vestito da lord sta veramente bene)...la 3a è veramente ottima; non avrei mai immaginato di trovare 2 storie per me così intense nello stesso cf...e infine, definirei la 4a interessante: un dylan nerd ci mancava (i tempi che viviamo lo richiedevano d'altronde)...


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 Oggetto del messaggio: Re: # Color Fest 10
MessaggioInviato: dom apr 21, 2013 11:45 pm 
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Iscritto il: lun lug 26, 2010 6:24 pm
Messaggi: 242
dogares ha scritto:
Allora, apro la disanima sulla prima storia, penso la più attesa del Color Fest, premettendo una cosa:
Quando vuole la Bonelli sa regalare prodotti come questo Fest, davvero ad ottimi livelli.
A parte l'impaginazione iniziale, ho dato una sbirciata alle varie storie e le commenterò sebbene mi sia ripromessa di non farlo.
Conosco i miei limiti, lo faccio notare subito, e questo mio piccolo ritratto non vuol essere nulla più che un parere personale.
Poi esco a bere e a festeggiare, quindi lo posto oggi perché magari domani non ci son più....conoscendomi.


Spoiler!
Non si tratta di una analisi della storia in questione, almeno non nel suo essere prequel, cosa che ho sempre detestato a parte certe cose di Valentina, che a ogni buon conto raffiguravano una serie di emozioni, più che di eventi.
La Bonelli ha spesso toppato in questo genere di storie, non tanto per la complessità delle trame raccontate ( vedi il Numero Duecento, oppure Finché Morte non ci Separi ) quanto per non aver mai catturato, in quelle vicende, lo spirito di Dylan Dog o di averlo fatto soffocandolo in una enorme e prolissa serie di eventi e spiegazioni.
Bilotta ha il merito enorme di non farlo, di prendere di petto un avvenimento futuro e metterlo agli occhi dei lettori per quel che è, senza menate o eccessivi sensi di colpa.
I colori e i disegni mi sono piaciuti molto. Anche qui si parla di impressioni soggettive, che forse hanno una minima parvenza di esperienza data la lunga lettura di fumetti vari, ma che ripeto, non intendono assurgere a niente di definitivo e critico.
Fra l'altro, ho avuto modo di considerare, dopo la lettura, una piccola questione.
Arrivata a questo punto dell’immensa saga di Dylan Dog, ho realizzato ( forse in ritardo ) che è possibile focalizzare due punti, due snodi principali ( due crossover se è corretto dire così…) in quasi 27 anni di storie, pubblicazioni, sogni e speranze editoriali.
Il primo, anzi più correttamente i primi due, sono Morgana e Storia di Nessuno, l’altro La Storia di Dylan Dog e le inevitabili vie parallele che ne sono scaturite ( Finché Morte non ci Separi, Il Numero Duecento, Xabaras/In Nome del Padre ecc…ecc… ).
Non so se per linea editoriale, o per altri motivi, si è scelto di prolungare il secondo snodo, di dare spazio e costruire su di esso ricami, ricerche, introspezioni, analisi, in un continuo avvitarsi su se stessi che ha prodotto più danni che altro.
E’ finito quasi dimenticato il primo, immenso, cruciale, sclaviano crossover.
Quello che il sogno/realtà, incubo/predizione di Morgana aveva spalancato: il mondo dei non morti, degli immemori, dell’apocalisse assoluta, dell’abisso dell’anima.
Le fotografie di un’umanità perduta, distrutta dal morbo dei non morti, come il geniale Romero aveva predetto nella sua trilogia sugli zombie.
Bilotta nelle sue due storie capolavoro, coglie appieno questo punto cruciale, anche se non direttamente collegato ad esso, regalandoci due storie ( Il Pianeta dei Morti e Addio Groucho ) che possono essere discontinue ( la seconda non all’altezza della prima, indubitabilmente ) ma che sottraggono, immergendo in una sorta di dantesco contrappasso l’umanità nella stasi eterna della non vita, Dylan ad una vacua staticità, ad una cristallizzazione eterna del ripetersi degli avvenimenti che tanto fossilizzano i prodotti Bonelli ( da Tex a Zagor ).
