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 Oggetto del messaggio: Re: Saguaro, la serie di Enna
MessaggioInviato: sab gen 26, 2013 6:27 pm 
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Iscritto il: ven mar 18, 2005 12:15 pm
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Sì, anch'io ho avuto la sensazione che il lancio di Saguaro sia stato molto sottotono perfino per gli standard Bonelli: poche anticipazioni, partenza quasi improvvisa, grafica di copertina misera, nessun elemento di richiamo per il lettore non benelliano... Insomma, sotto questo punto di vista lo scarso successo non mi stupisce. Poi la serie è molto valida, a leggerla, ma la qualità non basta per vendere molte copie.

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 Oggetto del messaggio: Re: Saguaro, la serie di Enna
MessaggioInviato: sab gen 26, 2013 7:06 pm 
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Iscritto il: sab lug 03, 2004 10:42 pm
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La qualità di una serie, però, riguarda anche il comparto grafico (oltre che le rubriche, la posta, la carta e il format tutto). E da questo punto di vista, Saguaro è piuttosto scarso. A lungo andare, neppure le copertine di Furnò mi stanno convincendo più di tanto.
Sembra quasi che, per riuscire a scoprire i pregi di questa serie, al lettore sia richiesto di andare al di là delle apparenze. E questo, francamente, non è certo il modo migliore per promuovere e valorizzare un prodotto agli occhi di un potenziale acquirente. Anzi, direi che è l'esatto contrario.

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 Oggetto del messaggio: Re: Saguaro, la serie di Enna
MessaggioInviato: sab gen 26, 2013 7:37 pm 
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E si infatti alcuni si sono allontanati dalla serie proprio perchè non sopportavano i disegni, mi viene in mente bertuccia. Purtroppo uno che entra in edicola viene attirato se vede qualcosa di suggestivo o atipico, poche volte credo che si compri a scatola chiusa qualcosa che non attira al primo impatto (e parlo di un lettore che magari non si documenta su internet come noi). Se poi uno vede Saguaro e lo sfoglia, vede subito i disegni che al 90% delle volte sono scarsi e la voglia di comprare passa subito!

Sono d'accordo anche sulla scarsissima pubblicità che è stata fatta a questo fumetto, persino molto al di sotto degli standard (bassi) della Bonelli. Ho letto da qualche parte (non ricordo dove) che per le nuove serie in arrivo, Dragonero e Gli Orfani, si farà un tipo di pubblicità inedita per la casa editrice, speriamo sia efficace...

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 Oggetto del messaggio: Re: Saguaro, la serie di Enna
MessaggioInviato: sab gen 26, 2013 8:25 pm 
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Iscritto il: mer feb 29, 2012 9:09 pm
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A volere Saguaro come serie potenzialmente infinita fu solo una persona in Bonelli....che è venuta a mancare prima che Saguaro partisse......questo secondo me è il motivo della scarsa pubblicità, degli scarsi disegnatori e della probabile chiusura anticipata.


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 Oggetto del messaggio: Re: Saguaro, la serie di Enna
MessaggioInviato: dom gen 27, 2013 12:22 am 
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Iscritto il: sab lug 03, 2004 10:42 pm
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Lo staff dei disegnatori era stato deciso molto prima che Bonelli venisse a mancare. E, notoriamente, gli albi vengono preparati con largo anticipo rispetto alla data di pubblicazione nelle edicole (si parla di 1/2 anni prima). Quindi, l'impostazione grafica ha avuto il beneplacito dell'editore. Al contrario, penso che vi siano stati problemi nel reperire disegnatori liberi e quindi ci si è dovuti accontentare.

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 Oggetto del messaggio: Re: Saguaro, la serie di Enna
MessaggioInviato: dom gen 27, 2013 12:57 am 
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Iscritto il: mer feb 29, 2012 9:09 pm
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Crei una serie nuova e potenzialmente infinita e ti accontenti di quello che riesci a trovare quando poi metti in cantiere miniserie che propongono il meglio del meglio ai disegni????
Bha, per me non ha senso.


