Cravenroad7

Nonostante le stroncature ho voluto comprarlo. Peggio di quel che pensavo. Non comperò mai più un G., a meno che non sia disegnato da dio. G. dovrebbe scrivere Topolinoal massimo, e anche lì non brillerebbe. Pessima scelta della Bonelli, ma che lo dico a fare? Non salvo niente.

Albo mediocre con qualche sprazzo di fortuita lucidità (l'uso di Groucho finalmente in-character, il primo flashback..). Colmo di difetti macroscopici, bene esposti in precedenza, che minano la leggibilità e il disbelief richiesto per stare al gioco di Gualdoni. Ma la cosa più fastidiosa, insulsa e strampalata, per quanto mi riguarda è proprio quel twist nel twist finale Non c'era alcun bisogno della parentesi didascalica in cui tutto deve essere spiegato, anche quando la spiegazione fa acqua da ogni vignetta.

mah... Una storia che non da merito ai bellissimi disegni. Peccato

Un'osservazione: sarà anche colpa mia, ma leggendo Blacky non ho mai avuto la sensazione che si tratti realmente di una storia animalista, che punta cioè il dito contro lo sfruttamento e il maltrattamento degli animali. Perché è anche vero che si racconta

S
P
O
I
L
E
R

di cavalli su cui si compiono violenze e che vengono lasciati morire, ma a ben vedere dietro a ogni gesto violento c'è la responsabilità di uno o più singoli: non mi pare che passi l'idea dell'ippodromo come "lager animale", ovvero come luogo in cui il maltrattamento dei cavalli è sistematico e volontario. Sì, ci sono dei cavalli che sono fatti oggetti di azioni scellerate, ma si tratta di episodi a se stanti, di contingenze. Quindi, mi pare che Blacky non funzioni (neanche) a leggerla come una versione aggiornata di Goblin o La collina dei conigli.

Si, ma è lo stesso Dylan, alla famigerata p. 23 che si dichiara contrario all' utilizzo degli animali in genere (perchè non è una loro scelta, ma come potrebbe esserlo ?) e soprattutto prendendo l' esempio sbagliatissimo del

Verissimo. Infatti la posizione di Dylan - che poi è quella classica, corretta - viene affermata tanto per fare, senza che ci sia una reale rispondenza tra quel che lui dice e quel che la storia effettivamente racconta.

La mente inizia a snebbiarsi, per fortuna o per scalogna, a seconda...

Cmq il 316 l'ho mollato proprio per i motivi cui sopra. Il messaggio animalista è certo nobile ( esistono persone che considerano ogni utilizzo animale come sfruttamento, Eva ad esempio, e che certo apprezzeranno questo tipo di ragionamento fatto da Dylan, almeno da una certa vignetta in poi....) il problema come dicono Rimatt e Dark, è che Gualdoni qui non riesce nemmeno a far passare questo, di concetto. Poiché usa frasi banali, inserendole in un contesto arrogante e pretestuoso, con Dylan che come dice spesso Bertuccia pare un vecchio barbagianni brontolone e saccente, perché i disegni di Bigliardo sono ottimi ma cannano nella raffigurazione del mattatoio e delle sofferenze come diceva Joe Montero, e sopratutto perché la storia non sta in piedi, da quello che ho letto dai vostri commenti.
Qui Gualdoni fa anche peggio che ne "I Segni della Fine" o in "Epidemia Aliena", visto che sbaglia clamorosamente il personaggio principale. Lo fa inserendolo in un discorso assolutamente incoerente e arrogante, che anzi crea antipatia verso l'animalismo, piuttosto che il contrario ( il barattare la vita dei bambini per quella, pur nobile e da rispettare, dei cavalli...) Tale ragionamento è assolutamente sbagliato, anche perché fa credere che la vita degli equini sia stata messa sul piatto di proposito, cioè che il loro sacrificio sia stato programmato scientemente, cosa assolutamente errata e facilona. Un vigile del fuoco può morire per spegnere un incendio, ma ciò non vuol dire che è stato sacrificato volontariamente !!
Fra l'altro, il sacrificio che ci viene mostrato come crudele per un cavallo azzoppato, era prassi atta a sollevare l'animale da una vita breve, sofferente e senza possibilità di cura. Solo oggi, e raramente cmq, si riescono a sanare la fratture alle zampe dei cavalli, che sarebbero destinati ad una vera agonia lunga mesi se non anni ( i cavalli dormono anche in piedi...).
Centomila volte meglio "La rivolta delle Macchine", allora....

