Cravenroad7

Beh ma dimentichi che Gualdoni è il curatore della serie. Ora non so esattamente che funzioni abbia il curatore ma dovrebbe essere lui a ritenere un'opera idonea o meno... O mi sbaglio?

Chiedo ai mod di spostare la conversazione nel topic preposto perché si da interessante.

@mr wilson : appunto quindi se è lui a decidere quali storie o meno pubblicare e alla fine un buon 50 % sono sue
cosa dovremmo pensare? Berlusca docet

Questo mese l'ho lasciato anch'io in edicola e ho anch'io deciso che non prendero' piu' albi di Gualdoni, a meno che non gridiate al capolavoro qui sul forum. Non ci vedo niente di strano nel non comprarlo, qui non si tratta di pregiudizi, semplicemente non mi piace come scrive.
La questione del presunto conflitto di interessi, invece, non mi convince del tutto. Proprio perche' e' lui il curatore ed e' prima di tutto un autore, non mi sembra strano che sia lo scrittore piu' prolifico. Attualmente il suo lavoro e' Dylan Dog a tempo pieno, quindi ci sta che scriva molto (come quando il curatore era Sclavi, no?).

Interessante osservazione, che trovo pienamente condivisibile: essere un'enciclopedia dylaniana vivente - come Gualdoni è, a quanto si dice - non vuol dire automaticamente sapere scrivere bene il personaggio.

Peccato che Sclavi sia l'inventore del personaggio. Non è propriamente la stessa cosa.
E Sclavi non scrive più Dylan. Quindi è ovvio che lo debba scrivere qualcun altro. Mi
sembra un po' eccessivo mettere 2-3 storie su un gigante, 2 sul maxi, 2 sul CF, un mensile ogni due per tre, ecc., lo speciale
l'almanacco.. io credo che sia un po' troppo e mi sembra chiaro che o nessun altro autore vuole scrivere più Dylan (non credo)
oppure che Gualdoni si sia lasciato un po' prendere la mano..

E c'hai ragione pure te. Dico solo che il fatto che sia curatore incide, ma forse non e' fondamentale, credo sia anche una questione anche di cicli. C'e' stato il ciclo in cui scriveva solo Ruju, ora c'e' quello in cui scrive solo Gualdoni. Purtroppo.

Non mi ritengo un accanito detrattore del Gualdo a prescindere (ho fatto ben di peggio contro il povero Marzano... ) ed ho dato la sufficienza a più di una sua storia lunga, specialmente se si trattava di roba "leggera" da leggere in panciolle (v. Il museo del crimine o Epidemia Aliena).

Il problema è quando il nostro caaaaaro curatore si dedica alle storie A TESI come questa...ed il fine diviene quello di dimostatre alla fine quella (not so) fine tesi .

Lì va tutto a scatafascio perchè subordina ogni rivolo della sceneggiatura (svuotata) per dar (anima&)corpo alla sua tesi - spesso banale, tra l'altro.
La priorità diventa dunque illustrare questa tesi vignettata di 94pp, e l'albo assume una forma puramente dimostrativa attorno a quell'unica idea/spunto da spiattellare, attorno a cui tutto il resto è puro contorno d'insipida strumentalizzazione .

Aggiungiamoci una ridondanza di pensieri semi-autistica, una galleria di personaggi ignobilmente piatti, un uso pretestuoso della vecchia guardia, dei dialoghi di marzapane ammuffito, uno svolgimento lacunoso, una carenza di atmosfera deprimente, una suspence da AlmanaccoDelGiornoDopo...ed il cocktail scandaloso è servito .
Con al posto dell'ombrellino e dell'oliva in omaggio una serie di macroscopici svarioni dovuti a scarsa attenzione/rilettura - proprio da lui che è il curatore - ed un appeal infantilizzante verso l'iper-semplificazione davvero perdibile

Resta da chiedersi non tanto come abbia organizzato la scalata ai vertici della redazione...(forse c'è MedioBanca dietro? O la D'Urso )...ma chi lo abbia piazzato lì confidando nelle sue risorse/potenzialità...scarse, a quanto pare.
Se l'intento era quello di appiattire la testata verso un comodo qualunquismo senza (rischiose?) incognite artistiche...ci stanno riuscendo benissimo
Era l'uomo giusto al posto giusto.

