Cravenroad7

Si, ho sentito da più parti che questa terza parte non è all'altezza delle precedenti...vedremo...

Beh, sto a pagina 100 e devo dire che mi intriga tanto quanto la parte precedente. E' interessante l'indagine per scovare Aomame, e poi l'atmosfera così sognante e rarefatta, questo senso di pericolo incombente...l'azione del secondo libro qui si smorza, è vero, il libro diventa più meditabondo e introspettivo, ma è ottimo, perchè sai cosa han vissuto i personaggi e sai perchè ora si trovano in certe condizioni. Bello, bello.

Carissimi tutti, negli ultimi mesi mi sono inoltrato nel mondo cervellotico di David Foster Wallace, ho letto praticamente tutto di lui a parte Il re pallido e alcuni saggi che non mi interessano. Inutile dire che Infinite Jest mi ha letteralmente sconvolto e anche solo che provare a parlarne mi rende un cretino balbettante, è un'opera maiuscola, smisurata, che ho odiato, ma proprio odiato, nel suo farsi beffa del lettore e, inevitabilmente, amato per la torrenzialità esorbitante della scrittura. Molti dicono in Rete che una volta letto Infinite Jest la loro vita non è stata più la stessa, è un'esagerazione però in effetti questo romanzo - scritto negli anni '90 - si rivela un testo profetico che aveva anticipato molte delle manie, dei tic, delle ossessioni dell'uomo d'oggi, leggerlo per certi versi è stato come guardarsi allo specchio, e credo che lo status di genio affibiato a Wallace un po' ovunque calzi a pennello per la sua capacità di aver visto il futuro e di averlo raccontato con uno stile che, penso di non sbagliare, per adesso non ha eguali. E comunque aldilà di Infinite Jest la sua produzione conta un altro romanzo (il divertentissimo La scopa del sistema, scritto all'età di 25 anni), e una quantità notevole di racconti che attualmente in Italia potete trovare per i tipi di Einaudi o della Minimum Fax, tra questi le raccolta Oblio e Brevi interviste con uomini schifosi contengono delle mirabolanti meraviglie letterarie che domandano incessantemente come diavolo sia possibile che un essere umano possa essere arrivato a tanto.
Insomma, volevo sapere se qualcuno di voi si è mai perso nelle pagine di Wallace (o magari nelle sue chilometriche note a piè pagina) e magari sentire un opinione in merito.

Presente. Non posso che quotare e sottoscrivere tutto quello che hai detto: DFW era un genio, uno di quelli autori che nascono ogni ventennio o giù di lì. A casa ho tutti i suoi libri, per quanto ne debba ancora leggere un paio (La scopa del sistema e Considera l'aragosta); ti consiglio, se già non ce l'hai, la raccoltina Questa è l'acqua, che sembra una bieca operazione commerciale postuma e invece contiene dei racconti assolutamente STUPEFACENTI (tra cui il primo mai scritto da Wallace, "Il pianeta Trillafon"), tra le cose migliori di Wallace (il che si può dire di molte sue opere, del resto).

Che bello, un wallaciano . Questa è l'acqua ce l'ho lì insieme agli altri, e contiene quello che forse è il suo racconto che preferisco: Solomon Silverfish, quando l'ho letto avevo così tanta voglia di sapere come andava a finire che divoravo le parole con gli occhi, e, come per buona parte di ciò che ha scritto Wallace, non mi importava molto se alla fine non ci avevo capito granché, è il come a rendere straordinaria questa e molte altre delle sue storie.
Poi, spinto, da una sete letteraria che ancora non avevo gustato ho cercato e approfondito altri postmoderni americani (ammesso che questa etichetta abbia senso), tipo DeLillo, Pynchon o Palahniuk (di cui avevo già letto molto), però, sarà banale dirlo, non sono Wallace, nel bene e nel male per carità, DFW resta un'"entità superiore".
Invece, per buttare lì un altro nome, visti gli strascichi che mi ha provocato la lettura di Infinite Jest ho guardato su internet se c'era qualcosa nel panorama contemporaneo che gli si potesse avvicinare, e in alcuni siti si faceva più volte il nome di 2666 di Roberto Bolaño. Così l'ho comprato, senza sapere molto su trama e autore. Sono a pagina a 400 e devo dire che mi sta piacendo parecchio, lo stile non ha praticamente niente a che fare con Wallace, però approfondirò sicuramente questo sudamericano.