Storiella inutile che poco ha a che spartire con l'universo DYD (nel senso che potrebbe essere tranquillamente adattata quasi a qualsiasi personaggio Bonelli).
Sceneggiatura lacunosa e poco interessante (spiazzante solo la violenza subita da Blacky).
Molto molto buoni i disegni di Bigliardo.

VOTO: 5

purtroppo le palate di buonismo sono gettate nel calderone come le scene "di letto", i teatrini con groucho (insopportabili e odiosi ormai) e le mille cose da sempre rimestate e che raccogliamo sotto l'ampio ombrello dei clichè.
per quello che ormai non hanno più senso logico e sono diventati irritanti, con un effetto boomerang sul personaggio.
se ci fosse semplice empatia per la sofferenza dei cavalli, per il loro ferimento, per il loro sacrificio alla causa umana nessuno troverebbe da ridire.
sono le paternali a dar fastidio.

Per me non è quello il problema. La partenale ci sta, farebbe parte del personaggio. Secondo me la denuncia è poco efficace perché, come dicevo, qui si punta il dito contro ALCUNE persone che, in quanto carogne, maltrattano gli animali. Ma si tratta di una situazione particolare, per nulla generalizzata. Non mi sembra che, al di là delle parole di Dylan, le corse di cavalli vengano realmente criticate; anzi, nella storia ci sono dei personaggi che rispettano e amano realmente i propri animali da competizione, come a dire che il problema non sono le corse in sé, ma le persone cattive che frequentano il mondo delle corse. E una "denuncia" come questa ha poca efficacia, a parer mio.

Be', Rimatt ha perfettamente ragione.
Che il numero non sia e non voglia nemmeno essere un polpettone contro lo sfruttamento degli animali è a parer mio lapalissiano. Potrebbe lontanamente apparire come tale solo perché Dylan, quando viene accostato a eventi del genre, INEVITABILMENTE, da personaggio, finisce per fare le sue tirate. Ma non vi è un discorso complessivo sull'argomento, anzi. Sarebbe come dire che un qualsiasi albo di chiaverotti è uno spot contro la violenza alle donne perché all'interno di esso vengono violentate/squartate/uccise delle femmine.
Poi se il buon Gualdo in persona mi verrà a dire che invece la sua era una denuncia pro-cavalli, sarò lieto di dirgli che ha cannato in pieno.

Beh, magari non traspare proprio un messaggio di denuncia ma Un bignamino sui clichè legati al mondo delle corse, tra l'altro male amalgamato e ulteriormente appesantito dalle uscite di Dyd. In altre mani avrebbe probabilmente potuto dare qualcosa (mi immagino ad esempio un simile tema/ambientazione trattato da, chessò.. Rrobe? Accatino? Simeoni?); sono necessari sensibilità, estro e inventiva. Qualità apparentemente distanti dal didascalismo di Gualdoni.

dopo la seconda lettura...
GUALDONI: la trama è esilina direi...troppo cose infilate in mezzo a modi riempitivo (sogni e pestaggi..) personaggi con motivazioni discutibili..pero' non mi ha annoiato, i dialoghi son accettabilissimi, i comprimari usati molto bene (e anche quasta volta il GG ci fa vedere quanto conosce bene la storia di DYD rispolverando la passione dei cavalli di Groucho!!) qui finalmente vedo veri miglioramenti!! resto sempre della mia idea, ovvero che GG funzioni al meglio sulle brevi, anche se qui si comincia a vedere "la luce"!!!! BRAVO , VOTO :7!!
BIGLIARDO: nulla da dire...un lavoro a dir poco eccezionale....se vedete dei difetti vi prego di scrivermeli!! voto: 9
STANO: copertina tra le piu' brutte mai viste (e mi sa che si continua anche il pmese prossimo)........si salvo per l'ardire di darci un DYD "in secondo piano" e "di spalle"........voto :6-
G.L.

I meriti che fornisci a Gualdoni, cioè il conoscere bene i personaggi anche quelli comprimari, secondo il mio modesto parere è solo un normale approfondimento che un direttore di testata DEVE fare quando ne prende le redini.
CI mancherebbe pure che Gualdoni non abbia manco letto DyD ! Il problema di Gualdoni non è la capacità o meno di ripescare i personaggi storici ( come hai osservato la cosa gli riesce bene nelle storie brevi, come nell'ultimo Gigante...) quanto di farli interagire in modo funzionale alla storia stessa. Rabbi Allen, per quanto sia stata stroncata come cosa, lo concepisco.
Altre forzature, come la chiusura di "Epidemia Aliena", meno.

Il nostro "adorato" G. non è mai illuminato dall'estro creativo che chiunque si cimenti con una testata gloriosa come Dyd deve assolutamente possedere. W Dogares