rimatt ha scritto:
Non concordo, ovviamente: non sono fan incondizionato di Bertolucci né faccio parte dell'incartapecorita critica festivaliera, ma Io e te mi ha - a sorpresa - incantato.
Non concordo, conseguentemente.
Anche perchè non intendevo riferirmi a te (o a me? con un titolo così il film si presta ai finti dualismi...) con la menzione delle benemerenze festivaliere. Ma magari un piccolo giurato è in ognuno di noi, sottopelle o nel weekend
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rimatt ha scritto:
la pellicola è pervasa da un'evidente volontà di rinascita, perfettamente simboleggiata dalla bellissima sequenza finale e dalla canzone che l'accompagna
Volantà di rinascita? Da cosa? Il film sul finire ri-assesta il non-precisato passato dei protagonisti - che non è dovuto, per carità, anzi, facilmente intuibile dal vuoto che propinano.
Cambia solo la stupida smorfia finale del fratellino che crede di averci capito qualcosa nel disordine posticcio portato dalla scheggia impazzita di sua consanguinea irrisolvenza.
E quell'inquadratura con accelerazione conclusiva è davvero inguardabile
rimatt ha scritto:
Trovo poi innegabile che Bertolucci ami i propri protagonisti: li culla, è indulgente, li assolve entrambi.
Questo non ajuta la pellicola. Anzi, la condiziona, limitandola. Patetismo pre-senile o tardo-genitoriale, che crede di afferrare il nucleo della giovinezza bazzicando per arruffiananti sentieri di qualunquismo posticcio e finto-alternativo
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rimatt ha scritto:
Plaudo apertamente al non detto, a quello che è lasciato tra le righe e perfino trascurato: non per sciatteria, per scelta.
Questo è da vedere in base al libro. Magari è una scelta di Ammaniti a monte. Non plauderei nessuno dei due comunque. E' solo un modo di impostare la storia. Niente di clamorosamente estatico o esteticamente libidinevole. Qui è giocoforza indispensabile, tra l'altro, per il taglio dato
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rimatt ha scritto:
Per dire: The Dreamers mi aveva perlopiù irritato, mi era sempre sembrato tanto elegante quanto irrisolto: merito della sola Eva Green se non l'ho completamente rimosso; Io e te, invece, è perfetto così com'è, nella sua minore ambizione ma nella sua maggior sincerità
Th Dreamers si salva come film perchè sfuma un afflato storico, racconta un' epoca-movimento attraverso una storia di individualità, e circostanzia le sue giovani pedine, senza spersonalizzarle comunque.
Qui invece l'ambizione è di gran lunga maggiore, quasi sfrontata.
Di farsi film autoriale con poco da dire, e non da contenere.
L'unica sincerità è nel voler fingere di non giudicare.
rimatt ha scritto:
Non sembra neanche l'opera di un affermato autore, tanto è cinema semplice, "puro", essenziale, registicamente contenuto e sobrio
Infatti. Se l'avesse fatto un altro regista meno noto sarebbe finita tra le meno risentite cestinature di sempre in fase di pre-produzione
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La sobrietà della purezza è qui solo un effetto di suggestione, suggerito forzosamente.
Copre molte lacune, invero. Mah...
rimatt ha scritto:
Un film che, a differenza tua, io mi sentirei di consigliare a tutti: potrebbe essere una bella sorpresa.
A questo punto lo consiglierei pure io.
Quantomeno per circostanziare senza sorprese le sbrodolerie che ha ispirato
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ALOHA