Cravenroad7

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# 318 - Leggende urbane
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Voti totali : 108
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 Oggetto del messaggio: Re: # 318 - Leggende urbane
MessaggioInviato: ven mar 15, 2013 12:53 am 
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Iscritto il: gio nov 22, 2012 2:02 pm
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wolkoff ha scritto:
Curiosità:

... ma soltanto a me è capitata una copia con i numeri della pagine (da 45 a 49) mancanti?
Devo tornare all'edicola o contattare il commercialista prima di venderli all'asta su Ebay a qualche collezionista fanatico?

il mio ce li ha

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Oscar Wilde
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 Oggetto del messaggio: Re: # 318 - Leggende urbane
MessaggioInviato: ven mar 15, 2013 12:54 am 
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Iscritto il: mer giu 27, 2012 1:35 pm
Messaggi: 2258
Dark Star ha scritto:
Uomo in Bombetta ha scritto:
al leader del gruppo death metal che mi ha ricordato molto Dave Mustaine).

E' vero, anche a me, però solo in una vignetta, quindi non credo sia un omaggio.


C'è da dire che Mustaine, come il Thrasharo della storia, mi sembra sia inseparabile dalle sue V guitars, quindi la citazione potrebbe esserci veramente...

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 Oggetto del messaggio: Re: # 318 - Leggende urbane
MessaggioInviato: ven mar 15, 2013 1:05 am 
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Iscritto il: gio ago 20, 2009 12:26 pm
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Località: Inverary 2.0
Tra le innumerevoli leggende metropolitane, circolava quella inaudita di un Di Gregorio capace di unire quasi il 50% del forum oltre la sufficienza con una storia – apparentemente – di leggero intrattenimento.

Sarà vero, sarà falso, sarah scazzi (varii) ? …non è dato sapere, ma nella virtualità della rete che se la racconta da sola, senza dubbio un minimo di realtà scatenante deve esserci alle origini di un fenomeno come questo passato di bocca(-ccia) in bocca(-ccia) :P .

Io, nel dubbio, passo il giudizio per ora – magari dopo aver scritto mi sentirò più illuminato e/o stordito da dare un voto – perché l’albo ha un certo quid nella confezionatura complessiva che si attesta con disinvoltura oltre la sufficienza, ma poi ripiomba in qualche tombino di pedanteria poco suggestiva che puntualmente riaffossa quanto di buono intuito in precedenza. Non ultimi i disegni di un Cossu discreto, anche se che più di così non è lecito sperare… :roll:

C’è da dire che come approccio di/alla scrittura stiamo qualche gradino sopra certi nomi come il Gualdo o Pummarò (San)Marzano – eccezione per la gustosa Voce Negata – che nel frattempo sarebbero rotolati giù dalla scalinata se alle prese con un soggetto così esile, ma intrigoso nella forma più che nei contenuti.

Intanto corre voce che un certo forumista riuscirà a sintetizzare il suo ri-racconto della storia – ma allora è contagioso ! – in pochi capoversi: più che una leggenda, una panzana… per i nipotini panzoni.
Sgusciate pure le merendine:

*** **** ****

SPOILER °°°°°°°°°°° SPOILER °°°°°°°°°°°°°° SPOILER

Era una notte come tante altre…” ed infatti tentavo di leggere il mio DD, ma non al “bujo” né “ immobile” perché non sono dotato del potere dell’infravisione, e di notte, se sveglio, preferisco muovermi in varie attività. Non ultima la digitazione di certi “tasti” delicati… :oops: anche se per scrivere nottetempo non intravedo più una macchina digitale Olivetti - come quella che apre la storia - dai tempi dell’ufficio di mio padre.

Si parte con le leggende, in catalogo:

1) Il coccodrillo ossigenato

[Primo racconto nel meccanismo del passaparola: dall’ “autore” >> a Liam Sparaball]


Escursione nelle fogne otturate. Qualcuno dovrà pure provvedere a questo disagio, no?
E infatti un pajo di nolenterosi addetti non perde l’occasione per lamentarsi dei soprusi “di classe” e prendersela con quei caimani dei quartieri chic di Londra… che ingiustamente scaricano i loro liquidi organici dove occhiononvedecuorenonduole :? .