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 Oggetto del messaggio: Re: Saguaro, la serie di Enna
MessaggioInviato: dom gen 27, 2013 2:37 am 
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Neppure per me. La mia era solo un'ipotesi basata sul fatto che, spesso, quando si iniziano delle nuove (mini)serie alcuni autori riferiscono di trovare difficoltà nel reperire disegnatori liberi e, magari, validi. Poi, Saguaro, come tutti sappiamo, è stata trasformata in serie in corso d'opera e può darsi che si siano creati ulteriori problemi per trovare disegnatori liberi disposti ad affrontare un impegno continuativo. Ma si tratta, appunto, di ipotesi.
Certo è che il lancio è stato a dir poco fiaccio e i disegni davvero scarsi.

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 Oggetto del messaggio: Re: Saguaro, la serie di Enna
MessaggioInviato: dom gen 27, 2013 4:07 pm 
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Be', ora non esageriamo. :) Sono anch'io pienamente d'accordo nel considerare il comparto grafico il vero punto debole di Saguaro, ma questo è anche perché il livello medio dei disegnatori bonelliani è stratosferico e noi lettori siamo abituati fin troppo bene. In senso assoluto, nessuno dei numeri di Saguaro è disegnato male, e non c'è disegnatore a cui non assegnerei comunque una sufficienza (sia pure striminzita, almeno in un paio di casi).

Ciò detto, ho appena letto il nono numero: semplicemente eccellente. La sceneggiatura di Enna è superba e, per una volta, è illustrata ottimamente. L'albo di Saguaro supera (e non di poco) tutte le altre serie bonelliane di questo mese, con la possibile eccezione di Tex (che ancora non ho letto), e i disegni di Valdambrini sono perfetti. Vero che la Bonelli non fa nulla per invogliare i lettori all'acquisto, ma anche i lettori stessi hanno le loro responsabilità: lasciar "morire" in edicola una serie così valida è un vero delitto, specie se si pensa a tutta la robaccia che ancora prolifera.

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MessaggioInviato: dom gen 27, 2013 6:49 pm 
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Iscritto il: sab ago 27, 2005 7:04 pm
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mi sa che ti manca anche Dampyr, Rimatt, veramente notevole questo mese (come del resto al solito, ultimamente). :)

Dunque, su Saguaro. Personalmente l'ho letto a spizzichi e bocconi, credo tre numeri, e lo dico chiaro e tondo: è scritto bene. Disegnato maluccio, a volte pessimamente (e ce ne sono tanti di ottimi disegnatori giovani che si staccherebbero un braccio per lavorare su una testata Bonelli), ma scritto con tutti i crismi. Detto questo, però, aggiungo che se la serie dovesse chiudere a breve io direi che se lo merita. In pieno. Perché nel 2013 non ragionare sul target a cui il proprio prodotto è destinato e non cercare minimamente di far cogliere al proprio fumetto lo ZEITGEIST del momento, buttare un prodotto vecchio nella sua struttura basilare dicendo semplicemente "Tanto io scrivo bene" è un errore madornale e capitale. Un giovane non si immedesima in Saguaro, un vecchio legge Tex, quelli di mezzo si annoiano: perché alla fine l'eccellenza formale e drammatica non basta più, tu mi devi dare qualcosa che mi colpisca, mi devi sorprendere. Siamo nel 3000! Saguaro non lo fa. Saguaro non manda SMS.

Vedrete che non avrà lunga vita.

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 Oggetto del messaggio: Re: Saguaro, la serie di Enna
MessaggioInviato: dom gen 27, 2013 7:25 pm 
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joe montero ha scritto:
Vedrete che non avrà lunga vita.


Eh va be', troppo facile dirlo adesso. :lol:

Confermo che Dampyr mi manca: non mi ha mai preso, ho provato più volte a seguirlo ma poi ho rinunciato. In quanto allo Zeitgeist del momento... Qual è? :o Io non saprei; vero che io non lancio serie, ma sta di fatto che non saprei che pesci pigliare, e nell'incertezza mi "accontenterei" di presentare un prodotto solido e ben curato. Non catturerei i giovani? Probabile; del resto, di giovani ce ne sono pochi che comprano Tex, e Tex vende 200.000 copie al mese: se Saguaro fosse riuscito a intercettare un quarto dei lettori texiani - il che sarebbe stato possibilissimo, se solo ci si fosse creduto di più - sarebbe un successo. Tutto questo ignorando le mode e le tendenze del momento, che giustamente a Tex fregano poco.