E’ un Dylan invecchiato, stanco, affaticato, disilluso come non mai, quello che ci appare in queste tavole stupende, in cui i colori donano volutamente apatia, sonnolenza quasi, facendo emergere i protagonisti da sfondi metafisici.
Come forse avrebbe voluto vederlo Sclavi se la sua creatura si fosse evoluta in un arco narrativo temporale, se si fosse percorsa la strada disegnata da Morgana/Storia di Nessuno, piuttosto che l’altra. Eppure questa mini saga ha enormi punti di merito:
Possiede un horror forte ed austero, che arriva allo stomaco non tanto per la curda rappresentazione degli zombie, comunque a volte presente, quanto per la non speranza che la lotta di un mondo contro se stesso genera.( Matheson insegna ).
Riprende Hicks che è ( non se ne capisce il triste motivo ) finito nel dimenticatoio da eoni, e con poche tavole lo rappresenta terrificante, orrendo, pazzo, epigono di una distruzione senza freni.
Ci mostra un rapporto amicizia/rispetto, enorme, profondo, solenne, più nel primo capitolo che in questo prequel a dir il vero, che la non morte non riesce a scalfire.
Ci mostrerà il dramma di un amore senza speranza, in una società che come dice Dylan a pagg 7, si trascina senza più sperare ed amare.
La società che tante volte Sclavi aveva magistralmente denunziato nei sogni tristi di Nessuno, nella sua solitudine agghiacciante. E l’amore fra Dylan e la prostituta del inizio de Il Pianeta dei Morti, non può non far riemergere l’amore fra DyD e Bree Daniels, in una disperata simbiosi di ricerca e donazione, affetto e indifferenza, dare e avere.
La morte, presenza solenne alla stregua delle passate opere di Sclavi ( presenza assoluta in Morgana, presenza consolatoria in Storia di Nessuno ) appare ora farsesca ( intenta, in una tavola di rara bellezza, a vendere ombrelli ) ora solenne ( l’ineluttabilità del messaggio a Groucho ) ora entità solenne, quasi divina nel guardare le inutili tragedie umane ( il finale meraviglioso de Il Pianeta dei Morti rasenta la perfezione narrativa ).
Ogni singola tavola ci appare come un mero messaggio di malinconia, un tetro viatico per ciò che realmente e magistralmente poteva diventare DyD se si fosse percorsa questa strada, forse impervia e meno facile di certo più narrativa, piuttosto che l’altra.
Non ci si chiede chi è l’amore di Dylan, chi è suo padre, dove nasca la sua storia. Qui siamo alle prese con un futuro senza futuro, un mondo senza vita, vinto dall’umana e occidentale presunzione di vincere la morte, vincere su Dio, vincere su tutto.
Gli immemori, diceva Sclavi, pallidamente si cullano in ricordi di un mondo che non esiste più. I Nessuno, ci diceva sempre il Tiz, ne creano uno quando questo, quello reale, fa schifo.
Qui, dice Bilotta, non esiste che il tetro sistema di un regime, per controllare l’incontrollabile, arginare una piaga suppurata, estirpare l’inestirpabile, alla stregua di una cura peggiore del male. Un mondo senza speranza che, ha ragione Skeletor, meriterebbe ben più ampia saga, magari qualche numero, forse una dozzina, per emergere in tutta la sua terrificante crudezza.


Sono in definitiva storie come questa che hanno creato, cementato, edificato il simbolo di Dylan Dog nella storia, nell'empireo del fumetto italiano ed Europeo.
Storie che possono anche dire poco a livello di intreccio, ma dicono tutto a livello emotivo, grafico, concettuale. Storie che ti fanno pensare, immaginare, sognare, tremare, cui vorresti dar tu un seguito.
Storie di Dylan Dog, insomma.


Bellissima analisi, dogares :x:

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Sette terribili porte sono nascoste nella terra e nel mare.