Be', be', mi nomini Don DeLillo: ecco, Underworld è la bibbia, contiene alcune pagine di una bellezza abbacinante. Ti copincollo un estratto:

"In cima ai tetti, sulle spiagge di catrame, si spalmavano di olio solare le braccia e le gambe e si sedevano sulle coperte in calzoncini, le ragazze, o in jeans arrotolati fino alle ginocchia, e si ungevano la faccia e restavano ad ascoltare la radio portatile fino a quando il caldo diventava troppo intenso da sopportare e allora restavano là sedute ancora un po'.
Cantavano le canzoni più in voga della settimana insieme alla radio, giù dalla quarantesima alla prima della hit parade, e conoscevano le parole, le pause, i bassi e gli alti e gli scarti, ogni intonazione assolutamente perfetta, solo le canzoni che amavano, naturalmente.
Il catrame si ammorbidiva e fumava, e il caldo picchiava, e i moscerini verdi si incollavano ai loro corpi, e sul tetto di fronte il ragazzo dei piccioni faceva fare un volo a spirale ai suoi uccelli con un palo di bambù, e a volte sventolava un asciugamano, e fischiava come un vigile urbano, e il suo stormo si mescolava a quello rivale di un tetto tre isolati più giù, un clamore e una confusione di centinaia di uccelli, e i più giovani si univano allo stormo sbagliato e venivano catturati e a volte uccisi, fatti fuori secondo le regole del rivale dell'altro tetto, e dopo un po' le ragazze erano costrette ad andarsene perché il sole bruciava davvero troppo, e mentre arrotolavano le coperte continuavano a cantare."

Dico, come si fa a resistere? Un passaggio come questo dovrebbe convincere il 95% degli scrittori contemporanei a cambiare mestiere.

Notevole... preciso che di DeLillo ho letto solo due opere minori come Body Art e Punto omega. Devo dire che non mi hanno particolarmente impressionato. Anzi.

Underworld è un'opera più che maggiore (anche per numero di pagine: quasi 900), difficile che possa deludere. Non sono rimasto ugualmente convinto dagli altri suoi lavori che ho letto, ma la scrittura è sempre ottima. A proposito di scrittori un po' ostici ma di grande qualità, conosci Ian McEwan? Un altro dei grandissimi, a parer mio.

La scrittura sarà ottima ma, almeno nei due romanzi brevi che ho citato, l'ho trovata eccessivamente scarna, fredda, frasi brevi, molti punti a capo. L'ho avvertito lontano. Per questo quando ho preso in mano Underworld e ho sentito il suo peso l'ho riposto dov'era.
Purtroppo McEwan mi manca completamente, recupererò.

Be', freddo e scarno - ma anche preciso, chirurgico - DeLillo lo è, specie di recente (non è un caso che il Cosmopolis di Cronenberg, che senz'altro avrai visto, sia così), però Underworld è un'altra cosa. Poi può sempre non piacere, è pacifico, ma per me è stata una gran lettura. Di McEwan ho sul comodino Espiazione e Solar, mentre tra i titoli che ho già letto ci sono gli ottimi Bambini nel tempo e Sabato, entrambi un po' faticosi - specie il primo - ma pregevoli per spessore e scrittura. Non ci troverai la vivacità e la bulimia linguistica di DFW, ma i due sono comunque tra le penne migliori in circolazione, a mio modo di vedere.

Underworld di DeLillo è la "bibbia moderna".

La trama ispira molto, anche se a mio parere, come per tutti gli altri autori statunitensi di questa fascia, il fatto di non essere americani fa sì che non tutto venga colto appieno poiché ci sono tantissimi riferimenti alla loro cultura; tra l'altro dando una rapida sfogliata ad Underworld - se non mi confondo - ho notato che ogni tanto c'era una facciata completamente nera, mi ha dato un senso cinematografico. E a proposito, sì ho visto Cosmpolis e penso che mi leggerò anche il libro. Tanto è abbastanza sottile .

Sto per iniziare a leggere On The Road di Jack Kerouac.
A dire la verità ero partito con l'idea di acquistare Beat Generation, ma essendo purtroppo fuori catalogo ormai, ho ripiegato su questo.

Anche David Foster è in fila sul mio comodino...purtroppo sono lentissimo a leggere, mi piace leggere solo di notte e la mia media è di 20 pagine al massimo in queste sessioni...per quanto riguarda Murakami e il suo terzo libro 1q84 secondo me è il migliore tra i tre e sto ad oltre metà. Ancora un po' ed ho finito. E' emozionante, sospeso, leggero...conosci i personaggi a menadito e sai cosa provano, dopo 1000 pagine...e poi è pieni di invenzioni, la figura dell'esattore della NHK è geniale ed inquietante. Mi ricorda un po' il King antico del Poliziotto della Biblioteca o della Metà Oscura. Finito Murakami il prossimo è Dune di Herbert, o Storia di un corpo di Pennac. Poi avrei Lori di Bloch e Koko di Straub, ma in lingua originale, e devo sentirmi molto virtuoso e ispirato per buttarmici.

Un libro che in quarta di copertina recita: Fortemente raccomandato a tutti quelli che hanno un corpo...
come fai a non comprarlo. Io l'ho preso all'istante. Allocco o istintivo a ragione? Ai posteri.

Io con Murakami sto ancora fermo a meno di 100 dal traguardo, non riesco a trovare la voglia di finirlo, tanto che sto leggendo altro Poi di solito i suoi libri li divoro tanto mi piacciono, si vede con questo non c'è stato verso (anche se la prima parte m'era piaciuta e in questa seconda ci sono molte cose riuscite, come già citi te la figura dell'esattore o anche il personaggio dell'investigatore).