Prima si stackka (onomatopeicamnte, p. 6.v) il coagulato di muco-blob, e poi si passa a stackkare le membra grazie ad un coccodrillo obeso – mica un alligatore ! quella è roba per yankees – , che Cossu riesce persino a peggiorare rispetto alla versione di Stano in copertina (p. 9.i)

Poi giustamente bisogna farsi un birretta sopra, ed il simpatico cameo di Liam ci riporta alla realtà delle balle quotidiane, ovvero le cuggginate a raffica a cui tutti abbiamo contribuito, dando sempre la colpa ai giornalisti (p.11.i) o a nostro cugggino, nel caso.
Non oso immaginare come fischino le orecchie a quel cugggino che fa pure il giornalista… :g:

Dylan abbozza nell’attesa un pratico thé alle 22.30 e poi si scaraventa rimpicciolito (p. 11.v) verso la notte cazzeggiante, mentre Bloch-serio-lavoratore si scorbutica per un macello di smembramento.
E la storia si fa sempre più tesa… (by Elio)


Trait d’union (I) : per essere coinvolto anche lui nel racconto delle leggende, Dylan ne rimorchia una su due gambe, ovvero l’autostoppista misteriosa diretta nonsisaddove.
A proposito di luoghi comuni, questa tipa gli appioppa anche la tipica frase femminile da terzo appuntamento: stasera…SORPRENDIMI ! , ma Dylan come risorse le rifila la solita pizza… per cui sospetto ormai goda di coupons ad oltranza, vista l’indigestione degli ultimi tempi :dito: .

Intanto bara sulla sfida dialettica dicendo di aver perso in casa (il Maggiolone) solo 0-1, mentre in realtà perde di auto-goleada per il suo pappagallismo chiastico (prima del botta-e-proposta sugli “sconosciuti”) :

CHARLOTTE: Stasera non ho impegni… sorprendimi ! … Non volevo metterti in imbarazzo.
DYLAN: No, nessun imbarazzo. Sono semplicemente un po’ sorpreso.

Anche noi. Ma forse l’eco era involontaria… :|

2) Il motociclista di una certa apertura mentale

[ da Charlotte >> a Jenkins ]


Charlotte charla di centuari sbadati, e conferma la pericolosità delle buste di plastica ancora in giro nel paese. Ma non le avevano vietate :?:

Prosegue la staffetta del racconto, e questa volta si passa in primis da quella leggenda vivente di Jenkins, attraverso uno scambio con Bloch molto riuscito. Scontroso, pungente, sfiduciato e borbottone come ogni buon ispettore che abbia sentito per anni ripetere storie (invero-)simili alla sua scrivania.

Come dice Jenkins, in un raro barlume di lucidità… cambiano i luoghi, le persone, i dettagli ma la storia è sempre la stessa (ultimamente): cioè quella di un Dylan che deve per forza sfoggiare uno scetticismo da nonnetto coi paraocchi, archiviando la sua fonte di incassi come “sono tutte bufale “ (p. 25.v) :evil:

Ma qui forse ha l’attenuante della pizza, che probabilmente era davvero alla bufala. Reale e tastabile.
Come le manine di Charlotte che prova a palpare per prendere contatto con la realtà tangibile che più conta… anche se si è vegetariani :tc: .

C’è da dire che Charlotte è un personaggio abbastanza divertente per la sua svitata leggerezza, le risposte non scontate che dà, il chiacchiericcio spigliato, e l’alone di mistero buffo che mantiene attorno a sé. Un buon punto a favore di Di Gregorio che ci risparmia la solita svampita di contorno…alla solita pizza.

Trait d’union (II): da adesso le leggende urbane vanno a spasso liberamente per la città, allargando il potenziale degli squassi, ed omaggiando anche altre storie-leggenda come Dopo Mezzanotte, tramite un’ascia lasciata da una scia liscia… di sangue. Mr. Testaperta s’improvvisa (poco) serio-killer e di contrappasso spacca la capoccia ad un pajo di bobbies perché capiscano come ci si sente con la fronte che ti spiffera.