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 Oggetto del messaggio: Re: # Color Fest 10
MessaggioInviato: lun apr 22, 2013 7:43 am 
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Iscritto il: ven apr 24, 2009 8:22 am
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Località: cremona
Allora.. Ottimo color fest!!
-addio groucho:
Bilotta ci riporta nel pianeta dei morti con una incredibile maestria.. La storia scorre benissimo con qualche colpo di scena... Peccato che l' effetto sorpresa si minore rispetto al pianeta dei morti!! Ottimo prequel ! Voto :8
Martinello :32 pagine di incanto per gli occhi!!disegni e colori divini!! Da avere!!
Voto :9!!
- la banda maculata
Serra: storia apertivo che si legge senza pensieri ma con un finale che vale la storia!!! Voto:7.5
Bignamini: buona prova ma il volto di Dylan non mi ha convinto fino in fondo!!!
Voto:7
-i giorni oscuri
Caccivio: più che un what if un vero riassunto dylandogiano!!
Una storia magnifica con citazioni e richiami mai fino a se stessi!!! La perla del fest!!
Voto:9.5
Cestaro bros: la conferma che two is meglio che one!!!oscuri come non mai, atmosfere ricreate alla grande!!!!una ultima tavola che da sola ripaga l'intero fest!!!!
Voto:9
-doppia identità
Gualdoni: compito svolto bene.qualche riferimento al passato usato a vuoto... Storia che passa e va...
Voto:6.5
Raimondo:buoni disegni che alzano in livello della storia e che probabilmente meritavano di raffigurare qualcosa di meglio!!
Voto:7

Overdrive studio: su 3 storie ne salvo 1, i giorni oscuri!! Colori piatti e monotoni!! Il confronto con la prima o con la copertina e' impietoso..... Unica bocciatura !! Voto:5

De Cubellis: stupenda copertina.... Ottimo lavoro e ottimi colori! Una gioia per gli occhi!!
Voto:8.5

G.l.

_________________
ma se dal 2023 diventassi io il nuovo curatore di dyd?

IO SONO RKC E SONO FATTO DELLA STESSA MATERIA DI CUI SONO FATTI GLI INCUBI.......
IT BEGINS......08/09/2012

http://it.wikipedia.org/wiki/Sacello


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 Oggetto del messaggio: Re: # Color Fest 10
MessaggioInviato: lun apr 22, 2013 11:48 am 
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Appena finito di leggere, chiuso l'albo voglio subito dire che questo è il MIGLIOR COLOR FEST mai pubblicato fino ad oggi!
Con calma ora scriverò quel che penso storia per storia, ma volevo esprimere di getto le emozioni che mi ha dato...voterò sicuramente OTTIMO, e gran parte del mio "Galeone d'Oro 2014" viene già messo in cassaforte da questo albo (pubblicazione, disegni e colorazione per "Addio, Groucho", soggetto e sceneggiatura per "I giorni oscuri", e pure la copertina gareggia seriamente).
Una notevole boccata d'ossigeno per un 2013 fino ad oggi quasi catastrofico.
A più tardi per ulteriori approfondimenti.

_________________
Toh, un "gruppo sondaggi" su Facebook!
https://www.facebook.com/groups/317174995093743/


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 Oggetto del messaggio: Re: # Color Fest 10
MessaggioInviato: lun apr 22, 2013 11:59 am 
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Messaggi: 638
Località: un ROMEvarlo a Ferrarendàrt
Ottime notizie giungono da voi uomini del futuro !

Nell' altroquando di Bologna ancora niente ... :mad:


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 Oggetto del messaggio: Re: # Color Fest 10
MessaggioInviato: lun apr 22, 2013 3:12 pm 
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Messaggi: 3053
Località: Palermo
Toh... si rivede "Dylan Dog"

Votato ottimo. 2 storie spettacolari ("Addio, Groucho" e "I giorni oscuri") e 2 buone ("La banda maculata" e "Doppia identità") disegnate in modo altrettanto spettacolare.E pure gran bella copertina. Per quanto riguarda i colori, considerando che collezione i volumi di Repubblica pseudo colorati, questi mi sembrano altrettanto splendidi.
Il miglior Color Fest fin qui letto ...

