Cravenroad7

Maxi di molto inferiore al primo che conteneva, imho, tre storie validissime.

HO UCCISO JACK LO SQUARTATORE: Sclavi è l'unico a guadagnarsi la pagnotta con una storia discreta, con alcune idee piuttosto accattivanti (a partire dal titolo) ma anche sovrabbondanti; il Tiz lavora insomma per eccesso, quasi come il Chiaverotti dei tempi d'oro, puntando più sui risvolti onirici che sulla coerenza della sceneggiatura, a dir poco traballante. Purtroppo per riuscire appieno nell'intento ci sarebbe voluto ben altro disegnatore che non il dinamico duo ormai alla deriva e incapace di trasmettere le sensazioni giuste nei flashback della vecchia Londra e nell'allucinanti e allucinate apparizioni del leader della setta/Jack. Con Mari, ad esempio, il risultato sarebbe stato del tutto diverso e il voto sarebbe lievitato mentre così si attesta a non più di un 6,5. Da ricordare comunque perché è l'unica storia in cui in teoria appare il soprintendente (anche se in realtà..).

L'IDOLO DELLA FOLLA: Tra le peggior storie di sempre, non solo di Ruju ma dell'intera serie. Francamente indifendibile da qualsiasi punto di vista, comprese le agghiaccianti battute di Groucho. Voto: 2

COMPLESSO DI COLPA:Dopo la riuscita "Le stagioni della vita" dell'anno precedente, Manfredi stecca la sua seconda apparizione sul Maxi. Gli elementi interessanti ci sarebbero anche (gli edifici infestati, i puzzle), ma la storia non mantiene le aspettative iniziali e le motivazioni del colpevole, incluso il coinvolgimento di Dylan, la facilità con cui il primo viene identificato (praticamente scrivendo nel proprio curriculum "sono un enigmista dinamitardo") sono quasi risibili. Anche qui i disegni di M&G non aiutano. Il fatto poi che l'avessi del tutto dimenticata è un altro segnale poco incoraggiante. Voto: 4,5

La storia centrale, quella del calciatore demoniaco, credo sia la più brutta fatta da Ruju, La prima aveva il suo perché ma era tirata troppo per le lunghe. L'ultima non la ricordo affatto.
I due erano come al solito...pessimi...

complesso di colpa è quella dei drogati? mamma mia.. allora è meglio ruju.

Io la ricordo come una delle peggiori di Manfredi, mescolando maniaci enigmisti, ghostbusters e freudianesimi di quart'ordine.
Però mi sa che la ciurma di tossici deriva da Cavie Umane, una delle più immonde fesserie partorite da De Nardo, sul Maxi n°3 (2000)

ALOHA

è vero è vero, quella dei fantasmi

hanno un fascino perverso però, tra dieci anni li rivaluteremo

Riletto recentemente, i miei voti:

8
5
5.5

Bellissima la prima storia, intrigante e forse da serie regolare. Dylan ci parla del suo passato e Groucho ha un ruolo particolare e sensibile. Veramente un gran lavoro.
L'idolo della folla è bello nelle prime 10 pagine poi scade, quasi fino a marcire. Si legge a fatica.
Complesso di colpa, mah una storia a malapena accettabile.

Non ci siamo. Neanche Sclavi ingrana sul Maxi
Storia verbosissima, a tratti confusionaria, con un forzato legame tra passato-presente-attualità e chiusa in 94 pagine che le stanno strettissime. Poco divertimento, tante parole.
Per quanto i dialoghi siano a tratti brillanti e i disegni neanche tanto male, raggiunge una risicata sufficienza.

Visti i commenti di sopra, le altre due non le leggo neanche

Quella di Sclavi è discreta, piena di spunti ed una trama che si lascia seguire. Non è tra le sue opere migliori, ma nemmeno tra le meno riuscite, un 6,5 massimo 7. Con disegni più sfumati e/o espressivi ci avrebbe guadagnato in fascino.
Quella di Ruju chi se la ricorda? E quella di Manfredi è forse la sua peggior prova su Dylan Dog.

