Cravenroad7

Per concludere, mai nessun albo è arrivato ad appena 8 pagine di discussione.Almeno un record ce l'ha!

tieni presente che sul nuovo forum le pagine sono più lunghe... se cnfronti cn gli altri topic vedi che siamo nella media...

Non ci avevo pensato
Vabbè ma compensano 20 pagine del formato precedente?
Mi sembra troppo

Buona storia, che racconta l'ennesima parabola di un derelitto destinato ad essere un "mostro" per gli altri, ma che dentro cova l'innata voglia di vivere una vita semplice e dignitosa. Crescere, amare, condividere, morire.
La scelta di creare un personaggio malato con una stazza che ricorda tutt'altro che la malattia, è molto interessante. Non credo che vada presa molto alla leggera questa scelta, perché credo che il messaggio sia quello che l'inadeguatezza di ogni singolo individuo possa rispecchiarsi in diverse forme e contenuti.
Bilotta ci ha abituati a storie di tutt'altro genere, questo è chiaro, ma credo che nella serie regolare sia molto vincolato, e quindi ci si accontenta. Ripeto, buona storia, che lascia un pò di amaro in bocca.

Conclusa scheda wiki de Il cammino della vita:

https://www.cravenroad7.it/wikidyd/index ... della_vita


...la vita è breve come la pipì di una farfalla...

Il primo semestre del 2010 è stato qualitativamente dignitoso, per il nostro Indagatore dell'incubo. Due sono le storie che, sulla serie regolare, mi hanno particolarmente colpito: quella di Enna e questa. Il cammino della vita è infatti un ottimo albo "medio", di quelli che dovrebbero costituire il sale della testata. Non è una storia da Top 20, né una di quelle destinate a rimanere negli annali; eppure è stata una gradevolissima lettura. A farmela apprezzare non è stato il soggetto - valido ma non certo originale o innovativo -, bensì il modo in cui Bilotta ha saputo muovere i protagonisti: Dylan e Bloch sono perfetti. Parlano e agiscono esattamente come dovrebbero fare, interagiscono come ai bei tempi e risultano ottimamente caratterizzati. Per un vecchio lettore come me, leggere certe storie è un po' come ritrovare dei vecchi amici: finché Bilotta riuscirà a gestire Dylan con questa sicurezza, avrà  tutto il mio gradimento. Perfino Freghieri sembra più in palla del solito e, dopo un inizio con il pilota automatico, ci mette un certo impegno. Risultato apprezzabilissimo.

Il cammino della vita
La storia fila e la si legge con piacere. Restano dei perché. Primo: perché Steve Green (alias Solomon Grundy) crescendo inizia ad uccidere? Lunedì aggredisce i medici che volevano usarlo come cavia. Ok, ci sta. Già il martedì massacra il maestro. Era il suo maestro forse ed era una carogna, ma un bambino tranquillo, per quanto alterato dall'assenza di farmaci, deve per forza ucciderlo? Mercoledì fa una strage in chiesa: sembra essere diventato uno psicopatico assassino più che un bambino con corpo di adulto che vuole solo la sua Wendy. Per carità , abbiamo visto un po' di splatter, però il tutto mi pare forzato.
Secondo: perché sceglie Reneé come Wendy? A quanto pare non si rende conto che gli altri non crescono come lui e quindi è convinto che la usa amichetta sia diventata adulta come lui. Strano, ma vogliamo crederci. Perché piomba a un matrimonio? Sceglie la prima che gli capiti a tiro, che per giunta non somiglia molto alla sua Wendy.
Terzo. Il bulletto Kenneth si redime? Non lo sappiamo, si spera di sì. Però viene da chiederci: come mai Solomon nei primi tre giorni sembra un assetato di sangue e nei due giorni successivi addirittura diviene un maestro di vita (e pure seduttore della nonna)?
La storia ha troppe domande che restano senza risposta. Sono domande date da una sceneggiatura traballante ma efficace. L'albo, nonostante queste lacune, mi è piaciuto. Bilotta ha capito quasi del tutto lo spirito di Dylan Dog e qui lo dimostra. Come aveva fatto con la storia del Maxi "Oggetti smarriti" e con "Il pianeta dei morti" (per non parlare di Valter Buio). C'è violenza e c'è tanta ironia, specie negli splendidi dialoghi tra Dylan e Bloch. Anche l'intermezzo di pagina 23 ha un suo perché. Una indagine old style dove i due sono in perfetta sincronia.
Sono un po' stereotipati i personaggi. Un po' troppo direi. "Il cammino della vita" resta una storia piacevole. Poi lo ripeto: alcuni dei Dylan Dog più celebrati sono pieni zeppi di falle.
I disegni di Freghieri sono belli. Un po' troppo i suoi personaggi. Per imbruttire uno dei due killer gli ha dovuto fare delle occhiaie stile "son tre giorni che non dormo". L'altro killer ricorda troppo uno dei due "Professionisti". Non mi convince la statura di Solomon. Si parla di bambino ipersviluppato, ma nei flashback non risulta disegnato molto "grande". La differenza di altezza tra lui e Wendy è poca. A pagina 68 non sembra molto più alto della nonna. Eppure a pag. 98 si vede la nonna alta più o meno come il nipote. Lo stesso nipote che a pagina 69 è la metà  di Solomon. Ci sono rapporti d'altezza incongruenti e in questo Freghieri avrebbe dovuto fare maggiore attenzione.
Davvero bella invece la copertina Escheriana. Ricorda un po' quella di "Belli da morire".

... (mi ricollego allo stupore espresso nel mio post sull'ultimo Dylan)
Poi vado a vedere quest'albo, che a mio avviso è l'ultimo ottimo numero scritto (e l'unico di quest'anno) e la percentuale di consensi è inferiore a quella suscitata per la doppia de nardiana.

Mi spiegate perchè al posto di accettabile e buono ci sono leggibile e discreto?
Votato discreto la ritengo una storia semplice ma efficace, non è quel capolavoro del "pianeta dei morti",ma il classico bilotta che si barcamena sul 6,5/7.
Forse un po' troppo improbabile

Prima la griglia dei voti era diversa.

Non ci siamo.

a me questa storia mi ha irrazionalmente inquietato...sarà perchè le filastrocche infantili mi fanno paura

Preso di Lunedì, lasciato lì.
Guardata la copertina di Martedì, lasciata lì.
Letta prima pagina Mercoledì, lasciato lì.
Letto metà Giovedì, Madò che rottura di...
Finito Venerdì....Sabato e Domenica a domandarsi che devo dì.....


Pessimo.

La filastrocca di Dog vale dieci volte il prezzo dell'albo. Chapeau
Anzi, andrebbe messa nell'Horror Club delle ristampe per spoilerare gli effetti della storia.

ALOHA MONDAY THROUGH SUNDAY

Ci sono autori che si sono guadagnai la loro fama e (in questo periodo) sono particolarmente rimpianti grazie a delle prove ottime fornite in passato.

Bruno Enna è un autore rimpianto e non poco qua dentro ma non sono mai riuscito a capire perchè.

Il guardiano del faro, Il cammino della vita, Anima d'acciaio...un trittico di buoni soggetti che sfociano in un trionfo di sbadigli esasperante.

Questa storia non è neanche così male...ma mi ricordo che la lettura mi diede una pesante sonnolenza nonostante la vicenda in sè avesse anche tutto il potenziale per tirare fuori un ottimo albo.

Noia.

Di Enna salvo "L'uomo di plastica" di qualche anno fa...quella sì fu una storia gradevole..