Dylan se la prende col dopobarba se i fantasmi delle fanciulle non hanno abbastanza naso e preferiscono tornare nel mortorio di casina-con-mammina piuttosto che rivitalizzarsi nel cimitero-di-femmine del suo letto. Riprovare con un dentifricio fosforescente :D .

3) Il criceto dentone

[da “nessuno” al >> tassinaro di Bloch]


Forse la peggiore delle storielle in dotazione, anche perché il pucci-sorcio s’incavola senza un motivo preciso e passa alla macellazione tanto per… rimpolpare il repertorio scadente del taxista, per una volta che non parla di calcio e politica – meglio Moggi come abominevole creatura in Parlamento ?
http://www.corriere.it/politica/13_gennaio_11/moggi-candidato-riformisti-italiani-craxi-pdl_a28d9c08-5c18-11e2-b348-07f13d8a1ca0.shtml :mrgreen:

Almeno dargli un fattore scatenante a stò rodi-mostro, come l’acqua per i Gremlins, no eh?
Forse ha scoperto nell’odore del sangue la sua dieta preferita. Gli va comunque abbastanza male perché come sempre si decide di tenerci anemicamente a digiuno di splatter con solo qualche goccia qua e là.
Meno sforzo per chi pulirà dopo; la ditta delle pulizie ringrazia :wink: .

Bloch continua a sconsolarsi in modo credibile e cestina la vocazione a raccontare storie atroci in serie. Quelle reali gli bastano, almeno in questa serie… a fumetti.
Per svagarsi un po’ rimpiange persino le storie Made in Dylan – senza sapere di esserci dentro fino al gargagozzo – ma poi si perde in una tirata retorica di troppo su “quanto è brutto questo mondo” (p. 41.v) … e non per nulla Di Gregorio è entrato nella leggenda (di questo brutto mondo) proprio perché non può fare a meno di tali mezzi scivoloni a gamba tesa nel corso delle sue storie. Speriamo lo ammoniscano ogni tanto :x: .

4) + 5) + 6)


La leggenda degli tsubo di Hokuto

Il ratto delle (tope)bianche, nei camerini osè

Un tipo senza cuore non merita di vivere
.

( tre storie “live”, per i bootlegs nun ce rompete. L'ultima si linka al racconto di Charlotte, p.56.i)


A questo punto è ora di gettare Dylan-scettico nella mischia delle storielle direttamente in prima persona. Quindi lo shopping con la tipa è un buon inizio per precipitarsi nell’incubo :o .
Ma prima il Nostro improvvisa un giretto in macchina a caccia della cugggina di Charlotte (p. 42.ii-iii) che sembra andargli male. Punta alla cognata la prossima volta.

Il passaggio sui punti di pressione a-scoppio-ritardato è trattato con una certa leggerezza spiccia da dispettucci teen, ma c’azzecca con l’umore sbarazzino e scanzonante di Charlotte. Peccato che non la si possa vedere mentre prova il vestitino da sole ( :P :* ), visto che sparisce per far piombare Dylan nella paura della leggenda che diventi realtà.
L’Old Boy s’innervosisce con un po’ troppa foga, non sapendo che venti minuti (p. 47.ii) sono un’inezia quando la tua ragazza va in giro per camerini rivoltando il negozio come un guanto…da proctoscopia :3 .

Io ricordavo l’aneddoto dei rapimenti nei camerini combinata a quella dell’espianto di reni, ed una boutique della mia città aveva questa pessima fama sul finire degli ‘80s. Ma questa è un’altra storia…e si dovrà raccontare un’altra volta (due punti di stima a chi conosce la citazione… :) )

Lo schiumamento della guardia giurata è poco drammatico/efficace… ma questo dipende molto dalla mosciaggine di Cossu.
Più sul divertentismo grottesco lo scambio tra Dr. Testaperta ed il cadavere a petto aperto che si risveglia.
Le certezze delle medicina hanno la priorità sulle rimuginanze di un quasi-morto. Se uno è incerto tra infarto od ictus basta un bisturi nel cranio e passano tutte le incertezze. A nanna, ed al prossimo referto.
Senz’altro una scena carina e con qualche guizzo, che vale il triplo di tutte le autopsie, da ricovero (per barbosità), nell’albo omonimo di Gualdoni :cry: .