Insomma, con Saguaro la Bonelli ha continuato a fare la Bonelli (il che è lapalissiano oltre che tautologico) e ha mandato in edicola un prodotto dallo scarso appeal grafico e che non "buca" l'edicola (e sai che novità) ma molto ben curato. Non è sufficiente? Sembrerebbe di no; ma a ben pensarci, che altro si può chiedere alla Bonelli se non di essere la Bonelli? E Saguaro, pregi e difetti, è Bonelli al 100%.

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 Oggetto del messaggio: Re: Saguaro, la serie di Enna
MessaggioInviato: dom gen 27, 2013 8:13 pm 
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Si, ma se la metti così, allora raccontiamoci direttamente la storiella de LA RANA E LO SCORPIONE, in cui la bestiaccia nera affonda perché impossibilitata, fin oltre all'istinto di autoconservazione, a NON essere sé stessa. La Bonelli DEVE cercare di rinnovarsi, a livello pubblicitario ma soprattutto contenutistico: direi che una serie in arrivo come GLI ORFANI già mi sembra più avviata su questa direzione. E lo ZEITGEIST c'è eccome, magari confuso in mezzo all'inafferrabile e orribile mare della modernità, ma qualche punto fisso è riscontrabile: uno fra tutti, la palese preponderanza dell'estetica sul contenuto nelle priorità del pubblico più giovane, e dei disegni e la grafica di Saguaro già ne abbiamo parlato. Altra cosa: cosa guardano oggi i giovani? Facile, le serie 2.0 americane, le quali, e qui l'analisi sarebbe lunga, presentano un sistema di linguaggio molto spesso comune. Ciniche, Post-post-moderne, pessimiste col sorriso, scattanti e spesso prive di contenuti al di sotto della patina di brillantezza che le contraddistingue. Ecco, io non dico di mandare in edicola serie studiate solamente in base alla risposta delle masse e priva di una qualsivoglia scintilla artistica, ma nemmeno compiere suicidi editoriali come SAGUARO. In fondo la Bonelli è un'azienda, no?

Ah, per quanto riguarda il FACILE DIRLO ADESSO, ti consiglio di andarti a vedere le "quote snai su saguaro" da me postate alla pagina 5 di questo TOPIC e fare attenzione a quella da me assegnata alla chiusura in poco tempo della serie. :mrgreen: Nel senso, le cose che scrivo ora sono le medesime che sospettavo enormemente già prima che la serie uscisse.

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 Oggetto del messaggio: Re: Saguaro, la serie di Enna
MessaggioInviato: dom gen 27, 2013 9:20 pm 
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La penso anch'io come Joe. Ok, Saguaro è un prodotto Bonelli al 100% ma questo non vuol dire che sia un bene, soprattutto in questo periodo. Secondo me ora è giunto il momento di staccarsi un po' dalla tradizione e osare di più.
Un prodotto come Saguaro (lasciando stare la scarsa pubblicità) io non lo vedo proprio per niente come qualcosa che possa interessare adesso: i vecchi leggono Tex, potrebbero anche comprarlo, ma dopo un paio di letture si ritroverebbero in mano una specie di copia del ranger trasportata negli anni 70. I giovani sono orientati su altro, non si sa bene cosa ma io li vedo più su qualcosa di più dinamico, appariscente, più moderno! Ok, io Saguaro lo leggo e mi piace, è scritto bene, ma lo compro perchè sono un appassionato di fumetti, bisogna pensare ad attirare anche il lettore medio. Non basta la capacità degli autori da sola a far decollare una serie, ci vuole anche un po' d'inventiva, la minestra riscaldata non attira nessuno.

Vedi un fumetto come John Doe, potrà piacere o meno però è stato qualcosa di nuovo, coraggioso ed interessante, aveva una grafica superba, le copertine colpivano l'occhio di chiunque!