_________________
"Sono gli anni, i mostri ... gli anni che passano ... "


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 Oggetto del messaggio: Re: # Color Fest 10
MessaggioInviato: lun apr 22, 2013 3:55 pm 
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Messaggi: 1515
Località: Viareggio
Mi inerpico nel commentare questo grande albo....

FINALMENTE!!!
E' doppio questo mio "finalmente" di stamattina....il primo l'ho esclamato nel momento in cui ho visto la splendida copertina di Davide De Cubelis fare capolino nelle edicole della mia città.
Il secondo "finalmente", ben più importante e sperato, è uscito dalla mia bocca, ma anche e soprattutto dal mio cuore, una volta arrivato a fine lettura, in quel momento fondamentale in cui si arriva alla chiusura dell'albo che tanto attendevamo di poter leggere e formuliamo il primissimo pensiero su ciò che abbiamo appena letto, pensiero con cui verrà indelebilmente bollato quell'albo nella nostra memoria.
E il mio personalissimo "primo pensiero" su questo decimo Color Fest è stato:
"CAPOLAVORO"

Era ora!
Questo 2013 dylandoghiano ci stava dando in pasto troppi frutti decisamente amari, dopo una bella annata come quella passata nel 2012 (che ci ha regalato un capolavoro assoluto del quale ho già abbondantemente parlato QUI, e diverse altre ottime storie); serviva assolutamente una boccata di ossigeno che ridesse linfa vitale all'Indagatore dell'Incubo (unica grande gioia di quest'anno, per ora, era stata le bella iniziativa di Repubblica e L'Espresso con la Collezione Storica a Colori, che mi sta facendo rivivere i primi anni della creatura di Tiziano Sclavi in una nuova veste colorata).
Finalmente sono arrivati Alessandro Bilotta e (soprattutto) Chiara Caccivio, coadiuvati dai relativi disegnatori delle loro storie, Paolo Martinello e i fratelli Cestaro, a dare uno scossone al torpore che da mesi imperava.
Si, perchè tra questi 4 piccoli racconti sono proprio "Addio, Groucho" e "I giorni oscuri" a trascinare nell'olimpo l'intera pubblicazione, mentre le restanti due, "La banda maculata" e "Doppia identità" fanno da sparring partner, con due trame tutto sommato carine e simpatiche, ma che, con tutta onestà, non entusiasmano oltre modo.
Certo, se anche queste fossero state dei gioielli come le altre due, beh, forse avremmo preteso davvero troppo.....ma comunque già così basta e avanza, e dopotutto nessuna delle due scende sotto la sufficienza, quindi c'è di che gioire.
Ora vado ad analizzare le singole storie
Spoiler!
Partendo proprio dalle due storie "medie", forse quella che mi ha convinto di meno è, a sorpresa, "LA BANDA MACULATA" (titolo orrendo e per niente incisivo, va detto); a sorpresa perchè da un big delle sceneggiature come Antonio Serra uno si aspetta sempre qualcosa di super, e invece ci ritroviamo una vicenda tutto sommato troppo lenta e troppo poco "dylandoghiana", per così dire, con stregonerie e uomini-animali che francamente fanno un pò storcere il naso a chi per anni si è deliziato con le storie di Sclavi....ci pensano le ultime due pagine a dare quella giusta impennata a quanto letto prima, con lo stra-abusato escamotage del "racconto nel racconto" (qui scopriamo che la vicenda del Dylan ottocentesco altro non era che una bozza di Sir Arthur Conan Doyle prima di partorire quello che sarà il suo capolavoro letterario Sherlock Holmes), ma che comunque fa sempre il suo sporco lavoro, e un sorrisetto te lo strappa sempre.
Disegni e colorazione nella norma, senza infamia e senza lode.
A conti fatti, una storiella da sufficienza, forse anche un 6+ lo può accaparrare.