7) Dhaevyl Metal cialtrone, anche al contrario

[ da “live” a >> un’ imprecisata redazione]


Ci risiamo: altro cameo di citazione in piena vista.
Stavolta tocca a Golconda! ma non c’è bisogno di mandare al diavolo lo sceneggiatore perché la storiella dei versetti satanici al contrario si mastica benino, ed al concerto si poga per bene.

Questo non vale per Dylan-musone che come sempre apprezza solo il rock-da-camera ( :!: :?: ) ed in certe situazioni è più nojoso di una suocera allo stadio.
I demoni cartooneschi di Cossu lasciano a desiderare parecchio, fino al ridicolo – tranne quello più albino (p. 61.iii) – ma ci risparmieremo dal mandarlo alle miniere di sale perché il contesto è volutamente ironico/leggero e l’unica cosa a tremare devono essere gli altoparlanti a palla 8-) .

La storia sfuma verso una grigia redazione al lavoro di notte, intenta a riscrivere le storie per renderle più potabili ai propri lettori di basso rango – vi ricorda qualcosa? Mah… – Rimorchiare poco dopo uno psycho-sorcio non è molto consolatorio, sapendo cosa ti attende a casa.

Meglio va a Dylan che dopo un battibecco non troppo scontato riesce ad aggiungere la frizzante Charlotte alla propria collezione di farfalle, mentre Bloch rivanga amaramente come alla gente interessino più le “storie” che i “fatti” (p. 68.vi). Molti politici italioti sarebbero d’accordo, essendosi “fatti” con le “storie” baggiananti rifilate alla gente boccalona (spalancata) :dito: .

8) La catena di Sant’Antonio Confessore (porta sfiga a tutte l’ore)

[da Charlotte a >> Jenkins ]


Su un binario scafato ecco lo scambio tra moglie-gallinaccia e marito-orso, che sembra preferire smistare le bollette piuttosto che darsi alla corrispondenza scaramantica di prassi.
Peggio per lui: poteva trovarsi come penpal un entomologo provetto che gli spiegava come cavarsela contro uno sciame di calabroni inferociti dalla birra. Sicuramente non avranno gradito la sottomarca da lattina e giustamente se la sono presa col vecho spilorcio :mad: .

Si ripete il siparietto simpatico tra Bloch e Jenkins, e ci viene concesso lo splendido feticismo di un piede ben inarcato da Cossu (p. 77.ii)( :* :P :* ), pronto ad arricciarsi una vignetta dopo per l’effusionismo dell’eccitazione.

A rovinare l’atmosfera trasognata il peggiore sogno rivelatore che potesse capitare: un coccodrillo obeso che improvvisa una lezione di antropologia culturale piuttosto sgangherata, tentando di spiegare a Dylan la differenza tra esistere ed essere (di una storia) , mischiandoci pure un’accozzaglia sermonistica sulle paure dell’uomo moderno ricollegate a miti, favole, fiabe e tabù dall’antichità – seeeeh, e cos’altro poi :( :(
Per chiudere in bellezza sbuca un Chaplin che non c’entra nulla con nessuna delle categorie esposte e pare soltanto mooooolto vagamente collegato ai suoi co-inquilini di vignetta, ovvero i contastorie inventati come Liam, il tassista e la giornalista di qualche pagina fa.

Senza dubbio la peggiore sequenza del lotto questa (pp. 78-80), che fa facilmente evaporare quanto sin qui visto di ispiratamente ambiguo e giocoso nei meccanismi della (meta-)narrazione, per farlo sprofondare verso la lectio caprinalis di turno, mentre la sala si svuota a pernacchie o l’uditorio fa le parole crociate :mrgreen: .

