Nikolaj Stavrogin ha scritto:
La prima parte della tua risposta [quella che non ho qui riportato], posto che siamo pur sempre nel campo delle ipotesi, mi ha soddisfatto, nel senso che si avvicina a ciò che intendevo suggerire. Potrei anche concordare.
Ma questa seconda parte mi fa capire che non riesco a spiegarmi: non ho praticamente detto nulla di ciò che mi hai "messo in bocca".
In particolare, non ho mai detto che Gualdoni vende più degli altri, ma semplicemente che vende e basta [cosa che continui inconsapevolmente a confermarmi quando dici "vende esattamente quanto chiunque altro"] e sono pienamente d'accordo sul fatto che il 90% dei lettori pensa che Dylan sia Dylan e stop.
Facciamo che prendo per buona la prima risposta, perché qui andiamo di nuovo fuori.
Non lo hai detto, ma il fatto che siamo qui a parlarne mi fa pensare che tu ponga su un livello diverso il fatto che Gualdoni venda rispetto a quello che un diverso altro autore venda. Questo livello può essere qualitativo e non quantitativo, per cui posso sostituire nella mia frase 'gualdoni vende
quanto gli altri' con 'gualdoni vende
nella stessa maniera con cui vendono gli altri'. Per cui non posso fare a meno di domandarmi perché stia ponendo Gualdoni su un livello diverso dagli altri.
dogares ha scritto:
Non è Gualdoni che vende, è Dylan Dog. Ormai è un marchio e vende anche cosa come il 299 !
Che poi vi sia gente che fa una cernita, ok. Ma si tratta di un numero esiguo.
L'abbandono dei fumetti da parte delle nuove generazioni ha molte cause, una delle più radicate è la errata convinzione che fumetto equivalga e lettura superficiale, di serie B, infantile.
Dato che oggi nessuno adolescente intende passare per giovane ma subito per figo maturo, pur senza esserlo lontanamente, l'abbandono dei fumetti è conseguente.
A ciò si aggiunge un impoverimento del fumetto a livello di contenuti e di impatto sociale, oggi vicino allo zero assoluto.
Il fumetto fa discussione solo fra i fans, fra gli iscritti ai forum, gli appassionati delle fiere, e poco altro.
Il cinema, divenuto strumento adolescenziale, fa parlare mille volte di più che un qualsiasi numero cartaceo.
Quindi un adolescente si sente più maturo se va a vedere una cagata come Twilight piuttosto che se legge "Mater Morbi ", si sente più coinvolto in un gruppo se guarda "Buffy" piuttosto che leggersi Zagor, ed è la triste realtà.
Non per niente si parlava di diffondere il fumetto on line, e la Marvel ormai funziona più come soggetto cinematografico che come editrice di comics.
Sinceramente non sono d'accordo, questo è il classico ragionamento che piace in Bonelli, ma nella realtà i fumetti non hanno mai attratto tanto interesse come oggi... ho dozzilioni di amici che leggono death note e rat-man, e che lo esternano molto più di quanto non abbiano mai fatto in passato, in cui c'era gente che un po' quasi se ne vergognava... al cinema ci sono un sacco di film tratti da fumetti, le fiere sono frequentate da un sacco di visitatori casuali, e non solo dai 4 nerd di un tempo (bei tempi.... si poteva camminare anziché fare la fila anche solo per attraversare un corridoio!), persino il fumetto disney mi sembra sdoganato, vedo in giro tanti nostalgici di PK, mentre quando lo leggevo io 'belle storie, bei disegni, però se c'è paperino è una roba per ragazzini'. Andiamoa guardare la classsifica dei fumetti più venduti su amazon, e chi ci troviamo? un fumetto, zerocalcare! il cui autore è assediato ovunque vada.
Ora non voglio paragonare il fumetto bonelli con gipi e zerocalcare perchè son cose diverse, da un punto di vista contenutistico e commerciale... però io sta diffidenza nei confronti del mezzo fumetto non ce la vedo, e allora penso che non sia il fumetto in quanto tale a essere in crisi, ma la concezione del fumetto che qualcuno ha, e l'uso che ne fa a non avere più appeal.