rimatt ha scritto:
Peccato che le storie "censurate" di Chiaverotti siano state solo due, se in redazione avessero avuto la mannaia un po' più pronta ci saremmo risparmiati molte altre "perle".
.
Queste forme di anti-chiaverottismo cominciano a suonarmi un po' stucchevoli e scontate.
Va bene che oggi cominciano i saldi...
rimatt ha scritto:
...e naturalmente sono propenso a dar ragione a lui anche per quanto riguarda le due Chiaverotti/Pennacchioli. .
...come naturalmente si sarebbe stati propensi a credere
rimatt ha scritto:
Rimane il fatto che quella di bloccare certe storie è una pratica NORMALISSIMA per una casa editrice, anche se qui sul forum è stata ingigantita oltremisura: ogni testata ha le sue avventure belle e pronte ma mai pubblicate, e a farne le spese sono stati anche autori di tutt'altro spessore che il buon Chiave, come Capone e Castelli. Insomma, per me, in questo caso, parlare di censura è semplicemente fuorviante: se le storie fossero state così "scottanti" non sarebbero neanche state sceneggiate, quindi mi pare chiaro che a farle bloccare è stato qualcosa di successivo... Come, per esempio, il fatto che lo stile del disegnatore è stato - da un certo punto in poi - ritenuto inadatto alla pubblicazione. Con buona pace del peraltro bravissimo Pennacchioli .
Nessun sub-lavoro di ingigantimento per questioni e dietrologie varie
.
I fatti parlano, ed anche gli autori coinvolti. Più di così non so che dire.
La censura non si esercita solo in forma preventiva, è risaputo.
Anche molte altre storie si sono scottate nella fase di lavorazione dalla sceneggiatura
approvata alla resa in vignette: spesso i giochi cambiano in corsa, ed i risultati non sono quelli attesi
.
E quell'episodio non rappresenta di certo un evento unico o di clamorosa eccezionalità da traumatizzare il mondo del fumetto, in scala storica.
Che molte storie giacciano nei cassetti di ogni casa editrice è un dato insindacabile. Ma che quelle due avessero problemi relativi,
principalmente, all'alto tasso di violenza e sconcerie è una cosa testimoniata - a posteriori, e non per i posteriori
- da entrambi gli autori.
Che ci fossero altre ragioni non è da escludere perchè la dinamica delle co-responsabilità ed esigenze editoriali include altre cose in serie. Ma le ragioni principali rimangono quelle riportate sopra.
Altrimenti anche
Il grande splendore o
La maschera del demonio sarebbero rimaste ancora nel mondo delle idee a penzolare dai soffitti quanto a stile grafico ai più indigesto
.
ALOHA