Riflettevo sugli ultimi anni e notavo che nonostante annate da dimenticare, scivoloni inenarrabili, curatori trendy che pubblicano "figate", ulcere, bile e vomito, qualche perla ne è uscita, segno che Dylan può essere ancora un buon prodotto. Tra le varie pubblicazioni, soprattutto Il Color Fest è/era diventato un crocevia di importanti e particolari punti di vista da parte di alcuni talentuosi autori esordienti. Se solo si fosse perseguita fino in fondo la strada della sperimentazione, sarebbe stata una delle collane extra più innovative e qualitativamente migliori di tutte le testate extra mensili.
Della Fase 1, salvo il Gigante n. 22 e Una nuova vita. Attenzione, siamo lontani dal capolavoro, ma firmerei con il sangue se il nuovo corso avesse come livello medio questo. Ecco qui, una breve lista delle storie meritevoli di questi ultimi anni.
Serie mensile
L'assassino della porta accanto n.307 di Accatino/Gerasi: numero chiaccherato che ha spaccato il pubblico in due. Non è il solito Dylan Dog, è vero, e capisco il punto di vista dei puristi, ma rimane un'ottima prova di un autore che purtroppo si vede sempre troppo poco. Su Gerasi invece non si discute, giudizio unamine: meraviglioso
La Dea Madre n.308 di De Nardo/Nizzoli: La migliore prova di De Nardo con un finale davvero spiazzante e cattivo. Nizzoli, tette e culi. Serve altro?
Il giudizio del corvo n.311 di Recchioni/Caluri: rivisitazione intelligente di Saw, divertente e dinamico. Un Recchioni più sobrio che tiene a bada i suoi coolismi - e che per inciso apprezzo di più -. Buona prova di Caluri.
Una nuova vita n.325 di Ambrosini: albo che funge da apripista alla Fase 1. Numero già di per sé storico, non il migliore Ambrosini, ma c'è quella atmosfera che ha reso grande Dylan.
Speciale
La bomba! di Gualdoni/Brindisi: storia che rimanda a Ti ho visto morire e Caccia alle streghe e quando Gualdoni ripescava personaggi e storie del passato, il pastrocchio era quasi sempre assicurato. Questa volta no, e quello che ne esce è una buonissima prova, merito probabilmente anche del lavoro di revisione più accurato operato dalla redazione.
Giganti
n.18: All'interno la migliore prova di Gualdoni con Blatte, storia breve dal gusto decisamente retrò e sclaviano. Tueentoun, la Barbato più incisa, cattiva e acida degli ultimi anni e Il Vecchio che legge di Celoni, un po' retorica ma intensa e malinconica. Disegni da sbavo.
Alcune storie del Color Fest:
Fuori tempo massimo di Recchioni/Carnevale CF n.1: Uno dei cattivi più divertenti di sempre. Finale da Antologia. E ovviamente Carnevale...
Videokiller di Barbato/Stano CF n.2: sceneggiatura al fulmicotone, tutto funziona come un meccanismo a orologeria, thriller mozzafiato. Stano, meraviglioso anche a colori.
L'inferno in terra di Gualdoni/De Angelis CF n.2: storia retorica, ma il Gualdo sulle brevi, almeno inizialmente dava il meglio di sé.
La fiaba nera di Enna/Roi CF n.3: Hansel, Gretel e Roi. Serve altro?
Tagli aziendali di Caccivio/Romeo CF n.6: come pescare dal passato (rimandi stepfordiani) e farlo dannatamente bene.
E infine il capolavoro degli ultimi anni: La trilogia del pianeta dei morti viventi. Storia coraggiosa e ambiziosa, davvero emozionante. Bilotta ha fatto suoi i concetti sclaviani e li ha plasmati in questo futuro post-apocalittico dove i morti hanno vinto. Un Dylan come non si è mai visto; tra le caratterizzazioni più autentiche degli ultimi anni.
Apice di questa trilogia: Il pianeta dei morti seguito dal sequel Il tramonto dei vivi morenti e infine il prequel Addio Groucho. Disegni strepitosi a cura di Di Giandomenico, Martinello e Romeo.
Consiglio di recuperare l'imminente edizione della Bao che raccoglie tutto in un unico volume questa bellissima trilogia, intitolata Cronache dal pianeta dei morti con una copertina inedita realizzata da Martinello.
_________________ Nobody talks about the pile (cit.)
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