Quest'anno devono uscire 2 serie che secondo me sono azzeccate, Dragonero può essere una buona serie visto che il fantasy un po' di gente la attira, almeno io conosco un bel po' di persone a cui piace. Gli Orfani è un'altra che si presenta bene, molto americana, poi a colori è una novità assoluta. Ma è così che si deve fare, avere il coraggio di osare, proporre qualcosa di nuovo, i tempi cambiano e una casa editrice non può sempre rimanere inchiodata alla sua tradizione!

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MessaggioInviato: lun gen 28, 2013 12:32 am 
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joe montero ha scritto:
Si, ma se la metti così, allora raccontiamoci direttamente la storiella de LA RANA E LO SCORPIONE, in cui la bestiaccia nera affonda perché impossibilitata, fin oltre all'istinto di autoconservazione, a NON essere sé stessa. La Bonelli DEVE cercare di rinnovarsi, a livello pubblicitario ma soprattutto contenutistico: direi che una serie in arrivo come GLI ORFANI già mi sembra più avviata su questa direzione. E lo ZEITGEIST c'è eccome, magari confuso in mezzo all'inafferrabile e orribile mare della modernità, ma qualche punto fisso è riscontrabile: uno fra tutti, la palese preponderanza dell'estetica sul contenuto nelle priorità del pubblico più giovane, e dei disegni e la grafica di Saguaro già ne abbiamo parlato. Altra cosa: cosa guardano oggi i giovani? Facile, le serie 2.0 americane, le quali, e qui l'analisi sarebbe lunga, presentano un sistema di linguaggio molto spesso comune. Ciniche, Post-post-moderne, pessimiste col sorriso, scattanti e spesso prive di contenuti al di sotto della patina di brillantezza che le contraddistingue. Ecco, io non dico di mandare in edicola serie studiate solamente in base alla risposta delle masse e priva di una qualsivoglia scintilla artistica, ma nemmeno compiere suicidi editoriali come SAGUARO. In fondo la Bonelli è un'azienda, no?


A parte che per me è un pregio che la Bonelli sia sempre fedele a se stessa, rimane il fatto che leggere la contemporaneità è sempre stato e sempre sarà difficile, e quando ci si riesce è più per caso che per reale consapevolezza; quindi, a puntare sulla qualità si fa sempre bene (perlomeno a parer mio). Per il resto, la tua descrizione parrebbe richiamare apertamente un fumetto come John Doe: ma JD ha sempre venduto molto meno - meno della metà - di un bonelliano medio, e oltretutto ha terminato in calo, sulle 10.000 copie. Cifre per cui un Bonelli chiuderebbe piuttosto in fretta. In quanto ai più grandi successi editoriali italiani degli ultimi anni, mi vengono in mente un paio di nomi: il Tex a colori di Repubblica, che come appeal era prossimo allo zero (eppure...) e Zerocalcare, che merita senz'altro un discorso a parte ma che, a ben vedere, è un prodotto che visivamente è tutto tranne che appariscente (è in b/n! E quel tratto...) e che punta molto su brillantezza espositiva e contenuti. Ma anche Rat-Man, che pure vende benone, non può certo contare su un aspetto grafico accattivante (formato anomalo, cartaccia scura e disegni apparentemente infantili). Insomma, per me le colpe (per così dire) dello scarso successo di Saguaro non sono solo della Bonelli: anche, e l'ho detto più volte, ma non solo.

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MessaggioInviato: lun gen 28, 2013 1:24 am 
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Iscritto il: sab ago 27, 2005 7:04 pm
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Be', paragonare i dati di vendita di un bonelli a un bonellide, per i costi che ci sono dietro e la capillarità distributiva, non è che abbia fondamentalmente molto senso. Perché ammetterai che nel proprio sistema di riferimento (una realtà editoriale ridotta come maestranze) John Doe ha fatto il botto. Poi non è John Doe che richiamo come fumetto moderno per eccellenza, ci mancherebbe: sono tanti i modi giusti di aggiornarsi senza snaturare la propria linea di editoriale (parlo della Bonelli), pubblicare Saguaro che, ripeto, a mio parere è un fumetto di qualità, non è certamente uno di essi. Io NON sono in disaccordo con chi dice che Saguaro è un bel fumetto, bensì con chi afferma che la serie di Enna NON è un suicidio editoriale. Si DEVE osare di più a livello comunicativo, MOLTO di più. Se nell'86 Bonelli avesse buttato in edicola Saguaro invece di Dylan Dog avremmo lo stesso affermato che si trattava di un buon prodotto. Però vuoi mettere? Cogliere lo spirito del tempo è un'impresa ardua, ma Saguaro, ammetterai, nemmeno è un tentativo.