9) + 10)

Nostalgia canaglia: come mi manca un rene ! (ed una fidanzata)

La fidanzata di prima, ma senza un dopo.


[Si dice vissute a pelle da Dylan, ed anche sotto-. Per incisione]


In questi casi è il Nostro a scoprire cosa significhi prendere sotto gamba le leggende metropolitane. In un colpo solo perde squinzia e “qualcosa di suo”, ma gli va sporcamente bene non avendo frequentato il fantasma di Lorena Bobbitt, che era nota per ben altre asportazioni :tc: :tc: :tc: .

E dire che lo aveva anche avvisato più volte di essere, a modo suo, un personaggio “pericoloso” per questa storia, secondo il copione assegnatogli ed a cui non pare volersi sottrarre. Almeno per ora.

Nell’ospedale Dylan invece si confronterà con l’ “assurdo” che ancora lo perseguita (p. 85.iii-v), nelle vesti da camice di Dr. Testaperta, che sembra aver fatto carriera nel frattempo dandosi anche alla chirurgia sui quasi-vivi... ancora per poco.

Ancora per poco perché, a differenza del savio Bloch che ritorna mestamente a casa rinunciando a qualsiasi spiegazione in un mondo di storie senza capo né coda (p. 90.v), l’Indagatore delle storie da Incubo preferisce andare nel luogo dove molte storie finiscono. E non sono rose & fiori, almeno per la tomba di se stesso che sboccia di carciofi: con tutto quello che costano non so se sia realmente convenuto a Groucho lasciarli lì piuttosto che friggerli di Domenica o imbottigliarli sottolio per le emergenze :g:
Dylan non accetta l’assurdità di essere un morto che parla, ma una sonora accetta-ta nel petto ed un coccodrillo d’intralcio sapranno farlo ricredere nella scena che chiude la messinscena.

Ma prima del sipario è normale che i due mattatori, cantastorie e protagonisti delle storie stesse, conduttori da fil rouge per vocazione, incrocino le loro strade non ancora (auto-)stoppate, e sgommino su due ruote verso altre leggende da raccontare o incarnare. Si spera con sorpresa, come piace a Charlotte :3 .

L’importante, come sembra dirci l’ultima pagina, è che le storie non smettano di vivere attraverso il loro racconto, che possano rinascere in un ciclo continuo, dove il loop è bloccato soltanto dalla dimenticanza o dalla carenza di idee/rivisitazioni.
Come per Dylan, creatura di immaginazione, che rinasce dopo aver corteggiato ogni volta la (sua) Morte, e torna ad alimentare la propria leggenda (decennale? generazionale? di costume? da edicola?) tornando intatto sulle pagine di una nuova storia, rimbalzata da una macchina da scrivere, da un display luminoso o su un diario dylaniato dalle esperienze.

Non basta certo un’accetta dritta al cuore per portarcelo via, dai nostri.

E questa è soltanto un’altra delle parentesi oniriche attribuibile a lui che abbiamo sentito dire o intravisto scorrere sulle sue pagine.
Che magari nasconde una traccia nascosta o dei contenuti bonus in qualche edizione limitata.
Ma anche in questo caso si (stra-)parla soltanto di una leggenda… :wink:

**** **** *****

Sotto coi voti prima che mi salgano addosso, per un riconteggio voluto dai rappresentanti di lista:

SOGGETTO: 6 +

Parlare di originalità qui è del tutto fuorviante.
Le leggende urbane devono essere banalmente disponibili a tutti e come tali presentarsi, anche per auto-ironia. Non è un escamotage per risparmiarsi sulle idee, ma il punto di partenza dell’intero albo.

E’ realistico che i racconti circolino nella loro surrealtà, più inquietante quando interagiscono con quella concreta, di realtà. Ed in questo senso la presenza divertita di Charlotte e Mr. Testaperta riesce bene a ricollegarsi da voce-narrante/corpo-agente a tutto ciò che succede o si spiffera attorno 8-) .