Grazie alla nuova collana della Gazzetta dello Sport "I MAESTRI DELLA PAURA" ho avuto modo di rileggere "Ho ucciso Jack lo Squartatore", originariamente apparsa sul secondo Maxi. Ai tempi fu una delle prime storie di Dylan che lessi (avrò avuto 7-8 anni) e dal quel che ricordo mi piacque molto. Così, stamattina, mentre sfogliavo l'albo ho provato una strana sensazione, tra nostalgia e timore —timore che la storia non mi piacesse più, essendo passati tanti anni. Questa rilettura ha in parte confermato le mie vecchie impressioni, ma ha anche rivelato dei difetti a cui non avevo fatto caso all'epoca.
La trama è uno dei punti forti dell'albo: è una di quelle storie in cui vicende apparentemente indipendenti si intrecciano tra loro e si rincorrono fino ad arrivare a una conclusione unitaria. Sclavi ci fornisce almeno tre piste parallele: 1) l'avventura onirica di Dylan; 2) gli omicidi all'interno della setta satanica; 3) la cospirazione globale della signora Ruthrfork. L'autore si diverte a giocare con queste tre situazioni, delineando un intreccio cervellotico ma a mio avviso avvincente.
Divertenti i vari siparietti comici tra Dylan, Gruocho, Bloch e la vecchia rintronata. Ottima anche la gestione dei personaggi. Incredibile a dirsi, non ho disprezzato neanche i disegni di M&G, all'epoca ancora a livelli passabili, che rendono bene le atmosfere lugubri della storia. Inoltre la caratterizzazione grafica di Jack è veramente inquietante.
Le note dolenti: cosa abbastanza rara quando si tratta di Sclavi, la sceneggiatura è farraginosa e in alcune parti davvero troppo verbosa; ciò è dovuto al fatto che la carne al fuoco è davvero tantissima per le canoniche 94 pagine, quindi per forza di cose Sclavi ha spesso dovuto fare ricorso a spiegoni per supplire alla mancanza di spazio. Una storia così complessa ricca di spunti avrebbe forse trovato la sua lunghezza ideale su una doppia o su un gigante.

Il voto complessivo è un dignitoso 7-. A fine lettura resta un po' di amaro in bocca, perché il potenziale della storia poteva essere sfruttato decisamente meglio.

Ho ucciso Jack lo squartatore
“...e se mi fossi immaginato tutto?”
Eh già, il buon Sclavi gioca con il lettore tra sogni e realtà, incubi remoti e presenti, ok non manca qualche piccola sbavatura ma con una storia così piena di trovate, personaggi, capovolgimenti di fronte e lungimiranti verità sulla nostra attualità chi ci fa caso?
Orrori e miti passati si mescolano agli incubi del nostro quotidiano, il potere della paura come arma da utilizzare per controllare e manipolare, LORO sono tra noi, ci sono sempre stati, alla faccia dei vaneggiamenti della simpatica e ossessiva Sig.rina Rutherfork (gran personaggio).
Tutte le parti oniriche ambientate nella Londra Vittoriana sono fantastiche, veramente notevoli alcune tavole del duo Montanari/Grassani, finale un po' scontato ma a mio avviso grandissima storia.
Voto: 8

L’idolo della folla
Di interessante c’è lo scenario sportivo, un discreto incipit che sembra promettere bene e purtroppo nulla altro, dopo un po' la storia si sgonfia come un pallone di calcio, peccato perché l’intuizione di Ruju poteva essere vincente ma lo svolgimento risulta alla fine piatto e senza mordente, un Dylan in trasferta che non convince tra pistolotti sulla violenza negli stadi e virate action evitabili, meno convincenti anche i disegni di M/G.
Voto: 5

