ho finalmente potuto leggere pur eil secondo numero della collana. il giudizio rimane positivo , questa serie è favolosa e intelligente
.
riguardo la storia, si vede che Recchioni puo fare Recchioni in modo piu libero rispetto alla serialità di Dylan Dog in cui tutto è piu rigido ( bisogna rispettare i canoni bonelliani) , si vede nello svuluppo della sceneggiatura con la classica suddivisione rapida, due o tre vignette in stile americaneggiante che lo rende il Gart Ennis all'italiana
( anche per il suo status di "rock star" del fumetto )
la storia vola via tutta di botto , come è nello stile di recchioni ( la sceneggiatura è piu visuale che letteraria) e anche se non è nulla di innovativo è cmq una bella storia.
i desegni mi sono piaciuti molto, Accardi in alcune tavole richiama alla memoria il tratto di Takehiko Inoue ( immagino si sia ispirato pure a lui tra i tanti aturoi orientali a cui ha reso omaggio) per quanto riguarda il tratteggio fine , i retini e la rappresentazione della dinamicità ( le sottili linee stilografate) .
non facico paragoni con il numero precedente, poichè la collana mostra storie di genere completamente diverso, quindi il giudizio puo essere solo a scopo di analisi sulle poetiche degli sceneggiatori di turno .