Cravenroad7

la fidanzata è in realtà il demone?

Il curatore della testata imbastisce una personale versione della Divina Commedia, opera ormai sviscerata e riadattata in più modi. La volontà dell'autore è quella di cercare una narrazione nuova, con l'opera dantesca che faccia solo da sostrato su cui impiantare le vicende del titolare di testata e del mondo che gli ruota attorno. La prova gli riesce benino, seppur con i limiti di originalità imposti dall'aver scelto quest'opera come riferimento. Insomma, i due piani narrativi si compenetrano abbastanza bene, anche se in alcuni snodi manca il guizzo d'inventiva, riciclando vecchi cliché dylaniati in maniera troppo forzata. Più debole la sceneggiatura: Gualdoni ricorre in maniera massiccia al fumetto pensato e didascalico per spiegare alcuni degli avvenimenti che già i disegni lasciano intendere. Nonostante questo eccesso, i personaggi sono caratterizzati in maniera discreta: Dylan a volte è troppo verboso, ma sembra comunque in parte senza che le sue caratteristiche peculiari siano portate all'eccesso rendendolo semplice stereotipo di sé stesso. La fugace apparizione di Bloch è gestita bene, mentre il resto della storia ruota intorno ai comprimari di giornata. Bene il personaggio di Lucy, non eccessivamente didascalico come invece sono Elsa – Lamia o il demone Steiner, spesso vittime dei propri ruoli. Piccatto ha un tratto grottesco anche se non caricato all'eccesso, riuscendo a non dare un alone macchiettistico alla caratterizzazione visiva dei personaggi. Anche l'uso delle chine è abbondante ma non invasivo, con un risultato discreto. La copertina di Stano nella sua semplicità “escheriana” riesce a rendere bene il concetto, anche se non brilla per impatto visivo, nonostante un uso accurato della computer grafica con una colorazione che fa spiccare la figura centrale (che comunque appare un po' troppo fine a sé stessa)