Ed infatti gli "ingiusti" un po' si sono dedicati ad altri progetti, un po' non sono più nelle condizioni di scrivere il Dylan che vorrebbero a causa degli ultimi canoni impost(at)i .

ALOHA

Inizio allineandomi a Rimatt sulla pertinenza dell'osservazione di Dogares. Verissimo. Ma proprio vero vero. Tra l'altro, questo "dover dimostrare" del Gualdo denuncia a mio parere la vistosa insicurezza tecnica del medesimo, il suo non essere in grado di afferrarlo DAVVERO il personaggio. "dunque, non riesco a far capire che Dylan è Dylan senza dover rammentare a evidenziatore il suo passato o la sua indole animalista/femminista/etc. ogni due per tre: quindi rammento il suo etcetcetc ogni due per tre." Semplice.

Quello che Gualds non afferra è proprio l'inafferrabilità basica del Dylan personaggio. Paradossalmente, questa sfaccettatura irta di contraddizioni propria dell'indagatore, è l'unico appiglio di indagine intelligente sul nostro che uno sceneggiatore possa mettere in atto. Certo, Dyaln ha delle caratteristiche nitide, pratiche e tangibili: è vegetariano (io farei subito l'horror su dylan che vuole diventare vegano e finisce in un guaio brutto), pizza, cinema, ex alcoolista, animalista, clarinettista di dubbio valore e chi più ne ha più ne metta. Ma anch'io ho delle caratteristiche, suono, faccio videoediting, non sopporto il sapore dello zenzero, tuttavia non credo proprio che le suddette bastino ad afferrare la mia personalità. Se così fosse sarei un Emilio Robot. Vogliamo che Dylan diventi un Emilio Robot? Mi sa che ci stanno per accontentare.

Altra cosa: certo che si può rifiutare un autore. Un lettore fa ciò che vuole. Punto. Se proprio vogliamo essere democratici (cosa che un lettore non è assolutamente tenuto a essere nelle sue scelte) potremmo affermare un: "dagli una chance". Ok, una. Facciamo due, via! Ma poi... che mi volete far ascoltare TUTTE le canzoni di Gigi D'Alessio fino alla morte per non darmi del fazioso se dico che è un incapace?

Altra cosa ancora (scrivere PS mi urta, che ci volete fare): Sclavi non è paragonabile a Gualdoni sul discorso dell'invasività. Manco per scherzo. Però, se anche qui volessimo essere ultra-democratici, più democratici dei democratici occhi di Denzel Washington, e concedere a Guoldser la parità dei diritti, terrei a sottolineare che neanche Sclavi ha mai avuto il "TOTAL POWER" che detiene ad oggi Carlito Gualdoni. Infatti mi pare che il direttore della testata fosse Marcheselli. Mi sbaglio?

Spero, SPERO, che sia un momento di emergenza in via Buonarroti per quel che riguarda DD, e che la pubblicazione di una storia così serva a tappare le falle dovute alle altre priorità degli autori (che sono stati) di punta della serie (non credo all'allontanamento: Enna ha Saguaro, Barbato i romanzi, Recchioni gli "Orfani", Ruju ha anche Tex, Masiero é diventato responsabile redazionale o qualcosa di simile, Sclavi non dà segni nemmeno alla tavoletta ouija).
Si faccia mente locale su quello che dev'essere stato il soggetto di questa storia (Tre-quattro pagine con la trama della storia, i personaggi, e le svolte narrative), e qualcuno mi dica se un esordiente che l'avesse spedito in redazione sarebbe stato preso sul serio.