Leggermente meglio va con "DOPPIA IDENTITA'", dell'onnipresente Gualdoni, dove viene immaginato un Dylan nerd, senza lavoro, senza ragazza e parassita sulle spalle dei poveri genitori, che per compiacere la "migliore amica" appassionata di gialli (con la speranza, neanche tanto celata, che la giovane amica possa dargliela il prima possibile), si inventa investigatore sulle tracce di un serial killer di giovani ragazze, sulla scia di tale Dwight Dog, sedicente "Indagatore dell'Incubo" che opera a Londra....salvo poi scoprire, in un complicato rigiro di scambi di personalità, essere lui stesso il killer e che aveva messo su tutta la catena di delitti proprio per far colpo sulla ragazza. E ovviamente, a risolvere la situazione, irrompe Dwight/Dylan Dog e il fido Groucho.
Al di là della trama e del "colpo di scena" (ampiamente prevedibile, per la verità), con tanto di coda infernale all'ultima pagina, è stato più divertente di quanto ci si potesse aspettare vedere il Dylan nerd collezionista di fumetti ed action figure e la sua stanza, in cui campeggia la locandina di "Halloween", il mio film preferito (e lo ammetto, un pò mi ci sono rivisto: pure io ho 30 anni passati, colleziono fumetti, ho una marea di action figure, sono appassionato di cinema....però lavoro ed ho la ragazza, e soprattutto non sono un serial-killer!)
Disegni buoni, tra l'altro molto simili a quelli di Bruno Brindisi (il che non guasta mai) e colorazione standard dell'Overdrive Studio che a me, sinceramente, piace parecchio.
Il mio voto oscilla tra il 6,5 e un quasi 7.

Ma veniamo al primo dei due piatti forti, e diciamocelo chiaramente, il "grande atteso" di questo albo e vero motivo di tanta trepidazione per la sua uscita: "ADDIO, GROUCHO", prequel della già mitica "Il pianeta dei morti" pubblicata nel secondo Color Fest, su cui si sono concentrate tutte le attenzioni nelle svariate anteprime trapelate nei mesi scorsi.....e Bilotta tiene fede alle aspettative sfornando un nuovo capolavoro, in cui mescola sapientemente innumerevoli vecchi e storici personaggi della testata, in un futuro prossimo alternativo dominato dagli zombi, mettendo al centro del racconto il progressivo addio del folle assistente di Dylan che, come sapevamo già da "Il pianeta dei morti", è destinato ineluttabilmente a diventare il primo zombi a diffondere il contagio nel mondo.
La prima cosa che salta agli occhi leggendo questa storia è: troppo poche 32 pagine! Il lento calare di Groucho nella trasformazione, parallelo a tutti i vani tentativi di Dylan di salvarne le sorti, passando attraverso le apparizioni di vari comprimari della serie che tutti conosciamo bene (dalla Trelkowsky bloccata semi-morta in una trance in stile "caso Valdemar" alla Poe, al burocrate infernale Due Facce, fino al diabolico Dottor Hicks del General Hospital, che scopriamo aver seguito le orme nientemeno che di Xabaras!) meritava indubbiamente uno sviluppo più articolato, fino a giungere al momento clou del faccia Dylan/Groucho-zombi con tutta l'enfasi del caso....concentrando gli eventi in un terzo di un albo standard, il tutto appare frettoloso e poco approfondito, ma nonostante questo limite Bilotta ci confeziona una perla che affascina e coinvolge con semplicità ed immediatezza, senza ostentare ruffianeria di ultra-citazionismo o ricerca ossessiva di pathos e lacrima facile.
Se poi a dipingere il tutto ci pensa un Paolo Martinello in stato di grazie, che anzichè tavole prepara dei veri e propri dipinti suddivisi in vignette (la splash-page che apre il Color Fest è già leggenda), allora il tutto si completa e si arricchisce al punto giusto, e le eventuali pecche passano tutte in secondo piano.
A conti fatti, darei un bel 8 e mezzo alla storia (che comunque rimane un pelino inferiore a "Il pianeta dei morti"), mentre sul versante disegni e colorazione è possibile dare un solo voto: 10 e lode!

