Cravenroad7

Certo.
Come a me pare un peccato non aver visto in un certo film una certa scena che è rimasta sul pavimento della moviola.
Ma la scelta di non metterla spetta a chi fa il film.
E se una casa editrice sceglie di non pubblicare alcune storie che sono state realizzate e pagate, ti assicuro, che un motivo valido ce lo deve avere.
Perché non sono matti. E quelli sono soldi buttati.

I paletti sono un luogo comune. E poi dici che negli ultimi quindici anni Dylan è stato normalizzato.

...Un approfondimento?

Rrobe, quello che dici è condivisibile, ma a me l' interpretazione di Skeletor sembra molto logica per alcuni semplici motivi.
La Bonelli ha speso dei soldi per acquisire quelle storie e questo dimostra che sono storie che hanno un valore, altrimenti sarebbero state bocciate.
Se sono state acquistate e non vengono pubblicate in quanto non rientrano nelle attuali linee guida editoriali, vuol dire che i motivi che non ce le fanno rientrare devono stare in aspetti che sono cambiati nel lasso di tempo fra l' acquisizione iniziale e il successivo ripensamento... e non ci vuole tanto per rendersi conto che quegli aspetti che sono cambiati riguardano: lo splatter, l' erotismo, la denuncia sociale (quella vera, spesso anche politica: non il ridicolo animalismo del penultimo numero) e l' approccio narrativo che non può essere più troppo cerebrale, perchè il lettore deve chiudere l' albo bello felice e avendo tutto chiaro chiaro.
Sospetto fortemente che, per la loro stessa natura, il motivo per cui questi aspetti, in particolare i primi tre, siano stati accantonati è: per dormire sonni tranquilli.
Pertanto credo di non dire una cretinata affermando che MOLTO PROBABILMENTE quelle storie sono state messe da parte per motivi più vicini all' auto-censura che a strategie di marketing di altro tipo e che MOLTO PROBABILMENTE sono buone storie.
Certo questo non implica assolutamente che siano delle grandi storie degne dei numeri storici della testata, quindi fossi in Skeletor mi farei comunque dei sonni tranquilli anche io (insieme alla Bonelli).

A me personalmente dispiace più che altro per Pennacchioli, che su Dylan ha fatto una toccata e fuga. Ma in generale non ho un particolare feticismo per quelle storie non pubblicate.

Però credo che qui dentro nessuno, o almeno nessuno con un minimo di buonsenso che frequenti il forum non da ieri, pensa davvero che Gualdoni sia la ragione prima, ultima e assoluta della rovina di Dylan. È assolutamente vero che il personaggio è stato normalizzato da dieci anni e più; mica c'era Gualdoni quando la baracacca la reggeva Ruju, e non si puo' dire che quel periodo fosse migliore di questo, anzi. In realtà credo che tutti sappiano in cuor loro che Gualdoni di colpe, alla fine, ne ha poche, perché immagino che certe linee generali vengano decise più in alto di lui, mica ê lui che gestisce l'azienda.
Ma uno con chi se la deve prendere, la Bonelli in generale? Puo' essere, ma come mi è capitato più volte di dire, Gualdoni ora è il curatore e ora ci mette la faccia, nel bene e nel male si becca elogi e critiche, che poi siano quasi solo critiche, beh, non dipende certo da me e da chi continua a comprare Dylan Dog.

Sono cose diverse.
Che sono i "paletti"?
Allora, nella mia esperienza, da quando sono in Bonelli, non c'è mai stato qualcuno che mi ha detto "questa cosa non la puoi fare".

Per due motivi:

- conosco il linguaggio Bonelli e so come camminare sul loro filo, magari facendo un paio di passi oltre senza rompere tutto.

- scrivo quello che voglio scrivere per un personaggio e, se non posso farlo, non scrivo quel personaggio.

Con Tex puoi fare delle cose e non puoi farne altre.
Puoi usare una grammatica della tavola e non puoi sconvolgerla.
Puoi usare un certo linguaggio e solo quello.
e via dicendo.

Sono delle linee guida. Non paletti.
Tutti i personaggi hanno linee guida e bada che, quando le infrangi, sono i lettori per primi a lamentarsene.

Comprese quali sono le linee guida di un certo personaggio, valuto se mi ci trovo comodo o meno.
Se non mi ci trovo comodo, evito di scriverlo.

