Cravenroad7

Anche perché, se fosse questo il problema di Dylan, saremo a cavallo.

E secondo te quale é il problema (problemi) che Dylan, come testata e come personaggio, si porta dietro?

Ne ho parlato spesso. Se cerchi sul mio blog, sotto l'etichetta Dylan Dog, trovi qualche riflessione.

Che bello, qualcuno che mi dà manforte. Il discorso che fai tu l'avrò fatto almeno una decina di volte, accompagnato dall'esempio di altre serie bonelliane (Zagor e Mister No) per cui si sa di storie già completate ma destinate a rimanere nel cassetto, oltretutto scritte da fior di autori come Castelli e Capone. Ma niente, qui le Chiaverotti/Pennacchioli le vogliono leggere a tutti i costi, convinti che si tratti di probabili capolavori.

Rrobe, ho seguito molto attentamente il discorso, dici che non ci sono paletti, però è innegabile che qualcosa sia cambiato negli ultimi anni. Per esempio non ci sono più storie oniriche o di difficile comprensione, questo è li da vedere. A cosa è dovuto questo? Anche lo splatter, dici che non è vietato, però di numeri splatter non se ne vedono più. Possibile che siano solo gli autori a NON proporre questi elementi che sono stati caratteristici di Dylan? Forse qualcosa c'è...

Per quanto riguarda la gabbia bonelliana non è un luogo comune: in Fumettology, nella puntata su Nathan Never si affronta proprio questo problema. Dicono che Sergio storceva il naso a vedere certe tavole e voleva sapere se era stata un'idea del disegnatore o dello sceneggiatore per rivolgere 2 paroline al "colpevole". E' vero, poi sono state pubblicate ma da come ne parlano pare che si sia arrivati ad un compromesso.

L'ho spiegato prima, eh?

Questa frase di Roberto riassume tutto alla perfezione secondo me:



Inutile cercare i colpevoli e montare una "Caccia alle streghe" (perdonatemi la citazione), il declino è stato per così dire.. fisiologico. Fare bene si può e si dovrebbe fare ancora, ma scordiamoci i paragoni col passato.

è chiaro che ci siano scarti ma se una storia non è valida perchè farla disegnare per intero?.

Ti illustro come funziona, di media, la lavorazione di un albo Bonelli.

- Si propone il soggetto.

- Se il soggetto va bene, si passa alla sceneggiatura.

- Se lo sceneggiatore è inesperto, si leggono le tavole via via che le manda. Più le tavole vanno bene, meno vengono controllate quelle seguenti.

- Se lo sceneggiatore è esperto, capita che la sceneggiatura non venga letta ma ci si fidi sulla base dell'esperienza dello sceneggiatore e sul fatto che il soggetto è approvato.

- La sceneggiatura passa al disegnatore.

- Il disegnatore la disegna.

- Le tavole arrivano in redazione e vengono supervisionate. Certe volte con molta attenzione, qualche volta meno.

- La storia viene completata e mandata al lettering.

- Una volta letterata viene letta davvero (sì, è una cosa strana ma, in Bonelli, si è sempre usato così: la supervisione definitiva si fa a fumetto completo e letterato) e si fanno le modifiche del caso.

E, in quest'ultima fase, capita (molto raramente) di avere qualche sorpresa.

Questo spiega, per esempio, Hit Moll o le storie carcerate di Dylan.

Sono storie scartate e cestinate quasi vent'anni fa; aldilà della motivazione non ho mai capito la crociata di parte del forum nei confronti della Bonelli. Sia chiaro, anche a me piacerebbe leggerle (sia per Pennacchioli sia ormai anche per pura curiosità), ma penso che la Bonelli abbia avuto un valido motivo per non pubblicarle.



Più che altro, e qui giro la domanda al Rrobe : visto che la Bonelli è un'azienda sotto tutti i punti di vista, che non spreca soldi, che segue dei meccanismi logici (che effettivamente noi non conosciamo se non in parte), eccetera, mi chiedevo come funziona il controllo sulla "qualità" del prodotto, visto che il nome dello sceneggiatore di un albo preso a caso lo conosce solo una minoranza dei lettori.
Prendiamo ad esempio la serie regolare del Dylan Dog del 2012, fumetto scritto da più sceneggiatori e non inficiato da mode, ricorrenze od altro. Sappiamo che l'oscillazione di vendite fra un albo e l'altro si riduce al massimo a qualche migliaio di copie (con un picco nel periodo estivo ma per ovvi motivi esogeni) su un venduto medio di quanto? 140.000 copie? Quindi la Bonelli sa che mensilmente mal che vada venderà 135000 copie e ben che vada ne venderà 145000, ma non perchè l'albo lo ha scritto Recchioni o Gualdoni, ma semplicemente perchè la copertina di Stano è più o meno bella o fuori piove o c'è il sole.

La prima domanda che io, direttore della Bonelli o curatore della testata o quant'altro, mi farei è la seguente: ma queste 140.000 copie che ho sparso in giro per l'Italia sono piaciute o no ai miei clienti ? ..così tanto per dire, visto che sono un'azienda seria..! Magari nel lungo periodo potrebbe anche tornare utile saperlo.. Magari!

Siccome però non mi risulti ci siano canali di interazione diretti fra la Bonelli e i suoi clienti a parte quel residuato bellico della posta cartacea (bello per carità, ma sicuramente non più di massa come negli anni '90) immagino che se la Bonelli volesse tastare con polso le sue uscite non ha altro modo che affidarsi al web, ergo ai vari forum di fumetti.

Visto l'andazzo ho però i miei dubbi che i curatori della testata si lascino influenzare dai forum e quindi, come il cane che si morde la coda torno alla domanda iniziale: come funziona il controllo sulla qualità del prodotto? come fanno a sapere che un albo è piaciuto di più rispetto ad un altro?

grazie

Sono due cose diverse.
Il controllo della qualità si fa in Bonelli.
Se la storia piace ed è, a detta dei redattori, buona, si stampa.
E questo è quanto.

Il polso dei lettori, invece, è altra cosa.
L'unico parametro che la Bonelli ha (anzi, meglio: ha deciso di avere), sono le vendite.
Ma le vendite sono influenzate da molti fattori di cui la qualità è solo uno tra i tanti. E nemmeno il più importante.

E bada, con me sfondi una porta aperta su questo discorso: ci sarebbe il bisogno di strumenti cognitivi più raffinati.

Beh, può essere che sia un luogo comune.
In ogni caso, Gualdoni o non Gualdoni, fino a due anni fa i refusi e gli errori ortografici negli albi di Dylan erano rarissimi. Oggi invece se ne trovano spesso.
Anche i titoli delle storie, poi, mi pare che ultimamente siano diventati di una banalità sconcertante.

E poi qui di solito si smadonna soprattutto il Gualdoni scrittore....

Scrittore....... hem

Una Chiaverotti-Pennacchioli merita a prescindere di essere pubblicata più di un qualsiasi Gualdonata - Marzanata o Di Gregoriata..

Hai voglia a dire che Gualdoni non è responsabile...guarda quante fra le ultime 10 storie pubblicate sono sue...Curatore e sceneggiatore iper produttivo...il risultato medio delle storie è sotto l'occhio di tutti...

E Accatino?