Infine, ecco la vera, grandissima sorpresa di questo Color Fest: le mie aspettative, lo dico sinceramente, erano al 99% tutte per "Addio, Groucho", ma, alla fine della fiera, devo ammettere che la palma d'oro di "Capolavoro" se la merita tutta quanta proprio "I GIORNI OSCURI", fulminante storia firmata Chiara Caccivio, che con questa prova può realmente aspirare a diventare una nuova Paola Barbato sulle pagine di Dylan, anzi addirittura superandola in fatto di "biografia di Dylan Dog"....con queste magnifiche 32 pagine infatti, la Caccivio straccia 3 a 0 quanto fatto dalla Barbato nel famigerato ventennale!
L'idea di base è quella di ipotizzare come si sarebbe sviluppata la vita di Dylan se Xabaras, una volta portato Dylan nell'orfanotrofio del seicento (tutte vicende viste appunto nel ventennale), fosse tornato sui suoi passi, riprendendosi con se il figlio e impedendo al Demone che aveva diviso la sua persona (e per questo va rivisto anche il numero 100 "La storia di Dylan Dog") di scaraventare il piccolo Dylan nella Londra degli anni sessanta (dove poi avrebbe continuato la sua vita fino a diventare l'Indagatore dell'Incubo che tutti noi conosciamo).
Quindi assistiamo ad un Dylan adulto di fine Seicento che racconta quella che è stata la sua vita al fianco del padre Xabaras, una vita vissuta in un paesino sperduto della Scozia chiamato Undead (vi ricorda nulla?) e in mezzo agli zombi creati dal folle scienziato intento a scoprire il segreto dell'immortalità....ovviamente sarà la conoscenza di una splendida ragazza del paese di nome Lisiana (di cui inevitabilmente si innamorerà) e la sua tragica fine (causata da uno degli zombi creati da paparino), a sconvolgere la vita del giovane Dylan devoto al padre e a portarlo, dopo una spirale di orrore, fino a quell'ultima vignetta che chiude la storia, in un suggerito scontro finale padre-figlio (e orda di zombi di contorno, che nel frattempo, manco a dirlo, hanno conquistato il mondo) che ti lascia col cuore in gola e il fiato sospeso, in uno dei finali più epici e maestosi mai visti da molti anni a questa parte!
Anche qui vale lo stesso discorso fatto per la storia di Bilotta; gli spunti che la trama offre avrebbero meritato indubbiamente molta più approfondimento e corposità di pagine: il rapporto padre-figlio tra Xabaras e l'adolescente Dylan, lo sviluppo della storia d'amore con la bella Lisiana, che avrebbe reso molto più coinvolgente sul piano emotivo la sua tragica fine, il conflitto che ne scaturisce col padre e la presa di coscienza della sua malvagità, il diffondersi del morbo degli zombi nel mondo, fino appunto allo scontro finale......ne sarebbe venuto fuori un albo intero (se non addirittura uno Speciale, con le sue 160 pagine) di quelli con i controcazzi!
Peccato davvero....nonostante tutto però, la bellezza e l'efficacia degli eventi rimangono intatte, seppur ridotte ai minimi termini.
Quindi non resta che dire: complimenti davvero, miss Caccivio.
E complimenti enormi anche ai Cestaro Bros, che in fatto di zombi non fanno rimpiangere, udite udite, nemmeno Sua Maestà Zombesca Angelo Stano....e credo che questo sia il complimento migliore che gli si possa fare, perfetto per far capire quanto belli siano i loro disegni.
Sulla colorazione, sempre il solito discorso: l'Overdrive Studio a me piace, ma se penso a questa storia con una colorazione simile a quella di "Addio, Groucho".....beh, a quel punto sarebbe stata davvero l'apoteosi assoluta!
I miei voti qua sono lapidari: soggetto e sceneggiatua 9, disegni 9, colori 8,5
In altre parole: GRANDIOSA.


A conclusione di questa recensione, assegno una votazione generale dell'albo:
in media gli darei 8 e mezzo, con due capolavori e due storie di medio livello;
corona il tutto una grande copertina, da 8 e mezzo pure quella.
Insomma, questo è a mio parere il miglior Color Fest pubblicato fino ad ora, quindi è un acquisto obbligato per ogni dylandoghiano che si rispetti!!!

