Cravenroad7

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 Oggetto del messaggio: Re: Le storie
MessaggioInviato: ven gen 04, 2013 3:55 pm 
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Iscritto il: sab ago 27, 2005 7:04 pm
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Triss ha scritto:
joe montero ha scritto:
Non direi, Triss, "La redenzione" è probabilmente migliore a livello TECNICO.

Sono due storie molto diverse tra loro. La prima ha uno spessore simbolico e un carico di significati metaforici (questo tanto per ribadire quanto inutile sia la ricerca di verosimiglianza storica in un racconto del genere) che ne fanno un piccolo capolavoro; la seconda, invece, grazie al suo stile asciutto (meno male, non se ne poteva più di dialoghi cool e tamarri ad ogni piè sospinto) e diretto, racconta con rapidità ed efficacia personaggi, situazioni e azione. Tanto più riflessiva e profonda è la prima, quanto più rapida e diretta è la seconda. E vi sono anche punti di contatto: nessuna delle due racconta la Storia in quanto tale e neppure persone vere: ognuna mette in scena figure, maschere e icone. Là dove però la prima opta per la riflessione, la seconda sceglie l'immediatezza.
I risultati sono entrambi validi. Ma "Il boia" ha il valore aggiunto di non esaurirsi alla prima lettura offrendo spunti polisemici.
Cita:
E grazie al mio Time Runner ho verificato che ci sono sceneggiature ancora più strabilianti con l'andare della serie! :D

In questo caso, mi fido sulla parola! :D :wink:


Non so bene come tu possa affermare la preponderanza polisemica di un qualsivoglia racconto su un altro in modo così certo, soprattutto considerando che i significati di un significante necessitano a monte di stabilire un punto di vista critico, uno dei mille possibili. La redenzione del Samurai è secco, efficace e inesorabile, non si ferma a pensare: se prendiamo queste caratteristiche come metafora della forza con cui i dogmi nipponici si erano infiltrati nelle psicologie dei Samurai, che avevano smesso di farsi domande immolandosi a una morale/codice che veniva ben prima delle crepuscolari riflessioni del buon Danton (più pindariche, più occidentali, se vogliamo), allora magari la visione critica cambia. Perché il Samurai è esso stesso metafora. Ripeto, questo è un esempio, Triss, quello che in realtà voglio dire è che una critica corrisponde a un punto di vista, e probabilmente non esiste una cosa che offra intrinsecamente maggiori spunti polisemici di un'altra.
E so bene quanto qui il discorso potrebbe farsi lungo e ozioso. :D

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 Oggetto del messaggio: Re: Le storie
MessaggioInviato: ven gen 04, 2013 6:10 pm 
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Iscritto il: lun feb 28, 2011 3:20 pm
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La linearità della storia di RRobe è uno dei pregi. Forse il più grande. A me, però, ha lasciato dentro il solito senso dell'onore dei samurai, la solita redenzione annunciatissima, il solito maestro saggio che tutto insegna...ecc...ecc...
Magari preferirei una storia samurai su un ronin, che spieghi come e perché questi diventi senza padrone, e cose simili.
Ma, ripeto, sono limitata io, visto che in generale ste storie Shogun mi piacciono come golose fette di torta al cioccolato: bene la prima fetta, passi la seconda, stop alla terza che gonfia.
E mi scuso se non sfodero paragoni e termini eruditi...

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 Oggetto del messaggio: Re: Le storie
MessaggioInviato: ven gen 04, 2013 6:41 pm 
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Iscritto il: mer feb 29, 2012 5:36 pm
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Dog, ti consiglio Twilight Samurai di Yoji Yamada.
Intenso, crepuscolare, bellissimo.

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 Oggetto del messaggio: Re: Le storie
MessaggioInviato: ven gen 04, 2013 6:51 pm 
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Iscritto il: ven mar 18, 2005 12:15 pm
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Craven ha scritto:
Twilight Samurai di Yoji Yamada.


Un vero capolavoro. Hai visto anche i due "seguiti" (in realtà due film dello stesso regista dedicati anch'essi ai samurai)? Se non li conosci te li consiglio, perché sono all'altezza di Twilight Samurai: si intitolano The Hidden Blade e Love and Honor. Insieme, i film compongono una trilogia che è una vera perla della cinematografia mondiale recente.

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È la mia opinione, e la condivido.

Ciao,
Teo


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 Oggetto del messaggio: Re: Le storie
MessaggioInviato: ven gen 04, 2013 7:05 pm 
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La Strega provvederà. Le mie conoscenze sui samurai sono ferme a: I 7 Samurai, Kill Bill, Dalla Cine con Furore, e a Shogun ( il libro...)

