Cravenroad7

Eh ma io l'ho detto che è poco verosimile, mi piace per come è scritta.



Assolutamente d'accordo. Ne avrebbe giovato perchè sarebbe stato possibile caratterizzare i personaggi secondari che invece così rimangono solo dei nomi sulla carta o poco più e perchè il mistero avrebbe potuto essere dipanato in maniera più graduale. Da pag. 74 in avanti veniamo bombardati di spiegazioni, che prima erano state giustamente centellinate, perchè lo spazio a disposizione era ormai quasi terminato; però così al lettore rimane solo la sensazione di un gran mal di testa. Con più pagine a disposizione si sarebbe potuto anche chiarire e approfondire la questione "nodo di Hartmann".

Io non ho capito quale fosse il ruolo della finta "Nell" nella storia... ma in realtà penso che fosse solo quello di creare un piccolo inganno per il lettore e rimescolare nuovamente le carte.
Ma sinceramente, poco m'importa. La storia ha indubbiamente dei difetti... è un po' incasinata e verbosa, ma per me ha il pregio di essere una vicenda con una struttura complessa (cosa che io apprezzo), narrata in modo affascinante (soprattutto nella parte iniziale) e quindi per me è buona nonostante le imperfezioni e nonostante il fatto che in passato la Barbato ha fatto di meglio.

La preferisco comunque a un albo come "La Seconda Occasione", per esempio, che avevo trovato molto più semplicistico e prevedibile.



Ma perché, che ci sia scritto o no il nome dello sceneggiatore all'inizio cambia qualcosa?
Lo stile di molti autori è inconfondibile. Mi basatano una manciata di pagine per capire se una storia è della Barbato, o di Marzano per esempio, e attualmente anche Gualdoni si sta mostrando molto personale e facilmente identificabile, mentre nelle sue prime storie appariva più "neutro".
Credo che, a parte i novizi, il 90% della gente qui, nella maggior parte dei casi individuerebbe lo sceneggiatore anche se non ci fosse scritto.

noia noia noia noia noia noia e ancora noia

anche io ho provato a leggerlo di sera (come, per motivi lavorativi mi ritrovo inevitabilmente a far spesso) e, credo per la prima volta dopo anni, mi sono addormentato a metà albo!
Prolisso, lento e con dialoghi baroccheggianti.

volete un bello SPOILERONE?
....

NOIA

aspetto le storie della barbato su dylan dog conl l'impazienza di un ragazzino che è in casa fissa l'orologio al muro bramando che venga l'ora dell'appuntamento con la fidanzatina per sbuciucchiarsi allegramente, impastare un po' di tette...e se tutto va bene ci scappa anche un lavoretto di mano.
l'albo parte bene (anche se nella prima parte visti i pensieri di dd sembrerebbe che gualdoni ci abbia messo lo zampino ), c'è atmosfera, c'è curiosità, c'è a suo modo originalità nel raccontare...fino a che . un clamoroso autgol autodistruttivo che invece che commuovere sbriciola tutto. anche l'ultima vignetta non mi ha convinto, una chiusura non chiusura che non soddisfa.
freghieri buono con alcune vette preferisce creare atmosfera a discapito della precisione.
ho votato accettabile perchè se paragonato, per esempio, agli ultimi albi di gualdoni, finalmente si ha l'impressione di leggere qualcosa di minimamente alto e artisitico e non storielle sciocche con dialoghi infantili e altamente irritanti e sbagliati.
votato accettabile nonostante i difetti elencati sopra, perchè la lettura è stata comunque piacevole e il sacro fuoco dietro la nuca che si accende quando si legge qualcosa di coinvolgente ed emozionante si è comunque acceso.
le storie della barbato, anche le meno riuscite, sono sempre il meglio che offre oggi dylan dog. come si dice in questi casi, la classe non è acqua.