Tex è una roba POP, un'icona che conosce anche chi di fumetti sa poco o niente: quindi la sua versione di Repubblica, in grande formato e a colori, penso avesse un ENORME appeal commerciale proprio nei confronti del lettore occasionale. Tex ha delle spalle larghe sessant'anni, non lo si può paragonare a un qualcosa di "socialmente" nullo come Saguaro.
Zerocalcare: se è vero che la veste grafica è lineare e per nulla appariscente (ed è un bene) è anche vero che il fenomeno del momento porta con sé una carica citazionista post-post-post moderna che levati (lo stesso discorso vale per Rat-man, che comunque è un fumetto che si è guadagnato il proprio pubblico più di dieci anni fa, che nel mondo della comunicazione moderna sono dieci secoli)! E non è neppure questo il punto che lo differenzia nel discorso dall'esempio di Saguaro: l'enorme divario tra i due prodotti è basato soprattutto sul media di fruizione. Zerocalcare è nato in internet, è stato diffuso gratis e soltanto dopo ha venduto. Per leggere una storia di zerocalcare bastano due clic e non si deve scucire nemmeno un centesimo, invece per vendere una serie cartacea bonelli bisogna far uscire l'acquirente di casa, farlo entrare in edicola e fargli scucire 3 euro. Un'impresa del genere è facile se si ha a che fare con gente come noi, attenti e appassionati al mondo delle nuvole parlanti. Ma pensi lo sia altrettanto su un campione di persone di 20, 30, 40 mila? Pensi che la forza di "iconoclastia immediata" (a pelle) di Saguaro sia sufficiente a compiere la suddetta impresa? Secondo me no.

Aggiungo che Zerocalcare, in modo che non reputo affatto casuale, è riuscito a cogliere lo spirito del tempo ALLA GRANDISSIMA. Ma qui il discorso si allungherebbe e di molto.

Grande Rimatt, bella discussione! :D

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 Oggetto del messaggio: Re: Saguaro, la serie di Enna
MessaggioInviato: lun gen 28, 2013 10:41 am 
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joe montero ha scritto:
Grande Rimatt, bella discussione! :D


Vero! Però ho ormai esaurito le argomentazioni :lol: , quindi chiudo con un'ultima considerazione: io rimango dell'idea che la Bonelli si sia sempre comportata come si comporta oggi, ovvero che abbia lanciato le proprie serie senza mai effettuare analisi di mercato e senza mai costruirle a tavolino. La Bonelli ha sempre lasciato briglia sciolta ai propri autori e alle loro idee: il problema è che un Nolitta o uno Sclavi li trovi una volta nella vita, e il pur bravissimo Enna non ha saputo (e magari neanche ha voluto) proporre un personaggio "iconizzabile", come è successo invece con i succitati. In tutto questo, la più grossa responsabilità Bonelli non è solo quella (pur grave) di non aver maggiormente curato la resa grafica del prodotto, ma è soprattutto quella di non aver lanciato la serie con più anticipo e con maggior attenzione: per esempio, ricordo che Dylan - che peraltro non fece subito il botto - arrivò in edicola dopo una campagna pubblicitaria durata mesi e mesi. Di Saguaro si è iniziato a parlare UN MESE PRIMA dell'uscita in edicola: sfido chiunque a fare sfracelli in queste condizioni.

Ah già, ultima osservazione: secondo me - è solo una mia sensazione, ma ne sono convinto - la ristampa a colori di Tex non ha raggiunto un solo nuovo lettore, ma è stata comprata esclusivamente da chi segue e colleziona anche la serie mensile. Per dire che sarebbe bastato il bacino d'utenza dei lettori bonelliani "storici" a rendere Saguaro un discreto successo, ma la Bonelli manco a quelli si è appellata seriamente.

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