Il filo conduttore di tutto è proprio il piacere di raccontare storie, il loro passa-parola deformante e contaminante, come nel gioco del telefonosenzafili – pace il cocco-discorso sulle paure ataviche e la loro rappresentazione nell’immaginario collettivo, in projezione :| .
Ed in questo senso Di Gregorio pare cavarsela con una certa scaltrezza, che per fortuna si sfalda soltanto davanti alla evitabilissima lezioncina del rettile saccente/illuminante.

In altri sgangher-albi dal registro simile (v. Cose dall’altro mondo o La stanza numero 56) lo stesso Di Gregorio non era riuscito a mantenere insieme una coerenza di fondo, sbarrellando nello showcase da sfilza, verso un crescendo per solo accumulo a casaccio.
Non parlo poi de Il ladro di cervelli che è un furto per ogni frazione di neurone speso a leggerlo :? .

SCENEGGIATURA: 7 –

Non essendoci un intreccio vero e proprio, la serie di episodi a catena poteva generare degli scompensi di base sfociando nel miscuglio alla rinfusa di bassa tacca. Invece l’autore sembra giostrare bene nella continuità del passaggio/staffetta delle storie, di bocca in bocca, di coinvolgimento in coinvolgimento, per stacchi e paralleli, con qualche acuto di brio nel ritmo scandito :o .

Da cornice complessiva non tanto il rocambolarsi di Dylan per venirne fuori (o imparare a crederci), quanto lo sguardo sconsolato di Bloch che cerca una soluzione/appoggio nel telefono muto, ma sa di dover confrontarsi con un’ennesima notte di follie, vissute o raccontate, da consumare in quel di Londra .
Per questo sono d’accordo con chi dice che qui Bloch è stato gestito con cura, e tranne qualche sbavatura malinconica di troppo, risulta davvero credibile in sé nel suo inacidirsi sbuffante.

Jenkins sostituisce bene un Gruocho che era difficile da inserire in questo pandemonio notturno; Dylan è meno rigido nelle sue uscite, e trova in Charlotte una buona sparring-partner di bizzarrie. Non mi sembrano male neanche i dialoghi in linea di massima, leggeri come si conviene a questo genere di storie, senza brillare per nulla in particolare, ma senza neanche appiattirsi in cerca di genialate ad effetto :D .

DISEGNI: 6 –

Ok, Cossu è qui più diligente ed ordinato che ultimi tempi, per i dettagli.

Ma la sua pulizia non può bastare quando si tratta di caricare lo splatter delle morti atroci. E invece se la cava soltanto con un po’ di succo d’uva a margine, come neanche nelle recite scolastiche. Non basta neppure prendersi un bisturi in pieno cranio per perderne qualche goccia … (p. 55) :cry:

Quasi tutte le morti, per giunta, sono totalmente prive di pathos e finiscono per accidentalizzarsi nella pura circostanza – come quella “madre” di Dylan alla fine.

Abbastanza bene le espressioni dei visi ed il tratteggio in generale, come per Dylan sotto la pioggia.
Non un granché Londra deserta e miniaturizzata, i mattoncini onnipresenti, le fogne pulite, od il biancore incontrastato di certi interni, come nel centro commerciale.
Male la ressa durante il concerto, i demoni da ricamatrici o il criceto da Winx. Brrrrr: mamma keppaura :!: :!:

Di più non poteva fare, anche perché la castrazione dello splatter non è solo farina del suo sacco… forato :evil:

COPERTINA: 5 +

Stano convince sempre meno. Una leggenda che s’affloscia :?:

Salvo solo il coccodrillo ossigenato – tra l’altro in una posizione d’appoggio sballata – mentre tutto il resto gioca su una prospettiva che non tiene alla distanza, per non parlare della rigidità del poveraccio nelle fauci del lucertolone.
Fondali impiastricciati con la CG. Nell’anteprima in b/n mi era piaciuto il rivolo zozzo con lo schizzo. Dal vivo neppure quello… :|

**** ****

Adesso vi lascio perché mio cugggino da Tokyo – questa è vera, lavora proprio lì – mi deve dare conferme sulla nuova attività del freschissimo Elvis Presley che pare trafficare nel contrabbando di tronchetti della felicità, con tanto di tarantola in omaggio per gli sprovveduti.

