Maxi così così, com'è lecito attendersi. Lettura balneare e bla bla bla, lo diciamo tutte le volte. Inutile pure commentare M&G, tanto finirei con il dire le solite cose. Nel dettaglio:
- IL CAPOBRANCO: scritta con la mano sinistra da Paola Barbato questa storia che si rivela niente meno che uno pseudo-sequel dell'Ultimo Plenilunio. Temi animalisti esasperati, Dylan innamorato (platonico
), comparsata di Botolone. Sicuramente la nuova Dea è caratterizzata mooolto meglio di quanto visto nella sua prima apparizione ad opera del duo Marcheselli-Sclavi, in cui appariva come un'adolescente attivista, stupidina e un po' incosciente (e che il nostro non si faceva troppi problemi a cornificare con Mary-Ann Price, la trombata #1 forse della sua carriera). Accettabile.
- LA DONNA VENUTA DAL NULLA: Dylan irriconoscibile, inconcludente (praticamente non indaga, gli da giusto qualche dritta Groucho, il resto glielo serve su un piatto d'argento la donna del titolo) e che ci prova con due donne ("doppiette" nella sua carriera ce ne sono state, ma in qualche modo sempre giustificate), battute di Groucho a dir poco penose. C'è qualche personaggio azzeccatto qua e là (l'impresario di pompe funebri), ma nel complesso la storia sembra un minestrone. Io poi non ho ancora capito perchè "la donna venuta dal nulla" doveva essere portavoce anche delle vittime di altri assassini (e perchè solo di quelli). Boh. Mediocre, di Wood già meglio del Grande Marinelli, ma siamo sempre anni luce dall'idea di come dovrebbe essere un albo dylaniato.
- FUTURO IMPERFETTO: la storia con le maggiori potenzialità del Maxi, già successo in passato a Ruju di avere per le mani un buon soggetto, ma di non riuscire a sceneggiarlo come si deve. Certo che andare a ripescare "Il padrone della luce" non è il miglior biglietto da visita, ma per fortuna il risultato è migliore e d'altronde il riferimento a quello Speciale è limitato al personaggio di Frances Scott. Gli altri comprimari sono praticamente delle comparse monodimensionali a parte "i riparatori" (che mi ricordavano i "dottorini calvi" di Insomnia di King). Funzionano alcune sequenze in stile "Final Destination" e il finale. Più che accettabile, ma c'era margine per fare molto di più.
I disegni comunque penalizzano alla grande tutto il Maxi, rendendolo quasi mediocre in default agli occhi del lettore.