Una buona storia tutto sommato, abbastanza sbarazzina nello spirito come nei dettagli.
Non fa granché per creare “
paura” come recita il titolo dell’
Almanacco, ma si difende bene rincorrendo la normalità del qualunquismo da impiegatucoli e le relative miserie familiari…che in un certo senso non fa meno paura
.
Sul titolo mi sono in parte ricreduto, visto che mi pare difficile trovarne uno alternativo…dato l’appeal semi-ironico di tutta la storia.
Ho votato (solo) sufficiente perché i punti positivi non li ritengo abbastanza radicali da coprire alcuni difetti evidenti che ne annegano il potenziale.
Peccato comunque…
… in un certo senso
meriterebbe miglior sorte verso il 7, ma giocandosi quasi tutto nel finale rammenda troppo tutto il resto, soprattutto nella parte centrale, spesso senza mordente e ridondante (pp. 75-108)
.
Semplifico perché sono a corto di caratteri (/-e?) e non posso sbrodolare la solite cateratte (bit)
torrents-iali anche per le uscite non-regolari. Buonpervoi
Quindi basterà uno schematico
PRO Vs.
CONTRO CONTIENE
SPOILER SPOILER SPOILER ...statevaccuort
[...]
PRO1) Dinamismo di partenza multi-interfaccia: biblioteca, bidone fantozziano, una serata cò mammà, catene d’aggancio, notte da incubo, teste mozzate, Bloch che sbatte la testa. Quando gli ingredienti promettono bene si possono anche non cucinare
2) Depistaggi furbetti quanto basta
.
Esser presi per il naso consciamente, in pochi casi diverte come sulle pagine di un fumetto. E poi spidocchiare l’intuito di Dylan, dimostrando che anche le sue ricostruzioni sono completamente sbagliate, (pp. 104-107) è buona cosa e confortante.
3) L’acida mamma, sia quando sbava posseduta che quando bacchetta nella forma originale, è un bel personaggio. Non solo iper-protettiva e soffocante, copre pure di insulti il pargolo come si deve. Mambrava… due strappate di catene non te le toglie nessuno. Insomma, siam sull’
incestuous bdsm .
4) Freghieri in forma, per quanto non eccezionale.
Varia nelle dimensioni/formati delle vignette in gabbia, ci spunta un po’ di
japan-horror con il demone dalla lunga chioma, e spazia con più striature del solito per ombre e notturni. Sarà la carta patinata… ma l’ho visto davvero di buon occhio.
Jodie sembra anche diversa dalle sue solite strappone per i lineamenti, una più “ordinaria” ragazza della biblioteca accanto. Per chi abita a Londra…
CONTRO 1) La scena del tamponamento (pp. 61-66).
Va bene la gag dello sbirrone corpulento quanto ottuso, ma c’erano miriadi di altri modi per portare Dylan da Bloch a causa della demonessa in modalità “soccorso”. Sei pagine concesse alla sit-com di Rai Premium
.
2) La mamma è sempre la mamma…e quindi
meritava più spazio in tutti i formati, sia posseduta che nei flashback. Invece nel cuore della storia sparisce del tutto in attesa di Dylan che faccia irruzione (p. 112) …koredemmama
3) Il minimalismo gretto dell’ “ambientino” di lavoro e relative scaramucce/bassezze: uno spreco di pagine dopo il primo round. L’abbiamo capito da subito, quanto ad atmosfera…
non c’era bisogno di insistere a tutto spiano ed a più riprese. Non è un teorema da dimostrare, e l’evidenza che si rincorre da sola
.
4) L’occultismo fai-da-te (e ultra-rapido) di Timothy è necessario alla trama, ma la butta troppo sul farsesco involontario e da pataccaro.
Visto che aveva tutta la British Library a disposizione, poteva anche tentare un rito per far convolare a giuste nozze La Cara Mamma col povero Yog Sothoth. Sai che ricevimento…
5) A parte la prima apparizione (bella) sul letto, il rapporto tra Dylan e la demonessa poteva essere gestito meglio: o si insisteva sul lato oscuro/da incubo di questa presenza infernale, oppure si profilava qualcosa di più intrigante a livello di seduzione fra i due. Invece ci si accontenta di una semplice serie di apparizioni semi-innocue, che l’Old Boy osserva intontito nasoallaria o tenta di interpretare senza traduttore istantaneo
.
Anche Mme. Trelkovsky capisce che si tratta di roba non degna di nota.
Patetica la semplicioneria degli indizi che lei gli dà, da caccia al tesoro per Miniclub nei villaggi turistici. Ed infatti Dylan canna nell’interpretazione, pensandoli più complessi.
Epifania da calzino bucato e carbonella bagnata
.
****
In conclusione una storia semplice e gradevole che poteva raggiungere livelli più alti, ma che comunque si lascia apprezzare senza particolari complicazioni. Non ai livelli della
Voce Negata, ma neanche da bassifondi del ripiegonismo come
I ritornanti. Se pensavate qualcosa tipo
Angoscia quanto a mostruosità familiari… siete fuori mamma
.
Una curiosità, a proposito di Epifani(-e): soltanto a me Timothy tutto accappottato, occhialetti e sciarpetta (p. 39-41), ha ricordato costui?
ALOHA MAMMA GUARDA COME MI DIVERTO