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 Oggetto del messaggio: Re: Le storie
MessaggioInviato: ven gen 04, 2013 7:14 pm 
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Iscritto il: mer feb 29, 2012 5:36 pm
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Grazie rimatt, non ero a conoscenza degli altri due titoli!

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 Oggetto del messaggio: Re: Le storie
MessaggioInviato: sab gen 05, 2013 12:08 am 
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Iscritto il: mer gen 02, 2013 12:47 am
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Fra tanti e meritevoli samurai cinematografici personalmente stravedo per Tabù (Gohatto) del maestro Nagisa Oshima. Sulla storia del Rrobe; ottima scrittura e disegni eccellenti, cadenza da western crepuscolare e un bellissimo personaggio che sarà difficile dimenticare. Ma la figura del vecchietto cieco che si rivela un ninja invincibile, beh.. mi ha lasciato vagamente perplesso. Un clichè tradizionale che in altre circostanze avrei trovato divertentissimo, però vederlo spiccare balzi incredibili decapitando gente a destra e a manca all'interno di un contesto talmente rigoroso e realistico, imho è sembrato un salto dello squalo grande quanto una casa che ha inficiato la godibilità complessiva della storia (in minima parte, sia chiaro).


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 Oggetto del messaggio: Re: Le storie
MessaggioInviato: dom gen 06, 2013 5:18 pm 
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Iscritto il: sab lug 03, 2004 10:42 pm
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joe montero ha scritto:
Non so bene come tu possa affermare la preponderanza polisemica di un qualsivoglia racconto su un altro in modo così certo, soprattutto considerando che i significati di un significante necessitano a monte di stabilire un punto di vista critico, uno dei mille possibili. La redenzione del Samurai è secco, efficace e inesorabile, non si ferma a pensare: se prendiamo queste caratteristiche come metafora della forza con cui i dogmi nipponici si erano infiltrati nelle psicologie dei Samurai, che avevano smesso di farsi domande immolandosi a una morale/codice che veniva ben prima delle crepuscolari riflessioni del buon Danton (più pindariche, più occidentali, se vogliamo), allora magari la visione critica cambia. Perché il Samurai è esso stesso metafora. Ripeto, questo è un esempio, Triss, quello che in realtà voglio dire è che una critica corrisponde a un punto di vista, e probabilmente non esiste una cosa che offra intrinsecamente maggiori spunti polisemici di un'altra.
E so bene quanto qui il discorso potrebbe farsi lungo e ozioso. :D

Ok, Joe, cerco di rispondere brevemente, allora. :D :wink:
Chiarisco il senso di polisemia con un esempio: secondo te è impossibile stabilire chi offra più spunti polisemici tra "2001: Odissea nello Spazio" e "Arma letale"? Certo, entrambi i film hanno i loro significati, ma credo che sarebbe improprio definire il secondo un film evocativo, riflessivo, metaforico e polisemico.
Il punto di vista (o i punti di vista) critico è vincolato, non può riscrivere l’opera o stravolgerne il senso riducendola a mero contenitore dei propri capricci interpretativi perché esso ne riconosce la realtà. Inoltre, l'esistenza di tanti punti di vista è una prospettiva di ricchezza e non di moltiplicazione del senso o, peggio, stravolgimento. Con ciò intendo dire che l' interpretazione critica è volta a cogliere i significati dell'opera specifica più che ad aggiungerne di suoi.
Ogni altro atteggiamento cadrebbe, fatalmente, al di fuori del discorso critico.

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Temo di essere frainteso. Forse ho raggiunto il mio obiettivo.
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 Oggetto del messaggio: Re: Le storie
MessaggioInviato: lun gen 07, 2013 2:34 am 
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Iscritto il: sab ago 27, 2005 7:04 pm
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Quindi tu pensi che i significati di un'opera siano lì statici e granitici e il critico non debba far altro che allungare una mano e portarli all'attenzione del pubblico? E che il suddetto critico abbia solo "una maniera giusta" di affrontare l'opera?
Se è così, abbiamo "sposato" due correnti di pensiero assolutamente inconciliabili. Che va benissimo per carità ;)
Ora tu dirai: "Non è una mia opinione, sono le cose a stare così!", confermando così la tua matrice determinista. :)
Sempre se, come ho scritto sopra, E' COSI'. :)
Un saluto, Triss!