No, sarebbe stato mandato là dove sapessi quanta gente che ce 'sta.
Io stesso sono stato mandata LA' da Gualdoni. Non spedii capolavori, credo, ma a volte ci penso e se mi focalizzo sui soggetti che cala lui quasi quasi mi viene da diventare uno di quegli "autori falliti rosiconi che tirano freccette contro poster appesi sul retro della porta e alla fine fracassano le tempie alla mamma che stava entrando".

Io ci credo senza la minima fatica.

Qualcuno mi dovrebbe spiegare cosa significa la parola "pregiudizio" affiancata ad un autore.
Davvero, mi fareste un piacere, io non riesco proprio a trovarci il minimo senso.
È un utilizzo assolutamente arbitrario e sconsiderato della parola.

Cito e riadatto in forma di uguaglianza da una Wikipedia a caso:
"Pregiudizio = "giudizio prematuro", ossia parziale e basato su argomenti insufficienti o su una loro non completa o indiretta conoscenza".

Ora, se io leggo quattro, cinque, sei, dieci storie di Gualdoni, non credo proprio di possedere "argomenti insufficienti" o una conoscenza "non completa e indiretta". Anche perché conoscere TUTTA l'opera di Gualdoni, anche quella futura e mai scritta, prima di giudicarlo, è evidentemente impossibile. Sospendiamo scetticamente il giudizio e chiudiamo il forum?

Semplicemente, dopo L'autopsia, Epidemia aliena e I segni della fine, non mi aspetto certo un capolavoro alla Stephen King; ma non perché l'autore dei tre albi sopracitati si chiama "Giovanni Gualdoni". È proprio il contrario, un giudizio quasi bonario: è ragionevole pensare che lui si impegni al massimo in ogni storia, quindi quello è probabilmente il massimo che sa fare. La sua prossima storia può essere anche ottima [ho giudicato proprio così ad esempio Vite gemelle], ma un caso isolato ogni dieci non può valere come spia di nostri insanabili "pregiudizi" [?].
La realtà è con ogni probabilità molto più semplice, stile rasoio di Occam: è un autore modesto che ogni tanto ne azzecca una.
Dov'è il pregiudizio? Aiutatemi, ve ne prego.

Inoltre, senza polemica: chi l'ha messo a capo della testata? E perché? In base a cosa? Qualcuno sa come funzionano ste cose?

è più probabile che si siano allontanati loro. Purtroppo Dylan è un fumetto che richiede un ottimo autore con una grande personalità (anche se stravolge un po' il personaggio -vedi barbato- per me non è un problema.).
Questi autori però è ovvio che tendano a volere seguire progetti loro. Ed è un peccato.
Cmq Gualdoni (lo difendo un po' che a vedere le sue foto ha anche una faccia simpatica) come curatore della testata non è male. Le tematiche almeno stanno tornando ad essere quelle Dylaniate. E nell'ultimo anno abbiamo avuto buone storie (vabbè, sarà stata tutta roba approvata secoli fa). Come autore invece mi sembra che abbia un po' di carenze tecniche (?).

Quoto in pieno le osservazioni di Joe Montero e sono lieta che una mia piccola disanima si dimostri, una volta tanto, azzeccata.

Circa la mia idea sul seguire o meno un autore. Io non ho mai parlato di abbandono pregiudiziale.
Dicevo solamente che personalmente, visto che Gualdoni l'amore verso il personaggio lo dimostra, e qualcosina di carino lo ha anche scritto, trovo sbagliato non leggerlo di principio, ma ammetto che certe sue uscite inducano a scegliere questa strada.
Del resto, Tiz a parte ( ma non completamente, a dir il vero...) molti autori hanno fatto cose altalenanti, tra il buono ed il pessimo, penso sia naturale.
Bocciarli del tutto, come continua a postare Cristiano, non è che sia sbagliato, è un po' masochistico. Perché allora, tanto vale, abbandonare del tutto la lettura di Dylan Dog.
Certo chi paga un fumetto, è liberissimo di compiere una scelta, che va dall'acquistarlo sempre e comunque ( cosa che se vogliamo è il rovescio delle medaglia del mio ragionamento...) allo scegliere il numero che più gli aggrada.