Ho finito da poco l'ultimo numero di VB. Ho recuperato la serie in blocco qualche giorno fa, non l'avevo seguita all'uscita in edicola per una serie di ragioni, non ultime il nome poco invitante e la puzza di scopiazzatura nei confronti di DD. Insomma, di prendere una fregatura made in Stars Comics non avevo proprio voglia
Beh, sicuramente sono ancora sotto gli effetti dell'ultimo numero, ma che un fumetto mi coinvolgesse ed emozionasse così tanto non mi capitava da anni. Voglio esagerare, forse per certi versi era dai migliori Dylan che non tornavo ad emozionarmi in maniera così genuina e profonda. Probabilmente ha inciso anche il fatto di averlo letto in un momento particolare della mia vita, ma era senz'altro il momento migliore, quello giusto, senz'altro il fumetto che avevo bisogno di leggere in questo momento.
Storie sempre di altissima qualità, altrettanto i disegni (eccezion fatta forse per uno o due numeri, non proprio entusiasmanti, anche se sicuramente nella media), in particolare mi è piaciuto moltissimo Sergio Gerasi (il tratto con cui conserverò il ricordo di VB) e sono contento che abbia potuto disegnare ben tre numeri. Anche il nome, Valter Buio, come dicevo prima, in un primo momento quasi ridicolo, trova il suo pieno senso nel corso della storia. Grandi comprimari e albi sempre sopra la media, tanto che farei fatica a indicare i migliori, faccio prima a dire che l'unico in dodici uscite che mi ha convinto meno è stato il penultimo.
Anche le somiglianze con Dylan sono superficiali, saltano all'occhio subito e in un primo momento sembrano enormi (soprattutto per chi segue Dylan come noi), ma già dopo i primi numeri si capisce che il personaggio possiede una sua identità ben definita e con l'Indagatore dell'incubo c'ha poco da spartire. Anzi, sembra quasi che Bilotta si diriga volontariamente verso direzioni prettamente dylandoghiane, ma solo per poter dimostrare che in realtà il suo personaggio racconta in modo molto diverso cose simili ma non uguali a quelle che racconta il personaggio di Sclavi.
Insomma, il paragone viene naturale in un primo momento e non avrei nemmeno voluto parlarne, ma m'è sembrato giusto spenderai due parole, visto che ne hanno parlato tutti.
Ad ogni modo, grande serie, fa bene al cuore.