Complesso di colpa
Anche Manfredi delude (mi era piaciuta invece la sua storia nel primo Maxi), eppure anche qui l’idea di partenza aveva delle buone potenzialità, sviluppate però in un plot lento e prevedibile, persino noioso in alcune parti, nessun personaggio lascia il segno e il demolitore folle (catalizzatore come Dylan di eventi nefasti) si prende la scena solo nel finale restando quindi una figura bidimensionale e senza nessun fascino.
Montanari e Grassani al minimo sindacale.
Voto: 5

In definitiva un Maxi che lascia l’amaro in bocca, come qualità delle storie c’era più equilibrio nella prima uscita della serie, anche se non erano presenti delle chicche come quella di Sclavi, ma una storia su tre può bastare e i lavori di Ruju e Manfredi hanno il sapore dei riempitivi, pecato che occupino 2/3 dell’albo
Votato accettabile...ma merita solo la storia di Sclavi.

ho ucciso jack lo squartatore
una storia eccessiva, con la macchietta che dà a tutti del carciofo, balloon pienissimi, gli insulti di dylan alla "soprintendente"
una storia riciclata: jack lo squartatore, il marchio rosso, apocalisse, la mosca... insomma, indubbiamente uno sclavi minore...
ma è pur sempre sclavi... una "storia da maxi", però scritta da sclavi e infatti è una delle migliori di questi primi maxi
anche una delle migliori con dylan "in costume" (tipo l'inquilino misterioso, il museo del crimine, i cerchi nel grano, ecc)
sgangherata e confusa nel senso "classico" del termine, con i montanari e grassani evidentemente stimolati da sclavi
tutto è classico, a partire dall atmosfera uggiosa, ma con un curioso aggancio all'attualità (il complottismo virologico)
la copertina di stano è simpatica

voto 8

l'idolo della folla
storia di bruttezza più unica che rara, di un'ingenuità estrema, tanto da fare addirittura pena...
forse non poteva essere altrimenti, dylan odia il calcio e viceversa (l'iconico sparo al pallone...)
la sorella dello scomparso sta con un tanghero che parla malissimo del fratello...
giocatori che entrano ed escono dalla squadra senza essere tesserati...
c'è da dire che il calciatore cattivo somiglia a cr7

voto 4

complesso di colpa
vado controcorrente, secondo me non è male questa storiella di manfredi... è già meglio di "appuntamento con il destino" sul tema unabomber...
un "killer" anomalo dal movente troppo contorto per non dire incomprensibile, più che un killer è un kamikaze, però la cosa dei puzzle è molto simpatica
storia a cui si può anche assegnare una stiracchiatissima sufficienza, come del resto al maxi nel suo complesso, nonostante il grande nome di sclavi

voto 6

Ho Ucciso Jack lo Squartatore
Storia interessante, rovinata per me da tutta la faccenda del "Dylan" bambino, non necessaria, che ha rubato spazio prezioso allo svolgimento del racconto vero e proprio.
Una domanda: ma Dylan che urla "Non ho mai incontrato Jack lo Squartatore!", quando lo ha incontrato personalmente ne "I Vivi e i Morti "? A me queste cose fanno uscire di testa, è come se nemmeno loro conoscessero l'universo narrativo che loro stessi han creato. Un altro appunto: Dylan abbocca alla finta rivelazione che il soprintendente è in realtà una donna... quando ne "I Vampiri" lo ha visto di persona. Certo, lo vedeva sotto forma di "vampiro", ma il corpo e la presenza era ovviamente quella di un uomo. Quindi... boh?

L'Idolo della Folla
Molto buona, ho apprezzato tantissimo come siano riusciti a ricreare il calcio di provincia e ad immergerci dentro una storia pura, senza sogni, universi paralleli e fate.

Complesso di Colpa
Ho divorato la storia in attesa di un twist e quando questo non è arrivato... beh, devo ammettere che non ci sono rimasto poi così male. Le motivazioni del pazzo di turno sono assurde, ma ben caratterizzano il personaggio... un pazzo, appunto.

Nel complesso un Maxi che mi ha soddisfatto.