Se andate a dormire, una leccata a tutti da sotto il vostro materasso :P .

SLURPALOHA

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 Oggetto del messaggio: Re: # 318 - Leggende urbane
MessaggioInviato: ven mar 15, 2013 9:34 am 
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Iscritto il: mar gen 31, 2012 9:11 am
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Dunque dunque dunque...

La copertina mi è piaciuta molto,ma secondo me il buon Stano poteva fare di meglio...ho visto copertine più splatter,comunque è senz'altro meglio di quella del mese scorso questo è certo :g:

I disegni...il tratto di Cossu non mi è mai piaciuto,non è bravo a esprimere la mimica facciale dei personaggi,non lo reggo,sembrano tutti dei manichini senza espressione.

La storia,bè la storia è il punto forte! non è affatto scontata e il finale rende tutto ancora più bello,come un enorme dito medio puntato al lettore che fino ad allora si è bevuto tutto il racconto del nostro Dylan :D

Insomma,ne viene fuori un albo comunque carino da leggere e molto ironico! voto dato:BUONO


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 Oggetto del messaggio: Re: # 318 - Leggende urbane
MessaggioInviato: sab mar 16, 2013 3:42 pm 
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Iscritto il: gio ago 20, 2009 12:26 pm
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Riletto stamattina.
Dopo i dubbi di due post fa... ho votato 7, anche se non rientra nella mia media-voti di sopra .
Forse ha influito la bella giornata... o il fatto che, tranne la ALL-STANO-STORY di Dicembre, sia la migliore dopo Il corvo del RRobe negli ultimi dieci mesi - da l' Autopsia in poi.
Non ci voleva molto, ma un Di Gregorio così, preso a modiche dosi, non é mala cosa :)
E persino Cossu mi è sembrato meno nocivo sul lungo...in pieno giorno.

ALOHA AL SOLE D'INVERNO

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 Oggetto del messaggio: Re: # 318 - Leggende urbane
MessaggioInviato: lun mar 18, 2013 9:23 am 
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Iscritto il: mar feb 05, 2013 1:36 pm
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Votato accettabile. Storia a tratti noiosa, che si riprende in alcuni punti come le scenette Bloch-Jenkins, ma che tutto sommato si legge tranquillamente.
Opinione del tutto soggettiva: a me le storie in cui c'è alternanza dei personaggi Dylan/Bloch/Groucho senza incontrarsi mai mi piacciono molto, e in questi casi, Cossu, che in genere non sopporto, si comporta molto bene. Peccato per la mancanza di Groucho, ma qui è difficile fare da spalla. Ci riesce solo l'incorregibile Jenkins. Forse l'autore avrebbe potuto usare Groucho per introdurre alcune leggende urbane che invece ci vengono mostrate "a braccio", ma lo spazio del fumetto è tiranno e gli sceneggiatori attuali ci hanno dimostrato che non riescono a farci i conti.

Alcune considerazioni:

-Soggetto non esaltante e banalotto ma prima o poi da trattare.
-Sceneggiatura, mah, consiste di queste micro-storie quindi è ok. Banale e stra-usata la scelta di immaginare tutto come storie di scrittori e sceneggiatori.
-Dialoghi come al solito mediocri. Voto 5 di incoraggiamento.
-Dylan sempre più sfigato come sempre in questi ultimi anni, ma ho visto di peggio.
-Personaggi secondari: interessante Charlotte mentre il motociclista come personaggio ricorrente nella storia non convince del tutto, anche se in una storia del tipo "surreale" ci può stare. Il resto è fuffa. Cameo di Liam simpatico. Criceto assassino da censurare senza riserve, al suo posto meglio lo zombie di Paul McCartney.
-Copertina imbarazzante. Stano dove sei finito???