Quando leggo queste meraviglie scritte dai boss, giuro, arrivo sempre ad un soffio dall'eiaculazione galoppante!
Anche perchè se sono loro a dirlo, tutti i polemici cronici se ne stanno zitti e a testa china, le volte che mi è capitato anche a me di sbattermi di prendermela col disfattista di turno che si diverte a fare il genio della situazione, per prima cosa mi becco subito la risposta a tono, poi arriva inevitabile il sostegno di qualche altro della sua specie e magari in fondo mi ci becco pure degli insulti gratuiti.
Detto questo mi defilo subito perchè purtroppo da me l'albo non è ancora arrivato, quindi non posso dire la mia ancora.

VOTI
Storia 7
Disegni 8,5

IMO:
Mah....di artistico e di classe, questa storia ha solo il cognome dell'autrice, nulla più.
E' un mero compitino, svolto con capacità, ok, ma che non si discosta da certe cose di altri che qui vengono massacrati a prescindere.
Lo svolgimento farraginoso non deve intendersi come voluto, ma come di difficile risoluzione di concetti oscuri e sconclusionati.
Che poi uno aspetti un'autrice al varco animato da i più nobili pensieri, è opera bella e anche simpatica.
Ma le vere storie della Barbato sono altre ( mi sovviene la stupenda Necropolis, forse la sua opera più alta....)

per me si discosta eccome e, comunque, non ho di certo detto che è fra le migliori storie della barbato. pur amando la barbato, ho criticato più di una sua storia, questa compresa.

Un albo difficile da giudicare. Buona idea ,secondo me, sviluppata in modo da generare noia. La Prima parte della storia scorre molto lentamente e non intriga a tal punto da provocare quella bramosia a me tanto cara di continuare la lettura nonostante la stanchezza o la necessita' di fare altro.Adoro i flashbacks ma in questo caso li ho trovati farraginosi e poco chiari. I personaggi sono caratterizzati in maniera frettolosa e spesso li si confonde senza capire chi e' uno e chi e' l'altro...Un pastrocchio insomma, che tuttavia regala qualche guizzo piacevole qua e la'.
Nel complesso la storia della Barbato mi ha annoiato,molto meglio quella del maxi dove dylan e' proprio lui...Anche nel 313 ritengo che il nostro indagatore sia lontano dalla sua natura. Tuttavia votero' accettabile perche' si e' visto ben di peggio..
inoltre

voto 6

è stata complicata una storia che poteva uscire molto più scorrevole,molto belli i disegni.Il mostro oltra alla melma di ghostbuster 2 come ha già fatto notare qualcuno mi sembra mooolto ispirato al bel romanzo di Dean Koontz PHANTOMS (e quella porcata della riduzione cinematografica) che a sua volta aveva preso spunto dallo splendido racconto di Robert Bloch TERRORE NELLA BAIA DEI TAGLIAGOLA

La storia è densa, densissima, e la valuto una delle più ambiziose della nostra Paola. Perfetta non è - un paio di passaggi mi sono sembrati effettivamente confusi, a una prima lettura -, ma per tematica ed energia narrativa ha una potenza impressionante. Ogni paragone con gli ultimi albi è improponibile: qui siamo in un altro territorio.

Ma poi sarà davvero confusa? Credo che la rileggerò con più calma, in modo da togliermi ogni dubbio. Appena avrò avuto il tempo di farlo scriverò qualcosa, perché di cose da dire ce ne sono molte.

Sempre e comunque, viva la Barbato!

Quale, di grazia?

Vabbé Rimatt, se parli così, vorrei esser io la Paoletta tua....all'amore non si comanda. Quindi cedo le armi e sbrigatevela fra voi.

chiudete dylan dog e dategli degna sepoltura.
fatelo per mia nonna! [cit.]


votato mediocre perchè il cagnolino iniziale è meraviglioso. solo per lui.
il resto un delirio allucinante da peyote, altro che mercurio.

Certo però che la combo protagonista immemore + giapponese (vabbè, quasi: coreano) che sa tutto porta alla mente brutti ricordi...

il fatto è che leggi i giudizi, non sono molti positivi, però poi si arriva al momento di votare e...visto che l'ha scritto la Barbato, un accettabile almeno se lo becca...