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 Oggetto del messaggio: Re: # Color Fest 10
MessaggioInviato: lun apr 22, 2013 4:08 pm 
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Wuuu...ho la testa che romba e i riflessi appannati. L'alcool di ieri si fa sentire.
Cmq
Spoiler!
Dopo l’analisi della prima storia del Fest, passo ora ad una disanima rapida della restanti tre.
Ammetto che aspettavo La Banda Maculata con grande interesse. Amo Sherlock Holmes e le ambientazioni vittoriane in genere ( dentro so di essere una milady britannica di fine ottocento, forse ne sono una reincarnazione…) e la mia attesa è andata in parte delusa. Non per i disegni, che sono ottimi, né per i colori, scolastici ma migliori della ristampa.
Il titolo è identico a quello di Conan Doyle, La Fascia Maculata ( che si riferiva al serpentone appena visibile nella penombra della camera da letto ), ottimo thriller che delineava in modo indelebile lo stereotipo del genio di Backer Street. Dunque ottima cosa ? Non molto a dir il vero:
E’ proprio lo svolgimento a deludermi. La vicenda è presa pari pari dal racconto, finale a parte, e ciò non mi pare il massimo per uno sceneggiatore. Ed anche il presunto colpo di scena del trasformismo del cattivo di turno, è parso più che altro messo lì per farne una storia da DyD, che per altro. Forse, come nel caso di tutte le storie presenti, a La Banda Maculata, nuoce l'eccessiva brevità, che forse avrebbe permesso uno sviluppo di maggiore fantasia. Cmq buona.

I Giorni oscuri. Forse la storia migliore del Fest, di livelli ottimi.
Riprendere il confuso punto “epocale” della storia del ventennale ( una delle peggiori di Paola…) e sviscerarne una tanto bella e davvero alternativa alla genesi di DyD non cosa da poco. Ottimi i disegni, alcuni davvero sublimi, un poco banale la storia d’amore, sfocata e appena accennata che non prende più del dovuto ma che resta funzionale alla storia.
Grandiosa, anche se di poche tavole ma memorabili, l'escursione nella città più decadente e "morta" d'Italia: Venezia, crepuscolare nido di tristezza, vacue albe e nebbie emergenti dalla spettrale laguna che la circonda. Emersione che rammenta, prepotente, quella della copertina di Villa ne Gli Uccisori.
Bello il finale, in piena genesi con Morgana ed il futuro di zombie visto ne Il Pianeta dei Morti e mio ( impossibile ) sogno di saga finale o almeno annuale. Segno che, a parziale mio parere personale, quello sarebbe stato il futuro inequivocabile per Dylan Dog ed il suo mondo.
Dylan con la benda mi attizza. Pare maledetto e pirata, che è buona cosa. Ottima.

Doppia Identità. Solita storia con Gualdoni. Lo spunto è buonissimo, sviluppato discretamente, ma toppa nel punto in cui dovrebbe creare mistero e suspance, mostrando in un solo attimo il viso del vero doppio, che fa perdere la magia. Solita citazione “colta” di Gualdoni su Daryl Zed atta a mostrarci che il Gualdo conosce il passato di Dylan, ma fine a se stessa e anche un po’ pretestuosa ( il riferimento alla fine delle pubblicazioni è inutile e per nulla incisivo ).
Ma Gualdoni, come sempre, vuole spiegare tutto e la scena del riflesso nel vetro ne è la dimostrazione. Così come lo spiegone finale.


In generale, uno dei Fest migliori, se non il meglio degli ultimi anni.

Correzioni effettuate. The End.

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" Il locale è triste e sta sempre qua ! "

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Oriana Fallaci ti amo.


Ultima modifica di dogamy il lun apr 22, 2013 6:19 pm, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: # Color Fest 10
MessaggioInviato: lun apr 22, 2013 4:24 pm 
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Una mia curiosità da chiedere ai Cestaro:
ma per caso il quadro che appare nella splash-page di apertura della loro storia (è proprio sotto le lettere "NI" della parola "GIORNI") è un omaggio alla locandina di "Final Destination 5"?!
Spoiler!
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