Ora, Sclavi con Dylan si poteva permettere tanto.
Verissimo.
Il personaggio era il suo.
Le linee guida le dettava lui e se voleva sovvertirle, aveva tutto il diritto di farlo. E sapeva farlo.

Mauro, Giovanni e tutti gli altri, invece, devono riuscire a tenere in piedi una continuità con quel personaggio senza essere i creatori.
Ma non solo. Fino a poco tempo fa, dovevano anche rispettare il volere di un editore che il Dylan di Sclavi lo aveva sempre rispettato, ma con cui si sentiva scomodo. Dylan era intoccabile quando c'erano Sclavi e il successo commerciale da fenomeno editoriale.
Poi è diventata una delle testate Bonelli. Con le sue fragilità, i suoi punti critici e tutto il resto.
E' colpa di Giovanni?
Non direi.
Si può fare di più?
Certo. Si può sempre fare meglio.
Ma ci vuole l'opportunità, i talenti, la voglia e un mucchio di altre cose.

E già qui ti sbagli.
Partendo da un presupposto che prevede che tu conosca i meccanismi produttivi di una serie e di una casa editrice. Non è per nulla detto che il fatto che la Bonelli paghi delle storie, indichi che poi, il risultato finale, li soddisfi per forza.
Le storie, in genere, sono pagate in corso d'opera.
Capita quindi che ci siano anche storie che le inizi a pagare perché ti piacciono e le finisci di pagare che non ti piacciono più.
O che, molto semplicemente, si rivelano inadatta alla pubblicazione.

E ti sbagli pure qui.
Le storie sono state comprate in un certo periodo e in quel certo periodo si è deciso di non pubblicarle.
Ergo, qualche inghippo c'era da allora.

Così.
Senza nessuna prova.
Perché te lo senti a pelle.

Adesso ti rivelo una cosa: le storie possono essere aggiustate se ci sono solo uno o più particolari che non vanno ma sono, nel complesso, buone.
Anzi: le storie vengono aggiustate spesso. Anche quando sono mediocri o brutte.

Queste non vengono aggiustate.
Chiedersi perché invece che dare per assodato che siano buone?

Le storie possono essere sistemate. Ma stranamente queste sono arrivate ad essere ultimate senza che nessuno avesse niente da correggere, tantomeno da obiettare in modo da fermare la storia, in sede di: 1- soggetto, 2- sceneggiatura, 3- realizzazione delle tavole.
Dormivano tutti? I tempi evidentemente sono cambiati...

....Ma le storie di DD stanno per essere pubblicate su Repubblica: non le storie del DD normalizzato, degli ultimi 15 anni, ma quelle del primo DD. Quindi, esattamente, cosa vuol dire che i tempi sono cambiati?

EDIT: ho letto adesso le risposte sopra. Come non detto.

E di nuovo: conoscete i sistemi con cui le storie vengono realizzate in Bonelli?
Io sì.
E vi assicuro che può capitare che una storia venga letta sul serio solo quando è stata ultimata. Specie se è di un autore fidato.
E di nuovo: luoghi comuni perpetrati sulla base di una mancanza di conoscenza.

[Sempre sulle "ergastolane" ]

Nessuno dà per assodato che siano buone, ma c'è il legittimo sospetto a presentire una forma di esclusione penalizzante.
Almeno di fronte alla nostra (legittima?) curiosità, visto che non abbiamo visto nulla di concreto tranne qualcosina
(vedasi: http://gabrielepennacchioli.blogspot.it/2011/04/dylan-dog-unpublished.html )

Anche gli autori in causa hanno detto qualcosa o lasciato intuirla.
Ed un zinzino di fiducia nel loro operato andrebbe data. Visto il periodo in questione, tra l'altro, in pieno furore '90s.

Giudicare ad occhi chiusi è sbagliato.
Non poter giudicare per aver oscurato la materia a priori è sconfortante .

ALOHA BLINDFOLDING

Sapete qual è il vero problema di queste storie?
Che ne siete a conoscenza.
Perché di storie che, per un qualche motivo, poi non vengono pubblicate, ce ne sono state e ce ne saranno sempre.
E' normale routine di una casa editrice.

Sfatiamo un altro luogo comune: una storia come "Goblin" sarebbe oggi pubblicabile così com'è sull'inedito (molto splatter intendo)?

Che Dylan abbia subito un processo di cambiamento è stato detto prima.

Nessuno mi ha mai imposto limitazioni sulla quantità di sangue utilizzabile in una storia.
O su quante teste spaccare.