Ares ha scritto:
Invece a me da un po' fastidio la mancanza di un cliente; il cliente che propone un caso è secondo me un elemento importante (dopotutto il nostro è un detective no?) che mi farebbe piacere vedere più spesso (de gustibus).
In diverse storie recenti, il cliente che propone il caso c'è eccome. Io pensavo ti riferissi al fatto - molto specifico - che nessuno offrisse più soldi in maniera palese come compenso delle prestazioni dell'Indagatore.
Infatti, oltre ai due titoli di cui sopra, sull'ultimo CF, lo troviamo sia ne
"La tomba di ghiaccio" che ne
"Il bottone di madreperla"; e poi, nell'ultimo Maxi, in tutte e tre le storie. Nella serie regolare, invece, ricordo proprio il recentissimo "Epidemia aliena" in cui vi è addirittura 'sovrabbondanza' di clienti; ma anche ne
"Il delitto perfetto", o in
"Una affezionata clientela". Insomma, non mi pare affatto che sia un cliché mancante. Che poi, la presenza o meno di certi cliché non può salvare assolutamente una storia scritta male.
Cita:
Sì è vero, ma un fumetto popolare che si discostava nettamente dalla produzione Bonelli standard. Sia come modo di raccontare le storie che per i dettagli più tecnici della sceneggiatura: quasi nessuna didascalia che ti spiga la storia, taglio cinematografico etc etc (per dire, Dylan non pensava vignetta per vignetta TUTTO quello che stava facendo o guardando!).
Nella storia della Bonelli, prima di Dyd, c'è stato Ken Parker a distinguersi per l'innovazione del linguaggio adottato; un'innovazione tanto dirompente quanto "incompresa" dal grande pubblico; e un'innovazione, oserei direi, anche più profonda del Dylan Dog sclaviano.
Tuttavia, fu il personaggio sclaviano ad avere straordinario successo cogliendo lo spirito dei tempi per rielaborarlo in maniera propria ottenendo il plauso di almeno una generazione di lettori.
Comunque, 'fumetto didascalico' non è sinonimo di 'cattivo fumetto'. Ci sono tantissime storie di Zagor e Mister No contraddistinte, appunto, dallo stile 'didascalico' nolittiano che non hanno nulla da invidiare ai più grandi capolavori sclaviani.