La sensazione è che la pubblicazione di "blacky" sia servita a dare un punto di riferimento in basso per la bruttezza delle storie: dopo aver letto quella, qualsiasi cosa ti diventa sostenibile.
Parlo per me stesso ovviamente, ma credo che se non avessi letto quel numero, forse qui avrei votato mediocre. Ormai giudico a freddo la qualità delle storie in base a quante volte durante la lettura penso "ma cosa c... sto leggendo?"
In questo caso è successo solo due volte. Per il resto lettura tranquilla.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 318 - Leggende urbane
MessaggioInviato: ven mar 22, 2013 11:39 am 
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Iscritto il: ven mar 22, 2013 11:31 am
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E' il mio primo commento, mi sono iscritto adesso e sono gasatissimo!!! 8-)

La storia non è sicuramente una delle migliori ma non è neanche da buttare. Il livello dei disegni innalza la qualità dell'albo.

Spoiler!

Il finale è veramente una cosa da vecchi albi, OTTIMO!!!

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Groucho!!! La pistola!!!


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MessaggioInviato: ven mar 22, 2013 12:12 pm 
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Lo spoiler è vuoto ;)

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BenVenutI iN GolConDa!


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 Oggetto del messaggio: Re: # 318 - Leggende urbane
MessaggioInviato: sab mar 23, 2013 7:27 pm 
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Località: Rezzato (BS)
Se possibilie, potete dolcissimi moderatori cancellare il mio voto? Vorrei alzarlo... :lol:
Grazie!!!

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 Oggetto del messaggio: Re: # 318 - Leggende urbane
MessaggioInviato: sab mar 23, 2013 11:11 pm 
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Wolk io vorrei tanto leggerli i tuoi post ma così mi scoraggi in partenza :cry:

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I pigri intelligenti hanno sempre grandi ambizioni, per giustificare la propria pigrizia alla propria intelligenza.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 318 - Leggende urbane
MessaggioInviato: dom mar 24, 2013 12:02 am 
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Iscritto il: mar ott 19, 2004 2:43 pm
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Nebbia ha scritto:
Se possibilie, potete dolcissimi moderatori cancellare il mio voto? Vorrei alzarlo... :lol:
Grazie!!!

Grazie per i dolcissimi, ma la tua richiesta è tecnicamente irrealizzabile. :)

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e qualcosa per cui combattere.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 318 - Leggende urbane
MessaggioInviato: dom mar 24, 2013 11:20 am 
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Iscritto il: dom gen 09, 2005 2:46 pm
Messaggi: 4391
Località: Rezzato (BS)
Solomon Kane ha scritto:
Nebbia ha scritto:
Se possibilie, potete dolcissimi moderatori cancellare il mio voto? Vorrei alzarlo... :lol:
Grazie!!!

Grazie per i dolcissimi, ma la tua richiesta è tecnicamente irrealizzabile. :)


Ok, allora ti farò moderare tutte le tue hit con Eurobilltracker............. Fra l'altro solo 2......... :mrgreen:

Va beh, pazienza. Tanto dovevo alzare il voto di un solo punto. Grazie lo stesso!

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 Oggetto del messaggio: Re: # 318 - Leggende urbane
MessaggioInviato: dom mar 24, 2013 12:30 pm 
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E' come il voto...se canni hai cannato e ci ripenserai fra qualche anno...

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 Oggetto del messaggio: Re: # 318 - Leggende urbane
MessaggioInviato: dom mar 24, 2013 9:26 pm 
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Messaggi: 10746
Località: Sardegna
Nebbia tirare in ballo le mie hit è un colpo basso!! :D

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 Oggetto del messaggio: Re: # 318 - Leggende urbane
MessaggioInviato: lun mar 25, 2013 4:38 pm 
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Iscritto il: sab mar 31, 2012 2:26 pm
Messaggi: 554
Devo dire che nonostante tutto un po' mi è piaciuto... ciò che non ha retto è stato il soggetto.
Cossu (che normalmente non amo) questa volta mi ha stupito e il susseguirsi della storia non è stato male.
Copertina scabrosa... ma va beh, me ne faccio una ragione e voto buono.

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«Io non mi considero qualcosa di particolare: io mi considero unico.»
(Max Stirner)


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