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 Oggetto del messaggio: Re: Le storie
MessaggioInviato: lun gen 07, 2013 12:37 pm 
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Iscritto il: ven feb 17, 2012 12:14 am
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Ho letto il due e il tre. Niente male anche se 114(?) pagine sono un po' poche per una storia autoconclusiva. Mi ha stupito positivamente de nardo (in realtà mi è sempre piaciuto nonostante abbia firmato obbrobri come "uno strano cliente" e il fantomatico specialone). la storia del rrobe...è asciutta. molto asciutta. La devo rileggere per capire se mi piace molto o no.
Cmq, mi recupererò anche il primo


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 Oggetto del messaggio: Re: Le storie
MessaggioInviato: lun gen 07, 2013 2:56 pm 
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Ares ha scritto:
114(?)

E' il formato di Tex.


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 Oggetto del messaggio: Re: Le storie
MessaggioInviato: lun gen 07, 2013 4:02 pm 
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Iscritto il: ven feb 17, 2012 12:14 am
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sì, volevo dire: sono un po' poche per una storia autoconclusiva one shot. Tex lo conosciamo già e pure il suo universo; invece qui è sempre tutto nuovo. Cmq, anche da questo si può vedere quanto è bravo un autore


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 Oggetto del messaggio: Re: Le storie
MessaggioInviato: lun gen 07, 2013 6:32 pm 
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Iscritto il: sab mar 31, 2012 2:26 pm
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Fonti non certe affermano: «Da fonte certa: le vendite dei primi numeri si attestano a più di quarantamila unità.»
Non sarebbe male... anche perché una testata del genere il boom delle vendite non lo potrebbe fare di certo al lancio, ma dopo aver acquistato un po' di popolarità.

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«Io non mi considero qualcosa di particolare: io mi considero unico.»
(Max Stirner)


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 Oggetto del messaggio: Re: Le storie
MessaggioInviato: lun gen 07, 2013 11:43 pm 
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Iscritto il: ven feb 17, 2012 12:14 am
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dite che si trova in jiro il boia di pariji?


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 Oggetto del messaggio: Re: Le storie
MessaggioInviato: mar gen 08, 2013 2:23 am 
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Iscritto il: sab lug 03, 2004 10:42 pm
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joe montero ha scritto:
Quindi tu pensi che i significati di un'opera siano lì statici e granitici e il critico non debba far altro che allungare una mano e portarli all'attenzione del pubblico? E che il suddetto critico abbia solo "una maniera giusta" di affrontare l'opera?
Se è così, abbiamo "sposato" due correnti di pensiero assolutamente inconciliabili. Che va benissimo per carità ;)
Ora tu dirai: "Non è una mia opinione, sono le cose a stare così!", confermando così la tua matrice determinista. :)
Sempre se, come ho scritto sopra, E' COSI'. :)
Un saluto, Triss!

No, non è questo che intendevo dire. Per una visione divina mi sto ancora attrezzando! :g: :D. Forse sono stato troppo stringato, e magari avrei dovuto approfondire un po' di più. Però qui, giustamente, si rischia di dilungarsi oltre i limiti (siamo già OT). :wink:
Brevemente (so che non sarò esaustivo, ma tant’è).
Un linguaggio (artistico) ha significati complessi, sfumati, sovrapposti, ecc. Da questo non ne diviene che il critico sia facilitato nell’elaborazione, né che le sue opinioni saranno Bibbie per i posteri. Al contrario. Formulare un'opinione critica è molto difficile! E una critica può toppare perché, paradossalmente … solo una critica può essere criticata! Ciò non toglie che dei significati (non in termini assoluti, questo non ci interessa) possano essere colti e, a volte, in modo più o meno chiaro (stiamo parlando pur sempre di un linguaggio), senza per questo esaurire il discorso su quell'opera (certo, se è una ciofeca, il discorso tenderà a esaurirsi :D).
Invece, i gusti e le tendenze personali, nonché i modi personali di esperire qualcosa, non possono essere discussi criticamente.
Per me, un punto di vista critico è sempre personale, ma un punto di vista personale non è necessariamente critico. Ed aggiungo: un punto di vista critico è soprattutto relativo, perché instaura una relazione con ciò che esamina, ed è soltanto in virtù di questo che, alla fine, tu puoi sottoporlo al tuo giudizio.
Detto questo, non ho mai pensato di risponderti nel modo che hai immaginato. Quella che ho espresso è un'opinione. Ma un'opinione non è propriamente una libera interpretazione. :wink:
Un saluto a te, guru!

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